Hyperdimension Neptunia Re;Birth1 – Recensione
Non ci saremmo mai aspettati di rivedere la tenera Neptune così presto ed in una veste così rinnovata. Hyperdimension Neptunia Re;Birth1 è un titolo sviluppato dalla inossidabile Compile Heart, software house interna ad Idea Factory la cui storia, se si guarda al suo passato da publisher/developer, è costellata di produzioni – principalmente T-RPG – che salvo rari casi sono rimaste confinate in terra nipponica. Gli accaniti divoratori di pietanze videoludiche orientali probabilmente conosceranno già ciò a cui ci riferiamo. La compagnia, fondata nel 1994 e con base nel quartiere fashion di Tokyo, in Occidente (principalmente Nord America) è conosciuta per alcune saghe (e relativi spin off) apparsi con ovvio ritardo rispetto la madrepatria sulle console casalinghe e portatili e PC occidentali. Nel nostro Bel Paese purtroppo la passione per le produzioni giapponesi non ha mai avuto grandi riscontri e ci siamo sempre dovuti arrangiare, accontentandoci di ciò che passava dal “filtro” del mercato nordamericano.
Ad ogni buon conto, noi – europei in generale – siamo riusciti a mettere le mani sulle serie di Generation of Chaos, Agarest, Blazing Soul ed Hyperdimension Neptunia, giusto per citare quelle che hanno beneficiato di più pubblicazioni, e l’unica novità Monster Monpiece. Ora, con l’avvento di una nuova generazione di console casalinghe e portatili che sembra fatta a bell’apposta per definire più chiaramente le parole “remake” e “remastered” e non – come temeva qualche ingenuo – per regalare al mondo IP originali, tali serie ritornano (di Generations of War vi invitiamo a leggere la recensione PC) in edizioni ultimate (ma sarà davvero così?) con qualche revamp, tutti i contenuti usciti nel corso degli anni e giusto piccole novità per riaccendere la passione e giustificarne l’acquisto. Una di queste è Hyperdimension Neptunia, approdata un po’ di tempo fa nell’ammiraglia di casa Sony con critiche altalenanti ed un paio di sequel (MK2 e Victory), che ora è in procinto di “rinascere” portatile in un momento non esattamente tra i più rosei per PlayStation Vita. Infatti l’assenza dell’handheld e di grossi annunci per lo stesso si è fatta decisamente notare alla Gamescom di quest’anno, nonostante le parole rassicuranti – e leggermente alienate – di Shahid Kamal Ahmad il quale promette decine di giochi in arrivo, ma si dimentica di spiegare che la maggior parte sono porting di giochi indie già disponibili ed in offerta altrove o, come Tales of Hearts R, remake (infatti la “R” stranamente sta per remake). La speranza è l’ultima a morire e Hyperdimension Neptunia ha l’ambizione di presentare la “rinascita” del brand, dunque non ci resta che tornare nel mondo di Gameindustri e vedere cos’ha in serbo per noi.
CONSOLE WAR EVOLVEDHyperdimension Neptunia è sicuramente un gioco atipico che, al di là delle critiche contrastanti, ha saputo inserirsi in una piccola nicchia evoluzionistica videoludica, divertendo per il suo setting originale e la simpatia della trama. Gameindustri è un mondo conteso da eoni da quattro CPU (Control Patron Unit), White Heart, Purple Heart, Green Heart e Black Heart; queste sono le principali – e procaci – divinità protettrici dei quattro distretti del mondo di gioco i quali hanno nomi evocativi: Lowee, Laistation, Leanbox e Neptune. Le divinità e i loro fedeli seguaci combattono una eterna lotta, chiamata Console War, per la supremazia finale. Proprio durante uno degli epici scontri che hanno luogo a Celestia la povera Neptune (da identificarsi con la mai nata console Sega, Neptune appunto, successiva dello sfortunato Dreamcast) precipita sulla Terra, dove viene trovata e tratta in salvo da una giovane studentessa di infermieristica. Una volta risvegliatasi, Neptune si trova nella sua forma umana, non ha più alcuna memoria del suo passato, o della sua missione. Decide quindi, assieme alla sua nuova amica, di intraprendere un viaggio lungo le quattro regioni di Gameindustri per scoprire la sua identità e, nel farlo, dovrà farsi strada in un mondo minacciato dai sempre più frequenti attacchi di mostri manovrati da una forza più oscura. La follia della trama dunque non è altro che una simpatica e lucida satira sul mondo videoludico e sull’inutile rivalità che contrappone da sempre i seguaci di una console o dell’altra. L’avventura è infatti ricolma di citazioni ed omaggi alla storia e al presente del settore e, visti i tempi che corrono, una risata è sempre gradita. Hyperdimension Neptunia Re;Birth1 (il numero significa che esiste già un secondo episodio, uscito da poco in Giappone) oltre ovviamente a parte della trama risulta essere sì un porting del primo episodio ma smussato nelle imperfezioni, rimaneggiato attingendo a piene mani dalle migliorie apportate in MK2 e Victory ed arricchito da un revamp generale della storyline, dei nuovi comprimari e dei dialoghi che, come al solito, costituiscono una parte preponderante dell’esperienza e che potrebbe non incontrare il gusto dei meno avvezzi. Non solo, anche il gameplay ha subìto notevoli modifiche, adattandosi meglio alla filosofia portatile.
Procediamo con ordine. Hyperdimension Neptunia Re;Birth1 da buon JRPG si suddivide principalmente in due parti: la sezione che potremo definire “gestionale” e quella più propriamente detta di esplorazione e di combattimento. La parte gestionale si sostanzia nell’interazione con il mondo di gioco rigorosamente bidimensionale in cui è possibile passare da una città all’altra, interagire con gli NPC (i quali solitamente forniranno nuovi progetti per il crafting) oppure vedere i dungeon ed altri spot che compaiono via via che si prosegue con l’avventura. Quando non si combatte dunque è possibile gestire a fondo il proprio party, visitare il vendor, raccogliere informazioni, masterizzare CD, floppy e cassette per potenziare la combattente, ed accettare missioni dalla Gilda cittadina – stile Monster Hunter, per intenderci – le quali mettono in palio soldi ed altri oggetti utili non solo per arricchire il proprio inventario ed equipaggiamento, ma anche per l’interessante fabbricazione di oggetti ed altre feature denominato, in questo episodio, Remake System o Plan. Esso si amplia man mano che parlerete con gli NPC sparsi per Gameindustri i quali, come dicevamo poc’anzi, vi forniranno nuovi plan, o progetti, da fabbricare. Questi ultimi possono riguardare il crafting di armi ed equipaggiamento per le dolci pulzelle, oppure alcune particolari modifiche del mondo di gioco come, ad esempio, la comparsa di nuovi dungeon, la variazione della difficoltà, della forza dei mostri e così via. Per poter fabbricare tutto ciò però servono materiali grezzi ed essi si possono trovare solo nei dungeon i quali, assieme ai dialoghi come accennavamo poc’anzi, costituiscono il cuore pulsante di Re;Birth1.
La sezione di esplorazione e combattimento, rigorosamente tridimensionale, si sostanzia nell’esplorazione dei già citati dungeon ed è proprio qui che si notano le principali differenze con l’episodio (uscito la bellezza di tre anni fa) su Playstation 3. Le migliorie derivano principalmente da quanto di buono gli sviluppatori hanno fatto in MK2 e Victory. Il primo episodio infatti soffriva di un combat system farraginoso, lasciato alla casualità e legato fondamentalmente alla filosofia dei vecchi giochi di ruolo a turni, poco ottimizzato con tutto quello che il gioco aveva l’ambizione di offrire. Ora, memori delle sviste commesse in passato, il team ha creato un combat system gradevole e profondo, se si ha la pazienza di studiarlo a dovere. Anzitutto sono scomparsi gli incontri casuali, cosa che rende il tutto meno frustrante e ripetitiva l’esplorazione ed il proseguimento del gioco. Inoltre il combat system si fonda sì sui turni, ma i personaggi non sono statici; essi infatti si muovono liberamente all’interno di una propria area di influenza senza spendere punti azione ed in questo modo è possibile scegliere la migliore strategia per attaccare o per utilizzare le abilità speciali, magari riuscendo ad inglobare più nemici per volta. Il party, personalizzabile a piacimento, scende in battaglia sempre con tre donzelle in prima linea più altre tre nelle retrovie, le quali possono sostituire la combattente a cui sono associate semplicemente col comando di switch. Per massimizzarne la resa si deve tener conto anche del feeling tra le ragazze (tali status si mantengono e si potenziano tramite i dialoghi o proseguendo nella storia), denominato Lily Rank. Maggiore feeling ci sarà tra le combattenti, più possibilità vi saranno di utilizzare attacchi speciali combinati. Lasciate da parte le mosse automatiche ed altre amenità simili, oltre alla libertà d’azione dei personaggi ed alla gestione della strategia del party al giocatore compete anche la personalizzazione delle mosse speciali e delle combo che ogni ragazza può eseguire. Come sovente accade, le mosse principali (eseguite principalmente con i tasti frontali della console e personalizzabili anch’esse) dopo un determinato periodo di tempo e di scontri vanno ad accrescere una barra denominata EX Gauge la quale, una volta riempita a seconda del livello di potenza, permette alle combattenti di utilizzare mosse speciali alla fine del proprio turno d’attacco.
Non si deve dimenticare poi che Neptune – ed altre comprimarie – sono pur sempre delle divinità e per questo possiedono sia una forma umana, sia una altrettanto provocante forma divina, con tutte le abilità ed i potenziamenti che ne derivano. Tali personaggi durante gli scontri si presentano nella loro forma umana, ma con un rapido comando è possibile richiamare la loro forma divina (o HDD) col conseguente buff delle statistiche e dei poteri; cosa assai vantaggiosa durante gli scontri più ardui. In definitiva, le personalizzazioni e le prove da fare per trovare il miglior asset sono davvero molte e noi abbiamo finalmente potuto apprezzare un combat system svecchiato, profondo e studiato quanto basta, maggiormente in linea con le ambizioni degli sviluppatori e, soprattutto, con una produzione portatile, senza contare poi la longevità del titolo, ben superiore alle 50 ore se il vostro desiderio è quello di platinarlo.
BOOBS ANIME STYLEHyperdimension Neptunia (e qui parliamo ovviamente dell’intera serie) si dona ad un fan service sfrenato grazie a simpatiche citazioni videoludiche e cartoonesche che strappano più di qualche sorriso, il tutto presentato in una veste grafica in cel shading, per quanto concerne la fase esplorativa e di combattimento tridimensionale, in pieno stile anime (esiste anche la serie animata, reperibile in Internet) che rispecchia in pieno lo stile leggero ed ironico della trama. Il particolare look manga e la caratterizzazione eccentrica delle protagoniste, sempre mezze vestite e con ben in evidenza… lo sguardo, vengono resi molto bene dallo schermo della piccola PS Vita, il quale sembra beneficiare di una maggior nitidezza e risoluzione. Le parti bidimensionali invece sono caratterizzate dalla presenza di una miriade di dialoghi tra gli splendidi sprite delle ragazze, ma la maggior parte delle volte futili e sempliciotti, anche se non tutti potrebbero apprezzare tali prolungate amenità, soprattutto chi non è avvezzo all’inglese. Si deve comunque annotare anche la presenza, nelle parti relative alla trama, di un buon doppiaggio sia in lingua inglese, sia in giapponese. Purtroppo però sembra che il principale difetto degli episodi maggiori sia stato traslato anche qui. Infatti, se da un lato le ragazze ed i personaggi in generale sono dotati di un appeal di tutto rispetto, lo stesso non può certo dirsi per ciò che riguarda la realizzazione tridimensionale dei dungeon, i quali appaiono troppo spesso spogli, scalbi, per nulla interattivi e sin troppo ripetitivi; se poi si conta che è d’obbligo il grinding per salire di livello e raccogliere soldi e materiali, rivisitare gli stessi luoghi viene presto a noia, così come accade per i martellanti motivetti e le marcette di sottofondo.
Non è un semplice porting |
7.5 | Dialoghi troppo spesso immotivatamente lunghi, potrebbero far storcere il naso ai meno appassionati |
Le migliorie e gli aggiustamenti fortunatamente si notano tutti | Ambienti 3D ancora poco curati e ripetitivi, che stonano con la cura generale del titolo | |
| CONSOLE WAR ANIME STYLE | ||


