Another World: 20th Anniversary Edition – Recensione
Gli anni ’90 sono stati senza dubbio i migliori momenti dell’era dei videogames, basti pensare ai tempi di Amiga, periodo in cui abbiamo conosciuto giochi come Cannon Fodder o Sensible Soccer. Ma sono stati Éric Chahi e Delphine Software i veri protagonisti di quegli anni che con perle storiche come Flashback e Another World sono riusciti ad imprimere nei nostri cuori il loro modo di fare arte. Parliamo degli anni in cui era solo una persona a creare interamente un videogioco, e nel caso di Another World parliamo del francese Chahi, che realizzò il gioco utilizzando solo Basic e Assembler. Oggi, a distanza di 20 anni, Another World affronta le ingiurie del tempo e Chahi decide di far conoscere il suo mondo alternativo anche alla nuova generazione di giocatori.
STESSO GIOCO, TUTTO UN ALTRO MONDO“Volevo che il giocatore si trovasse completamente immerso in un mondo straniero, un mondo misterioso ma allo stesso tempo credibile”. Con questa dichiarazione Chahi ci ha donato un gioco che riesce a trasmettere fin dai primi minuti proprio ciò che l’autore voleva. La storia prende il via con l’entrata in scena della Ferrari di Lester Chaykin, un fisico che, giunto nel proprio laboratorio, avvia il suo esperimento con l’acceleratore di particelle. Nel corso di tale esperimento, tuttavia, un fulmine colpisce il laboratorio creando un’anomalia che catapulterà il nostro scienziato in uno strano mondo alieno abitato da indigeni che ne faranno loro prigioniero. L’unica speranza di Lester per fuggire è quella di collaborare con un compagno di prigionia, uno dei locali di razza nativa del pianeta, e combattere per la propria libertà e sopravvivenza.
Capostipite del genere “cinematic platform”, Another World vanta un fattore cinematografico sottolineato non solo dall’introduzione di stupenda fattura, ma da un’ottima miscela tra gameplay e scene d’intermezzo che si susseguono senza pause, donando un senso di continuità al giocatore che resterà costantemente col fiato sospeso come, spesso e volentieri, succede con un buon film. Il gioco quindi è privo di indicazioni a schermo, senza alcun tutorial o indicatori di vita; una scelta stilistica che immerge totalmente il gamer nelle disavventure del proprio alter ego. Di pregiata fattura è il level design che nonostante l’età resta funzionale, mostrando una certa originalità in molte situazioni, costringendo l’utente a pensare velocemente e a saper sfruttare l’aiuto dell’amico alieno, che in altre situazioni dovrà essere Lester stesso a sostenere, spesso nei momenti di maggior difficoltà.
Per quel che concerne il gameplay, risulta semplice ma efficace; il nostro protagonista ha infatti a disposizione pochi comandi: con un tasto si salta, mentre col secondo tasto sarà possibile correre, sparare o effettuare ogni azione possibile. Forse a molti dei ragazzi di oggi potrà far storcere il naso questo concept di comandi, che coi joypad attuali avrebbe potuto essere meglio gestito, ma vi assicuriamo che niente è stato fatto a caso e che, forse dopo alcuni piccoli imbarazzi, ci si troverà subito a proprio agio coi controlli.
Una sottile miscela di ieri e di oggiGraficamente l’edizione ventennale assomiglia più ad un remake che ad un rinnovo, mostrando una sostanziale revisione del comparto grafico, anche se pensiamo non sarebbe servito. Another World, infatti, ha sempre offerto paesaggi particolareggiati, con personaggi costruiti grazie ai poligoni flat, assemblati e animati divinamente. A distanza di 20 anni il titolo resta ancora bello da vedere, colorato, vivace e con animazioni fluide grazie al sapiente uso che Chahi fece con il rotoscoping. La nuova veste grafica offre, tuttavia, nuovi sfondi ricchi di svariati effetti luce e con texture in più che vanno ad implementare ulteriormente gli ambienti.
Viene inoltre integrato un motore di rendering, in grado di aumentare i poligoni, migliorando ulteriormente le animazioni ed ottimizzando il gioco per una risoluzione più alta. Va detto, inoltre, che il titolo offre la possibilità di passare tra il vecchio comparto visivo e la nuova veste con la semplice pressione di un tasto. Sicuramente una bella opzione, che consente di valutare la fedeltà della nuova grafica con il lavoro di Éric Chahi, nonché dona la possibilità di deliziare i puristi, senza scandalizzare i neofiti, che scopriranno uno stile grafico unico e ben lungi dall’essere superato. Anche sull’aspetto acustico del gioco si presentano delle novità, infatti è possibile scegliere tra il sonoro originale o la versione rimasterizzata con un arricchimento di alcuni effetti sonori, anche se la differenza non risulta particolarmente evidente.
Venti anni e non sentirli |
9 | Dura poco |
Ottimo comparto grafico | ||
| Fuori da questo mondo, c'è un altro mondo | ||


