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Recensione
TESTATO SU PC
17 marzo 2015, 9:28

Hand of Fate – Non chiamatelo card game

Negli ultimi anni dove il mercato videoludico è letteralmente esploso abbiamo avuto la fortuna di provare ogni tipo di modalità e anche meccaniche una volta considerate impossibili oggi sono state esplorate. Nel 2015 l’originalità è una delle merci più rare che uno sviluppatore possa offrire ed è innegabile che Hand of Fate ne abbia in abbondanza. Creato Defiant Development team divenuto famoso grazie a Rocket Bunnies, gioco che ha saputo guadagnarsi il suo spazio nell’affollatissimo mercato mobile, li ritroviamo con un titolo in uscito per le console next gen che cerca il suo pubblico tra gli amanti dei roguelike, degli RPG hack & slash e dei card game. Se pensate  che questi tre elementi fatichino a mescolarsi in maniera omogenea, non possiamo darvi torto, ma Hand of Fate vi dimostrerà che vi state sbagliando. Vediamo insieme perché questo gioco è diverso da tutti gli altri.

Credi nel cuore delle carte?

Mentre vi state sedendo al tavolino un oscuro mago mescolerà le carte che decideranno il vostro destino. È cosi che inizia Hand of Fate, senza tanti giri di parole, ma con un’atmosfera densa e ottimamente realizzata che permette al giocatore di intuire quello che non dicono i testi. La prima peculiarità del gioco la si vede nei dungeon proposti, un roguelike è per definizione un gioco dove gli eroi vagano attraverso ambienti generati casualmente e scoprono cosa li attende passo dopo passo. In Hand of Fate succederà la stessa cosa, ma saranno le carte a formare i labirinti. Queste saranno posizionate a creare un percorso con più direzioni che potrete percorrere avanti e indietro cercando l’evento che permetterà di scendere al livello successivo cosa che porterà ad un nuovo giro di mazzo. Quando l’oscura figura davanti poserà sotto il vostro naso i dorsi delle carte inizierà il gioco vero e proprio. Nelle vesti di un misterioso viaggiatore potrete muovere una pedina che potrà spostarsi attraverso le carte adiacenti, ad ogni movimento un dorso rivelerà il suo contenuto e la sua abilità si attiverà nel gioco. A seconda della carta su cui finirete potrete trovare un equipaggiamento, oppure incontrare dei nemici o subire delle imboscate o essere protagonisti di altri eventi decisi dal fato. Non mancheranno le carte di potenziamenti o malus permanenti o oggetti utili per ripristinare la nostra salute e tutto quello che ci aspetteremmo di trovare in un RPG. Tutto questo però non è mai prestabilito, ma varia a seconda delle carte che usciranno, cosa che permette di provare partite sempre differenti. La struttura del gioco è indubbiamente originale e le carte sono numerose e bilanciate abbastanza bene, naturalmente il fattore fortuna è sempre predominante e alcune partite saranno più semplici di altre. Non mancheranno alcuni elementi gestionali, ogni vostro movimento tra le carte consumerà del cibo e rigenererà un po’ la salute, una volta che le scorte saranno terminate ad ogni passo subirete dei danni, li starà a voi decidere se tornare indietro fino al mercante più vicino o tentare la sorte cercando l’uscita del dungeon. È impossibile non giocare a Hand of Fate senza pensare alle avventure testuali, la struttura per molti aspetti la ricorda, ma la veste grafica lo porta ad essere più che altro una degna evoluzione per un genere che al contrario di quanto molti pensano, ancora esiste.

Le fasi di combattimento si risolvono in una arena dedicata dove impersonando un barbaro dovremo sconfiggere nemici con un battle system che ricorda la versione, molto semplificata, di quello provato in Batman: Arkham series. Dentro ristretti battleground troverete vari tipi di nemici che vi attaccheranno seguendo un determinato timing, conoscere i tempi di reazione dei nemici sarà fondamentale per organizzare al meglio parata e offesa. Su alcuni tipi di avversari sarà possibile effettuare una contromossa eseguendo l’apposito comando quando verremo attaccati, cosa che ci verrà segnalata da una icona sopra la loro testa. In alternativa il nostro guerriero potrà sempre cimentarsi in rapide schivate con delle capriole degne di Gears of War. Volendo potremo facilitare i combattimenti giocando determinate carte che ci daranno dei bonus oppure, quando le troverete utilizzando armi decisamente più potenti rispetto alla media. Oltre ai combattimenti classici che avvengono contro un numero elevato di nemici dovremo affrontare percorsi pieni di trappole mortali o sconfiggere boss particolarmente potenti. Nel caso tutt’altro che remoto che i nemici vi eliminino allora ripartirete da inizio livello, una mescolata al mazzo e dovrete sperare che la fortuna sia più generosa con voi in termini di avversari e di equipaggiamento.

Hand of fate propone dodici livelli, generati casualmente, ognuno termina con un immancabile boss generalmente abbastanza ostico da causare non pochi problemi. Gli scontri con i nemici di fine livello sono ben fatti, anche se per la stessa natura del gioco dopo un po’ tendono ad essere ripetitivi, fortunatamente saranno sempre diverse le condizioni in cui affronterete questi temibili avversari. Procedendo con l’avventura sbloccherete anche l’infinity mode, dove il gioco diventa un roguelike a tutti gli effetti. Nella prima modalità che potremmo definire “campagna” avrete la possibilità di selezionare alcune carte che vorrete usare per imporre alcune condizioni alla storia, nella seconda invece tutto è generato casualmente, inoltre troverete alcune carte inedite che porteranno altri modificatori alla vostra avventura. La longevità complessiva è indubbiamente alta e i numerosi elementi a disposizione permettono di giocare tante partite prima di incontrare elementi già visti e iniziare a provare un po’ di noia.

Dal punto di vista grafico ci troviamo di fronte a un buon livello per un team indipendente. I nostri eroi non potranno essere personalizzati ed è innegabile che i loro modelli non siano perfetti. Nonostante alcuni difetti si può notare la cura posta dei creatori per realizzare il massimo possibile con il budget a disposizione. Le armi sono variegate ognuna con un suo modello ben realizzato e lo stesso si può dire per tutti gli elementi di gioco. Le musiche proposte funzionano e accompagnano bene, ma sotto questo aspetto la parte del leone la fa la voce narrante che crea gran parte dell’atmosfera.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Hand of fate è un coraggioso insieme di generi differenti: troviamo una natura roguelike, un battle system da gioco moderno, e una narrazione ben strutturata da avventura testuale. Questi tre aspetti sono uniti in maniera ponderata e il risultato è indubbiamente divertente. Alcuni problemi, probabilmente causati dal budget ridotto sono presenti, ma è innegabile che il gioco di Defiant Development meriti di essere provato, sopratutto dagli amanti dei roguelike che cercano qualcosa di nuovo e possibilmente non in grafica ASCII.
Pro-1
Originale
8
Contro-1
Il lato fortuna a volte è ancora troppo predominante
Pro-2
Mescola con ottimi risultati generi in teoria incompatibili
Contro-2
Battle system buono, ma poteva essere più bello
Pro-3
Buona longevità
CORAGGIO E TALENTO
COMMENTI