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Recensione
TESTATO SU PC
11 settembre 2013, 12:00
Guncraft
Guncraft mobile

Guncraft – Recensione

Guncraft è un FPS sandbox online che riprende le dinamiche del celeberrimo Minecraft, inserendole in un contesto stile Battlefield. Le premesse per un buon titolo ci sono tutte, ma gli sviluppatori di Exato Game Studios saranno riusciti ad amalgamare i due stili di gioco che si prefigge di fondere? L’impresa è ardua, già in passato molti team di sviluppo hanno toppato sotto quest’aspetto, vediamo insieme come è andata in questo caso…

guncraft-evidenza

NON CI CAPISCO UN CUBO

La trama è, ovviamente, assente. Questo non è un punto negativo, ma un dato di fatto: lo scopo del gioco è partecipare a vari tipi di battaglie, in pieno stile sandbox. Avremo pertanto la possibilità di collegarci in vari server (numerosi, ma spesso poco popolati e di difficile accesso), che ci proporranno varie metodologie di partita. Dal deatmatch totale a quello a squadre, fino ad una frenetica modalità ad ondate, con gli umani che fronteggiano i bot. E’ anche data la facoltà di modificare le varie classi da scegliere durante i match (assaltatore, ingegnere, demolitore e così via), in maniera piuttosto completa: colori, skin (acquistabili), armi ed abilità varie. Purtroppo però tutto si ridurrà nello sparare al nostro prossimo, in un mondo fatto di cubetti poligonali e nient’altro. La prima critica deve essere mossa al sistema di controllo, ad esclusione del mouse, che è collegato ovviamente all’arma principale: è davvero difficile e poco immediato riuscire a cambiare controllo degli strumenti ed iniziare a costruire barricate o quant’altro, soprattutto nel bel mezzo del fuoco incrociato. Ovviamente, in alcuni tipi di mappa sarà possibile selezionare preset di costruzioni, attraverso scorciatoie anch’esse poco pratiche. Il sistema di costruzione si basa sul principio dell’accumulo di risorse monetarie (date dalle kill o dalla distruzione dei blocchetti che compongono il mondo di gioco) da reinvestire nella costruzione. L’idea è promettente, ma la realizzazione in-game è pressoché impossibile. Innanzitutto perché durante le varie partite redazionali non c’è stato verso di incontrare qualche altro utente che si prodigasse nella sana attività di manovale, ed in seconda, ma non meno importante battuta, perché tendenzialmente non esistono modalità dove venga esaltata l’utilità delle possibilità sandbox, anzi… Continuando l’analisi del comparto “minecraftiano” notiamo una evidente scopiazzatura del mondo di Notch, anche ben riuscita e realizzata: i blocchi sono colorati ed accattivanti, le skin dei personaggi e delle armi simpatiche, così come i mezzi di locomozione e di distruzione a nostra disposizione. Il gameplay invece, al contrario dell’illustre capostipite, risente della mancanza delle regole basilari della fisica. Tutti sanno oramai che nel fatato universo dei blocchi Mojang questi non cadono, anche se circondati dal vuoto. Stessa cosa in Guncraft, con risultati poco soddisfacenti. Se, forse, la vera bellezza di un FPS così povero graficamente sta proprio nella libertà di distruggere qualsiasi cosa, sarebbe stato preferibile fare in modo che le componenti delle mappe crollassero se danneggiate. Invece, usare un bazooka contro edifici et similia non farà altro che far sparire qualche cubo, nulla più. Più in generale, manca la sensazione di divertimento puro e semplice, dato dalla possibilità di radere al suolo un mondo intero, che ci si aspetterebbe. Passando invece all’aspetto più shooter, non si possono presentare vere e proprie rimostranze: non siamo di fronte alla simulazione militare next-gen, ma nonostante questo i soldatini fanno il loro lavoro, sparando e facendo esplodere uomini e cose, come è giusto che sia.

Grafica e comparto audio sono molto semplici. Il primo reparto strappa la sufficienza grazie a delle ambientazioni sempre molto simpatiche e colorate, una bella resa delle armi e delle strutture di gioco, nonché la possibilità di inviare i propri elaborati attraverso il Workshop, rendendo l’universo di gioco piuttosto complesso e dinamico. Grandi assenti invece le musiche, che non danno davvero nulla al gioco, neanche la “compagnia”. Cosa ben più grave gli effetti ambientali: non all’altezza del compito di dover simulare un campo di battaglia. Insomma, Guncraft è una bella favola, partita bene, ma destinata a concludersi male. Iniziato infatti su Kickstarter, accolto dal pubblico come grande promessa del mondo indie, il titolo aveva i numeri per sfondare. L’entrata su Steam aveva confermato le aspettative, disilluse poi sui server di gioco. L’errore è stato sicuramente eccedere nelle feature di gioco, portandone poche a compimento. Gli sviluppatori infatti non hanno capito che il punto di forza sarebbe dovuto essere il sandbox, non l’arena vera e propria; se a questo si aggiunge un’interfaccia ostica, dei server ballerini, ed oggettivamente pochi utenti online, il danno è fatto. L’unica nota positiva è che, data la validità dell’idea, si è sempre in tempo per migliorare. Agli indie tutto è permesso!

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Guncraft, come il suo collega Ace of Spades, parte da una buona idea, perdendosi poco dopo. La vera novità infatti era rappresentata dalla componente sandbox da dover saggiamente mescolare con lo sparatutto. Mappe dove la componente ambientale rende difficile uccidere l'avversario, tempi di attesa per la costruzione, e tanti altri sarebbero potuti essere gli escamotage attraverso i quali raggiungere quest'obiettivo. Così non è stato ed Exato Game Studios ci fornisce solo un FPS in un mondo a blocchi pixellosi, un po' poco per quattordici euro!
Pro-1
FPS e sandbox insieme...
5
Contro-1
... Ma mal implementati
Pro-2
Ambientazione accattivante
Contro-2
Comandi di gioco ed interfaccia ostici
Pro-3
Tanti blocchetti su cui sparare
Contro-3
Comparto audio insufficiente
DELUDENTE
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