Mechs & Mercs: Black Talons – Gli RTS non sono per tutti
Mechs & Mercs: Black Talons è un titolo RTS sviluppato da Camel 101 in collaborazione con Kasedo Games. Si tratta di un prodotto che prende spunto da giochi quali XCOM ed affini, proponendo una pianificazione strategica e calcolata della disposizione dei nostri commando futuristici, stando attenti al terreno di battaglia e alle pochissime risorse da raccogliere. Purtroppo le somiglianze tendono a finire qui, rivelando un gioco che manca troppo spesso di una qualsiasi originalità nonché di uno spunto, che sia uno, capace di intrattenere il giocatore.
Mercenari alle prime armi
La trama di Mechs & Mercs: Black Talons si distingue subito per una certa carenza narrativa, complice forse la fretta, che è cattiva consigliera anche nei videogiochi. Un gruppo di mercenari spaziali risponde alla chiamata di aiuto di un pianeta minacciato dall’invasione bellica dei soliti cattivi di turno. Arrivati sul posto il pianeta è già stato catturato, compreso il portale galattico. L’unica fuga per i Black Talons sarà aiutare le sacche della resistenza e liberare il sistema solare dalla presenza dei militari nemici. Con questi presupposti verremo scaraventati lungo la campagna principale (unica modalità di gioco presente), che consta un buon numero di livelli e mappe giocabili, in un crescendo di difficoltà dovuto più che alla vera eterogeneità delle situazioni proposte, al numero esponenziale di unità avversarie da dover sbaragliare.
Come detto ad inizio articolo Mechs & Mercs: Black Talons fa un poco il verso ad XCOM, presentando un quartier generale dal quale accettare le varie missioni, aggiornare i soldati ed i mechs (i classici automi umanoidi meccanizzati, corrispettivo futuristico del reparto carri) e sfruttare le risorse accumulate. L’albero delle stats e delle skill dei militari ai nostri ordini risulterà abbastanza soddisfacente, facendo sperare in una buona realizzazione del gioco vero e proprio. Il nocciolo del gameplay di Mechs & Mercs si fonda su un controllo in tempo reale delle nostre truppe, da far spostare lungo i diversi percorsi proposti, cercando di portare a termine gli obiettivi della missione. Obiettivi che tendenzialmente si tradurranno quasi sempre in un generico “conquista i punti strategici A, B e C” o “Elimina i nemici”. I livelli consisteranno quasi sempre in una vera e propria accozzaglia di pochi elementi continuamente ripetuti. Troveremo dei punti di atterraggio, dai quali richiedere truppe fresche dietro pagamento, degli impianti dai quali sfruttare le risorse necessarie per gli arruolamenti appena citati e degli ostacoli dietro i quali poter offrire copertura alle nostre truppe. Queste ultime si muoveranno in formazione compatta, abbassandosi o meno a seconda dei comandi impartiti o andando in copertura vicino alle strutture che lo permettono. Tendenzialmente si può dire che l’approccio di gioco finisca qui, che consiste in un mero spostamento dei soldati a disposizione lungo percorsi spesso studiati per risultare inevitabilmente delle trappole mortali (non basterà essere dei novelli Napoleone). L’intelligenza artificiale dei nemici fortunatamente è limitata, per cui una volta passate le strettoie ed i colli di bottiglia di cui le mappe sono disseminate, distruggere i nostri avversari non sarà poi così complicato. Anche la differenziazione dei soldati e dei mechs a nostra disposizione non porterà agli effetti sperati, mancando completamente un feedback con quanto sviluppato in base rispetto alle dinamiche effettive di gioco. Ad aggravare la situazione arrivano pure alcune imperfezioni tecniche, che si manifesteranno nelle difficoltà deambulatorie dei commandos, fin troppo spesso incastrati lungo gli ostacoli e le barriere architettoniche del terreno di battaglia.
Tecnicamente Black Talons fa uno sforzo maggiore rispetto a quanto visto per il comparto puramente di gioco. Indubbiamente alcune ambientazioni risultano ben contestualizzate ed abbastanza gradevoli, anche grazie ad una buona eterogeneità. Scendere sul pianeta vorrà dire quindi affrontare scenari sempre differenti e variegati. Purtroppo si tratta di una diversità di facciata, mancando completamente peculiarità morfologiche tali da rendere la giocata sulla neve diversa da quella nel deserto o da quella urbana. Problema da attribuire principalmente alla povertà di elementi di gioco ed alla semplicità quasi spartana delle dinamiche di movimento e di approccio tattico. A questo bisogna aggiungere la carenza delle texture, soprattutto negli interni e nei dettagli, in particolare quelli inerenti ai soldati ed alle unità meccanizzate. I colori a volte troppo spenti non renderanno giustizia al level design, che pur sforzandosi risulterà in ultima battuta piuttosto piatto. Le musiche di gioco, così come il parlato, ottengono invece una sufficienza, assieme agli effetti sonori ed in generale al comparto audio.
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![]() Ambientazione simpatica |
4 | ![]() Gameplay ripetitivo e povero |
![]() Buono skill tree | ![]() Graficamente banale | |
![]() | ![]() Approccio tattico ridicolo | |
DA EVITARE |