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Recensione
TESTATO SU PC
16 marzo 2015, 9:00

Decay: The Mare – Una vita miserabile, un incubo senza fine

Arthur Bloch disse: “Se qualcosa può andar male, lo farà.”. Shining Gate Software è rimasta scottata da questa teoria. Il primo videogioco degli sviluppatori indipendenti svedesi si aggiunge agli indie sul marketplace di Xbox 360 ben quattro anni fa e passò inosservato da tanti. Il flop di Decay, un’avventura horror con visuale in prima persona spezzettata in quattro parti, lasciò presagire che si trattasse dell’ennesimo promettente titolo andato a rotoli. Eppure qualcosa di buono si intravedeva ma evidentemente il pubblico a cui era destinato non era interessato a questo genere di produzioni. Nell’autunno del 2013 un nuovo titolo della serie Decay coraggiosamente si presentò sulla console domestica Microsoft speranzoso di sfatare la legge di Murphy. I feedback negativi non mancarono e il risultato fu ancor peggiore del previsto tanto che il terzo e conclusivo episodio che avrebbe dovuto porre fine alla storia di Decay: The Mare non fu mai pubblicato. Sorte analoga per la scommessa puntata sul mobile gaming che non portò a nulla di significante. Shining Gate Software sferra un ulteriore disperato assalto, gettandosi su Steam, piattaforma che ospita dei palati decisamente più propensi ad apprezzare un titolo simile. Sarà la volta buona o la sentenza sarà ancor più dura che in passato?

La speranza è l’ultima a morire ma anche la prima ad illudere

Decay: The Mare è di una semplicità disarmante per un appassionato del genere ma un buon punto di partenza per chi ama le atmosfere horror e non ha dimestichezza con le essenziali meccaniche dei punta e clicca. La storia ci cala nei panni di un tossicodipendente di nome Sam, ricoverato presso l’istituto psichiatrico “Reaching Dreams”, volenteroso di tornare alla vita quotidiana. Afflitto da disturbi mentali e incubi terrificanti, l’uomo si troverà vittima di un destino atroce e man mano svelerà l’orrenda realtà che imbratta le pareti delle stanze che soffocano la sua sete di libertà.

Non dilungandoci oltre vi possiamo anticipare che il comparto narrativo di Decay: The Mare è un punto a favore dell’avventura distribuita da Daedalic Entertainment che si avvale per giunta di un inquietante comparto sonoro. Chiaramente non ci aspettavamo un comparto grafico di prim’ordine trattandosi di un indie e difatti vedrete molti modelli poligonali grezzi, ma soffermandoci ad analizzare il gameplay scopriamo che è proprio questo ad aver causato la falla che inesorabilmente farà affondare i buoni propositi visti sinora. La rotazione della visuale in prima persona avviene mediante delle frecce collocate ai lati dello schermo mentre gli oggetti raccolti, che possono essere combinati tra loro per risolvere determinati puzzle, vengono inseriti nell’inventario in alto a sinistra.

Spesso disorientante, lo spostamento da una schermata all’altra che in più circostanze preferirà farvi sbattere gli occhi sulla porta appena oltrepassata anziché voltarvi in direzione della stanza su cui avete messo piede. Un punto interrogativo posto nell’angolo basso a destra ci suggerirà come proseguire con un cerchio lampeggiante, indicandoci dove andare o lasciandoci un vago indizio su come risolvere l’enigma dinanzi a noi. Vista la natura intuitiva di molte azioni difficilmente rimarrete bloccati ma in tal caso avrete modo di proseguire con gli aiuti che comunque lasciano spazio ad un minimo di ingegno. Con Decay: The Mare i balzi sulla sedia non si fanno attendere e, seppur non faccia la gioia degli avventurieri navigati, il basso livello di sfida contribuisce positivamente a far scorrere senza lunghe interruzioni l’agghiacciante vicenda narrata. Striminzita la durata che di poco si allontana dalle tre ore necessarie a completare il gioco comprensivo dell’inedito terzo episodio. Una menzione va fatta per la localizzazione e il doppiaggio italiano, non indispensabili vista la poca carne al fuoco ma comunque apprezzati.

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IN CONCLUSIONE
Decay: The Mare poteva essere molto più di un semplice passatempo horror in una cupa e noiosa serata. Per l’accentuata accessibilità degli enigmi lo consigliamo in particolare ai visitatori occasionali del genere riservandoci di proporlo senza indugi agli amanti delle storie dell’orrore ma tenendo in considerazione il breve tempo trascorso in compagnia del titolo partorito da Shining Gate Software lo segnaliamo come un acquisto appetibile in periodo di saldi. Un’occasione sfumata per quella che si limita soltanto ad essere una valida alternativa a titoli di fattura ben più pregiata, ma che perlomeno trova un “lieto fine”.
Pro-1
Storia intrigante e tensione costante
6.5
Contro-1
Traslazioni scombussolanti
Pro-2
Adatto alle reclute meno suscettibili…
Contro-2
… Sconsigliato ai più esigenti
La luce in fondo al tunnel
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