60 Seconds! – Come sopravvivere ai postumi da apocalisse
60 Seconds! è una commedia dark incentrata sulla sopravvivenza di una tipica famigliola americana dopo la più classica apocalisse nucleare. Pubblicato e sviluppato da Robot Gentlemen Studios il titolo in questione combina un’impostazione da text-based survival con uno stile grafico accattivante, ma questo basta a promuoverlo a pieni voti?
Giorno 1 – Tempo di razionare le provviste60 Seconds! ad un primo impatto riesce subito a farsi notare, grazie ad uno stile artistico interessante e ben realizzato colpisce gradevolmente l’occhio, e allo stesso modo l’orecchio grazie a delle musiche adatte all’epoca. ll giocatore potrà da subito accedere a quattro modalità di gioco: Atomic Drill, Apocalypse!, Scavenge e Survival. La prima non è altro che un semplice tutorial che introduce alle meccaniche di gioco comunque molto semplici. Apocalypse e Scavenge non sono altro che due modalità “troncate” che assieme compongono Survival, la prima prevede solamente la parte di sopravvivenza, mentre la seconda solo quella di raccolta provviste. Comincerete la vostra avventura proprio mentre sta per cadervi una bomba atomica in testa, e come da titolo avrete 60 secondi per recuperare quante più provviste possibili. Girando per la vostra casa potrete collezionare cibo in scatola, acqua, armi, utensili e quant’altro, purché alla fine del countdown siate nell’area d’ingresso del vostro bunker anti atomico. Completata questa prima fase, comincia la componente più succosa del titolo, quella di sopravvivenza.
Giorno 15 – Papà, mi annoioNella migliore (o peggiore?) delle ipotesi in sessanta secondi avrete recuperato gli altri tre membri della famiglia (eh sì, non sono così intelligenti da filare nel bunker da soli), e abbastanza provviste ed utensili per sopravvivere fino all’arrivo dei soccorsi. 60 Seconds! passa da una visuale 3D ad una schermata più o meno fissa, dove sono rappresentati i membri della famiglia, circondati dagli oggetti che avrete fatto in tempo a recuperare. Tramite l’icona “diario” potrete gestire tutti gli aspetti della vita dentro al bunker, quali razionare le provvigioni d’acqua e di cibo, curare i membri della famiglia da eventuali ferite, e persino organizzare spedizioni all’esterno per recuperare preziosi oggetti. Cliccando sui vari componenti del gruppo potrete inoltre monitorarne condizioni di salute, e livelli di fame e sete. Oltre a questi aspetti tecnici il diario narra e le avventure della famiglia all’interno del bunker, mostrandoci come si relazionano e cosa fanno per passare il tempo. Tramite esso potrete infine gestire gli eventi generati in maniera casuale dal sistema. Qualcuno bussa alla porta, che facciamo apriamo? Il piccolo Timmy si annoia, ascoltiamo la radio? Abbiamo una radio?
Mandando i membri della famiglia in spedizione all’esterno, oltre a rischiare la loro vita, rischieremo anche di ottenere quello che non ci serve. Anche se la maggior parte delle volte, in caso di successo, una spedizione porta qualche provvista, può capitare che il membro della famiglia in questione torni con qualche oggetto che non ci serve, o peggio ancora senza nulla. Certo da un punto di vista prettamente tattico il fatto che il piccolo Timmy, vorace consumatore di provviste, venga mangiato da uno scarafaggio gigante mutato dalle radiazioni ci avvantaggia. Ma noi vogliamo bene al piccolo Timmy, giusto?
Giorno 30 – Papà, non mi sento molto bene…La partita termina quando tutta la famiglia muore, o impazzisce, oppure quando riusciamo a sopravvivere abbastanza da essere salvati. Il gioco viene diviso in giornate, e anche se le prime inizialmente risultano interessanti, dopo poco tempo il diario e gli eventi casuali diventano noiosi e ripetitivi. Se non siete appassionati da questo genere di gameplay presto vi ritroverete a cliccare furiosamente per arrivare alla schermata di gestione delle provviste. Ma anche se siete appassionati dalle avventure testuali, la mancanza di una vera e propria trama, e la ripetitività degli eventi risulterà presto o tardi soporifera. Il dark humour presente in tutta l’opera certo prova a sopperire, almeno in parte, a queste mancanze, così come le svariate citazioni sparse per il titolo (qualcuno ha detto “pizza sul tetto”?), ma questo non basta a fare di 60 Seconds! un titolo veramente valido. L’idea in sé non è malvagia, così come lo stile del gioco stesso, ma il gameplay è veramente troppo risicato, e non riesce, se non per un breve periodo, ad avere quel fattore di assuefazione tipico di questo genere di giochi. Sicuramente più eventi casuali, ed in generale una diversificazione maggiore del gameplay avrebbero fatto bene. Se nella prima fase possiamo collezionare “manualmente” le provviste, perché non mettere questa opzione anche durante le spedizioni? Perché non dare qualche compito ai personaggi invece che lasciarli deperire lentamente all’interno del bunker. E soprattuto, perché non c’è un’opzione per massacrare ad accettate il piccolo Timmy?

![]() Stile grafico accattivante |
6 | ![]() Ripetitivo |
![]() Dark humour divertente | ![]() I controlli nella fase di raccolta provviste sono macchinosi | |
![]() | ![]() Poca profondità | |
Annoiarsi durante l'apocalisse |