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Recensione
TESTATO SU PC
7 novembre 2012, 14:12
Chivalry: Medieval Warfare
Chivalry: Medieval Warfare mobile

Chivalry: Medieval Warfare – Recensione

Sulla scia di War of the Roses ecco farsi strada Chivalry, titolo indie che si è conquistato già una larga schiera di fan, e che promette davvero grandi cose. Chivalry è un multiplayer online, per cui sappiate fin da ora che, qualora vi venisse il ghiribizzo di un acquisto un po’ più fantasioso del solito Fifa 13, dovrete per forza di cose cimentarvi contro altri cavalieri della rete. Il titolo non è un simulativo purosangue, strizzando l’occhio verso alcune modalità arcade che, a mio modesto avviso, sono comunque utili per l’immediatezza e la bellezza della giocata. Avremo a disposizione ben quattro classi (utilizzabili tutte sin dall’inizio) ed un parco armi un po’ più scarno, soprattutto rispetto a WotR, ma sicuramente in via di espansione con i prossimi aggiornamenti. Il sistema di combattimento tiene conto della distanza con l’avversario, della portata delle nostre armi e della direzione dei colpi. La parata invece è unica, permettendo un approccio più diretto e meno simulativo. La barra della stamina servirà per colpire, parare e tirare calci, mentre quella della salute (che si ricarica dopo qualche secondo in cui non subiremo danni) non nuoce alla realisticità dello scontro, essendo bastevoli pochi colpi per uccidere l’avversario.

AGATHAAAAA!

No, non sono impazzito del tutto. Il titolo scaturisce dalla “trama” di gioco, nella quale ci ritroviamo immersi in un mondo medievale fittizio dove le forze lealiste di Agatha si scontrano con l’ordine dei Massoni. Insomma un classico Blue Team vs Red Team, che ci fa sorridere pensando a Team Fortress 2, che in questo è molto più spiccio e i suoi soldati li fa combattere in pratica senza motivo. Chivalry per il resto manca di trama. E quest’ultima non si farà molto rimpiangere. La dinamicità dei combattimenti, la frenesia, la bellezza delle mappe bastano ed avanzano per contestualizzare la battaglia. Le modalità di gioco sono tante e varie: dal classico deathmatch, sia a squadre che tutti contro tutti, alla modalità conquista (dove dar fuoco ai villaggi, usando le fiaccole o distruggendo i portali di accesso del castello con armi d’assedio), passando per il sempreverde “carrello” (giustificato con lo spostamento di un ariete, o di un carro pieno di feriti), giocando naturalmente tutto alla rovescia se faremo parte del team difensore. Molto bella anche l’Arena, dove non c’è respawn, facendo si che la squadra che totalizzi per prima 7 round vince il torneo. Questi stili di gioco sono talmente immersivi che spesso gli stessi giocatori emulano i loro alter ego medievali. Ho assistito ad uno scontro epico durante un torneo nel quale due miei compagni erano rimasti a fronteggiare l’unico superstite degli avversari. Ovviamente entra in gioco il codice cavalleresco ed uno dei due si fa da parte. Il nemico decapita il mio primo compagno e poi, per ringraziarlo e rendere lo scontro finale memorabile, lancia la proposta su chat: “fists”, cioè “pugni”. Ed ecco i due cavaliere darsele a suon di cazzotti. Leggendario.

Chivalry in tutto ciò manca completamente di single player, se si esclude il tutorial, che sebbene ben fatto e completo, presenta qualche bug, confondendo le stringhe in italiano con quelle in inglese, e sovente bloccandosi. Il gameplay invece è molto fluido e dinamico, rispecchiando bene sia la simulazione delle armi che delle tipologie di soldato. Avremo a disposizione l’arciere, il soldato semplice, l’avanguardia (brutale e sanguinaria, l’unica in grado di caricare il nemico) ed il cavaliere appiedato. Sono assenti i cavalli. Per ogni classe ci sarà un albero delle armi, che si sbloccherà compiendo il maggior numero di kill con la stessa tipologia. Le armi hanno tre colpi: taglio, affondo e fendente. Assenti i diagonali (squalembro e ridoppio). La parata è un po’ semplice, soprattutto rispetto a quella di WotR, dove bisogna scegliere la direzione, ma è comunque fondamentale tener conto della tempistica. Armi lente faranno più danni, ma potrebbero essere svantaggiose contro avversari mobili e veloci. Bisognerà anche tener conto delle parti del corpo colpite: una botta alla testa e decapiteremo lo sventurato, per esempio. Ogni classe poi avrà il suo equipaggiamento standard, risultando più veloce e meno corazzata o viceversa. Utile anche il calcio, con il quale rompere la difesa o sbilanciare l’avversario.

ARMATURE LUCCICANTI

La brutalità degli scontri è poi ben condita dall’ottimo sfruttamento dell’Unreal Engine 3. La grafica è di alto livello, considerato sia il fattore indie, sia il prezzo più che accessibile. Ottimi effetti particellari, bellissimi giochi di luce e soprattutto ambientazioni ben realizzate. A volte forse risulteranno un po’ impersonali, ma la cosa è dovuta all’assenza di una trama o di un contesto a noi noto, che rende il mondo di Chivalry medievale, ma anche troppo generico. I server di gioco reggono benissimo il motore grafico, e bisogna complimentarsi: pochissimo lag, tanti utenti sempre connessi, pochi bug in-game, e pochi episodi di texture popping e simili. Certo, non è un titolo esente da difetti, e sicuramente presenta a volte qualche sbavatura, qualche texture grossolana ed un approccio a tratti un po’ rozzo, ma sono fattori necessari in un titolo indipendente, che punta però ad un mercato importante come l’fps multiplayer. Ricordatevi inoltre che è possibile cambiare visuale: sia prima che terza persona, io l’ho saputo dopo due settimane di gioco, e debbo dire che ogni tanto, a seconda delle situazioni è utile cambiare punto di vista. Le musiche poi sono adatte al contesto e non sfigurano, sebbene non si possa neanche parlare di capolavori.

Tirando le somme siamo di fronte ad un titolo solido e senza altre velleità se non quelle di far divertire con grandi spargimenti di sangue, dotati però di un comparto simulativo, seppur ibrido, soddisfacente. Non aspettatevi certo un WarBand (essendo solo multiplayer sarebbe chiedere l’impossibile), ma si tratta di un gioco ben realizzato e che, al prezzo corrente, offre davvero tante ore di intrattenimento.

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IN CONCLUSIONE
Chivalry riesce ad imporsi sul mercato grazie ad un approccio meno simulativo del suo diretto concorrente War of the Roses, ma sicuramente più immediato. Il confronto è d'obbligo, e considerando che questo gioco è un indie, venduto a prezzo contenuto, il voto supera quello del titolo Paradox. Trattandosi però di giochi online, in costante sviluppo e aggiornamento, è certo che i mezzi di WotR alla lunga si faranno sentire, mentre Chivalry probabilmente rimarrà più semplice sia nei contenuti che nella tecnica, ma ad oggi è sicuramente più divertente.
Pro-1
Graficamente buono
8.5
Contro-1
La simulazione ogni tanto si perde
Pro-2
Subito divertente
Contro-2
Poche armi e scarsa personalizzazione
Pro-3
Ampia scelta di modalità
Contro-3
Qualche sbavatura di troppo
GLORIA E SANGUE!
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