The Long Dark
I videogiochi survival da qualche tempo a questa parte attirano tanta attenzione, anche grazie all’uscita di esponenti di qualità che hanno risvegliato un po’ quell’interesse scemato pian piano. Qualche giorno addietro abbiamo detto la nostra sull’interessantissimo progetto di 11 bit studios, This War of Mine, oggi invece parleremo di un altro progetto indie di stampo survival, ma immerso in un contesto molto diverso: The Long Dark. Dalla guerra si arriva al gelo, in distese fredde e desolate, boschi e famelici lupi, in quello che è un titolo ancora in fase di sviluppo ma che grazie all’Early Access di Steam ha mostrato alcune delle sue interessanti meccaniche e peculiarità. Ve le illustriamo di seguito, e a meno che vender cara la pelle in un survival game tutt’altro che permissivo non faccia al caso vostro, non perdete l’occasione di leggerne qualcosa in merito!
AL GELO E SENZA CIBOAffamati, congelati, assetati, affaticati a tal punto da non riuscire a muovere più nemmeno un passo, nel bel mezzo del nulla, o meglio, immersi in un luogo poco cordiale nelle presentazioni; neve, freddo, lupi, ripari di tanto in tanto, e in spalla soltanto alcuni oggetti: qualche medicinale o pezzo di legna, un po’ di cibo in scatola, qualche indumento. The Long Dark non ha alcuna intenzione di guidarci sul da farsi, vuole respingerci, renderci la vita dura fin dal principio, mostrandosi per quello che è, ossia un survival game a tratti brutale, per le temperature perennemente sotto lo zero, per la scarsità di cibo ed attrezzature in nostro possesso (e sparse per la zona), per la presenza di animali selvatici pronti ad azzannarci, come se non ci fossero abbastanza cause per morire, nell’ostico mondo di gioco disponibile al momento. Sì, perché The Long Dark si compone di due modalità, quella Storia non ancora disponibile e una Sandbox costituita da due scenari, di cui uno attualmente giocabile: il lago misterioso. All’interno di essa, come già brevemente accennato, troveremo ampie distese innevate, boschi e pochi accampamenti, probabilmente dimora dei taglialegna del posto, oltre che una linea ferroviaria che taglia quasi a metà la location. Poc’altro, se non alberi e saliscendi, una stazione di vedetta, abitazioni diroccate, tunnel e carrozze deragliate. Il contesto non è originale, ma apprezzabile per realizzazione; tanto basta per sentirsi davvero dispersi nel nulla, arrancando passo dopo passo, tenendosi stretta la vita, che potrebbe fuggirci via troppo facilmente, ad ogni azione non opportunamente ponderata. Come è accaduto a tutti gli altri corpi congelati, disseminati in giro, che hanno ancora addosso qualche utensile o alimento, e indumenti non rovinati che potremo raccogliere, in fondo loro cosa se ne farebbero?
L’obiettivo è quindi quello di sopravvivere il più a lungo possibile, tenendo d’occhio la condizione (mostrata in percentuale) e monitorando di cosa necessiti il nostro corpo: cibo, bevande, riposo, medicazioni. Non solo, perché bisognerà esser molto bravi nell’aggirare le insidie portate dai lupi e spesso ciò non sarà possibile, quindi nel proteggersi dal freddo sfruttando piccole capanne e accendendo fuochi con carta e legna trovati per la location, così come procedendo con molta calma nell’esplorazione: non sia mai che, dopo aver superato un piccolo burrone o aver compiuto un piccolo salto, possiate ritrovarvi con una caviglia malconcia e slogata. Per venire a capo di quella che nella prima run potrebbe sembrare una situazione troppo complicata, lo sviluppatore ci fa partire con alcuni oggetti nel nostro zaino; zaino richiamabile tramite tasto ‘I’, che funge da vero e proprio inventario per quanto raccolto, fino ad un massimo di 30 chilogrammi. Nessuno riuscirà ad andare molto lontano al primo tentativo, The Long Dark richiede attenzione e tanta pazienza, un utilizzo intelligente delle poche risorse a nostra disposizione, mentre fuori la situazione evolve, il ciclo giorno/notte suscita un continuo di sensazioni tra luci ed ombre, foreste disboscate ed altre rigogliose, cacciagione al riparo dalle tormente di neve, e alberi caduti che hanno dato vita a ponti naturali; ad ogni modo, non apprezzerete mai così tanto i riflessi e la luce del sole, dopo aver passato una notte intera girovagando in The Long Dark: un’esperienza che potrebbe cambiarvi la vita, soprattutto se non avrete con voi alcun oggetto per farvi luce, mentre lo stomaco brontola e le calorie scendono sempre più…
La chiave di volta sta nella persistenza e nel coraggio di rigettarsi a capofitto in quell’ambiente così bello, eppure tanto ostile; un gioco per pochi, questo è certo, che non scende a compromessi, ma che potrebbe riservarci belle sorprese da qui in futuro, quando verrà lanciata la modalità storia che si preannuncia fulcro centrale di tutta l’esperienza di gioco.

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