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Retro
14 novembre 2011, 15:00
Mario Kart 64
Mario Kart 64 mobile

Mario Kart 64

Dopo che Mario divenne un’icona del mondo dei videogiochi, iniziò a smettere di essere il solito idraulico salterino, per vestire i panni più disparati, comparendo in decine di titoli, non sempre particolarmente riusciti, e in buona parte bollati come mere operazioni commerciali. In questa miriade di tie-in, spesso poco coerenti con l’universo del botolo in rosso, spiccavano produzioni al limite della decenza, come un certo Mario is Missing(deprecabile gioco educativo definito a buon ragione come una delle peggiori apparizioni di Mario nella sua lunghissima carriera), first party di buon livello, forti della presenza dell’idraulico per attirare maggiormente l’attenzione delle masse, ma anche valenti spin-of del brand, divenuti nel corso degli anni vere e proprie saghe a sè stanti, molto acclamate. Tra queste la più celebre è senza dubbio quella di Mario Kart, nata su SNES e primo esponente di un genere, le corse di go-kart, ripreso da numerose software house, che cercarono, invano, di cavalcare la scia del successo di questa fortunatissima saga.

Nel nostro consueto appuntamento con la rubrica retrò non andrò però ad analizzare il capostipite di questo folle racing game, ma il suo successore, sviluppato per N64, per cui provo un particolare valore affettivo, incondivisibile con qualunque altro capolavoro abbia segnato la mia vita da videogiocatore. Mario Kart 64 è infatti il primo titolo che abbia mai giocato, che piombò nella mia vita insieme al mitico Nintendo 64 come un fulmine a ciel sereno. Sia per questa ragione, sia per altre che vi illustrerò nell’articolo, si è ritagliato un posto tra i miei giochi preferiti e che tutt’ora rigioco con grande piacere a dispetto delle produzioni odierne(e soprattutto dei Mario Kart odierni).

NOSTALGIC MODE ON

Nato con il nome di “Super Mario Kart R“, cambiato successivamente nel corso dello sviluppo, il titolo venne pubblicato nel 1996 in Giappone e nel 1997 nel resto del mondo. Mario Kart 64 rappresenta non solo un seguito, ma anche il completamento di ciò che sarebbe dovuto essere Super Mario Kart. L’utilizzo del Mode 7 ovviava a molti problemi di scrolling e realizzazione tecnica del brand su SNES, ma è solo con le potenzialità 3D del Nintendo 64 che è stato possibile implementare il concetto di altezza ed effettivi modelli poligonali, preclusi al capitolo precedente. Nonostante piloti e oggetti mantennero un rendering bidimensionale, l’azione si svolgeva in spazi immensi, ricolmi di rampe, ponti e dislivelli che permisero la creazione di circuiti articolati e molto fantasiosi, come se gli sviluppatori avessero avuto modo di sfogare le limitazioni imposte dal Super Nintendo. Ben accolto dalla critica, il gioco è divenuto un best-seller, con oltre 10 milioni di copie vendute, e viene tutt’ora considerato una delle produzioni migliori della casa di Kyoto.

Anche a distanza di quasi 15 anni ricordo chiaramente, e con un pizzico di nostalgia, il giorno in cui spacchettai l’imponente(o almeno credo lo fosse) scatolone con dentro console e gioco. E’ sempre un piacere rivangare nel passato senza pretese di un giovane fanciullo che non sa cosa aspettarsi da un videogioco, la genuina gioia che si prova nell’accendere per la prima volta il sistema e trovarsi di fronte a un nuovo mondo in cui immedesimarsi pionieri. Dopo un’intera mattinata passata cercando di capire come collegare l’N64 al televisore(cos’altro vi aspettate da un marmocchio di 4 anni?), e soprattutto a rigirarsi la cartuccia tra le mani con aria sognante, finalmente il fatidico momento dell’accensione. La vivace spia rossa guizzò allo scattare del tasto power e per la prima volta mi imbattei nel logo della grande N, accompagnato dal chiassoso rombo dei kart. La splendida schermata d’inizio, una frettolosa rassegna delle modalità e del roster di piloti e via con la Mushroom Cup, in una nuova avventura che avrebbe segnato la mia vita per sempre. Ogni qual volta ripenso alle mie peripezie in questo capolavoro una lacrima solitaria riga il mio viso, quasi a commemorare un’età che non tornerà più. Ormai si guarda troppo il pelo nell’uovo: difetti nel gameplay, longevità risibile, meccaniche o scelte di design discutibili, sbavature a livello grafico…spesso si fanno troppe critiche ad un titolo, perdendo quel gusto che si prova ad analizzare ogni elemento a schermo con curiosità e sorprendendosi dei risultati. Sarà l’età, sarà l’esperienza maturata nel corso degli anni, sarà una maggiore cultura generale, ma questo piacevole incipit è andato scemando nel corso degli anni, oramai manifestandosi molto raramente. Ma basta parlare di me, andiamo a conoscere uno dei racing game più folli e divertenti di sempre.

“HERE WE GO!”

Mario Kart 64 introduce gran parte delle peculiarità sviluppate e approfondite nel corso degli anni dalla saga, gettando le basi per tecniche di guida avanzate e un solido reparto multiplayer. Credo che chiunque, uomo o donna, bambino o adulto, conosca il brand, ma per chi fino ad ora ha vissuto su un altro pianeta Mario Kart è un folle racing game a base per l’appunto di go-kart(anche se hanno progressivamente lasciato il posto a bolidi di dubbia origine), oggetti devastanti e mosse barbine per intralciare i propri rivali. Un party game su pista, dove conta non solo l’abilità al volante, ma anche una buona dose di fortuna e di infamia. Delirante da soli, unico con gli amici.

In Mario Kart 64 ritroviamo le classiche cilindrate ad indicare il livello di difficoltà(50, 100 e 150cc), più la modalità Speculare, introdotta per la prima volta in questo capitolo con il nome di Extra. Il roster è composto da 8 piloti, identico a quello visto in Super Mario Kart, tranne per la presenza di Wario al posto di Koopa(in una demo figurava Kamek al posto di Donkey Kong, ma lo scimmione meritava sicuramente di entrare in competizione rispetto al Magikoopa). I vari personaggi sono suddivisi in categorie di peso, equilibrati, leggeri e pesanti, parametri non espressi chiaramente(spetta al giocatore rendersene conto in game), che influenzano velocità massima, accelerazione e resistenza ai colpi. I due idraulici spiccano per i loro tratti bilanciati(anche se Luigi possiede più accelerazione ma minor peso rispetto al fratello in rosso), i kart leggeri, guidati da Yoshi, Peach e Toad, presentano una maggior ripresa a discapito della resistenza e della velocità di punta, mentre tra i pesi massimi troviamo Wario, Donkey Kong e Bowser, lenti a ripartire ma dei veri e propri bulldozer, in grado di travolgere gli avversari non solo con la loro velocità di punta elevata, ma anche con la loro mole immensa.

Nei recenti capitoli della serie urtare un avversario corrisponde ad banale contraccolpo, più o meno forte a seconda della disparità tra i due incidentati, utile in determinate circostanze, ma mai fondamentale. In Mario Kart 64 invece, con uno schianto ben piazzato, è possibile mandare letteralmente in testacoda i propri avversari, cosa più che mai vera impersonando il re dei Koopa, che può mettere fuori gioco più di metà schieramento semplicemente con una rapida virata. Inutile dire quindi che ai comandi di questi colossi ci si diverte di più, soprattutto in multiplayer. Bastano un Fungo, la sempreverde Superstella o un Guscio ben piazzato per spedire sulla luna il primo malcapitato che ci capita a tiro. Prima di alzare il sopracciglio è bene fare una precisazione: no, non abbiamo a che fare con dinamiche sbilanciate, perchè come i kart più pesanti hanno il privilegio di tranciare tutto al loro incedere, allo stesso modo i corridori meno in carne si destreggiano sul tracciato con movimenti fluidi e veloci. Tra due giocatori esperti si instaura quasi un tira e molla, di dubbia sportività, ma sicuramente esilarante.

AI MIEI TEMPI SI GAREGGIAVA COSI’…

Una delle tecniche di guida più avanzate, molto sfruttata ai tempi di Mario Kart DS nelle sessioni online, è il cosiddetto “Snaking“, che consiste nel concatenare in rapida successione una lunga serie di miniturbo, mantenendo il mezzo in derapata con un andamento sinuoso, ideale per aumentare la velocità non solo in curva, ma anche nei rettilinei(zig-zagando come dei forsennati). E’ proprio in Mario Kart 64 che troviamo la prima implementazione dei miniturbo, anche se ancora in forma grezza. Realizzarne uno richiede scatti piuttosto ampi con il control stick, rischiando talvolta di perdere il controllo nelle coppe più avanzate, ma riuscire a padronarne l’uso è molto appagante(oltre che ideale per affrontare le curve con stile). Altre costanti già viste in tempi odierni la partenza perfetta, per schizzare in avanti al spegnersi del semaforo(sorretto dallo svolazzante Lakitu) e l’effetto scia, curiosamente impostato come fenomeno random.

L’arsenale dispensato dai Cubi Oggetto è rimasto invece più o meno immutato. Mancano le armi più stravaganti come il Calamarcio o il Fungo Gigante, ma Gusci, Banane, Blocchi Finti e amenità varie ci sono tutte. E’ impossibile non fare confronti tra la loro efficacia di ieri e oggi, come la potenza deflagrante dei gusci, limitata ora ad una banale capriola, lo spassosissimo effetto frittata che si ottiene schiacciando i piloti colpiti da un Fulmine, un maggior bilanciamento del Guscio Blu, che qui corre sulla pista invece di volare dritto sul bersaglio, coinvolgendo chiunque sia così sciocco da restare in mezzo alla carreggiata al sentore del suo sibilo(una sorta di consolazione per il primo classificato), delle Banane, la cui proverbiale “scivolosità” si può annullare con un rapido tocco di freno, o la catastrofe chiamata Superstella, che qui possiede il fenomenale potere di far decollare nel vero senso della parola non solo kart e oggetti, ma anche elementi dello scenario(“pelando” il circuito nei casi più eclatanti). Nonostante gli oggetti di Mario Kart 64 si rivelino assolutamente devastanti e di gran lunga più sbilanciati di quanto non lo siano mai stati, per qualche strana ragione non si può non sganasciarsi come ebeti nelle situazioni più concitate, anche in condizioni sfavorevoli.

UN’IA PER AMICA

L’intelligenza artificiale di Mario Kart 64 è tra le più bizzarre che mi sia mai capitata di incontrare in un gioco. Tanto per cominciare sui piloti comandati dal computer sembrano agire leggi differenti rispetto all’utente, probabilmente per esigenze tecniche. Ad esempio ad un CPU è precluso l’utilizzo di alcuni oggetti, come i Gusci Rossi o i Tripli Gusci, e il loro metodo di ottenimento è casuale, non sembra influenzata dalla raccolta di Cubi Oggetto. Le loro prestazioni in gara sono piuttosto ambigue, e sembrano variare a secondo del “grado di visibilità“. In parole povere: finchè il giocatore avrà nel suo campo visivo il kart rivale, questo avrà velocità nella norma e soffrirà le aggressioni in maniera comune, quando invece non saremo prossimi alla testa della gara, e soprattutto se il primo in classifica è senza avversari nei dintorni,  schizzerà in avanti come se non avesse un domani, scansando ostacoli e commettendo errori minimi. Beh, direte, non è un problema, basta recuperare con gli oggetti. Peccato che, seguendo la teoria di prima, la loro efficacia risulti smorzata, anche se andati a segno(ovviamente solo fin quando non entrerà nel nostro raggio d’azione). E ovviamente non mancano bug di vario genere, come piloti che si piantano in un angolo fino a data da destinarsi, oppure il più frequente attraversamento delle barriere, bizzarria in grado di dar origine a fragorose risate(in pratica l’IA talvolta non sembra tener conto del guardrail, finendo recuperata come se fosse finita fuori pista). Guardando questo panorama con occhio critico viene quasi da pensare che la modalità in singolo sia rotta, eppure la pratica è ben altra cosa. E non è certo l’opinione di chi giocava con questo titolo 10 anni fa per poi dimenticarsene, anzi, l’offerta ludica di Mario Kart 64 è tra le migliori del catalogo per N64 anche a distanza di decenni. Vero, spesso per motivi sbagliati, ma francamente trovo molto più sollazzante gareggiare contro avversari tonti e un pò fuori di testa che con l’affilata intelligenza artificiale che si è andata a creare negli ultimi. Questo più che mai vero quando si cercano passatempi divertenti e senza pretese, perchè ricordo il fine ultimo di un videogioco è quello di intrattenere, e Mario Kart 64 riesce in pieno nell’intento.

Chi brama mettersi realmente alla prova può invece ripiegare sulla modalità Time Trial, la classica prova a tempo, in cui ottenere far segnare il tempo migliore muniti di soli 3 Funghi. Raggiunta una certa soglia, in ogni tracciato avremo modo di misurarsi con il Ghost di uno sviluppatore, e solo battendolo potremo affermare di aver padroneggiato il tracciato. Peccato che sia possibile solo salvare i dati relativi ai tempi record, e non propri Ghost, se non tramite il Memory Expansion Pack(accessorio ahimè mai entrato in mio possesso…).

Vero lustro del gioco la modalità multigiocatore, tra le più corpose negli anni in cui Mario Kart 64 vide la luce. In split screen è possibile coinvolgere un altro giocatore nella modalità Grand Prix, mentre fino in 4 è possibile darsi battaglia sui canonici circuiti o nella modalità Battle, altra novità per questo capitolo, in cui demolire gli avversari usando gli oggetti in arene progettate per l’occasione. I 4 campi in questione sfoggiano delle dimensioni notevoli(forse anche troppo per il numero di partecipanti), risultando un tantino dispersivi se si adotta una tattica mordi e fuggi. Stiamo parlando in ogni caso di un archetipo di quella che rappresenta oggi la modalità Battaglia, e vista con gli occhi di allora un caos del genere risulta molto divertente, soprattutto con la giusta compagnia. Unico neo, sempre per questioni tecniche, la mancanza della colonna sonora quando si supera la soglia dei 3 giocatori, ma l’esperienza ripaga ampiamente la svista.

SINFONIA AUDIO-VISIVA E SALTI NEL BUIO

Il motore grafico che anima Mario Kart 64 non sfrutterà appieno l’hardware della console, ma stupisce grazie a colori sgarcianti e vivaci, uno stile che ammicca al precedente Super Mario 64 e un frame rate solido, anche se l’aggiornamento video non è il massimo. Le piste deliziano l’occhio grazie a design ricercati e scelte azzeccatissime per quanto riguarda le ambientazioni e gli elementi a schermo, in gran parte sprite bidimensionali, senza togliere nulla ai concorrenti, anch’essi immagini 2D animati con cura, e agli effetti speciali, semplici nell’insieme ma inseriti magistralmente all’interno del gioco. Come già accennato, i produttori si sono sbizzarriti nella progettazione di circuiti quanto più tridimensionali, non solo sulla carta, ma anche visivamente. Dal primo approccio con il Luigi’s Raceway è un continuo tripudio di curvoni, saliscendi, salti,tunnel, fosse… e dove a manca la spettacolarità rimediano scenari ampi e maestosi. Non a caso gran parte dei tracciati presentano scorciatoie di varia natura, snodandosi su più livelli. Non credo di esagerare affermando che il parco piste di Mario Kart 64 sia tra i migliori in assoluto della serie. Location come la bucolica Moo Moo Farm, gli assolati lidi del Koopa Troopa Beach(che tra l’altro avrà un promettente restyling nel ormai prossimo Mario Kart 7), lo sperduto Kalimari Desert, il labirinto della Yoshi’s Valley, l’insidioso Bowser’s Castle(probabilmente nella sua migliore apparizione dagli albori della serie), l’infinita Rainbow Road…ogni gara è un’esperienza unica difficilmente dimenticabile, soprattutto dopo averle solcate dozzine di volte ed esplorate da cima a fondo.

Già, esplorati è il termine adatto, a causa della gran quantità di bug e glitch che saltano all’occhio con un pò di “rally” tra una gara e l’altra. Non sono invasivi, anzi, restano nascosti nei posti più impensabili e scovarli tutti è molto divertente. In circuiti come il Wario’s Stadium la DK Jungle Parkway è possibile skippare intere sezioni di pista saltando gli spigoli o entrando nei muri per ritrovarsi magicamente al giro seguente, in altri combinando velocità e saltelli si può restare incagliati negli elementi dello scenario, e altre bizzarrie scopribili solo dal pilota più temerario(o buontempone).

Altro aspetto riuscitissimo il doppiaggio. Nulla di epocale, eppure anche a distanza di anni questo mix di gridolini ed esultanze riesce a strappare più di un sorriso. Basta far decollare Mario o Toad per schiantarsi dalle risate. A dar voce all’idraulico in rosso ci pensa Charles Martinet, tutt’ora doppiatore della mascotte Nintendo, anche nel recente 3D Land, all’epoca ai suoi primi incarichi. Nonostante il cast di voci non abbia mai deluso, arricchendosi e migliorandosi di volta in volta, in questa trasposizione per N64 sembra avere una marcia in più, quasi una vena più marcatamente ironica a dare il giusto tono alle gare. Nulla da eccepire per quanto riguarda la colonna sonora: una decina di tracce, musicate magistralmente e perfettamente in linea con l’atmosfera, una sontuosa cavalcata che culmina con lo splendido tema dei crediti(che vi invito caldamente a ricercare).

COMMENTO FINALE

E siamo arrivati alla fine di questo nostro appuntamento settimanale con la rubrica retrò. Questo era sua maestà Mario Kart 64, un capolavoro più unico che raro per la bistrattata console a 64 bit di mamma N. Nonostante personalmente trovi Mario Kart Double Dash e DS più completi sotto un profilo prettamente ludico, l’originale per N64 resta un traguardo inarrivabile per divertimento e classe. Vero, analizzarlo con occhio critico per qualcuno come me era assolutamente impossibile, ma d’altronde come si possono rievocare titoli ormai passati in secondo piano senza risultare di parte? Anche se non amate la serie, provate questa perla d’altri tempi, soprattutto se avete spesso amici per casa. Il gioco è infatti recuperabile sulla Virtual Console del Wii per pochi soldi. L’emulazione non sarà il massimo, ma questo ed altro per rivivere una gloria di cotal calibro. I capitoli più recenti offrono sicuramente un’esperienza più amplia e curata, tuttavia, soprattutto su Wii, il brand ha subito una brusca virata verso il lato festaiolo, trascurando le pure fasi di guida. De gustibus, parliamo sempre di lavori ineccepibili, ma se in queste 3 settimane che precedono l’uscita di Mario Kart 7 per 3DS non avete altro da fare se non girarvi i pollici(benchè lo dubiti), rimediate una copia di Mario Kart 64 e scoprite le origini di questa magnifica saga. Arrivederci a lunedì prossimo 😉


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