Cubetractor – Recensione
La porzione di mercato che ultimamente non conosce crisi è sicuramente quella legata al passato, che si rifà ai retrogames e che trova sempre più apprezzamento, qualora il risultato finale meriti necessaria attenzione. Cubetractor, arrivato su Steam da qualche settimana, ne è chiaro testimone: un titolo che ricorda tanto i tempi passati e che attira a sé soprattutto videogiocatori con qualche anno in più sulle spalle, senza però essere così elitario o chiuso, come prodotto.
Il suo gameplay semplice e veloce, immediato e stimolante, è ben predisposto anche nei confronti di giovanotti in erba o con soltanto un paio di stagioni di gaming sulle spalle.
IMPARA LE TRE REGOLE E FANNE TESORO
Cubetractor è un gioco ibrido, un misto tra gioco d’azione e sprazzi di strategico, con chiari elementi puzzle che vengono messi bene in evidenza dopo i primi livelli di presentazione. L’esperienza di gioco si compone di tanti spunti e particolari, che nel complesso determinano il vero successo di una piccola produzione come questa, portata a termine da due sole persone: inquadrarlo come un particolare tower defense non è errato, almeno in alcune fasi di gioco e meccaniche, ma al tempo stesso fasi più action che ci vedono protagonisti nello schivare i proiettili dei robot avversari e la percezione di dover essere veloci ed intelligenti nel posizionare a dovere eventuali difese lo rendono un gioco difficilmente riconducibile ad un solo genere. Cubetractor è un po’ di tutto, e dentro questo “po’ di tutto” troviamo elementi accattivanti ed ispirati, che si nascondono dietro l’apparente semplicità di un gameplay veloce e basilare, al tempo stesso atto a garantire fasi di gioco degne di nota e ben poco distensive mentre si avanza nel corso dell’avventura.
Nei panni di Endroi, un “quadrubot”, c’è bisogno di padroneggiare al meglio l’arte del cubetracting, ossia quella di attirare cubi, e per farlo bisognerà rispettare tre regole basilari: tirare, schiacciare e costruire! C’è però bisogno di non cadere nel tranello, pensando a qualcosa di molto semplice da portare a termine, perché Cubetractor coi giusti tempi saprà punirci qualora la destrezza, i riflessi e l’abilità di saper ragionare nel breve, quindi muoversi immediatamente dopo, non venissero sfruttate a dovere. Come dicevano poc’anzi, è un titolo costituito da più componenti e non è da meno l’importanza tattica del nostro posizionamento, sia per schivare i proiettili avversari, sia per la costruzione di difese o l’abbattimento di droni nemici; da questo punto di vista ricorda molto, quindi, i tempi passati, ma lo fa anche per comparti tecnici, per il personaggio principale su cui ruota tutto, con la trama a svolgere il ruolo del “passato quasi inosservato”, riuscendo lo stesso a regalare qualche bello spunto mentre si va avanti nei livelli. Ma analizziamo meglio il gameplay, vero e proprio punto di forza di questo gioco: in parole povere si tratta di dover spostare, attirandoli a sé, dei cubi disposti all’interno di una mappa (oltre quaranta quelle presenti, per un totale di 88 livelli che si differenziano per numero di nemici, ostacoli ed altri elementi di disturbo inseriti) che, scontrandosi, vanno a comporre barriere di difesa, torrette di risposta al fuoco del nemico ed altre strutture utili per raggiungere il nostro fine. Da quanto scritto pare evidente il rispetto delle regole sopraccitate: abbiamo tirato i cubi facendoli scontrare, magari riducendo in briciole qualche nemico che si trovava lungo la linea di tiro, e costruito le strutture di attacco/difesa tramite impatto. Tutto questo per un risultato esaltante e che ricorda in parte Zelda per le fasi puzzle, che diventano anche tattiche per lo studio della mappa, ed in parte uno shoot’em up visti i numerosi proiettili scagliati nei nostri confronti da vari elementi di minaccia: una combinazione a dir poco convincente in ogni istante di gioco, che si dimostra ben bilanciata negli scontri con l’avversario ma, al tempo stesso, più a favore dell’aspetto enigmistico e di calcolo delle strategie e di messa in opera delle stesse. Il titolo di Ludochip infatti non dà respiro in nessuna delle mappe, fatta eccezione per le prime che fungono più da tutorial; sarete quindi obbligati a rimanere mentalmente lucidi per terminare lo stage di turno e raccogliere tutte le batterie presenti nello stesso.
Sebbene Cubetractor possa essere portato a termine anche da non-hardcore gamer, il sistema di ricompense è pensato esclusivamente per il giocatore più bravo, che ama mettersi alla prova e non demorde mai. Ogni livello è concepito in modo tale che la vera sfida sia quella contro il tempo, quindi collezionando tutte le batterie e raggiungendo il punto prestabilito nel minor tempo possibile; a questo però si aggiunge l’obiettivo di portarlo a termine senza essere colpiti dai proiettili nemici, cosa che rende il tutto più difficile. Non c’è però bisogno di preoccuparsi più di tanto se la velocità ed i riflessi non sono dalla vostra, come detto sopra, il gioco si presta bene a tutte le età e a tutti i gradi di abilità e destrezza, ma in tal caso serviranno più tentativi per raggiungere lo scopo ultimo. È importante parlare anche di rigiocabilità, che attraverso i quasi 90 livelli si fa sentire soprattutto nei confronti di chi vuol migliorare il proprio tempo, memorizzato ogni qualvolta si rigioca uno stage, e che influenzerà il sistema di sblocco medaglie (oro, argento, e così via); a ciò, si aggiungono una serie di achievement Steam che potrebbero fare la felicità di alcuni, anche se a conti fatti l’esperienza complessiva si attesta su un numero di ore di svago ragguardevole già affrontando il titolo una sola volta, senza stare troppo a badare ai risultati ottenuti.
In chiusura, qualche riga sull’aspetto tecnico di Cubetractor. Rispettando appieno la legge dell’Indie, il titolo di Ludochip dal punto di vista grafico spende poche risorse e punta tutto su un richiamo ai tempi del 16-bit, con una telecamera dall’alto che bene si adatta alle fasi di gioco richieste; nella sua semplicità, nel suo rimando ai giochi di un tempo, funziona alla perfezione e non si sente mai il reale bisogno di “qualcosa di più”, anzi… L’ottimo lavoro si estende anche al comparto sonoro, con melodie orecchiabili e che compongono un bell’insieme con tutto il resto. Il consiglio, quindi, non può che essere quello di provare la demo di gioco rilasciata su Steam; eventualmente acquistarlo, anche se le possibilità che vi piaccia fin dal primo istante sono elevatissime.
Veloce ed immediato |
8 | Un po' di button lag, che potrebbe dare fastidio nei livelli più difficili |
Un gioco d'altri tempi, nel 2013 | ||
| ATTENTO AL CUBO | ||
