Dream Revenant – Recensione
Speedbump Studios non è nuova alla realizzazione di giochi mobile più simili ad esperienze interattive che puntano ad intrattenere maggiormente il giocatore rispetto ai vari giochi mordi e fuggi fruibili su smartphone e tablet. Già nel 2011 aveva tentato questa strada scarsamente percorsa su App Store con il titolo dream:scape, in cui veniva ripercorso il passato del protagonista attraverso i suoi ricordi. In Dream Revenant ci viene proposta la stessa formula. Vestiremo, infatti, i panni di Carson Hughs, un uomo che dal suo letto di morte, attraverso i sogni alimentati dal suo subconscio, prova a far luce sul passato e i segreti che vi si nascondono. Sarà riuscita Speedbump Studios ad offrire un prodotto completo e meritevole di essere giocato?
sognando il passatoVisivamente, provandolo su un iPad Mini con display Retina, il primo impatto con il gioco è sicuramente positivo: la stanza di ospedale in cui ci troviamo, anche se vi stazioneremo per pochissimo tempo, appare ben dettagliata, con tanto di monitor che rileva le nostre pulsazioni e un pavimento con mattonelle sconnesse che ci lasciano intuire di essere sospesi sopra il vuoto. Volgendo subito lo sguardo intorno e cominciando a muovere i primi passi, ciò che ci appare è di ancor più effetto. Vaste distese di prati, alberi le cui fronde si muovono al passaggio del vento, un’illuminazione che crea begli effetti luce filtrando tra quest’ultime, un corso d’acqua che separa quasi in due le porzioni esplorabili, e molti altri elementi che dipingono bene un centro di campagna. Si nota quindi il buon lavoro fatto con l’Unreal Engine, anche se è facile incontrare texture poco definite che stonano con gli elementi più curati e luoghi che avrebbero sicuramente giovato di una maggiore pulizia e rifinitura. Anche il sonoro accompagna bene le fasi di esplorazione, che saranno però sempre piuttosto limitate alla risoluzione di semplici enigmi che daranno modo di proseguire con la storia raccontata da sequenze animate non interattive. Ad accompagnare le sequenze, e ad offrire qualche dettaglio in più, ci pensano le “fittizie” strisce a fumetto disegnate da Carson Hughs per il Chicago Sentinel Tribune a cui si avrà accesso trovando nel mondo di gioco dei violini, facilmente visibili sulla mappa. La narrazione è sicuramente uno dei punti di forza del titolo, e forse è l’unico motivo che vi spingerà davvero a svelare i misteri che si celano nella vita di Hughs. Considerando inoltre che grazie alla mappa si ha totale visione dei punti di interesse che sbloccano la storia, permettendo così al giocatore di sentirla e vederla tutta in poche ore, non facciamo nessun riferimento agli eventi narrati.
Purtroppo la buona storia è accompagnata da un gameplay discutibile e da alcuni problemi che affliggono il naturale senso di esplorazione. Abbiamo accennato che nel gioco sono presenti dei semplici enigmi, ossia delle porzioni di gioco che andranno superate facendo ricorso ai controlli tattili e che saranno segnalate dal gioco quando vi siamo in prossimità. Attraverso la lettura di pubblicità e pagine di riviste veniamo investiti temporaneamente da alcuni superpoteri che, una volta attivati premendo il tasto dedicato apparso in un angolo dello schermo, potranno dar vita ad una sorta di “mini-gioco” che ad esempio ci obbligherà a toccare determinate zone senza sbagliare, o a farlo a tempo. Con la telecinesi spostiamo assi, con la vista a raggi X scannerizziamo stanze, o addirittura scagliamo via ostacoli con la forza bruta. L’altro tipo di interazione invece avviene attraverso oggetti, ma il suo funzionamento è simile, infatti, basterà un semplice tocco sull’icona designata per avviare l’azione obbligata. Uno tra i maggiori problemi che affliggono la fluidità del titolo è il costante calo di frame rate in prossimità degli elementi che attivano le sequenze narrative. Poco prima che prenda il via la “cutscene” si percepisce chiaramente un rallentamento di qualche secondo. L’altro problema piuttosto evidente a cui siamo andati incontro è stato quello di ritrovarci completamente bloccati tra una porta ed un’asse di legno, impossibilitati ad accedere al menu per “teletrasportarci” in un punto già esplorato ed uscendo in modo forzato dall’applicazione. Per fortuna il gioco salva automaticamente i progressi. Una situazione simile l’abbiamo vissuta camminando su zone del terreno sospese, sembrava quasi che non ci fosse possibilità di ritornare sui nostri passi, ma la situazione si è risolta agendo con calma, e lentamente trovando il punto più giusto dove camminare a ritroso.
Nel complesso è graficamente piacevole |
5 | Cali di frame rate |
Buona storia con due possibili finali | Alcune sessioni touch sembrano inserite in modo forzato | |
Durata esigua | ||
| buone idee mal realizzate | ||

