Dungeon of Gain – Indie Roguelike
La continuità nelle uscite dei titoli indie non ha fine e tutto grazie al sempre maggiore supporto da parte di grandi piattaforme ma anche degli utenti su PC. Oggi tocca al caso di Defroids, un piccolo studio ucraino che ha recentemente rilasciato in Early Access su Steam, Dungeon of Gain, un titolo che ricalca meccaniche già viste in altri titoli indipendenti che hanno saputo farsi apprezzare nonostante un budget molto limitato rispetto a progetti ben più blasonati. Passiamo dunque alla nostra prova con mano e scopriamo insieme se Dungeon of Gain è un prodotto degno di nota.
A SPASSO PER I DUNGEONIn primis, prima di iniziare con l’analisi di quanto provato, bisogna sottolineare che Dungeon of Gain è tuttora in Early Access, ovvero in aggiornamento continuo da parte dello sviluppatore che afferma che il titolo è ancora incompleto e vi sono alte probabilità di incorrere in bug o problemi vari. Detto questo, possiamo procedere avviando il gioco che ci accoglie con un semplice menù dove verrà chiesto al giocatore di scegliere uno dei tre personaggi disponibili per affrontare l’avventura. I personaggi che potremo controllare sono così divisi: un Cavaliere, un Mago ed un Ladro. Ognuna delle classi dispone di differenti caratteristiche ed abilità che si diversificano anche in un certo qual modo per quel che riguarda il tipo di approccio che il giocatore potrà intraprendere nel corso dell’esplorazione dei dungeon ed anche nei combattimenti. Il mago utilizza potenti magie per colpire con forza gruppi di nemici ma al tempo stesso dispone di una limitata quantità di vitalità e ciò lo rende molto facile da abbattere. Il Cavaliere invece è un tank di prim’ordine, in grado di subire tanti danni e di farne altrettanti anche se necessita di essere a distanza ravvicinata per poter colpire. Per ultimo ma non ultimo il Ladro, in grado di colpire dalla distanza con un arco ma anche da con un’arma bianca imbevuta in una pozione velenosa, anche esso dispone di una limitata quantità di mana e vitalità il che lo rende un facile bersaglio quando si combatte contro più nemici in spazi ridotti.
Una volta scelto il personaggio che più ci aggrada, senza particolari preamboli o introduzioni, non sembra vi sia una storyline (almeno per la versione finora testata) che faccia da sottofondo alle gesta del nostro paladino dei dungeon. Tralasciando il lato narrativo sembrerebbe quindi che il punto forte venga ricoperto dalle meccaniche di gioco, che ricalcano gameplay divertenti e punitivi al tempo stesso già visti in alcuni titoli indie già usciti sulla piattaforma di Valve. Dungeon of Gain utilizza meccaniche roguelike, come la costruzione randomica dei livelli ad ogni nuova partita e l’impossibilità di poter salvare i progressi raggiunti. A tutto questo lo sviluppatore ha ben pensato di utilizzare per quel che concerne il gameplay dei combattimenti, la struttura a turni, affiancando quindi all’esplorazione degli scenari anche un pizzico di strategia. Il sistema adottato risulta molto semplice da padroneggiare anche se a conti fatti non è molto divertente. L’esplorazione di per sé ricopre un ruolo importante nell’economia di gioco: avventurarsi in ogni stanza e corridoio aumenterà le chance di trovare oltre che nemici anche denaro, NPC o forzieri contenenti armi o equipaggiamento. Per quel che riguarda invece gli NPC, questi ultimi una volta interpellati assegneranno delle sotto missioni che quando portate a termine ricompenseranno il giocatore con oggetti utili come una nuova arma, pozioni o indumenti protettivi.
Sembrerebbe tutto strutturato in maniera certosina ma non è così. Tastiera e mouse alla mano, vengono fuori tutti i problemi che affliggono un titolo che è ancora incompleto: il movimento regolato dai tasti direzionali della tastiera non sempre è preciso, così come anche l’utilizzo degli eventuali attacchi con l’ausilio del hud di gioco insieme al mouse. Come vedremo infatti, dopo un primo impatto con il sistema di gioco, appare chiaro che il tutto è appena abbozzato e di come necessiti di molto lavoro per poter essere considerato almeno divertente. Dopo i primi minuti di adattamento con un gioco nuovo quello che rimane è una sensazione di frustrazione nel vedere a schermo che le azioni impartite al personaggio in alcuni casi, non vengano nemmeno recepite, lasciandoci in attesa che qualcosa si muova. Azioni semplici come aprire una porta o parlare con un NPC necessitano di più tentativi per capire le dinamiche dietro cui si celano questi bachi di programmazione che non permettono tramite un semplice clic o pressione di un tasto di poter compiere l’azione in scioltezza e continuare a giocare. Non è niente di irrecuperabile considerando che il titolo è ancora sotto aggiornamento, con il supporto sempre presente dei vari utenti. Ci aspettavamo però un qualcosa di più, almeno per quel che riguarda il gameplay, abbastanza piatto e senza nessun particolare rilevante.
Graficamente il gioco adotta uno stile particolare, utilizzando un punto di vista isometrico, in questo caso azzeccato data la natura del gioco in questione ed uno stile quasi da cartone animato per quel che riguarda i vari personaggi e le ambientazioni su schermo. Anche qui però non mancano i problemi: alcune volte infatti è impossibile avvicinarsi a delle porte poiché di fronte vi sono posizionati degli oggetti da raccogliere, che nella maggior parte dei casi non sono visibili poiché celati dietro ad un muro dietro cui non è possibile vedere. Lasciano il tempo che trovano le animazioni di cui ovviamente non ci si poteva aspettare molto, ma in alcuni casi è difficile distinguere un nemico abbattuto da uno ancora in forze. A concludere il tutto, non ci è stato possibile mettere a schermo intero il gioco, che sembra che nella versione finora testata funzioni solo in finestra, con dei problemi che bloccano per alcune manciate di secondi l’intero gioco gravando pesantemente sull’esperienza di gioco.

