Face Noir – Recensione
Spesso il processo produttivo che molti giochi indipendenti seguono richiede tempo e costante dedizione da parte degli addetti ai lavori e, a confermare questa regola, c’è Face Noir. Arrivato a fine anno 2012 in Italia e sviluppato da Mad Orange, team italiano, nella giornata di oggi il titolo si è aggiornato con fix necessari ed un doppiaggio in Inglese, che ovviamente apre tante nuove possibilità a questa meritevole avventura grafica.
Una delle pecche più grosse di Face Noir, almeno fino a ieri, era proprio quella di non avere un doppiaggio nella versione destinata al mercato italiano, mancanza che finiva per spezzare rovinosamente l’empatia ed in parte anche il ricorrere alle tinte noir che componevano l’atmosfera del gioco. Il fatto che, quindi, Phoenix Online Studios abbia optato per una collaborazione mirata alla creazione di una localizzazione è più che positiva, anche se questo ha contribuito ad un innalzamento del prezzo di vendita non indifferente.
DANNAZIONE… (cit.)
24 ottobre 1929. Prima terribile giornata che, di lì a poco, portò al catastrofico crollo della borsa di Wall Street che suscitò panico a non finire. Quel giorno così importante per la storia venne ribattezzato “il giovedì nero”; un giorno che vide crollare l’indice delle quotazioni di ben 43 punti, un giorno che darà il via ad un cambiamento importante in tutti i territori americani. Gli anni della grande depressione: delinquenza, corruzione, fame. È in questo periodo, poco o per niente sfruttato dalle produzioni videoludiche degli ultimi anni, che Face Noir è ambientato. Il bel vivere americano, il benestare, il vero sogno americano in questi anni di grande difficoltà non esistevano più ed è su questo che puntano gli sviluppatori del videogioco succitato. Quando le cose non vanno, quando si fa fatica, quando c’è bisogno di sbarcare il lunario e si ha fame, tanta fame, criminalità ed atti di corruzione salgono a dismisura. E nessuno può farci niente, forse…
Jack Del Nero, investigatore privato ed un tempo poliziotto, è il protagonista di questa strana ed a tratti assurda vicenda dalle tinte noir. Una vicenda che pian piano svelerà dettagli sul suo passato e su un altro ex-poliziotto, prima suo amico, Sean MacLeane. Attraverso una narrazione non lineare, quindi che alterna ad avvenimenti recenti dei ricordi passati, sotto forma di flashback, indizi e sogni rivelatori, Face Noir col passare delle ore si fa sempre più interessante tanto che ad ogni nuova informazione raccolta il mistero s’infittisce e ciò rende le fasi di gioco ancor più intriganti tanto quanto espressive e dalla grande atmosfera, grazie ad una New York degli anni ’30 fatta di grattacieli e musica jazz, pioggia a catinelle e buio pesto, vicoli notturni ed impermeabili, intrigo e corruzione. E whisky, tanto whisky. Jack dovrà superarsi, dovrà dimostrare di essere un uomo migliore rispetto a quel che era un tempo, o rispetto a quel che molti vollero far emergere: un poliziotto indagato e dichiarato colpevole per atti di corruzione, esonerato dal corpo statale e rinchiuso in carcere per un anno. Dovrà farlo cercando di risolvere il fitto mistero che aleggia intorno all’omicidio del vecchio amico di reparto, Sean, avvalendosi dell’aiuto di pochissime persone: la bella Greta Reed tra tutte, proprietaria del locale Red Tulip nel quale il caro Jack tenterà di sbronzarsi una volta sì e l’altra pure; di Victoria Diaz, sergente di polizia di nazionalità messicana, sua vecchia conoscenza, e di uno strano tassista cinese, un certo Chon, che gli darà una grossa mano tra uno spostamento e l’altro.
Il procedere della storia va di pari passo con la risoluzione di enigmi, così come della ricerca di informazioni, e questo è uno degli aspetti che premia il lavoro compiuto da Mad Orange. Attraverso una narrazione non lineare, come specificato sopra, Face Noir riesce ad essere accattivante in ogni istante di gioco, sia durante la ricerca di oggetti da combinare ed utilizzare in determinate situazioni, sia nelle fasi di ricerca e di informazione, composte da dialoghi, telefonate a persone probabilmente a conoscenza di importanti fatti, archivi da spulciare in maniera tutt’altro che legale, fasi stealth e così via. Ciò determina una varietà da fare invidia a molte delle avventure attualmente in commercio, pur presentando dei difetti: primo tra tutti l’eccessiva semplicità di alcuni enigmi, anche se per i neofiti del genere potrebbe essere un bene; la seconda è che alcuni di questi appaiono meno ispirati, “meno belli” rispetto ad altri, in un certo senso, segno che qualcosa ha intaccato il lavoro dello sviluppatore. Magari la scarsità di fondi e la fretta di uscire, dato che il titolo è stato in lavorazione per molti anni. Interessanti, poi, le fasi di riflessione che ci consentiranno, previa conoscenza di determinati dettagli, di fare argomentazioni, ipotizzare e trarre conclusioni su un eventuale particolare utilissimo ai fini della nostra indagine; questo, selezionando due delle voci evidenziate all’interno di una apposita schermata riflessiva, che ovviamente dovranno poter essere collegate tra loro e dare un senso logico ai dati raccolti. Da premiare la buona realizzazione dell’inventario, almeno in versione tridimensionale (disponibile anche in 2D, la scelta di utilizzo è affidata all’utente tramite la voce ‘opzioni’ nella schermata iniziale del gioco): pur se meno immediato rispetto ad inventari a scomparsa, gli oggetti raccolti sono ben realizzati e possono essere analizzati in maniera certosina prima di essere utilizzati. Azione, tra l’altro, spesso richiesta per molti degli oggetti di cui entreremo in possesso. Peccato per qualche sporadico problemino nelle fasi di movimento del nostro personaggio, con un puntatore che non sempre fa il suo dovere nel migliore dei modi.
Battute finali sull’aspetto tecnico, a dir poco altalenante e fortemente influenzato dagli scarsi fondi di sviluppo a cui lo sviluppatore ha avuto accesso. Face Noir non convince molto sul versante grafico: i limiti della risoluzione fissa a 4:3, un comparto delle animazioni ridotto all’osso, espressioni facciali quasi inesistenti e, in generale, una pochezza d’insieme tra modelli poligonali e qualità delle texture, non lo fanno di certo brillare. Nemmeno se volessimo catalogarla come “avventura grafica di stampo indipendente”, per dirla tutta: si è visto di ben meglio, anche con una scarsità di fondi su cui poter contare. Bisogna però riconoscere la bontà delle ambientazioni di gioco, sempre in sintonia col noir che straripa in questa produzione; dai locali del Lower East Side, alle strade di Harlem, passando per i moli di Brooklyn, l’impegno di Mad Orange nel proporre un sufficiente numero di location c’è stato e la realizzazione tecnica complessiva delle stesse non è assolutamente insoddisfacente. Decisamente più meticoloso il lavoro sull’impianto sonoro: affidandosi a temi musicali di stampo jazz, l’avventura diventa più frizzante e giocabile di quanto non ci si aspetti inizialmente; un po’ ripetitivi alla lunga, certo, ma il risultato ottenuto è di livello se teniamo anche conto degli effetti sonori e di un più che buon doppiaggio in lingua Inglese (cosa che mancava nella versione uscita a fine 2012) ben supportato dalla presenza di sottotitoli in Italiano e, nel caso a qualcuno tornassero utili, anche in Inglese e Russo. Infine il prezzo: acquistabile a poco meno di dieci euro nella sua prima versione, quella di cui oggi abbiamo parlato, rivista ed aggiornata e con tanto di doppiaggio interamente recitato, potrete trovarla nello store online di Phoenix Online Studios, ad un prezzo maggiorato, o su Zodiac. Si parla di 19,99 $ (conversione 1:1 in euro) ma, come avvisatovi tempo addietro, il pre-order consentiva l’acquisto ad un prezzo scontato tutto sommato ben ponderato, considerando anche una longevità totale che si attesta sulle almeno dieci ore di gioco.
SUPPORTIAMO GLI INDIPENDENTI
“Supportiamo gli indipendenti”, spesso se ne sente parlare o se ne legge nello spazio web. Non è una novità che molti piccoli team aprano campagne di finanziamento su Kickstarter o sfruttino possibilità offerte da altre iniziative. Proviamo soltanto un attimo ad immaginare cosa sarebbe potuto essere Face Noir con qualche fondo in più di sviluppo, sebbene le possibilità di non raggiungere la quota minima siano alte e chi segue con certo scrupolo campagne del genere sa che sono anche all’ordine del giorno. Col senno di poi, e con buone probabilità, ora staremmo parlando di una avventura grafica di pregio in ogni settore e per ogni comparto tecnico, adatta a tutti e consigliata perché intrigante e decisamente longeva. Così non è, purtroppo, non per mancanza di contenuti, ma l’importanza che fin troppi attuali videogiocatori danno alla “grafica” potrebbe rappresentare un ostacolo non da poco, soprattutto in virtù di quelle grafiche oggi lontane anni luce da produzioni più recenti, anch’esse indipendenti, e di una risoluzione in 4:3 che soltanto i veri amanti delle avventure riusciranno a mandar giù senz’alcuna difficoltà. Un vero peccato, quindi, che un prodotto come questo non abbia goduto delle risorse necessarie per puntare a qualcosa di meglio, ma probabilmente col sequel le cose miglioreranno…
Atmosfera noir e protagonista convincente |
7.5 | Grafica ed animazioni vittime del basso budget |
Varietà degli enigmi | Qualche enigma poco ispirato | |
| UNA MERITEVOLE AVVENTURA ITALIANA | ||

