Hearthstone: Heroes of Warcraft
Sono passati ormai quasi dieci anni (un’eternità!) da quando il mondo videoludico è stato scosso da un’uscita destinata a lasciare un segno nella storia. World of Warcraft ha travalicato ogni definizione possibile e da mero gioco – come tale quindi conosciuto dai soli addetti ai lavori – è diventato fenomeno di costume, in grado di calamitare l’attenzione sociale e di entrare nel linguaggio e nel vivere quotidiano. Blizzard, perdendo quell’aura mistica che la circondava ma conscia del rischio, ha cavalcato l’enorme onda del successo – e di denaro sonante – non limitandosi al solo supporto della propria creatura digitale. Nel corso degli anni la mentalità imprenditoriale dei ragazzi di Irvine si è infatti lasciata andare, portando il brand Warcraft a far bella mostra di sé nei settori più disparati, per l’immensa felicità di milioni di fans sempre affamati di novità e collezionismo. Dalle action figures al gioco di ruolo cartaceo, dalle miniature da tavolo stile Hero Quest al fantomatico film in computer grafica (in cantiere, pare, per il 2015), fino al gioco di carte collezionabili.
Quest’ultima iniziativa, nonostante si sia dovuta accontentare del poco spazio lasciato libero dal mostro sacro meglio conosciuto come Magic: The Gathering e le difficoltà derivate dal cambio di editore, è comunque riuscita a conquistare una discreta fetta di fedelissimi che ancor oggi, all’alba della ventunesima espansione, tengono vivo un particolare hobby che in tempi non sospetti ha colpito anche il sottoscritto. Mamma Blizzy però, mai indifferente ai rapidi mutamenti del mercato e ai desideri dei propri fan, si appresta ad accodarsi al trend del momento, portando il proprio prodotto su un terreno a lei molto più congeniale e testando per la prima volta la formula del free to play, con i rischi ad essa connessi. Scopriamo se Hearthstone: Heroes of Warcraft, nell’eterna attesa di Warcraft IV, vale la pena di essere preso in considerazione o se la maledizione del brand milking ha colpito ancora…
Il misterioso fascino di Warcraft
Non c’è niente da fare, Blizzard c’è riuscita anche questa volta. Il misterioso fascino esercitato dal mondo di Warcraft ammalia ancora e più che mai ed Hearthstone, nonostante sia solo un “gioco di carte”, ne è la riprova, grazie allo splendido lavoro svolto nel donargli la medesima atmosfera presente nel MMORPG e nell’ottima semplificazione delle originarie meccaniche di gioco, che lo rendono adatto sia agli esperti degli scontri cartacei sia a chi si avvicina per la prima volta a questo particolare genere. Hearthstone ci accoglie con familiarità e con quel velo di leggerezza che ha sempre caratterizzato il mondo persistente made in Blizzard, sia dal punto di vista grafico sia per quanto riguarda le battute degli eroi, o della voce fuori campo che introduce gli scontri. Un tutorial ben fatto e suddiviso in sei match contro alcune vecchie conoscenze ci prende per mano, donandoci un mazzo pre-costruito con protagonista la bella Jania Proudmoore e ci guida alla scoperta dei principali segreti da apprendere per potersi buttare finalmente nella mischia. Ci si diverte sin da subito; come al solito la filosofia sembra essere quella del “facile da imparare, difficile da padroneggiare”. Le meccaniche di gioco sono immediate, semplici, veloci e coinvolgenti, tanto che più le ore passano, più si sente la voglia di giocare e vincere per accaparrarsi le essenziali ricompense e potenziare il proprio mazzo (vade retro malizia!).
Come si è detto poc’anzi, l’esperienza di gioco risulta molto semplificata rispetto alla controparte fisica e si discosta sensibilmente dal tecnicismo che ritroviamo invece nei prodotti di Wizard of the Coast, creando il perfetto connubio tra riflessione e divertimento. Gli scontri avvengono in modo piuttosto classico tra due opponenti che si fronteggiano in un’arena che funge da terreno di scontro. Ogni giocatore ha il proprio eroe, provvisto di punti salute che indicano la quantità di danno che è possibile subire prima di uscire sconfitti; ad ogni turno si pesca una carta (da un mazzo di 30) ed il mana necessario a pagare il costo di gioco di quelle che si possiede nella mano virtuale si ricarica ed aumenta di una unità, rendendo possibile, nelle fasi avanzate, mettere in campo servitori o incantesimi ovviamente più potenti. L’eroe non è un mero elemento di contorno, anzi; può partecipare attivamente ed utilizzare il proprio potere speciale, oppure essere equipaggiato con armi o armature che ne modificano i punti di attacco e difesa e, proprio come un servitore normale, può attaccare direttamente. Proprio come avviene nel MMORPG, gli eroi appartengono alle nove classi principali (guerriero, paladino, druido, ladro, stregone, prete, cacciatore, sciamano, mago) e su di essi si dovrà costruire il mazzo. Infatti, oltre alle carte generiche – utilizzabili da ogni classe – esistono molte carte specifiche utilizzabili solo da una determinata tipologia di eroe e qui viene alimentato ulteriormente quel comportamento ossessivo/compulsivo che colpisce ogni buon appassionato: la necessità del possesso e del continuo controllo sulla propria collezione. Fortunatamente essa è sempre a disposizione in un ottimo raccoglitore virtuale che raggruppa per categorie le varie carte e permette di leggerne gli effetti e di modificare in velocità i propri mazzi. Le ore impiegate in questa attività rivaleggiano con quelle spese nei match veri e propri, tanto più che le carte di scarso interesse potranno essere disincantate per ottenere Arcane Dust, ossia materiale grezzo da utilizzare per la creazione di nuove carte.
Le modalità di gioco presenti sono tre: Allenamento, dove è possibile testare i propri mazzi contro l’IA in incontri impegnativi; Gioco, in cui si sfideranno giocatori umani con un matchmaking unificato per Windows, Mac e dispositivi iOS ed Arena dove, con un mazzo creato casualmente, si affronta ad eliminazione diretta un giocatore umano nelle stesse condizioni. Le ricompense per la vittoria in questo caso fanno davvero gola, ma la curva di difficoltà (e la fortuna) si abbatte come una scure su chi non ha troppa dimestichezza con le carte. Allenamento e Gioco invece sono due modalità molto più accessibili e permettono di racimolare, a seconda delle vittorie e dell’avanzamento di livello del proprio eroe, premi come nuovi pacchetti di carte oppure, molto più semplicemente, Gold da spendere per l’acquisto degli stessi. Per ogni pacchetto vengono richiesti ben 100 Gold e, considerando che ogni vittoria vale 1 Gold, i conti si fanno da soli…
Free to play or pay to win?
C’è sempre il rovescio della medaglia, Hearthstone è un titolo free to play ed in quanto tale permette sì di giocare le proprie partite senza sborsare un euro, ma il progresso in termini di collezione e di bilanciamento dei propri mazzi risulta molto più lungo e necessita di impegno e cura costanti. Oltre alle ricompense per le vittorie è stato introdotto un sistema molto simile alla controparte MMORPG: la presenza delle daily quest, con determinati obiettivi da raggiungere per ottenere la ricompensa messa in palio che può essere in Gold (come dicevamo necessari per l’acquisto di nuovi pacchetti virtuali) o in nuove carte rare. I progressi di tali missioni si cancellano automaticamente ogni tre giorni, rendendo necessaria una certa costanza nel tornare in game. Altrimenti, la scorciatoia è data ovviamente dall’esborso di denaro reale che richiede dai 2,69 € del singolo pacchetto (in cui vi sono cinque carte di cui una rara) fino ai 49,90 € per il booster pack da quaranta pacchetti tutti da scartare. Questo probabilmente sarà il metodo preferito dalla maggior parte degli appassionati, con grande gioia degli sviluppatori. Il rischio che il gioco si trasformi ben presto in un pay to win (o in un mero gold farming) è abbastanza concreto, visto il poco bilanciamento riscontrato nelle ricompense per le missioni e le vittorie, ma solo il tempo potrà dirci quale sarà il trend del mercato. La speranza è che la beta serva proprio a bilanciare un po’ di più la superiorità dei paganti e la voglia di divertimento degli utenti free.
Warcraft, in tutto e per tutto
Il comparto grafico leggero e cartoonesco richiama immediatamente alla memoria, almeno per gli intenditori, i paesaggi e gli ambienti conosciuti nel corso di nottate insonni passate a gironzolare per le lande di Azeroth. L’arena di gioco è addirittura interattiva; mentre state pensando alla migliore mossa da fare gli elementi che la contornano possono essere cliccati per far partire una breve animazione in-game, come ad esempio il movimento di un grifone o il lancio di un masso con la catapulta dell’Orda. Oltre a queste piccolezze, ciò che lascia senza parole è la bellezza degli artwork che rappresentano le carte di gioco, utilizzati anche per la versione cartacea ed opera dei famosi mastri disegnatori Blizzard. Anche gli effetti sonori e visivi sono ben fatti, ogni mossa ha infatti la corrispondente animazione o effetto ed ogni carta ha il proprio suono che la contraddistingue. Tutte le creature e gli eroi hanno le proprie battute quando entrano in gioco e ciò riesce a bilanciare la stilizzazione grafica delle carte sul terreno di gioco, rappresentate solamente da un piccolo cammeo ovale. La localizzazione in un ottimo Italiano inoltre contribuisce a rendere l’intera esperienza un po’ più immediata e divertente.

8-06-15 
12-05-15 
6-05-15 
15-04-15

