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Anteprima
TESTATO SU PC
20 marzo 2013, 8:30
Eador: Masters of the Broken World
Eador: Masters of the Broken World mobile

Eador: Masters of the Broken World

Ormai da qualche giorno stiamo giocando a fondo Eador: Masters of the Broken World, gioco di strategia  sviluppato da Snowbird Games. Anche se tra le nostre mani è arrivata soltanto una beta del prodotto, siamo lieti di aver avuto la possibilità di poterlo spolpare fin dove si poteva per parlarvene e darvi le nostre impressioni.

Saranno riusciti gli Orchi, i Goblin, gli Elfi e gli Uomini a dare nuovamente sfoggio del loro potere? Oppure il genere dei giochi di strategia, ormai povero di novità, non ha più modo di stupire?

ORCHI NELLO SPAZIO

Avviato il gioco ci troviamo davanti ad un menu degno di questo nome, pur essendo una beta dobbiamo evidenziare l’alto dettaglio grafico dello stesso che, seppur in fin dei conti marginale, sa sfoggiare uno stile quasi unico nel suo genere. Presenti le sezioni ‘Campagna’, ‘Demo Scenario’ e ‘Multiplayer’ (sezione ancora bloccata), oltre ai classici tasti che rimandano alle opzioni di gioco, ai crediti e cosi via. In movimento, dietro a queste sezioni, quello che sarà il nostro campo di gioco, o meglio: la selezione delle terre da conquistare. Terre galleggianti, su uno scenario spaziale.

Suona quasi senza senso pensare che creature fantastiche e mitologiche abitino terre spaziali, ma sarà proprio questo nuovo universo di gioco ad aiutarci e coinvolgerci ancora di più nell’esperienza strategica. Selezionata la nuova campagna non si viene interrotti da video introduttivi o da spiegazioni di sorta, bensì dinnanzi a noi si presenta una di queste fantastiche terre fluttuanti dentro una quasi invisibile bolla d’aria e, sopra di essa, il nostro alter ego, sovrano di queste terre magiche. Non si può certo dire che la storia brilli di novità, ma ancora non siamo in grado di dare un giudizio totale su di essa, essendo una beta è più che evidente che il tutto sarà implementato meglio durante la futura lavorazione. Nonostante ciò, la strategia del gioco è sufficientemente intuitiva e lineare: dovremo creare eserciti, infrastrutture ed equipaggiamento per i nostri soldati inviati al fronte, per conquistare le terre e le regioni nemiche con l’uso della diplomazia o della forza. Pare quindi evidente che l’espansione e la conquista sarà l’unico fine ultimo di Eador. Nonostante questo piccolo preambolo, non dovremo farci prendere dalla foga e attaccare alla cieca, infatti Eador: Masters of the Broken World offre un gameplay molto profondo e ben strutturato ed attaccare a testa bassa non è mai la strategia migliore; spesso sarà necessario ricorrere alla diplomazia, oltre al fatto che ogni terra presenterà difficoltà sempre crescenti, nuove risorse e, quasi sempre, nuove razze da contrastare.

Già nei primi secondi di gioco, ambientarsi con le meccaniche di gioco sarà fondamentale per la riuscita della nostra campagna. Una volta che avremo scelto la terra da conquistare verranno elencate le statistiche per la battaglia, oltre alle risorse accumulate: maggiori saranno i tesori sulle terre selezionate, maggiori saranno le risorse richieste per la conquista. Dopo queste prime difficili scelte si presenterà difronte a noi uno scenario vivo, pieno di colori, case, palazzi, alberi, nubi temporalesche, navi, eserciti, insomma una vera e propria terra viva ed abitata da civiltà sviluppate. D’ora in poi sarà tutta questione di ingegno: tramite il nostro castello, sito nelle lontane terre da noi dominate, avremmo modo di sviluppare fabbriche, case e campi di addestramento, chiese, università della magia e circa una cinquantina di altre strutture tutte utili per l’addestramento delle nostre unità, che siano essi maghi, soldati, ladri, preti, curatori, arcieri, diplomatici, eroi, scout e macchine di morte di vario tipo. Creata la nostra truppa, la manderemo in guerra, selezionando una delle varie sezioni della mappa nemica, che a sua volta si aprirà in un ulteriore scenario, un campo di battaglia a modi scacchiera: ogni turno a noi dedicato ci consentirà il movimento, l’attacco a distanza o l’attacco ravvicinato.

Una scacchiera dove non solo verranno messe a dura prova le nostre capacità di strateghi, ma anche la potenza e l’equipaggiamento dei nostri soldati. Un mago del fuoco dall’alto valore bellico, con numerose unità di Mana ed Energia, verrà messo KO velocemente da un manipolo di lancieri se non sarà munito di un’armatura degna di questo nome, anelli del potere, bastoni magici e altri utili equipaggiamenti. Sarà quindi necessario attaccare o scendere a patti con le sezioni di terre nemiche meno difese, approcciandoci in modo differente per ogni regione che andremo ad esplorare, cercando di mercanteggiare una tregua con un castello nemico. Uno stratega alle prime armi dovrà quasi certamente fare scorta di numerose unità e tesori prima di attaccare, o invadere anche solo una scuderia avversaria o un porto, altrimenti le possibilità di vittoria si assottiglieranno ed i nostri eserciti cadranno facendo prendere il sopravvento al nemico.

Eador: Masters of the Broken World non sarà un gioco che punta sull’innovazione strategica, ma offre una sfida accettabile, paragonata a titoli che ormai abbiamo imparato a conoscere e che non sanno più invogliarci a giocare. Siamo consapevoli del fatto che non sia un titolo tra i più famosi, anzi al momento è praticamente sconosciuto, ma sentiamo che saprà offrire il giusto divertimento agli appassionati del genere e, addirittura, far avvicinare alla strategia chi non ha mai osato addentrarsi in questo mondo denso di difficoltà e soddisfazione. Chiudiamo invitandovi a consultare la pagina su Steam Greenlight del suddetto gioco.

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IN CONCLUSIONE
Eador: Master of the Broken World è lo strategico che stavamo aspettando? Forse. Non è detto che l'innovazione debba essere sempre al primo posto; tornare sul classico, unendo numerosi scenari fantasy a un genere battuto più volte da idee simili, è sicuramente un'ardua sfida. Una sfida che i ragazzi di Snowbird Games hanno saputo affrontare e ora non ci resta che aspettare il prodotto finale, anche se fin da ora possiamo ritenerci ampiamente soddisfatti.
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