Cherry Tree High Comedy Club – Recensione
La vita di uno studente in Giappone è lungi dall’avere termini di paragone con il degrado italiano. Tralasciando gli standard di preparazione superiori e la mentalità media “leggermente” diversa dai finti adolescenti che non riescono a coniugare un congiuntivo ma sanno a memoria ogni categoria del loro sito porno di fiducia, ai ragazzi della terra degli anime, dei dakimakura, del death metal in rosa e del Gundam formato 1:1 al posto del solito monumento rinascimentale, viene concesso, terminate le lezioni, di riunirsi in all’interno delle mura scolastiche per svolgere attività supplementari, di qualunque genere, purché conduca a dei risultati concreti e venga mostrato interesse costante, i cosiddetti club.
Dall’istituto si ricevono fondi per avviare i lavori e un’area riservata da allestire come si preferisce, ma in cambio sono necessari almeno cinque membri che aderiscano al progetto entro la scadenza del periodo di richiesta. Questa clausola può essere un problema in caso non si abbia un “piano di reclutamento” ben preciso, esattamente l’obiettivo da assolvere in Cherry Tree High Comedy Club (o più semplicemente CTHCC), sviluppato da 773 e sponsorizzato da Nyu Media, che propone al pubblico occidentale un altro titolo dal forte sapore orientale. Rilasciato su Steam l’8 novembre (e chiedo sin da ora perdono per l’immenso gap redazionale ndr), il gioco si presenta come una visual novel mista a un gestionale, valido sotto molti punti di vista, ma minato da alcune pecche di design che ne limitano il target a una cerchia ristretta. Andiamo dunque a scoprire nel dettaglio questa singolare esperienza.
LAUGH, AND THE WORLD WILL LAUGH WITH YOUMiley è una studentessa al suo ultimo anno nella Cherry Tree High School dell’omonima città (presumo Sakura City in lingua originale ndr), con uno spiccato senso dell’umorismo e il desiderio di far sorridere la gente. Normalmente passa il tempo vivendo alla giornata, ma una volta scoperto che il famoso duo comico a cui si ispira si diplomò proprio nel suo istituto decide di creare un club assieme alla sua migliore amica e compagna di stanza Harriet per seguirne le orme. Presenta così il modulo di fondazione alla presidentessa del consiglio, sua “rivale” sin dall’infanzia, tuttavia la proposta viene bocciata in quanto, per quanto si parli di un duo, ergo due individui, mancano all’appello gli altri tre membri necessari per sottostare al numero minimo di iscritti, nessuna eccezione. Al termine della domanda manca poco più di un mese, dunque spetterà al giocatore, nei panni di Miley, affilare le proprie conoscenze per avvicinarsi ai “bersagli” designati a diventare parte del circolo, divenendo sempre più intimi fino a convincerli ad unirsi a lei.
Narrazione in medias res che svela senza indugio il volto e la tempra delle protagoniste, stacco sul passato prossimo che ci illustra la nostra meta e i nostri limiti, enfasi sul presente e via al gioco: l’introduzione di CTHCC è quanto di più diretto, chiaro e cristallino si possa immaginare da un titolo tra i cui punti cardini annovera una mole di linee di dialogo molto corposa. Niente intrighi, misteri, minacce o rancori, solo una data da tenere bene in mente, una personalità magnetica e un’attitudine eclettica da mettere in pratica, il resto è una caccia all’uomo senza tregua, più o meno. Miley è una mina vagante, si interessa di tutto e di niente, sembra un tipo pigro, ma all’occorrenza si rimbocca le maniche e dimostra una notevole vitalità, e può relazionarsi con chiunque senza peli sulla lingua, un personaggio versatile, carismatico e intrigante, che si fa sin da subito amare dallo spettatore. Un pò meno il resto del cast, “tool” al servizio del giocatore piuttosto che parte integrante della storia, che nonostante background, gusti e carattere ben definiti, faticano a trasmettere qualcosa, finendo per ripetersi in loop come il ragazzino che si incontra ogni mattina di fronte al negozio di caramelle.
Gli scambi di battute sono piacevoli e ben scritti, anche spassosi alle volte, inoltre l’ottima traduzione aiuta a calarsi nella parte, ma c’è qualcosa che non quadra quando si inizia una conversazione, si ha spesso l’impressione di tentare di relazionarsi con un cyborg, statico e immutabile nel tempo, fatta eccezione per le flag che segnano l’incremento dell’affinità, anche in questo caso troppo improvvise e poco “vissute” da emozionare, ma a questo arriveremo dopo. In sunto il comparto narrativo del titolo 773 è tanto accessibile e leggero da seguire, quanto superficiale e pedante sulle lunghe. Il potenziale c’è tutto, ma manca mordente, manca pathos, manca quell’empatia che si prova quando si gioca ai capolavori del genere, e soprattutto un’infrastruttura articolata che influenzi lo sviluppo della trama in base ai nostri comportamenti. La massima che capeggia in cima al paragrafo, e che tappezza ogni menù del gioco, ha un significato molto profondo, che vediamo realizzarsi nel personaggio di Miley, per poi infrangersi contro i soliti stereotipi, e tutto scade nel banale.
LAUGH TOO MUCH AND YOU’LL CHOKECome già accennato in precedenza, in CTHCC dovremo ricoprire il ruolo di “stalker“, tampinando assiduamente i “prescelti”, arrivando a conoscere non solo i loro hobby preferiti, che includono videogame, sport, arte, politica, amore, gialli(?) e altro, ma anche aneddoti sui loro trascorsi, il loro rapporto con il mondo, o le loro speranze per il futuro. La familiarità con una persona è indicata dalla nostra affinità con lei, che va da 1, praticamente al pari di sconosciuti, a 5, la soglia che ci permetterà di estorcergli (ammetto che mi diverto a descrivere tutto sotto una luce di stampo malavitoso ndr) la firma necessaria a convalidare la loro iscrizione al club, ma come “salire di livello” nel loro cuore? Semplice, chiacchierando con loro, secondo un certo criterio.
Quando dialogheremo potremo selezionare diversi argomenti con cui confrontarsi, e l’affinità aumenterà in base ai gusti del personaggio, pertanto temi cari velocizzeranno il processo di affiatamento con il soggetto, gli altri tenderanno invece a rallentarlo, ma ciò non è sufficiente, in quanto anche Miley dovrà avere un’ampia cultura in merito, massimizzando così la resa dello scambio. Ad esempio, Sara Croft (dove l’ho già sentito?…) ama gli animali, quindi è un ottimo modo per attaccare bottone con lei, ma non possiamo semplicemente iniziare a sparare scemenze sul primo cane passato per strada, serve una sorta di “formazione”, anche in questo caso in scala da 1 a 5, che potremo consultare nell’opzione Repertorio dal menù principale. Incrementare una determinata conoscenza è piuttosto semplice, basta leggere riviste, guardare la TV o visitare le attrazioni di Cherry Tree, che offre una vasta selezione tra musei, conferenze, cinema e sale giochi. Prediligere le attività più “elitarie” richiederà ovviamente del denaro, e il nostro conto tenderà ad estinguersi con molta facilità senza la dovuta attenzione. Le soluzioni per sbarcare il lunario sono molteplici, come spazzare il pavimento del tempio locale, confezionare bigiotteria (per chi e per conto di chi è un interrogativo a cui non otterremo mai risposta), aiutare le strutture vicine con lavoretti occasionali, o raccogliendo bottiglie di vetro abbandonate per la raccolta riciclata (da sbolognare all’amministratrice del dormitorio)…Si, ci pagheranno sempre e comunque una miseria, non sono fonti di redditi particolarmente efficienti, ma allo stesso tempo i nostri investimenti non saranno molto sostanziosi, i due fattori si bilanciano insomma.
Una volta arricchito il proprio bagaglio e scoperto il punto debole del personaggio da approcciare, potremo sfoderare un particolare argomento una e una sola volta, pertanto occorre rifletterci bene prima di sciupare un’occasione d’oro. Il meccanismo impegno/ricompensa funziona, e grazie al ritmo spedito si gioca piacevolmente, almeno in un primo momento, ma una volta trascorse un paio di settimane (virtuali) i limiti della formula di gioco troppo essenziale trasformano ogni soleggiato giorno di “lavoro” in un ripetersi meccanico delle medesime azioni, scarno d’intrattenimento e povero di varianti, che si sarebbe potuto evitare approfondendo il copione della “route” intrapresa: di cosa discuterebbero una persona che odia viaggiare e una seconda che non sa di cosa parla ma tira in ballo lo stesso l’argomento? Cosa ne penserebbero due appassionati giocatori dell’ultimo Medal of Duty (il citazionismo si spreca), e in entrambi i casi, a seconda del loro rapporto, come si evolverebbe la vicenda? O ancora, quando Miley impara qualcosa non sarebbe opportuno rendere partecipe il giocatore? E perché non introdurre dialoghi a risposta multipla per rendere ancora più interessante e coinvolgente il tutto? Con spunti del genere CTHCC avrebbe potuto davvero avvicinarsi a una novel, e senza snaturare la sua essenza gestionale. Certo, i tempi di sviluppo si sarebbero dilatati, ma il risultato finale sarebbe risultato molto più appagante dello sbrigativo “Miley parla con -TIZIO X- di -ARGOMENTO Y-“, lasciando la progressione (e il nostro stimolo a giocare) interamente agli script, e data la cura riservata ai testi è indubbio che 773 avrebbe potuto osare di più.
E a proposito della localizzazione, il gioco è interamente (e unicamente) in inglese, un delizioso e scorrevole inglese, molto dettagliato e pulito. Una delle scelte (poco felice a mio dire) di Nyu Media è stata adattare interamente la sceneggiatura a una location più tradizionale, spostando la cittadina di Cherry Tree, tipicamente nipponica e pregna di rimandi alla cultura orientale, come ville di manifattura medioevale (stile Sengoku a giudicare dal muro di cinta esterno), templi scintoisti, e uniformi svolazzanti che lasciano poco spazio all’immaginazione (almeno agli occhi di un principiante ndr), in un non meglio precisato settore dell’America. Il bello è che persino gli “attori” in scena si domandano cosa diavolo ci faccia un santuario con tanto di miko (vedasi sacerdotessa) nel bel mezzo del territorio dello zio Sam, quasi a sdrammatizzare il bizzarro set, ma la sola auto-parodia non aiuta a rendere il tutto convincente, così come “occidentalizzare” ogni singolo nome all’interno del gioco, dai personaggi alle mete turistiche, passando per festività e cibo, non riesce a mascherare l’incipit originale, palesemente ispirato alla quotidianità giapponese. Ciò per ovvie ragioni non rappresenterà un problema per chi conosce il Sol Levante giusto grazie alle software house più celebri, ma sono convinto che i principali acquirenti di CTHCC, sia per lo stile che le prospettive di gameplay offerte, siano giocatori piuttosto scafati con il tema, e da buon otaku vedere la celebre fioritura dei ciliegi diventare un mero pic-nic non è stato un granché. Conservare le atmosfere forse avrebbe reso il titolo meno appetibile per le masse, ma l’impatto e “l’aura” emanata ne avrebbero giovato non poco, per non parlare della coerenza; più un’opinione personale che un parere oggettivo comunque, non è assolutamente da considerare come una critica rilevante al valore del gioco. Paradossalmente, sono contento che non siano stati previsti piani per una traduzione nostrana, o il rischio sarebbe stato un doloroso faccia a faccia con lo strabiliante borgo di Ciliegiopoli, a cavallo tra il Regno dei Funghi e la Bolzano-Reggio Calabria.
SCREW GRAPHIC, LAUGH INSTEADInstallato e avviato il gioco si apre una piccola schermata sul desktop. Una finestra di errore? Un crash dopo neanche 5 secondi? No, è proprio CTHCC, settato a una risoluzione di default infima e impossibile da portare a schermo intero. Non ci sono panorami mozzafiato o effetti speciali da gustare appieno con una scheda video di fascia alta, ma adattare le immagini in base alle proprie possibilità sarebbe stata cosa buona e giusta. Così purtroppo non è stato, dunque muniamoci di binocolo ed esaminiamo il leggerissimo motore grafico messo in mostra da 773.
Sprite dettagliati, character design non particolarmente ispirato ma godibile, poche ma efficaci animazioni, location colorate ma alle volte scarne, stile anime un pò piatto ma che ben si sposa con l’atmosfera, nulla di eccezionale in sunto, sufficiente tuttavia a imbastire un palco gradevole e soddisfacente, anche se nelle fasi avanzate di gioco il dover ciondolare sempre nelle solite zone ha contribuito al calo di interesse menzionato in precedenza. Mancano doppiaggio e cutscenes, inoltre gli artwork utilizzati in genere per enfatizzare i tratti salienti si contano sulle dita di una mano, ciononostante non se ne sente il bisogno, grazie alle ottime espressioni facciali dei dialoghi e all’allegra e orecchiabile colonna sonora, povera di tracce ma sempre azzeccata. Resta la mazzata del mancato supporto a un’interfaccia grafica, ma anche in questo caso si riesce a vivere senza: l’importante è la comprensione dei testi, e a differenza delle solite bestie next-gen pensate appositamente per aspiranti biologi, ogni carattere in CTHCC è chiaro e leggibile, bene così dunque.
Tralasciando il ritmo soggetto a un forte calo di pressione durante sessioni medio-lunghe, la longevità complessiva si aggira intorno alle 4-5 ore, relativamente poche anche per gli standard del genere, graziata tuttavia da un’ottima rigiocabilità. Come si sa, è sufficiente reclutare 3 membri per assistere al finale positivo e veder scorrere i titoli di coda, ma i bersagli in tutto sono sei, e in una sola run è possibile reclutarli tutti, ma solo rigiocando l’avventura almeno due/tre volte, necessarie a memorizzare ogni soggetto e a gestire con maggior efficienza il poco tempo a disposizione, un pò come in Pikmin (il paragone, anche se azzardato, regge ndr). Il punto è avere o meno lo stimolo necessario a ripetere qualcosa che già normalmente dimostra una struttura pedante, e questo è un fattore da non sottovalutare se tenete caro agli 8€ necessari per l’acquisto. Ed è a questo che servono le demo…
Concept di gioco originale |
6.5 | Eccessiva semplificazione dei dialoghi |
Formula di gioco accattivamente... | ... Ma stancante sulle lunghe | |
... Ma poco ottimizzato per girare come si deve su PC | ||
| RIDI CHE TI PASSA | ||
