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Recensione
TESTATO SU PC
7 ottobre 2014, 15:00

Gauntlet – Recensione

Abbiamo già parlato in precedenza di questo remake di un classico degli anni ottanta: Gauntlet, concludendo che il gioco si prestava soprattutto a un pubblico votato al party game piuttosto che a una esperienza in singolo, a causa di alcune mancanze nel gameplay per il genere di appartenenza. Il risultato finale è un prodotto tendenzialmente positivo, così come visto ed intuito in sede di anteprima, ma oggi ne parliamo più approfonditamente attraverso una recensione, cercando di mettere a fuoco i pregi e i difetti del titolo di Arrowhead Game Studios e WB Games.

Gauntlet

Solido ed efficace

Diciamo subito che il gioco non presenta una grande trama. Quattro avventurieri, un elfo arciere, un mago, una valchiria ed un barbaro guerriero, si ritroveranno di fronte all’entrata del Gauntlet, questo anomalo dungeon nel quale un oscuro figuro ci proporrà uno scambio equo: immense ricchezze per recuperare un prezioso artefatto. Detto questo, si tratterà soltanto di menar fendenti o palle di fuoco contro tonnellate di mummie. Strano che, pur mantenendo lo stile dinamico e semplice del gioco originale, Arrowhead non abbia praticamente mai inserito elementi che potessero spezzare la monotonia di gameplay, come qualche easter egg o qualche piccolo accenno all’intreccio narrativo. Un fattore questo che si rivela fondamentale, poiché rende di fatto Gauntlet un gioco monco del single-player.

Il gameplay consiste in un hack ‘n’ slash purissimo, nel quale la scelta di uno dei quattro personaggi comporterà diversi approcci di gioco. Il mago seguirà uno stile molto simile a quello di Magicka, con un cast di magie in base all’ordine di composizione dei tre elementi a sua disposizione. Il guerriero, resistente e forzuto, potrà falcidiare i nemici con attacchi rotanti e cariche devastanti. L’arciere è dotato di bombe a distanza e di una raffica di frecce non indifferente. La valchiria invece farà dello scudo il punto focale delle proprie abilità. Ognuno di questi eroi si distinguerà all’interno del dungeon grazie alle eterogenee tattiche richieste dallo stile adottato. Anche qui purtroppo, il multiplayer inevitabilmente dà il meglio del prodotto, comportando una scelta strategica e non un semplice nascondersi ed attaccare senza sosta. Gauntlet per il resto si sviluppa su binari piuttosto ben definiti: moltissimi livelli, difficoltà elevata, scarse possibilità di poter continuare dopo il game over (a meno di non avere, per l’appunto, molti soldi). Le monete d’oro che si trovano nel dungeon serviranno all’acquisto di oggetti come armature, armi ed artefatti dotati di varie caratteristiche e, cosa importante, definitivamente sbloccati una volta comprati. Allo stesso modo anche i giocatori progrediranno nell’ambito delle caratteristiche di combattimento e di gioco, ma senza complessi alberi delle abilità o punti esperienza: basterà infatti compiere determinati obiettivi (rompere dieci casse, uccidere 100 nemici e così via) per ricevere come ricompensa una “competenza”, un level up delle proprie skill praticamente, che accompagnerà l’eroe in questione anche nelle partite successive. Tirando le somme il software si comporta bene, rispecchia le caratteristiche del titolo originale, ma pecca un po’ di ripetitività, a causa della mancanza di livelli procedurali e della possibilità di scegliere, almeno dopo averli sbloccati la prima volta, i quadri già superati. Ad aumentare l’onnipresente senso di ridondanza poi contribuisce la scarsa varietà di nemici, davvero tre o quattro tipologie. Il primo tipo (la mummia classica) sarà praticamente ovunque, ed in quantità mostruose, rendendo il tutto davvero troppo omogeneo.

Graficamente Gauntlet risponde molto bene, sposando quella che è un’ambientazione se non originale, quanto meno non scontata e piacevole, assieme ad una gestione dei colori e delle texture di qualità. Contrariamente alla caratteristica principale di Arrowhead, che è sempre stata la grande saturazione dei colori, il gioco in questione presenta tinte più spente e diversamente gestite, come giusto che sia in un titolo meno sbarazzino ed irriverente di Magicka. Troveremo perciò delle pigmentazioni più morbide e delicate, dei tratti più curvilinei e spumosi, delle luci meno forti ma altrettanto efficaci. Queste ultime si manifestano in maniera eccezionale, grazie anche ad un’ottima riproduzione delle ombre e della nebbia, che spesso invaderà le fredde aule dei sotterranei di gioco. Molto belle anche le animazioni di gioco, in particolare gli incantesimi del mago, davvero variopinti e ben pensati. Le musiche sono interessanti, anche se mancano di varietà e di complessità, ad esclusione del main theme, tra l’altro merito del team di sviluppo originale, e non certo di Arrowhead che ha dovuto semplicemente rimasterizzarla. In ultima analisi, parliamo di un titolo ben sviluppato e dalle buone potenzialità di gioco, poco originale e poco approfondito sotto alcuni aspetti, ma sicuramente giocabile e fruibile.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Gauntlet è un remake vero, che rispecchia fedelmente le sensazioni e la frustrazione del primo titolo. Si parla difatti di un hack 'n' slash furioso e caotico, pieno di nemici e dalla difficoltà di gioco abbastanza elevata, e una realizzazione tecnica di grande fattura. Non possono non lasciare l'amaro in bocca alcune lacune, senza le quali, con qualche piccolo accorgimento ed elemento narrativo in più, avrebbero potuto evitare la grande monotonia di gioco che si prova immancabilmente in single-player.
Pro-1
Un vero remake
7
Contro-1
La modalità single-player risente della ripetitività
Pro-2
Graficamente gradevole
Contro-2
Si poteva inserire un intreccio narrativo
Pro-3
Bellissimo multiplayer
Contro-3
Nemici troppo ripetitivi
Meglio accompagnati che soli!
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