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Recensione
TESTATO SU PC
3 novembre 2013, 12:20
How to Survive
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How to Survive – Recensione

Sembra proprio che Halloween non sia ancora passato, la febbre degli zombie è tutt’altro che guarita e la sopravvivenza dei poveri sventurati che si addentrano ancora in questo turbinio di prodotti videoludici e cinematografici a sfondo horror è messa a dura prova. Noi di Z-Giochi non potevamo essere da meno, come da nostra abitudine ci siamo gettati a capofitto in una nuova avventura di sopravvivenza horror che ci ha visti tentare la sorte in un arcipelago tutt’altro che tranquillo. Il gioco in questione è How to Survive, ultima fatica della casa EKO Studios, e sarà proprio una vera fatica quella che vi si presenterà d’innanzi mentre tenterete in tutti i modi di farvi strada tra orde di fameliche creature tutt’altro che lente e silenziose, cercando di far salva la pelle.

Un arcipelago che richiama alla mente giochi come Dead Island e Far Cry 3 e che sotto un certo punto di vista unisce le migliori qualità e i peggiori difetti di entrambi i titoli in un unico gioco che metterà alla prova i vostri nervi e la vostra capacità di centellinare ogni singolo colpo. Il prodotto merita attenzione, ma non sarà solo il vostro avatar a dover sopravvivere… Curiosi? Bene, proseguite con la lettura e preparatevi ad immergervi in un mare di sangue!

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TRAMA: QUESTA SCONOSCIUTA

Avviato il gioco, non ci sarà spazio per un intro illustrativa o una voce narrante che vi farà accapponare la pelle con racconti dell’orrore, anzi, tutta l’avventura spazierà tra horror e macabro divertimento, con fasi di combattimento frenetico e piccole scenette demenziali, accompagnate da sottofondi ritmici e che spezzano totalmente la tensione. Che sia un bene o un male, lasciamo a voi l’ardua sentenza, ma abbiamo trovato questi intermezzi utili per tirare un sospiro di sollievo in quei momenti di panico che soprattutto verso la parte finale del gioco ci vedevano circondati da aberranti creature mutate dal “Virus Z“. Tornando all’incipit dell’avventura, il nostro avatar presenterà peculiarità differenti a seconda del personaggio che andremo a scegliere poco prima dell’inizio della partita, i soggetti selezionabili saranno tre, due uomini e una donna, ognuno con bonus e malus differenti, quali: maggior forza a discapito di poca resistenza, mira aumentata a discapito di poca forza e per finire resistenza e forza aumentate a discapito di poca mira e capacità di sopravvivenza. Scelto il nostro “eroe” ci troveremo spiaggiati su un’isola, lo shock sarà tale da farci dimenticare totalmente cosa sia successo prima di quel momento, e cosa più strana, sembra che tutti i sopravvissuti dell’arcipelago, abbiano lo stesso nostro problema. Non sarà chiaro fin da subito se il Virus sia un qualcosa di circoscritto all’ammasso di rocce e sabbia su cui siamo naufragati, e durante l’avventura starà a noi trarre le giuste conclusioni in merito. Recuperata un’arma rudimentale e apprese le poche informazioni che un sopravvissuto infetto ci darà poco prima di indirizzarci verso il suo campo, starà a noi farci largo tra la boscaglia e i non morti, a proposito di questo, sembra che il nostro alter-ego si senta totalmente a suo agio in situazioni così bizzarre, circondato da cadaveri e da interiora sparse un po’ ovunque, poco interessato a ciò che gli si parerà d’innanzi di lì a poco, capace solo di menar fendenti e correre verso la costa opposta dell’isola.

A questo proposito è forte la mancanza di una storyline: una sorta di trama o sottotrama che ci permetta di far luce su cosa sia successo, su chi siamo e dove stiamo andando. Purtroppo a molte di queste domande non verrà data risposta e moltissimi saranno i quesiti aperti che non verranno presi in considerazione ai fini della “storia”. Sapremo solo lo stretto necessario e ci dovremo fidare di sconosciuti infetti e non, che ci diranno cosa fare e come farlo, senza darci un minimo di scelta o una ragione valida. Questo vi potrebbe bastare per capire l’intensità narrativa davvero blanda che viene offerta al giocatore. Saremo in totale balia degli eventi, un intreccio di “corridoi” delineati tra i boschi, che dovremo percorrere a testa bassa sperando di trovare sul nostro tragitto, oggetti, pozze d’acqua potabile e animali da cacciare. Punto. Certo vi sembrerà un modo piuttosto sbrigativo per descrivere un gioco di sopravvivenza, ma in fin dei conti questo sarà tutto quello che si potrà fare, la dimensione dello scenario di gioco, condito dalla limitata possibilità di esplorazione metterà a dura prova il vostro cervello, che a metà avventura farà i bagagli e vi abbandonerà sull’isola abitata dagli zombie.

CREA ARMI O MUORI PROVANDOCI

Con il crescere dell’esperienza e della difficoltà iniziano a vedersi i pregi del prodotto, in primis la possibilità di creare armi recuperando oggetti dai cadaveri e dai rifugi sparsi per le isole. Nelle fasi di ricerca abbiamo riscontrato un “problema” che può risultare frustrante per molti giocatori, mentre per altri potrebbe sembrare un ulteriore ed esponenziale aumento della difficoltà di gioco, ovvero la mancata presenza di luci o segnali visivi che evidenzino gli oggetti utili. Ovvero, ogni zombie o creatura uccisa lascerà oggetti utili alla sopravvivenza, ma tali oggetti non ci verranno indicati a schermo, e spesso capiterà di passare sopra a cadaveri pieni di loot senza nemmeno accorgersene. Questa mancanza è più importante di quanto possa sembrare, chi vi scrive apprezza l’assenza di segnali che aiutino i giocatori a compiere la propria avventura senza intoppi, ma ci sono moltissimi altri giocatori che avrebbero apprezzato di più il contrario, avere la possibilità di vedere con i propri occhi cosa è possibile raccogliere dai cadaveri o in giro per la mappa.

L’utilizzo degli oggetti sparsi per le isole, sarà a vostro totale piacimento, unire un ramo, un filo e degli strumenti identificati come “ingranaggi”, vi permetterà di creare una utilissima canna da pesca, indispensabile per fornire nutrimento al personaggio. Lo stesso ramo flessibile potrebbe essere unito sempre ad un filo per creare un arco o ancora, unire il legno ad un coltello creerà una freccia. Insomma tutto sarà indispensabile ai fini dell’avventura ma è effettivamente così difficile sopravvivere su un’isola infestata da zombie? Inizialmente sì, ma con il prosieguo della trama e la crescita del vostro personaggio, il fattore sopravvivenza scemerà verso l’inesistente. Infatti aumentando l’esperienza e posizionando i giusti indicatori di livello nei rami adeguati nel menù abilità, il vostro Eroe perderà forza con meno velocità, o richiederà una quantità minore di cibo per vivere decentemente, stessa cosa per l’acqua e le ore di sonno. Alla fine della storia vi troverete a gestire una vera macchina da guerra, un Terminator di zombie senza scrupoli, armato fino ai denti e privato delle fondamentali necessità.

Il vero fiore all’occhiello di How to Survive saranno le armi craftabili. Come detto poco sopra starà a noi scegliere come utilizzare gli strumenti messi a nostra disposizione, ma tutto questo viene unito alla capacità di creare armi di distruzione di massa, unendo ad un fucile spara chincaglierie una motosega rudimentale, o ancora unire un lanciafiamme ad una sparachiodi. Tutto sarà possibile, grazie ai numerosi manuali reperibili esplorando la foresta e le case diroccate in giro per le isole. Tali manuali, saranno il vero tocco di genio, e daranno vita ad esilaranti scenette macabre e narrate dalla voce di un sopravvissuto messicano di nome Kovac. Tale personaggio rappresenterà l’unico elemento del gioco caratterizzato al meglio, con una propria personalità, esplosiva e coinvolgente e un suo modo di vedere la spiacevole situazione che sta vivendo in maniera totalmente positiva. Per lui sarà un gioco, uno scherzo, ma vi darà un notevole aiuto sia durante le prime fasi di gioco che verso il finale, per non parlare delle sue Kovac’s Rule: Regole fondamentali per la vostra sopravvivenza.

Con l’alternarsi di giorno e notte, ci saranno un numero maggiore di elementi spiacevoli da prendere in considerazione, se non bastasse già la mancanza di chiara visibilità e l’aumento della stanchezza del vostro alter ego, con l’avvento del’oscurità il numero delle creature aumenterà notevolmente e ad esse si aggiungeranno aberranti “cose” dalle sembianze umane, ma disgustose, che silenziosamente vi attaccheranno da tutte le direzioni. Tali creature non paura di voi e nonostante le attaccherete ripetutamente non accenneranno ad indietreggiare né a diminuire di numero, cercando di dilaniarvi in qualsiasi modo. Non potrete scappare né nascondervi, loro vi troveranno, l’unica maniera per riuscire a sopravvivere nelle ore notturne, sempre che non vi siate rifugiati in un fortino ben protetto, sarà quello di accendere un fuoco, o accecarle con una torcia stando bene attenti a non finire in un agguato, scoprendo la schiena ad eventuali pericoli.

La possibilità di appiccare fuochi sarà limitata, non potrete accendere un piccolo fuocherello dove vi capiterà ma potrete correre fino a che non troverete un campo delimitato da case o rocce, se avrete fortuna potrete imbattervi in un rifugio creato da Kovac, per l’occasione. Ma non pensate nemmeno per un momento che basti aprire il portone e chiuderlo alle vostre spalle per avere un sicuro riparo. Infatti una volta entrati, una sirena inizierà a suonare, richiamando ogni creatura vivente e non che sia nei pressi dell’accampamento. Scopo di tutto questo: rendere la zona sicura per la notte. Una volta liberata l’area avrete la possibilità di chiudervi dentro, recuperare oggetti, sfamarvi e dormire ed essere in forze per la mattina seguente.

PROVIAMOCI ASSIEME

Se non vi fossero bastate le 6 ore di campagna principale, i programmatori hanno inserito nel gioco la possibilità di giocare online in una sorta di cooperativa a sfide. Noi l’abbiamo provata e sono bastati i primi 5 minuti per capire a cosa stessimo andando in contro. In tale cooperativa ci troveremo assieme ad un nostro amico a dover affrontare una sfida a checkpoint, ovvero ci verranno dati degli oggetti sparsi per la già conosciuta spiaggia. Con tali oggetti dovremo sopravvivere a orde di zombie, dal numero raddoppiato, fino ad arrivare ad una zona sicura prima che arrivi la notte o l’inevitabile morte per stenti. Questa modalità cooperativa è risultata tediosa sulla corta come sulla lunga distanza, la limitata presenza di oggetti causa una precoce morte e la distanza tra un checkpoint e l’altro è davvero abissale, tanto da far perdere la voglia ai sopravvissuti. Non vi consigliamo di mettervi alla prova in queste sfide se non avrete una notevole dimestichezza nelle basilari meccaniche del gioco, anche se nonostante la vostra conoscenza di tali meccaniche dubitiamo che vi possa essere d’aiuto in alcune situazioni più pericolose. Sotto questo aspetto riteniamo che si potesse fare molto di più anche solo aggiungendo un numero differente di sfide, magari con diversi obbiettivi, come per esempio: la possibilità di “gareggiare” con l’avversario per arrivare prima di lui in un rifugio sicuro. Sarebbe bastato davvero pochissimo per rendere la coop un elemento divertente oltre che un’aggiunta indispensabile per il gioco. Infine, gradita la possibilità di giocare la storia principale in cooperativa in cui il divertimento e la difficoltà aumentano, inizialmente, in quanto i nemici saranno presenti in numero maggiore e saranno notevolmente più forti, nonostante ciò la ripetitività delle situazioni farà tornare presto il gioco ai livelli della campagna in singolo.

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IN CONCLUSIONE
How to Survive non è un prodotto facile da valutare, presenta numerosi spunti creativi e divertenti che facilmente lo renderebbero un buonissimo gioco d'azione, a discapito di un fattore sopravvivenza che diminuisce considerevolmente con il prosieguo della storia. Ma vi sono più difetti che pregi in questa ultima fatica di EKO Studios. Arrivati ai titoli di coda si rimane con troppe domande aperte e con l'amaro in bocca, la poca varietà di ambienti, di nemici e di situazioni in generale lascia il giocatore attonito difronte ad una spesa che sarà difficile da digerire (13.99 €). Non è sicuramente un gioco da prendere sotto gamba, ma diciamo che a conti fatti non porta qualcosa di nuovo al genere, anzi sotto certi aspetti l'intera esperienza risulta limitata. Giocato fino alla fine, How to Survive mette in risalto come si potesse fare molto di più per divertire i giocatori, magari aggiungendo un pizzico di pepe in più, essenziale per giustificarne la spesa. Riteniamo quindi che How to Survive possa servire da esempio ai propri creatori per costruire in futuro un prodotto che rispetti o superi le aspettative, che possa effettivamente mettere il giocatore di fronte ad un'esperienza difficile da dimenticare, con una sana dose di difficoltà non semplicemente dovuta al numero di nemici a schermo, ma ad una gestione di fattori naturali ed umani più approfondita.
Pro-1
Buon sistema di crafting
6
Contro-1
Fattore sopravvivenza ridotto all'osso
Contro-2
Notevole ripetitività negli ambienti e nelle situazioni affrontabili
Contro-3
Prezzo troppo elevato considerata la qualità del titolo
BYE BYE CERVELLO
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