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Recensione
TESTATO SU PC
26 agosto 2013, 15:00
Memoria
Memoria mobile

Memoria – Recensione

Tra qualche giorno il nuovo lavoro di Daedalic Entertainment, Memoria, sarà disponibile all’acquisto digitale su Steam ed altre piattaforme digitali, noi di Z-Giochi siam già qui a parlarvi di quello che rappresenta il sequel naturale del buon The Dark Eye: Chains of Satinav, rilasciato nel periodo estivo del 2012. La versione su cui abbiamo messo le mani, completa per contenuti ma non per ottimizzazione, nelle ore appena precedenti al rilascio godrà di ulteriori fix e miglioramenti riguardanti svariati aspetti che lo renderanno pronto e tirato a lucido; siamo sicuri che qualcosa verrà fatto a riguardo delle animazioni e di qualche suono non proprio al suo posto, o per qualche piccolo bug che di tanto in tanto si è presentato durante la nostra prova.

Prima di iniziare con una analisi più approfondita del prodotto, chiariamo che questa versione – almeno per il momento – non godrà dei sottotitoli in Italiano, che Chains of Satinav aveva, e questo non può che rattristare un po’ gli amanti avventurieri che speravano nel loro inserimento. Torneremo su questo a tempo debito.

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AVENTURIA, IL RITORNO

Con l’imprevedibile ed un po’ triste chiusura delle vicende di Chains of Satinav, nelle terre di Aventuria passavano momenti un poco più tranquilli, ma di certo non felici; non per Geron, che ha visto trasformare in corvo ciò che gli dava forza, speranza ed amore. Se, così, il finale del titolo rilasciato l’anno scorso poteva apparire fin troppo aperto, ma chiaramente preparato perché era in atto la programmazione di un nuovo capitolo, con Memoria, che giungerà il 30 agosto nei principali store digitali, quel che era rimasto in sospeso verrà chiarito una volta per tutte. Sono diverse le particolarità introdotte dal team di sviluppo tedesco, che non ha voluto adagiarsi sugli allori (anche in virtù degli ottimi risultati ottenuti con ognuna delle recenti produzioni rilasciate), per questo sfornando un seguito che amplifica, migliora e rende più profonda una trama fatta di inganni, misteri e magia. Fattore trainante di Memoria sarà il doppio legame creato per mezzo dei due personaggi giocabili, Geron e Sadja: il primo che tutti conosciamo, perché protagonista già in passato della serie; il secondo, new entry, attraverso il quale rivivremo eventi passati, circa 500 anni prima della realtà temporale di Geron. Le due trame, che andranno ad intrecciarsi creando una suggestione incredibile, trascineranno i due in situazioni contrastanti tra loro: da una parte il timido ed impacciato Geron, che tenta di risolvere i problemi che gli si parano davanti con l’astuzia; dall’altra Sadja, affascinante principessa che ama il rischio ed il pericolo, e vuol essere ricordata per le sue incredibili e coraggiose gesta negli anni a venire. E poi intrighi, una strana e magica maschera, pilastri di pietra, un tempo umani, creano i giusti presupposti perché la trama rispetti i classici canoni fantasy, ma confermino tuttavia l’impostazione decisamente dark a cui spesso gli eventi ci portano, con un ritmo ed una progressione apprezzabile, vari colpi di scena e crescendo degni di nota.

Ovviamente, trattandosi di un seguito arrivato appena dopo un anno di distanza dal predecessore, Memoria riprende e riadatta minimamente menu, inventario e sistemi di dialogo di The Dark Eye: Chains of Satinav, permettendoci così di essere effettivamente dinnanzi al sequel naturale del gioco che circa quattordici mesi fa conquistava gli amanti delle avventure grafiche. Attraverso gli otto capitoli previsti, Daedalic Entertainment ha proposto una formula di gioco che amplia quella passata, associando ad ognuno dei due personaggi degli speciali poteri magici: il primo, Geron, oltre all’abilità di rompere/aggiustare oggetti, potrà sfruttare uno speciale monocolo (chi ha detto The Night of the Rabbit? NdR) per osservare eventuali mutazioni dell’ambiente circostante, scovando così eventuali nuovi dettagli utili per il prosieguo dell’avventura. Sadja invece, che nelle fasi iniziali del gioco farà “amicizia” con uno speciale bastone (capirete giocando…) può illuminare “magicamente” gli ambienti e risvegliare vecchi guardiani pietrificati. Tutto ciò, crea varietà al solito gameplay del raccogli, osserva, componi ed utilizza, da sempre alle basi del genere. Di ottimo numero i dialoghi, che servono per conoscere particolari e dettagli succulenti, talvolta per compiere scelte che potrebbero portare a questa o quell’altra conseguenza, assistendo magari ad uno dei tanti easter egg introdotti dagli sviluppatori, ma sono gli enigmi a lasciare un po’ di delusione. Sono bene strutturati nella maggior parte dei casi, anche se l’impostazione spesso semplicistica – chiaramente a favore di chi il genere non lo ha mai masticato a dovere – potrebbe essere un problema per chi le avventure di questo genere le sbrana, e pretende puzzle originali e tosti da risolvere. A differenza di Chains of Satinav, difatti quest’avventura ha subito un piccolo ridimensionamento in termini di difficoltà, tanto che se vorrete dilettarvi nel ritorno in Aventuria questa volta non vi verrà concessa la possibilità di selezionare tra difficoltà ‘normale’ o ‘difficile’ (che non prevedeva l’aiuto tramite hotspot), ma in fin dei conti poco importa dato l’interesse che la storia suscita dal primo istante fino ai titoli di coda. È pur vero che nella seconda metà del gioco la qualità degli enigmi sale, ma riteniamo che su quest’aspetto un valido team di sviluppo come quello di Daedalic Entertainment avrebbe potuto fare qualcosina in più.

La versione da noi testata, come specificato poco fa, era completa di contenuti, ma ancora un pelo carente per ottimizzazione, che il team tedesco si riserverà di integrare nelle prossime ore che separano il gioco dal lancio ufficiale sui vari e più famosi canali digitali. Certo, nonostante il comparto animazioni non sia così elaborato e spesso lo spostamento tra una location ed un’altra non avvenga così fluidamente in termini di caricamento, va riconosciuto il grandissimo lavoro compiuto dal punto di vista artistico: ogni scenario, ambientazione, che sia ripresa e aggiornata dal prequel o completamente nuova, dona a Memoria qualcosa di speciale, mettendo bene in risalto la maestria che questi sviluppatori hanno sviluppato nel tempo. Lo stesso dicasi per i colori, che spaziano tra tantissime tonalità donando tratti dark in molte circostanze, ma al tempo stesso bene interpretando gli attimi di calma e tranquillità che intercorrono tra un avvenimento ed un altro, facendo emergere la natura fantasy del gioco e rivelandosi così aperto anche ad un pubblico più giovane di quello sicuramente adatto per alcune scene di gioco più forti. Foreste e ruscelli, grotte, antiche costruzioni e strane statue, piccole cittadine, boschi e sentieri, fortezze fluttuanti, ogni cosa in Memoria è arte: assolutamente sbalorditivo. Ottimo anche il comparto audio, che si compone di un ottimo doppiaggio in Inglese e di effetti sonori e soundtrack che completano l’offerta sonora nel migliore dei modi possibile. Qualche piccola incertezza è presente, tuttavia, ed andrà risolta con quel lavoro di ottimizzazione di cui sopra, ma parliamo di piccoli particolari che talvolta risultano essere fuori posto, niente di grave comunque.

Postilla finale riguardo l’assenza dei sottotitoli in Italiano. Come sappiamo, Daedalic Entertainment nelle sue ultime produzioni non ha mai concesso questa possibilità agli avventurieri italiani, salvo i rari casi in cui il rilascio dei propri prodotti fosse legato a diversi publisher per altrettante e diverse nazioni. Come nel caso di The Dark Eye: Chains of Satinav, pubblicato da Deep Silver, che ci diede la possibilità di godere del titolo tramite sottotitoli nel nostro idioma. L’evidente immobilismo per Memoria e la mancanza di una seppur parziale localizzazione, dato che ancora una volta è “lei” ad occuparsi del ruolo succitato nei nostri territori, quindi la completa assenza di informazioni a favore di un clima di incertezze dominante, è assurdo. Se ci sarà o meno la possibilità di un update futuro al momento è un taboo, ma non si può certo essere contenti di un modo di fare così superficiale e che già in passato (per il prequel, NdR) aveva palesato grosse perplessità, riguardanti la messa in vendita di una versione retail del prodotto a prezzo raddoppiato rispetto agli altri mercati di riferimento, quello tedesco ed inglese… Insomma, è sempre la solita, triste, storia, che a quanto pare per “noi dello Stivale” si ripete costantemente.

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IN CONCLUSIONE
È impossibile non rimanere stupiti ed increduli, al tempo stesso estasiati, dalle visuali mozzafiato che il team di sviluppo ha sapientemente creato a mano, cosa tra l'altro avvenuta anche nel poco chiacchierato prequel. Paesaggi e scorci, nuove location di gioco a supporto di altre già viste, ma riprese e migliorate, che danno forza al gioco ed accompagnano nel migliore dei modi possibili le fantastiche avventure di Geron e Sadja; sotto un comparto artistico decisamente accattivante, però, spesso c'è l'evidente percezione di essere dinnanzi ad una avventura grafica che avrebbe potuto osare di più, in termini di enigmi – dalla difficoltà spesso ben calibrata, sia chiaro – che solitamente trovano risoluzione esplorando ristrette aree di gioco ed appaiono troppo semplici. La durata della storia è più che buona, per i neofiti potrebbe addirittura superare la quindicina di ore dato il sistema di aiuti che si limita all'evidenziare gli hotspot ed a fornire piccolissimi suggerimenti sul da farsi, senza strafare, ma quest'aspetto è messo in secondo piano dalla qualità del videogioco, che con ulteriori piccoli accorgimenti avremmo definito come un “imperdibile capolavoro”. Così è un quasi-capolavoro, ma rimane imperdibile, almeno per gli amanti del genere!
Pro-1
Un degno sequel di Chains of Satinav
8.5
Contro-1
Comparto animazioni non al top
Pro-2
Doppio personaggio giocabile ed intreccio di trame
Contro-2
Alcuni enigmi poco ispirati
Pro-3
Artisticamente sbalorditivo
Contro-3
Niente sottotitoli in Italiano, a differenza del prequel
INTRECCIO DI MEMORIE
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