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Recensione
TESTATO SU PC
12 agosto 2013, 16:15
Papers, Please
Papers, Please mobile

Papers, Please – Recensione

Per molte delle produzioni comunemente definite “tripla A” spesso e volentieri c’è il rischio di annoiare e di ripetersi durante la stesura di un articolo, sia esso una preview o una recensione accurata del titolo. Questo perché, mai come in questa generazione, molte produzioni videoludiche piuttosto che proporre qualcosa di nuovo e fresco hanno puntato ogni speranza su strambe politiche di marketing, atte a sfruttare l’enorme successo che un genere, piuttosto che un altro, stava riscuotendo su console. Non è un caso che il genere degli FPS negli ultimi 7-8 anni abbia visto passare albe e tramonti con pochi felicissimi momenti, legati ai brand più famosi o a talune perle con team di sviluppo seri alla spalle, comunque spesso non sinonimo di “qualità”, e tanti altri molto tristi, che hanno provocato più d’un sentimento contrastante ai veterani del genere o del Videogioco, stanchi di vedere sugli scaffali la solita robetta trita e ritrita.

Da questo punto di vista, il panorama indipendente dà il meglio di sé ed è una “parte di mondo” in continua evoluzione che va scoperta, capita ed ammirata, sia per il coraggio che molti sviluppatori ripongono nei loro progetti, sia perché il rischio di annoiarsi, a meno che non si caschi nel tranello dei finti-indie, è l’ultimo in cui poter incappare. Il titolo di oggi è il risultato di giorni e giorni di lavoro di Lucas Pope, che nei mesi passati ci aveva messo a conoscenza del suo ennesimo progetto grazie ad una beta che ben evidenziava le potenzialità del suo ultimo lavoro. Papers, Please, quindi, per iniziare bene la settimana…

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TUTTA COLPA DEI COMUNISTI! (CIT.)

Il conflitto durato sei anni è ormai alle spalle, ma gli strascichi di quei terribili eventi che hanno portato fame e morte sono ancora evidenti. Lo stato comunista di Arstotzka ha raggiunto il suo obiettivo primario: rientrare in possesso della metà dei diritti spettanti sulla città di confine, Grestin, ai danni dello stato Kolechia. Ora, però, è un clima tetro e cupo a regnare, forse più pericoloso di quello d’un tempo, una sorta di guerra fredda, che potrebbe portare a conseguenze ben più gravi sulla lunga distanza. Come ispettore predisposto al controllo della validità dei documenti di identità di tutti coloro che abbiano motivo di attraversare il confine, Papers, Please ricama su una semplice idea di gioco qualcosa di più grande, con un background storico di prim’ordine e che è pronto a colpirvi quando meno ce lo si aspetta. Ogni mattina, sei in punto, solito posto, soliti controlli da effettuare. La coda è lunga, decine e decine di operai e lavoratori d’ogni tipo, donne in cerca di impieghi poco convenzionali e, tra di loro, spie e terroristi che tenteranno di ingannarci con documenti d’ingresso falsi, spesso contraffatti alla grande. Il compito dell’ispettore, il nostro compito, assume così importanza vitale per le sorti della sicurezza del nostro paese, un solo errore potrebbe costarci caro; è meglio tenere gli occhi bene aperti, finché il turno di lavoro mal retribuito non finisca, e allora tutti a casa cercando di dare alla propria famiglia cibo ed un po’ di buon riposo con riscaldamento degli ambienti annesso. In Arstotzka il clima è gelido, molto gelido.

Non sono soltanto le basse temperature a rendere la vita di tutti i giorni gelida e difficile, ma anche il background storico che lo sviluppatore Lucas Pope è riuscito a confezionare per questa piccola perla indipendente. Definito dallo stesso come “dystopian document thriller” ed ambientato agli sgoccioli del 1982, in Papers, Please non viene nascosta la natura oppressiva del governo, che assume un carattere assolutamente dispotico ed in linea con quelli sovietici di anni fa. Tutto coincide, segno che lo sviluppatore ha creato un setting ad hoc: la suddivisione in classi sociali, con le quali il nostro stesso ispettore dovrà fare i conti; la propaganda del regime ed i rigidi sistemi educativi che costringono la popolazione ad avere culto per lo Stato e per il governo di cui si compone. Troveremo anche agenzie governative atte alla sorveglianza dei cittadini, non scendiamo in ulteriori dettagli per evitare spoiler, quindi un rigido sistema penale che non si farà scrupolo di infliggere durissime pene anche qualora ci fosse una reale e consistente mancanza di prove. D’altronde, soprattutto nei governi di matrice sovietica ciò non ha mai rappresentato un grosso problema, e sono migliaia le testimonianze lasciateci da scrittori che vissero sulla loro pelle quell’epoca, quindi dalla letteratura e da varie ed apprezzate pellicole d’importanza storica.

Tutto ciò influirà non poco nelle fasi giocate. Col passare delle giornate, il caro ispettore sarà chiamato ad una maggiore attenzione all’interno del box di controllo; se, difatti, nella prima giornata di lavoro sarà consentito l’ingresso ai soli cittadini di Arstotzka, nei successivi le restrizioni cambieranno, evolvendosi pian piano. Passeremo da giornate in cui la scansione dei soggetti provenienti da Kolechia sarà ritenuta obbligatoria ad altri in cui al regolare passaporto bisognerà presentare un ticket d’ingresso o un regolare permesso, qualora si provenisse da altri stati. Più avanti, permessi di lavoro e documenti specifici per una più sicura identificazione anagrafica faranno la loro, così come la possibilità di controllare le impronte digitali qualora si presentassero incongruenze nei documenti presentati, quindi quella di fermare e destinare alla detenzione particolari soggetti ritenuti pericolosi o che si rendano colpevoli di falsa testimonianza (presente anche un registratore che tramuta in testo la conversazione vocale avuta con ogni cittadino davanti allo sportello). Tutto questo tramite semplici passaggi ed una interfaccia di gioco che si avvale di pochi strumenti, ma tutti in grado di smascherare il furbo di turno. Attivando una sorta di “modalità detective” potremo controllare, tramite selezione di due particolari tra di essi collegati, eventuali incongruenze presenti nei documenti. Il soggetto presentatosi è chiaramente un uomo e nel suo passaporto è specificato il sesso femminile? Bene, allora via di scanner. Quello dopo di lui ha il passaporto scaduto, oppure il ticket d’ingresso valido per un giorno diverso da quello attuale? “Ci vediamo alla prossima!” E ancora, un simpatico vecchietto si presenta con un passaporto disegnato? Beh, una risata ogni tanto fa bene e… Ingresso negato! Alla base del gioco, quindi, vige un gameplay molto semplice e che si basa sull’incrocio dei dati per scovare quello che potrebbe essere il male intenzionato o, semplicemente, il povero cittadino che tenta di cambiare vita coi mezzi di cui dispone… In nostro soccorso ci saranno anche altri strumenti, tipo il libretto di formazione, nella quale vengono evidenziati tutti gli stati adiacenti al nostro e tutti i distretti in essi presenti (attenzione ai distretti fasulli riportati in molti dei passaporti), così come la lista dei documenti di base richiesti o quelli speciali; in ultimo, ma non meno importante, il design dei vari passaporti per ogni zona territoriale presente nel gioco, che potrebbe aiutarvi nello smascherare il “cattivo” anzitempo, senza nemmeno aprire il documento di riconoscimento richiesto!

A ciò, si aggiungono tutt’una serie di miglioramenti possibili all’interno del nostro box, previo pagamento, che andranno così ad intaccare le già tristi finanze dell’ispettore pagato decisamente poco (anche se è riconosciuto un bonus per ogni ispezione corretta portata a termine), considerando le spese fisse di affitto ed il sostentamento obbligatorio dei componenti familiari, sempre bisognosi di cibo, spesso di cure mediche, e di riscaldamento. Tuttavia, la spesa di queste risorse economiche sarà a nostra completa discrezione, eccezion fatta per l’affitto che va per forza di cose pagato: potreste così decidere di risparmiare degli spiccioli negando il pasto ai vostri familiari per una giornata, che in tal modo potrebbero però ammalarsi nelle giornate successive e così necessitare di spese ulteriori, quali medicinali. La loro buona salute non è quindi garantita, potreste perderli tutti per malattia, ad esempio, e la vostra esperienza da ispettore potrebbe terminare in malo modo nel caso in cui i fondi economici a vostra disposizione terminassero: l’impossibilità di pagamento del proprio alloggio porterà alla vostra carcerazione, con buona pace per i vostri sogni di gloria…!

LA SCELTA GIUSTA TI CAMBIA LA VITA, O TE LA ROVINA PER SEMPRE!

L’oppressione governativa di cui parlavamo qualche paragrafo fa, inevitabilmente trova riscontro in molti elementi di gioco che potrebbero far finire anzitempo la nostra carriera dietro lo sportello della dogana. Il fattore rischio è molto alto, anche riguardo al nostro rendimento, dato che al terzo errore giornaliero, al richiamo ufficiale, sarà associata anche una detrazione in termini di denaro; ma lo stesso vale per le tante possibilità e modi di guadagnare inseriti dallo sviluppatore Lucas Pope. Garantire l’ingresso ad una persona che in cambio ci offre oggetti preziosi o denaro, fare patti con le guardie per la carcerazione (anche non richiesta) del maggior numero possibile di “clienti” del nostro sportello solo per accumulare dei soldi extra, magari utili per sfamare la nostra famiglia. In Papers, Please, insomma, la responsabilità si sente e viaggia a braccetto col fattore rischio che un governo del genere porta con sé; e come non parlare poi delle scelte morali? Spesso vi troverete a dover decidere se aiutare una persona sinceramente bisognosa del passaggio, pur presentando documenti non propriamente in regola, ed il suo destino potrebbe dipendere dalla vostra scelta. Cosa fare? Affidarsi al buon senso e mettersi una mano sul cuore? Oppure fregarsene e fare al meglio il proprio lavoro? Arriveranno madri bisognose del disperato ricongiungimento coi propri figli, mogli non in regola ma che hanno assoluto bisogno dei loro mariti e tante altre situazioni come queste, di assoluto spessore per la bontà e la qualità dei riferimenti storici e culturali inseriti. È quest’insieme di fattori a rendere il gioco di Lucas Pope un’esperienza diversa dalle altre, fuori dall’ordinario, ben più profonda e pregna di significato di quel che si possa immaginare nelle prime fasi di gioco, quando l’apparenza inganna e la posa del timbro sul passaporto di Tizio o Caio sembrerebbe introdurre il giocatore all’ennesimo “giochino” da due minuti al giorno e via. Le scelte compiute influenzeranno anche sui finali di gioco, in cui Papers, Please è certamente re, o regina: ben 20 sono gli ending che, tramite un sistema di salvataggio ramificato, potranno essere raggiunti compiendo diverse scelte in alcune giornate di lavoro al box di controllo. È inoltre presente una modalità Endless, quindi senza fine, che non aggiunge poi molto al gioco in sé, rivelandosi molto ma molto meno interessante rispetto alla modalità Storia, e che verrà sbloccata una volta terminata quest’ultima. Comunque sia, in essa sarà richiesta velocità di controllo, dovendo totalizzare il massimo numero possibile di check in 10 minuti; oppure la massima precisione di analisi, dato che al primo errore il turno si interromperà, ed una resistenza priva di eguali. Il nostro miglior punteggio sarà così inserito nelle classifiche Steam.

Davvero poco importante, a fronte di una esperienza di gioco così originale e suggestiva, il comparto tecnico. Papers, Please non mette in mostra cose esorbitanti, chiaramente, ma lo stile grafico e la palette di colori mette bene in risalto il clima oppressivo e tetro che regna in quei luoghi. Ottimo il sistema di generazione random della popolazione che si presenterà al nostro sportello, con oltre 100 tipologie di volti ai quali si affiancano piccoli particolari di diversificazione tra gli uni e gli altri. Meno dal punto di vista sonoro: seppur il tema musicale introduttivo venga fuori in tutta la sua potenza fin dal menu di gioco iniziale, il resto sarà riempito da pochi, anche se buoni, effetti sonori che di certo non aiutano però a far pensare al comparto sonoro come quello di rilievo o di spicco del titolo.

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IN CONCLUSIONE
Chi l'ha detto che per divertire, per lasciare un senso di urgenza e premura nel giocatore, qualcosa di vero, che possa intaccare la nostra condizione sociale e familiare in-game, servano grafiche spacca mascella o gigabyte e gigabyte di dati? Papers, Please racchiude in sé tutto questo in poco più di 30 megabyte. Trenta megabyte. Il lavoro di Lucas Pope è encomiabile, strabiliante, e siamo certi che delizierà i palati più fini, abituati da tempo al settore indipendente ed alle cose nuove che vogliono colpire e catturare attenzione in un mercato sempre più inflazionato. Se deciderete di dargli una seria possibilità non ne rimarrete affatto delusi: tra i tantissimi finali multipli, una serie di scenette comiche ed altrettante tragiche ed il desiderio di fare di più per la propria famiglia, alla lunga anche il più rispettabile ed incorruttibile ispettore dell'immigrazione potrebbe cedere alla tentazione...
Pro-1
Idea semplice, strepitosa realizzazione
8
Contro-1
Per alcuni potrebbe diventare monotono alla lunga
Pro-2
Col passare dei minuti sale di livello
Pro-3
Venti finali, tante ore di gioco assicurate
GLORY TO ARSTOTZKA!
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