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Recensione
TESTATO SU PSP
23 dicembre 2011, 9:30
Corpse Party Blood Covered – Repeated Fear
Corpse Party Blood Covered – Repeated Fear mobile

Corpse Party Blood Covered – Repeated Fear

Che il connubio tra liceali e squartamenti fosse particolarmente in voga in Giappone è un fatto ormai assodato, ma è alquanto raro che decidano di condividere questa loro mania con noi europei. Remake dell’omonimo titolo per PC-98, Corpse Party approda sul Playstation Network e immerge il giocatore in un’avventura dalle tinte horror tra le mura di una scuola stregata, abitata da presenze inquietanti e ansiose di uccidere il giocatore nelle maniere più truci e sanguinose. Tante sono state le sventurate vittime ad essere trascinate in questo luogo infernale, nessuno fino ad ora è mai riuscito a scamparvi. Saremo inghiottiti dalle tenebre e condannati a vagare per l’eternità o riusciremo a scampare a questo incubo?

ELEMENTARY SCHOOL OF THE DEAD

In una classe della Kisaragi Academy, in Giappone, un gruppo di studenti è seduto intorno ad una candela per raccontarsi storie dell’orrore. Un modo come un altro per passare tempo dopo un festival scolastico, ricorrenza immancabile in ogni scuola nipponica, e per cementificare la loro amicizia. Il giorno successivo al loro raduno una di loro, Mayu, dovrà abbandonare i suoi amici per trasferirsi altrove, così Ayumi, rappresentante di classe e maniaca dell’occulto, tira fuori dalla divisa una bambolina di carta, una sorta di amuleto portafortuna. Secondo i pettegolezzi trovati in rete, se strappata da tutti nello stesso momento dopo aver pregato Sachiko, apparentemente lo spirito protettore dell’amuleto, un numero di volte pari al numero di presenti, e mantenendo per sempre il proprio frammento, questi non dimenticheranno mai la loro amicizia e i loro cuori saranno per sempre uniti. Un simbolo scaramantico, un piccolo gesto per rassicurare l’amica in partenza, così i 7 studenti, a cui si aggregano anche l’insegnante e la sorellina del protagonista, recitano “l’incantesimo” e recidono con forza la sagoma di carta.

Momenti di silenzio, nulla di particolare sembra accadere, quando d’un tratto un forte terremoto scuote l’edificio, senza accennare ad arrestarsi. Tutti si agitano nel panico, ma il peggio deve ancora accadere: all’improvviso si apre una spaccatura nel terreno, risucchiando tutti i presenti in un baratro senza fondo. Lo schermo si tinge di nero, per poi focalizzare l’attenzione su Naomi e Seiko, risvegliatesi in una fredda e desolata aula, in pessime condizioni. Apparentemente incolumi, le due ragazze brancolano nel buio della stanza, e non trovando gli altri membri del gruppo iniziano a guardarsi intorno con aria smarrita. Il luogo in cui si trovano è chiaramente una scuola, ma i decrepiti banchetti sono troppo piccoli per ospitare ragazzi della loro età, dalle finestre non si intravede altro che oscurità e tutta l’area sembra prossima al collasso. Un foglio di carta pende stropicciato da un muro. Le due ragazze lo leggono sperando di trovarvi delle informazioni, per poi impallidire di colpo: secondo la nota si troverebbero nella Heavenly Host Elementary School, soggetto delle loro storie, teatro alcuni decenni prima di rapimenti ed efferati omicidi. Al suo interno diversi alunni sarebbero stati sequestrati per poi essere barbaramente uccisi da uno dei loro docenti, che si sarebbe successivamente impiccato nel luogo del delitto, ragion per cui venne chiusa e rasa al suolo per ospitare la Kisaragi Academy. Eppure eccola lì, ancora in piedi.

Ma non è questo il vero problema. Tutte le uscite sembrano sbarrate, il pavimento è coperto di cadaveri in decomposizione, gli echi delle anime dei morti riecheggiano gridando il loro dolore e nella scuola si aggirano gli spiriti dei fanciulli, che riportano sul loro…ectoplasma le cicatrici della loro morte violenta, e ora fremono nell’uccidere chiunque metta piede nel loro territorio. Scopo del gioco è ovviamente trovare un modo per fuggire da questa trappola mortale, ma allo stesso tempo cercare di fare luce sul mistero che avvolge questa scuola “dimenticata da Dio”, situata in uno spazio-tempo a sè stante, quindi separato dal resto del mondo e da cui risulta apparentemente impossibile fuggire.

SPLATTERSCHOOL

Tratteggiato con uno stile che rimanda all’animazione nipponica, in particolare anime del calibro di Higurashi no Naku Koro Ni, e con un concept molto simile ad alcuni titoli freeware come Yume Nikki o Ao Oni, Corpse Party presenta tutte le caratteristiche che ogni vero survival horror dovrebbe possedere, e che sembrano invece mancare nelle produzioni odierne per console maggiori, ovvero il suscitare ansia, angoscia, sgomento fino a vera e propria paura nel giocatore. In barba ad uno stile minimale, percorrere gli angusti corridoi della Heavenly Host lascia un piacevole/disturbante senso di inquietudine, soprattutto nelle prime fasi di gioco, quando, inconsci di cosa ci aspetta dietro l’angolo, proseguiamo spediti finchè immancabilmente non salteremo dalla poltrona per uno dei tanti trabocchetti escogitati dagli sviluppatori. Che siano sussurri in lontananza, porte che sbattono improvvisamente o sinistri messaggi scritti con il sangue, viene quasi spontaneo muoversi a tentoni con il cuore in gola, e posso garantirvi che dopo una lunga sessione a CP si ha quasi timore ad uscire dalla propria stanza per una pausa in bagno, neanche ci fosse uno spettro ad attendervi all’uscio. Il lavoro certosino svolto da Team GrisGris per variare continuamente formula ha dell’incredibile, mai credere di aver visto tutto, pena il rischio di sussultare più che in precedenza. L’alternarsi di situazioni scontate a colpi di scena inediti lascia attoniti, e il silenzio assordante che ne sussegue lascia correre l’immaginazione come non mai, da rantoli per lo spavento a sguardi sconcertati come per dire: “Ma che cavolo ho appena visto!?”. Semplici eppure riusciti giochi di telecamere, clichè sempreverdi, piccoli colpi di genio e un gusto per il gore che permettono di godere appieno di ogni momento di gioco e faranno la felicità degli amanti del genere.

Il gameplay ridotto all’osso, sulla scia di Amnesia The Dark Descent, minimizza le possibilità del giocatore, che in molte circostanze non può far altro che subire passivamente o fuggire innanzi ai pericoli. Nonostante adotti uno schema piuttosto semplice, basato sull’analisi degli elementi a schermo fino all’ottenimento di un oggetto chiave o al raggiungimento di una determinata location, la cura per il comparto narrativo e dialogico mettono in ombra questa lacuna, trasformando tuttavia le esplorazioni in semplici fasi di transizioni tra un dialogo e l’altro, in linea con l’anima da visual novel, ma che potrebbe far storcere il naso a più di qualche giocatore “moderno”, abituato all’azione a discapito di una trama profonda. Ma d’altronde ciò si poteva facilmente evincere dal principio, Corpse Party non è un gioco adatto a tutti, si ritaglia un angolino a sè stante nel panorama videoludico, o lo si ama o lo si odia, o quantomeno non si riesce ad apprezzare appieno il suo stile votato al coinvolgimento emotivo e alla minuziosa ricerca di segreti.

L’unica accusa che sento il dovere di muovergli è la frequente mancanza di aiuti, che si trasforma in saliscendi continui tra un piano e l’altro in quello che sembra essere apparentemente un guscio vuoto. Succede raramente di rimanere bloccati, ma quando accade viene spontaneo alzare le mani al cielo e inveire contro ogni elemento dello scenario(che fosse un tentativo di ricreare anche nella vita reale una situazione priva di scampo da parte del team di sviluppo?)

NOT SO ALONE IN THE DARK

La trama si snoda attraverso 5 capitoli, e i tanti personaggi vengono introdotti gradualmente con perizia. La loro personalità è ben delineata, e si andrà sempre più arricchendo, anche grazie a diversi flashback che mostrano diversi retroscena sulla vita quotidiana dei protagonisti e non solo. Si svilupperà quasi una sorta di familiarità tra il giocatore e i vari protagonisti, merito di un character design notevole. Capiterà di rado infatti di ritrovarsi in disappunto con le scelte degli studenti, che presenteranno reazioni umane e atteggiamenti credibili e coerenti con il contesto, tranne alcuni eccessi tipicamente nipponici per sdrammatizzare o enfatizzare i tratti grotteschi di alcuni personaggi.

Altra peculiarità del gioco il cospicuo numero di bad ending, o “wrong end”. Ce ne sono svariate per capitolo, ed esistono svariati metodi per incappare in una di loro, dal farsi toccare dagli inseguitori di turno, ad eseguire particolari azioni nell’ordine sbagliato o ancora ispezionare l’elemento sbagliato al momento sbagliato. Spesso si risolvono in un breve siparietto, in genere piuttosto cruento, ma alle volte sopraggiungono all’improvviso e senza una ragione apparente, tanto da apparire come una fase normale di gioco, fino ovviamente alla fatidica schermata di game over ed il conseguente riavvio di gioco. E’ cosa buona quindi sfruttare appieno i 5 slot di salvataggio di cui si dispone o si rischia di finire in un loop infinito, costringendo a ricominciare daccapo il capitolo per poter proseguire. Ognuno di questi “finali alternativi” viene registrato in un’apposita schermata, e collezionarli tutti aiuta a prolungare la longevità di gioco, complessivamente non particolarmente esaltante(intorno alle 6-7 ore).

Ad aggiungere altra carne al fuoco ci pensano gli Extra Chapter. Talvolta, analizzando i cadaveri in giro per la scuola, oltre a dettagliate informazioni sulla loro morte sarà possibile intascare l’ID del defunto, che ne indica nome, classe e scuola di provenienza, a riprova del numero esorbitante di vittime che hanno attraversato prima di noi gli oscuri antri della Heavenly Host. Trovando tutte le tessere di un particolare istituto(consultabile in un pratico menù che indica anche in quale capitolo siano rintracciabili gli ID mancanti) si sbloccheranno diversi contenuti aggiuntivi, che permetteranno di approfondire le conoscenze sui protagonisti o anche affrontare ulteriori sessioni di gioco e far luce su quei pochi misteri che rimarranno irrisolti dopo aver terminato la modalità principale.

SILENT HALLWAY

Da un punto di vista tecnico c’è poco da dire: Corpse Party utilizza un motore grafico 16 bit, strutturalmente semplice ma con uno stile old school di grande impatto. Per le scene clou sono invece utilizzati degli splendidi artwork stile anime, che incorniciano perfettamente le situazioni più violente e che si sposano alla perfezione con l’atmosfera creata dalla sontuosa colonna sonora, formata da diversi jingle abbastanza inquietanti ed effetti sonori disgustosamente realistici, oltre che da profondi silenzi che aiutano ad accrescere notevolmente la tensione, soprattutto nei luoghi in cui non si vede ad un palmo dal naso(pardon, ad un pixel). Ogni qual volta si entra in una nuova stanza e stridenti note iniziano a martellare le casse della console un brivido corre lungo tutta la schiena, mentre il pavimento che scricchiola e il soffitto che gocciola non fanno altro che rendere più coinvolgente il tutto. Unico neo il fatto che brani e suoni seguano uno schema ben preciso, ciò significa che una volta memorizzata la sequenza l’effetto sorpresa tenda a smorzarsi piuttosto in fretta, ma sfido chiunque a guardare a due volte lo stesso film e a provare le stesse emozioni in entrambi i casi.

Vorrei infine lodare l’eccellente doppiaggio in lingua originale. Non è raro che i titoli per PSP dispongano di dialoghi parlati, ma è assai raro che siano così limpidi, così vivi e soprattutto così espressivi. Più di una volta urli a bruciapelo mi hanno gelato il sangue, risate isteriche atterrito, pianti e lamenti lasciato quasi un senso di nausea…in poche parole, armatevi di cuffie e assaporate gli orrori della Heavely Host Elementary School.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Corpse Party è una piacevole sorpresa, un luce nel buio che ravviva una PSP abbastanza grigia negli ultimi tempi, una chiara dimostrazione di come bastino mezzi semplici ma ben orchestrati per dar vita ad un incubo di gran lunga più pauroso di valanghe di poligoni messi a casaccio. Un horror atipico piuttosto elitario, ma che sa regalare grandi soddisfazioni(e grandi spaventi) a quei pochi eletti che non indietreggeranno di fronte all'assenza di armi da fuoco e a doppiatori con gli occhi a mandorla. Team GrisGris ha realizzato un piccolo capolavoro che meriterebbe più attenzioni qui in Occidente, ma dopotutto il solo fatto che sia approdato da noi è già un miracolo. Detto questo sono lieto di tornare a girovagare per una scuola infestata di spettri: chi ha il coraggio di seguirmi?
Pro-1
Una trama avvincente e ricca di colpi di scena mista ad atmosfere cupe. Sublime
8.5
Contro-1
Alcuni passaggi un pò frustranti
Pro-2
Colonna sonora e doppiaggio d'eccezione
Contro-2
Adatto a pochi intenditori
Pro-3
E' raro vedere una produzione del genere dalle nostre parti
Contro-3
Rigiocabilità quasi assente
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