Murasaki Baby
Anche questa edizione 2013 del Gamescom, come quella dell’anno precedente, è stata valorizzata da Sony che ha spinto l’acceleratore sul fronte dei giochi indipendenti che hanno occupato gran parte della conferenza del colosso giapponese. Una carrellata di video scorrevano in sequenza per presentare e ripresentare i giochi indie più promettenti in uscita su PS3, PS4 e PS Vita. Il supporto di Sony nel promuovere le produzioni a basso costo, che fino a qualche anno fa avevano un ristretto bacino di utenza limitato alla sola piattaforma PC, si è concretizzato in molti casi sulla infruttuosa console portatile PS Vita che ancora oggi fatica a piazzare unità in tutto il globo. Come nel 2012 con Tearaway di Media Molecule, Sony presenta al Gamescom un nuovo gioco in esclusiva PS Vita, quel Murasaki Baby che ha catturato l’interesse di molti con il suo trailer ed è bene evidenziarlo, sviluppato da Ovosonico, un team italiano (segno che a piccoli passi qualcosa nel nostro paese sta crescendo) guidato da Massimo Guarini, Creative Director di Grasshopper Manufacture fino a poco tempo fa.
BABY ON BOARD
L’obiettivo di Ovosonico è quello di creare titoli unici, originali, che coinvolgano il giocatore in una maniera nuova e sorprendente e la presentazione di Murasaki Baby ha in effetti confermato questa volontà di intenti: il giocatore dovrà guidare la bambina Baby risvegliatasi in un mondo stravagante, popolato da nemici altrettanto bizzarri e dalle paure e fantasie dei bambini. Baby si trova in questo mondo surreale, smarrita, e vuole solo tornare a casa dalla sua mamma, stringendo un palloncino viola a forma di cuore che evidenzia un elemento importante all’interno dell’esperienza di gioco che gli sviluppatori hanno in mente. Quale miglior modo di coinvolgere ed emozionare il giocatore se non instaurando un legame con la protagonista?
Da questa volontà appare del tutto sensata e naturale la scelta di affidarsi ai soli controlli tattili che PS Vita offre, escludendo del tutto quelli fisici. Ecco quindi che dovremo prendere per mano la bambina per spostarla, scorrendo il nostro dito sul pannello touch frontale facendo al contempo attenzione a non tirarla troppo forte da farla inciampare, e mostrare altrettanta attenzione e cura per il suo palloncino, un oggetto a cui è molto legata, recuperandolo quando magari lo perde per via di uno spavento, e così via. Quest’avventura non mancherà di stuzzicare l’utente attraverso fasi di gioco più riflessive, con puzzle che potranno essere risolti il più delle volte tramite l’interazione con il pannello touch posteriore, al quale è demandata l’interazione con lo scenario attraverso uno swipe con due dita. È così che una barca arenata su un terreno sabbioso potrà essere liberata, cambiando lo scenario con uno in cui piove e rende navigabile la strada e tante altre interazioni che coinvolgeranno anche il giroscopio, in grado di rovesciare letteralmente gli scenari.
Murasaki Baby si configura a metà tra un Escape Plan ed un Limbo: il primo, per il tipo di interazione con lo scenario ed i movimenti del personaggio, il secondo invece per le tinte scure e per gli scenari tanto inquietanti quanto evocativi. Lo stile che caratterizza la produzione di Ovosonico è frutto della visione creativa di Massimo Guarini, molto in sintonia con quella di Suda51 con il quale ha lavorato fianco a fianco per diversi anni. La bambina, Baby, è una bizzarra ragazzina con un fiocco viola in testa e pochi capelli ricci a fare da contrasto, occhi grandi ed espressioni da meme con, sulla bocca, un sorriso sdentato ed a tratti conturbante. Un design dei personaggi grottesco, come tutto il mondo di gioco, e disegnato a mano, sicuramente di forte impatto.

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