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Recensione
TESTATO SU WII
12 maggio 2011, 8:23
PokéPark WII: La Grande Avventura di Pikachu
PokéPark WII: La Grande Avventura di Pikachu mobile

PokèPark Wii: La Grande Avventura di Pikachu

Uno dei sogni più ricorrenti da parte degli allenatori di tutto il mondo è sicuramente quello di poter comandare con mano i propri Pokèmon anzichè limitarsi ad impartirgli ordini,e guidarli nella natura a conoscerne l’habitat e lo stile di vita,senza Pokè Ball o Pozioni ad ingombrare. Escludendo Mystery Dungeon,che dei mostriciattoli tascabili ne ha soltanto il volto,il titolo che si propone di coronare questa recondita fantasia è PokèPark Wii,ovviamente per l’ammiraglia della casa di Kyoto.

In un tranquillo giorno qualunque,Pikachu ed i suoi amici stanno giocando,quando all’improvviso compare innanzi a loro Mew,che apre dal nulla quello che sembra essere un sorta di buco dimensionale. Il topo elettrico ovviamente ci casca dentro insieme alla sua cricca e da qui inizia l’avventura del sorcio più amato di tutti i tempi a zonzo per il PokèPark,un’enorme isola in cui i Pokèmon di tutte le specie giocano liberi e spensierati,senza umani a dargli noie. Questa quiete però sembra essere sull’orlo del collasso,e sta Pikachu salvare il parco,raccogliendo tutti i 14 Frammenti di Prisma sparpagliati sull’isola per evitare che venga distrutta.

Nonostante la trama abbastanza stereotipata,il palco su cui si svolgerà il nuovo spin-off della serie Pokè non potrebbe essere dei più bucolici: ridenti spiagge,boschi assolati,caverne brulicanti di vita,ce n’è per tutti i gusti. Sembra però serpeggiare un certo scontento tra i Pokèmon del parco. I tre Mastrizona,che amministrano il territorio,sembrano aver bisticciato,chiudendo i confini delle loro aree,ed ora gran parte degli inquilini sembrano alquanto riluttanti a scambiare quattro chiacchiere. E’ compito di Pikachu assolvere i loro bisogni e assecondarli per meritarsi la loro amicizia,nonchè futuro supporto nei Supergiochi,la principale fonte di intrattenimento dell’isola. Che si tratti di cercare bacche,raccogliere pezzi di legno o scongelare mammuth,il nostro topo sembra essere l’eroe della situazione proveniente dal nulla. Perplessità su quanto finora narrato? Plausibile,pertanto analizziamo passo passo i vari elementi che caratterizzano questa grande avventura di Pikachu.

Grand Theft Pika

Nonostante siano agli antipodi,il titolo Nintendo ha alcune meccaniche da spartire con il marchio Rockstar,e cioè la componente free-roaming e il ciclo di accettazione-risoluzione delle varie missioni. Il tutto ovviamente facendosi beffe dei tizi che si incontrano sul proprio cammino durante il tragitto. Anche se orchestrato in maniera radicalmente e concettualmente differente,le meccaniche di PokèPark si svolgono esattamente allo stesso modo: girando liberamente per l’siola,si raggiunge un Pokèmon,si completano le condizioni richieste per renderlo amichevole nei nostri confronti e si ricomincia. Il tutto può diventare in brevissimo tempo estremamente noioso,fortunatamente,grazie allo Sprint di cui è dotato Pikachu,è possibile far decollare i Pokèmon contro cui impatterà durante la corsa. Vedere volare un Ambipom dritto dentro un fiume o stendere tre Shinx in fila è qualcosa di epico,e,almeno per un giocatore esperto,è il motivo di maggior sollazzo all’interno dell’intero gioco. Ma questo perchè…

Un gioco da…neonati!?

… il livello di difficoltà rasenta il ridicolo. Se prima si è azzardato un paragone con GTA,sotto il punto di vista della sfida PokèPark è più dalle parti di Pokèmon Channel(simpatico spin-off per GC a base di TV e Pokèmon),ovvero del tutto inesistente. Più che domandarsi come poter trionfare nel corso del gioco,è più lecito chiedersi com’è possibile perdere. Le varie prove a cui si viene sottoposti sono: un banale acchiapparello,dove basta sfruttare la velocità del topo e,in caso non fosse sufficiente(estremamente di rado) cercare di intercettare il bersaglio,tanto i nostri avversari si muovono su schemi fissi facilmente interpretabili(e deprecabili,vista la stupidità in alcuni frangenti). Il tutto inoltre può essere compiuto senza mettere mano alla croce direzionale,in quanto Pikachu sembra attivare un lock-on automatico durante questa modalità(la morte del gameplay insomma…). Poi abbiamo quello che svariati Pokèmon definiscono Nascondino,ma a conti fatti si rivela una mezza ciofeca. Si hanno 60 secondi per trovare il mostriciattolo nascosto. Fin qui nulla di strano,se non fosse che in genere i Pokèmon che si offrono volontari per questa sfida…non sembra abbiano compreso appieno il concetto di nascondersi. Talvolta li si può scorgere in piedi in mezzo alla strada(come se un Sudowoodo su una rotaia risultasse invisibile) come se nulla fosse. Per finire la Lotta. Oh,direte voi,finalmente si ragiona. Non sarebbe stato male in effetti un sistema di combattimento incentrato sui 3 attacchi di cui dispone Pikachu(ovvero Sprint,alias Attacco Rapido,Fulmine e Codacciaio) contro sfidanti intelligenti,dotati dei pattern più svariati e impegnativi,ma qualcosa non quadra,sin dal primo match. I Pokèmon avversari non hanno una tattica di gioco,si limitano ad usare una singola mossa(in genere una banale Azione) e,come se non bastasse,hanno tempi di reazione da far invidia ad uno zombie. Affrontare un Torchic non cambia molto dal fronteggiare un Mamoswine,basterà colpire e scansarsi di lato fino alla sconfitta del nemico. In sunto,fare amicizia con i Pokèmon è quanto di più monotono e banale si possa ricordare in un gioco del genere. Ma forse c’è ancora qualcosa che può salvare la faccia al titolo N…

Supergiochi per tutti

Come già accennato in precedenza l’obiettivo ultimo del gioco,che spinge alla ricerca di nuovi comprimari più adatti in determinate situazioni,sono i Supergiochi. Si trattano di vari minigiochi(sullo stile di Mario Party) in cui superare un determinato punteggio per poter ottenere un sospirato Frammento e poter così proseguire nella trama. Ovviamente una volta terminati possono essere rigiocati liberamente,a patto di pagare un piccolo quantitativo di Bacche(la moneta corrente nel parco). Sostanzialmente si suddividono in 2 categorie: quelli da affrontare da soli,in lotta contro il punteggio o il cronometro,o contro altri Pokèmon comandati dal CPU. E’ piuttosto lecito chiedersi come mai ne siano stati pensati solamente 14 e per quale motivo non figurino modalità multigiocatore a supportarli. In fin dei conti si trattano di prove piuttosto riuscite,estremamente semplici nell’impostazione,senza dubbio,ma tutto sommato gradevoli e divertenti. La possibilità di poterli provare con almeno un amico non solo avrebbe aumentato la risibile longevità del gioco,ma avrebbe ampliato l’esperienza di gioco ad uno pseudo-party game. Considerando che il titolo è rivolto ad un pubblico giovane,avrebbe certamente giovato a PokèPark,che purtroppo non può annoverare tra le sue qualità un gameplay coinvolgente. Nella situazione attuale infatti le due categorie di minigiochi si bruciano nell’arco di una sessione: le prove in solitario sono facilmente completabili ottenendo il massimo del punteggio,e la possibilità di poter cambiare Pokèmon non cambia di molto il risultato,mentre l’I.A. nella seconda categoria sfoggia l’arguzia di un pachiderma,lasciando praticamente campo libero al giocatore,spesso in maniera piuttosto irritante. In conclusione quello che poteva essere un buon modo per valorizzare un titolo finisce per affossarne ulteriormente l’impatto generale.

Ma non esisteva un Nunchaku!?

Un altro degli elementi che fanno storcere il naso è il sistema di controllo: perchè un’avventura 3D dovrebbe essere giocato solo con il Wii Remote impugnato in orizzontale? In un gioco 2D come New Super Mario Bros. Wii è comprensibile,ma non è tollerabile ciò in un gioco come PokèPark. La precisione nei movimenti infatti viene minata pesantemente da quest’impostazione. La semplicità di gioco non comporta grandi conseguenze,ma è un discorso a parte. Eppure con l’ausilio del Nunchaku il gameplay ne avrebbe certamente giovato,con movimenti più fluidi e precisi grazie allo stick analogico,il puntatore implementabile in maniera più pratica e creativa(anzichè il mirino in prima persona a la Other M) e,ciliegina sulla torta,l’accesso ad una mappatura dei comandi in grado di ampliare a dismisura le possibilità del topo. Poteva dunque uscirne fuori un nuovo Super Mario 64 in salsa Pokè con un pò di impegno in più da parte degli sviluppatori. Il target basso non giustifica la carenza di un gameplay vario e curato nei dettagli.

Un barlume di speranza

A dare un pò di lustro al gioco fortunatamente ci pensa una realizzazione grafica discreta. Non raggiunge picchi particolarmente elevati,sia ben chiaro,ma i Pokèmon sono ben animati e le ambientazioni si dimostrano sicuramente efficaci. La colonna sonora di contro pesta i piedi ai capolavori Game Freak,proponendo temi abbastanza scialbi,in linea con l’atmosfera,ma certamente meno riusciti delle cavalcate epiche a cui siamo abituati. I versi però sono in gran pate una gioia per le orecchie(e sicuramente il campione in materia è Spheal,provare per credere). Per chiudere la longevità si assesta su standard piuttosto bassi(massimo 5-6 ore per vedere tutto),ma il ritmo scorre frizzante e non ci si annoia nonostante la ripetitività di fondo.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Nonostante le palate di fango che gli ho scagliato addosso,nel complesso PokèPark Wii si dimostra un gioco discreto che va compreso nei suoi tanti limiti. Gameplay semplice,livello di difficoltà al limite dell'indecenza,scarsa longevità,nessuna modalità multigiocatore ed un sistema di controllo fallato. Come giustificarne l'acquisto? In effetti dubito che un bambino con più di 5 non possa non sbadigliare di fronte a cotante semplicità,e la totale assenza di sfida porterà qualunque giocatore più navigato a mollarlo immediatamente non appena compreso l'andazzo. Ma la possibilità di esplorare liberamente un territorio vasto e chiacchierare a tu per tu con i Pokèmon stuzzicherà di certo la fantasia di più di qualche fan sfegatato. Per rendere più appetibile il titolo però,oltre a quanto già accennato,si poteva dare maggior peso ai vari Pokèmon,magari fornendo info più dettagliate e specifiche riguardo le singole specie(così da infervorare i collezionisti),oppure poter trasportare nel parco i propri Pokèmon allevati su DS,e usarli per combattimenti in tempo reale,simile a quanto visto con Pikachu. Da ciò poteva scaturirne una killer appllication,specie se un'idea del genere avesse usufruito dell'online...Utopia? Sognare non è mai sbagliato. E quando un gioco fallisce nell'impresa di appassionare,ecco che subentra la fantasia del giocatore a porvi rimedio. Oggettivamente questa "grande" avventura va evitata come la peste,ma prendere a testate un Gliscor e sorvolare i cieli in compagnia di un Drifblim dà sempre grandi soddisfazioni. Ovviamente se si amano i Pokèmon(o se si hanno meno di 10 anni in questo caso)!
Pro-1
6.0
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