Gunbrick – Un cubo diverso dal solito
Nella ridda di applicazioni mobile che hanno invaso, nel bene o nel male, la nostra vita quotidiana e riempito le memorie dei nostri dispositivi, capita ogni tanto di imbattersi in qualche produzione che emerge dal mucchio e che, in definitiva, vale davvero la pena provare. Gunbrick è una di queste. Frutto dell’impegno e del bagaglio di esperienza dei ragazzi di Nitrome, software house con base a Londra specializzata prevalentemente in semplici browser game, Gunbrick punta ad un elevato standard qualitativo, dopo la recente uscita in free to play di Platform Panic, per emergere dalla pantagruelica massa di titoli molto simili che infestano da anni gli store digitali iOS ed Android. Fortunatamente ci riesce (anche se con qualche mancanza che vedremo a breve), in modo semplice, immediato e, perché no, anche divertente.
TI FACCIO UN CUBO COSÌ
Grandi premesse narrative che ci introducono nello strampalato mondo cubico di Gunbrick non ve ne sono; così come non si riscontrano grandi pretesti per collegare i circa trentasei livelli di questa applicazione. All’inizio, tutto ciò che dobbiamo sapere ci viene fornito da una brevissima introduzione che ci rimanda, come dicevamo, ad un mondo spigoloso, in cui i ragazzini non anelano la classica bicicletta..bensì l’ultimo modello di un particolare mezzo di trasporto…cubico. Forse non sarà il massimo della comodità, ma sembra essere funzionale al nostro protagonista che, dopo averlo ordinato su internet, lo vuole provare immediatamente. Iniziamo così a coadiuvare il nostro alter ego, “rotolando” per i livelli e seminando la distruzione ovunque ci dirigiamo. Sotto questo punto di vista il level design sembra esser studiato in modo certosino per sfruttare le caratteristiche del cubo in nostro possesso e per crearci qualche grattacapo in determinate sezioni puzzle che richiedono la giusta dose di ingegno. Gunbrick infatti non è solo un semplice platform; esso presenta una curva di difficoltà che si va via via innalzando al proseguire dell’avventura grazie all’introduzione, senza grandi strappi violenti, di meccaniche di gioco e puzzle ben riusciti, del tutto in linea con le abilità acquisite dal giocatore. I controlli, intuitivi ed alquanto immediati, aiutano in tal senso. “Swipe” e “tap” sono le parole d’ordine; ovvero tutto ciò che ci occorre sapere per giungere indenni alla fine dei brevi stage. Grazie allo swipe del dito sul touch screen il cubo “rotolerà” nella direzione indicata, mentre il rapido tap permette di utilizzare l’arma in dotazione al peculiare mezzo di trasporto.
Ebbene si, il colorato cubo possiede, su un lato, un’arma che si rivela indispensabile per il prosieguo dell’avventura. Oltre ad eliminare i nemici che infestano i livelli o premere i pulsati di attivazione sparsi qua e là, l’arma è un succedaneo del canonico salto e risulta utilissima per creare una spinta propulsiva dal basso verso l’alto, oppure di lato (a seconda della posizione del cubo), che permette di raggiungere piattaforme altrimenti fuori dalla nostra portata. Un simpatico espediente che nel complesso risulta davvero ben implementato e funzionale nell’economia di gioco. A ciò si deve aggiungere anche uno “scudo”, situato nella faccia opposta all’arma, che consente di proteggersi dalle trappole e dai pericoli che infestano i livelli. Ovviamente, a patto che il cubo ricada esattamente con lo scudo rivolto verso la minaccia; altrimenti in un attimo il povero protagonista cubico si ritrova a saltare in aria in mille pezzi, con conseguente retry dal checkpoint (anche questi ottimamente implementati) più vicino. Ciò ci porta ad affinare l’ingegno e a pensare in via preventiva ai movimenti futuri, in modo da coordinare bene le due risorse a disposizione.
Nel complesso tutto funziona davvero bene, complice, come accennavamo poc’anzi, un level design caratteristico, ben assortito e ricolmo di ostacoli, inversioni di gravità e puzzle da superare con l’ingegno e con la giusta dose di difesa ed attacco. Interruttori si alternano a trappole d’ogni sorta; piattaforme sospese necessitano di un nostro intervento per essere attivate e raggiunte e così via, in un mix ben amalgamato che fa della precisione il proprio leit motiv. L’unico rimpianto si palesa allorquando si parla di longevità e rigiocabilità. Gli stage, seppur ben fatti, sono comunque brevi e – salvo rari casi – terminano sin troppo in fretta, portandoci velocemente alla conclusione dell’avventura. Un vero peccato, considerando anche il fatto che il fattore rigiocabilità è relegato in un angolo. Purtroppo gli sviluppatori hanno deciso di non implementare le consuete feature, da sempre presenti in giochi appartenenti a tal genere. Mancano infatti gli incentivi per riprendere in mano Gunbrick una volta terminato; nessun punteggio, nessun obiettivo o sfida secondaria ad abbellire e rimpolpare l’offerta.
Gunbrick, al di là di queste piccole mancanze, si presenta comunque davvero bene. A sostenere ed abbellire gli stage ci pensa anche un grazioso comparto grafico bidimensionale che, per quanto semplice possa essere, rende l’esperienza di gioco fresca, simpatica ed assolutamente godibile, grazie alla mai abusata tecnica della pixel art, la quale contribuisce a dare al tutto un taglio tipicamente cartoon. Anche il comparto sonoro si attesta sulle stesse corde, svolgendo senza infamia e senza lode il compito di accompagnare l’azione di gioco.
Divertente |
7.5 | Breve |
Level design ben studiato e, a volte, impegnativo | Mancano incentivi per invogliare la rigiocabilità | |
| Un platform... cubico | ||

