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Recensione
TESTATO SU X360
20 settembre 2011, 14:30
Gears of War 3
Gears of War 3 mobile

Gears of War 3

Siamo nel 2006 e all’Xbox 360, ancora in fase di rodaggio, serve un titolo di punta, serve una cosiddetta Killer Application. Ci pensa Epic Games a dare la spinta alla console Microsoft, con un nuovo IP, un Third person shooter chiamato Gears Of War e basato sulla nuova, potentissima tecnologia dell’ Unreal Engine 3. Video ed immagini ne accrescono l’hype giorno dopo giorno sino al suo debutto sul mercato, quando la nuova K.A. Microsoft si rivela anche un vero e proprio gioiello di innovazione. Gears of War segna così l’intera industria videoludica, grazie a meccaniche di gioco innovative basate sul sistema delle coperture dinamiche.

Poco importa se il titolo di per se presenta alcune indiscutibili magagne, tra cui una campagna principale breve e ripetitiva. Gears entra di petto nell’Olimpo dei videogames, il suo gameplay, le sue coperture, finiscono in molti altri prodotti a seguire appartenenti anche a generi diversi.

Tre anni più tardi ecco che Epic ci riprova con un Gears of War 2 che segna la vera consacrazione del brand grazie ad un pacchetto ludico che aggiunge, a quanto di buono si è visto nel predecessore, anche un’alta dose di adrenalina e sequenze cinematografiche in grado di mantenere altissimo l’interesse del videogiocatore dai primi minuti sino ai titoli di coda. Gears of War 2 pone la saga sotto nuova luce e diventa uno dei brand più importanti in assoluto per la console di zio Bill, tanto che oggi siamo qui pronti a sviscerare e valutare l’ultimo episodio di questa annunciata trilogia.

Di nuovo con Marcus ed i ragazzi del COG siamo pronti ad addentrarci nel cuore delle locuste, pronti a porre fine, una volta per tutte, a questa terribile guerra, come fratelli… fino alla fine!

FRATELLI FINO ALLA FINE

La trama dei 3 episodi di Gears of war è direttamente collegata, e questo terzo capitolo ha inizio non molto tempo dopo il devastante attacco apportato alla roccaforte delle Locuste. Purtroppo, nonostante l’impegno dei nostri eroi, la vittoria è ancora ben lontana, ed ora un nuovo nemico si palesa all’orizzonte, più forte, più agguerrito e più “luminoso”!

Un branco di Locuste, definite “Gli Splendenti” stanno causando morte e distruzione sia tra gli umani che tra le locuste stesse, entrambi ormai sull’orlo dell’estinzione. Ma Marcus e la sua squadra non sembrano voler demordere ed aggrappati ad un ultimo baluardo di speranza si mettono in viaggio alla ricerca della soluzione definitiva. Un estenuante pellegrinare li attende, in lungo ed in largo per un pianeta, Sera, ormai devastato, con emarginati che lottano per sopravvivere barricati in ciò che prima erano ridenti città , con accampamenti di Locuste in fuga anch’esse dalla morte certa del sottosuolo, con la voglia di vivere nonostante tutto. Gli amici di sempre sono ancora là, fianco a fianco, e nuovi eroi sono pronti ad entrare in scena, alcuni anche appartenenti al gentil sesso. Il viaggio non li porterà  solo a visitare nuovi posti, nuova gente, ma scaverà  anche nel passato di ognuno di loro, risolleverà  questioni irrisolte, successi, delusioni, amori eterni e la vita, così com’era in precedenza, avrà  un ruolo da protagonista in questo ultimo racconto firmato Epic.

Con Gears of War 3 avremo modo di conoscere approfonditamente il profilo psicologico degli eroi pronti a morire per la razza umana, e lo faremo con cut-scene ancor più cinematografiche rispetto al passato, con colpi di scena sin dai primi istanti e forti emozioni, sebbene celate sotto quella coltre di testosteronica brutalità che ancora strappa qualche sorriso grazie alle battute spudorate di Marcus, Dom e gli altri Gears. L’idea infine di cambiare il gruppo nelle mani del giocatore permette di entrare in confidenza anche con gli altri membri della squadra, bistrattati ingiustamente nei capitoli precedenti, anche loro godono adesso di un profilo ben delineato.

Complessivamente siamo dinanzi ad una crescita narrativa quasi palpabile rispetto ai 2 predecessori, l’epicità delle scene ha raggiunto nuove vette e quelli che sembravano dei bambocci in preda agli steroidi sono ora caratterizzati impeccabilmente, dimostrando di avere anche un’anima ed un cuore sotto quella fredda armatura… ma non fraintendete oltre, sono pur sempre i Gears e sono più imbestialiti che mai!

FOR IS MEGL CHE UAN!

Le meccaniche di gioco sono ovviamente riprese pari pari dai predecessori (squadra che vince non si cambia, ed Epic lo sa bene). Qui però troviamo molta più enfasi durante gli scontri, con coperture sistemate in ogni posizione e con alcune di esse pronte ad andare in frantumi sotto i colpi dei fucili nemici, obbligandoci ad una veloce ritirata verso un punto più sicuro.

Durante la campagna verremo sballottati da una parte all’altra in un vortice di situazioni paradossali nel più classico stile Gears per circa dieci ore. Una durata forse non eccelsa, ma grazie all’altissimo ritmo di gioco non incomberemo mai in momenti sottotono o ancor peggio nella noia. A differenza di prodotti che basano tutto sul multiplayer competitivo, Gears, sembra dare molta più importanza invece al multiplayer cooperativo, non a caso, se già  in singolo la campagna regala un’esperienza ricca e divertente, è assieme a 4 giocatori che si ottiene il meglio da questo nuovo prodotto.

Il sistema ideato da Epic permette a chiunque di entrare nella campagna di un altro player e viceversa, salvo non si decida preventivamente di giocare in privato, occupando il posto dell’intelligenza artificiale pronta a riprenderselo in caso di uscita o disconnessione. Le situazioni proposte sono state studiate a puntino per obbligare i giocatori alla collaborazione, grazie anche alla moltitudine di armi piazzate nei vari angoli degli scenari, come torrette, mitragliatrici, animalesche catapulte, fucili a colpo singolo o la mannaia che dona al gioco un frenetico tocco “action”.

Ma la cooperazione non si limita alla campagna principale, fa infatti il suo graditissimo ritorno anche la modalità  Orda, rivista sotto alcuni aspetti ed ampliata. E’ ora possibile affrontare le cinquanta ondate di Locuste assieme ad altri quattro giocatori e con i crediti guadagnati dalle uccisioni si possono acquistare armi od oggetti strategici con cui ostacolare l’avanzata nemica. L’unica nota negativa è la mancanza di Bot in sostituzione dei giocatori umani, per tanto non si può avviare l’Orda finchè non c’è il numero di partecipanti necessario.

La nuova modalità  Belva invece è una sorta di Orda al contrario: si vestono i panni delle Locuste e l’obiettivo è di eliminare tutti i soldati COG presenti su di una determinata mappa. Anche in questo caso le uccisioni ci fanno guadagnare dei crediti, con i quali acquistare una nuova reincarnazione in caso di morte, nonchè del tempo extra per completare l’obiettivo. Con Orda e Belva abbiamo due modalità  dove collaborazione e strategia di gruppo sono le chiavi del successo. Per gli amanti invece della carneficina virtuale abbiamo un comparto Multiplayer competitivo finalmente degno di questa saga. Il lag ed i bug del precedente capitolo sono ormai un brutto ricordo del passato.
Le modalità  in cui sfidarsi sono le classiche:

-il “Deathmatch”, con 15 possibilità  di respawn per squadra e vince chi chi resta in vita per ultimo
-le apprezzatissime “Esecuzione” e “Zona di guerra“, con un solo rientro per squadra
-ed ovviamente “Cattura il leader” e “Re della collina“, che non hanno certo bisogno di presentazioni.

Niente di nuovo sotto il sole ma un multiplayer solido e privo di problemi, forse anche grazie alla beta di qualche mese fa. Nel complesso nessuno si aspettava grosse innovazioni al gameplay, nè stravolgimenti per quanto riguarda il concept o le modalità di gioco ma tutto ciò che ha reso grande la saga torna in questa terza incarnazione enfatizzato allo stremo, ed un fan che si rispetti non può chiedere di meglio.

UNREAL ENGINE 4? NO… 3.8!

In ogni capitolo di Gears of War l’impatto grafico è parte integrante dell’esperienza offerta. Il primo ed il secondo dettarono legge su consoles imponendosi come top tecnici da superare. Per l’ultimogenito della saga invece l’impresa si fa ben più ardua. A distanza di così tanti anni dal debutto del 360 non era facile immaginare grossi miglioramenti visivi, ci si aspettava per lo più qualche ritocco in positivo a quanto di buono vi era nelle precedenti versioni dell’Unreal Engine.

Ed invece, Epic Games, ha nuovamente stupito il mondo, non tanto per l’aver settato un nuovo standard (Uncharted 2 e God of war 3 sono ancora campioni assoluti nel mondo consoles) ma per l’aver ampliato incredibilmente le possibilità  offerte dal suo motore. Abbiamo finalmente un degno HDR , denominato Unreal Lightmass, in grado di illuminare in tempo reale tutto ciò che circonda i modelli poligonali dei nostri eroi, con tanto di ombreggiatura dinamica pronta a spaccarsi al suolo filtrata dai rami degli alberi o dalle travi di un tetto in rovina. La nuova illuminazione riuscirebbe già  da sola ad impreziosire un comparto tecnico definito ingiustamente ormai datato, vista la veneranda età  dell’engine, ma le migliorie non si limitano a questa e vanno ben al di là di ogni aspettativa.

Le textures sono di una generazione avanti rispetto a Gears of War 2, complici forse le procedurali, mai confermate ma probabilmente presenti, e le parallax map che ricoprono il corpo di Marcus e dei soldati hanno subito un’iniezione di dettagli. Anche dal punto di vista puramente poligonale si notano netti passi avanti, con una maggiore complessità delle geometrie ed un orizzonte visivo ampliato a dismisura. Il tutto si muove fluido a 30 frames per secondo con v-sync quasi sempre attivo, salvo rarissimi crolli per lo più durante le cut-scene, ad una risoluzione di 1280*720p.

A differenza però di tutti gli altri titoli basati su questo motore, Gears of War 3, non presenta nessun algoritmo di Anti-aliasing, nemmeno in forma lieve, sulla falsariga del Temporal usato in Crysis 2 ed Halo Reach. Una scelta discutibile quella di non implementare questo importantissimo filtro grafico ma che a conti fatti non intacca minimamente la resa visiva, salvo in sporadiche occasioni in cui forti contrasti ambientali si susseguono sullo schermo. Probabilmente il peso computazionale di questo Unreal Engine 3.8 non ha permesso ad Epic di sfruttare oltre l’architettura dell’ Xbox 360, a monito del fatto che la console sta realmente sputando il sangue per renderizzare Gears of War 3. Si aggiungono infine alla lista dei miglioramenti anche gli effetti già pregustati in Bulletstorm, ovvero lo screen space ambient occlusion, le ormai famose Light Shaft ed anche una palette di colori molto più ampia nonchè un mai invasivo motion bluer.

Nel complesso il lavoro svolto dai programmatori Epic è maestosamente impeccabile fin nei minimi dettagli. Sebbene l’UE3 sia un motore ormai vetusto, e nonostante sia stato concepito per lavorare al meglio sui PC e non sulle consoles, Gears of War 3, grazie alla tecnologia 3.8, riesce ad oscurare i suoi predecessori in modo totale, ci mostra quanta potenza nascosta vi era ancora in un’architettura del 2005 e dimostra infine che i ragazzi di Epic sono i migliori quando si tratta di farlo lavorare al top.

Sul versante audio abbiamo una colonna sonora incalzante e poetica allo stesso tempo, proprio come in Gears of war 2, un’effettistica che regala la sensazione di essere in piena guerra ed un ottimo doppiaggio in italiano come da tradizione. Per somma gioia dei possessori di 3D-TV il titolo supporta la stereoscopia side-by-side, classica dei titoli 360, dividendo la risoluzione orizzontale in un 640*720p.

Vi ricordiamo infine che questo prodotto sfrutta la nuova tecnologia DVD di Microsoft e necessita di 7.4 GB di spazio libero in caso di installazione.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Sangue, adrenalina ed humor sono i pilastri di questa produzione Epic Games, ma tutti quelli che sanno lasciarsi andare un po' di più troveranno in Gears of War 3 anche molte emozioni e forse un po' di commozione. Si chiude qui la storia di Marcus, del suo enigmatico padre, di Dom, e del suo amore immortale, e di tutti gli altri membri di una squadra pronta a morire ma spinta dal desiderio di vivere nonostante le avversità. La fratellanza e l'amicizia sono il filo conduttore che lega il giocatore a quest'epica avventura piena di colpi di scena e costruita su di un gameplay che ha rivoluzionato il concetto di third person shooter ormai 6 anni fa ma che ancora oggi si presenta robusto e godibile come non mai. Consigliato a tutti i fans della saga, a tutti gli amanti del genere e a tutti quelli che vogliono un prodotto cinematografico, spettacolare e ricco di ironica brutalità.
Pro-1
Campagna coop sino a 4 giocatori...
9.5
Contro-1
...per sole 10 ore.
Pro-2
Graficamente spettacolare...
Contro-2
...ma non devastante come i predecessori.
Pro-3
Multiplayer finalmente degno di tale saga...
Contro-3
...ma privo di reali novità.
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