Deadlight – Recensione
I” Non Morti” sono stati utilizzati allo sfinimento, usati in ogni genere ed ambientazione senza perdere mai quel successo o curiosità che ha sempre accompagnato l’immagine di queste particolari figure, sia al cinema che nei videogiochi. Una piccola riflessione che serve per dare il via all’articolo che vi voglio presentare, sicuramente un articolo importante, come lo sono molti altri per la software house Tequila Works, che ci regala nei primi giorni di calura del mese di Agosto il suo primo lavoro chiamato DeadLight, disponibile tra gli Arcade di Xbox Live.
Vediamo insieme se la nuova software house spagnola è riuscita a farsi conoscere!

In una trama che ricorda quella di The Walking Dead, ci ritroveremo nei panni di Randall Wayne, una guardia forestale della metropoli americana di Seattle. In seguito alla diffusione di un virus che ha trasformato gran parte della popolazione in zombie, la grande metropoli è stata sconvolta come in un’apocalisse ed è divenuta uno scenario tetro e crudo dove vi sono rimasti pochi rimasugli di umanità.
Randall il protagonista ha però un desiderio, quello di ritrovarsi con la sua famiglia, sua moglie e sua figlia di cui non ha più notizie. La sua ricerca lo porterà dalla periferia fino all’apparente zona franca della città, dove pare siano rimasti alcuni sopravvissuti. Con la speranza di ritrovare la sua famiglia, il protagonista dovrà superare molti ostacoli e nel tentativo di capire quanto è successo, sarà indispensabile raccogliere le pagine di diario scritto da quest’ultimo che si troveranno sparse tra le ambientazioni di gioco insieme a numerosi segreti. Molto presto apprenderemo anche che non solo le ombre dominano la città, ma vi è un gruppo militare chiamato il Nuovo Ordine che fa la parte dei banditi senza scrupoli.
La trama non regala particolari spunti creativi, ma scorre via liscia senza intoppi, mentre tra un livello e l’altro vi saranno delle brevi sequenze realizzate in stile fumetto a farci da collegamento nell’evoluzione della stessa.
RUN, JUMP AND SHOOTDeadLight riprende bene gli elementi da survival come I Am Alive, inserendo anche un po’ di platform e puzzle. Correre, saltare e rimanere aggrappati a sporgenze, consuma energia che viene ricaricata una volta fermi: dosare le energie però non ricoprirà un ruolo centrale come nel già citato titolo di Ubisoft. Il lato puzzle invece richiede una minima abilità di osservazione per capire cosa fare: in alcune situazioni basterà spostare una cassa per proseguire, in altre bisognerà attirare i nemici tramite l’apposito tasto Y verso una trappola simile ad un pavimento cedevole, mentre in altre ancora bisognerà attivare determinati meccanismi.
Per superare i livelli quindi, non avremo a disposizione quantità industriali di armi e munizioni, ma un’ascia il cui uso farà scendere l’energia, una pistola e un fucile che avranno sempre poche munizioni. L’utilizzo delle armi da fuoco avviene tramite l’analogico destro per mirare e il grilletto destro per sparare, ma questo richiamerà altri nemici, occorrerà quindi dosare al meglio i colpi migliori per le situazioni più difficili.
Il gameplay inserisce anche alcune situazioni libere in cui il giocatore potrà avanzare come meglio crede, una sequenza di situazioni e un susseguirsi di stili di gioco che riescono a non annoiare il giocatore e a tenere sempre viva la fiamma della curiosità. Benchè Deadlight sia un prodotto valido non è esente da difetti: il sistema di gioco in alcune parti si rivela impreciso, alcune volte poco reattivo e il giocatore muore per sbaglio. Fortunatamente non è niente di preoccupante e non inficia minimamente sul risultato finale anche perché vi è una buona dose di checkpoint distribuiti tra i livelli da cui è possibile ripartire un numero infinito di volte. La pecca che però risulta più evidente è la brevità dell’esperienza, nonostante sia ben definita e intensa non supera le tre ore. La trama, nonostante gli indizi che troveremo sparsi, non si rivelerà chiara fino al finale e lascerà il giocatore sensibilmente spiazzato. Il tempo di gioco aumenterà di poco con la ricerca e il ritrovamento dei 3 portatili sparsi tra i livelli di gioco. Una volta recuperati saranno disponibili nel menù principale dei semplici minigame in cui è possibile competere nelle classifiche online e sbloccare 3 obbiettivi per completare il gioco al massimo.
TRA LE TENEBREL’aspetto grafico mi ha lasciato personalmente meravigliato: il gioco si muove su un binario bidimensionale, mentre gli oggetti, lo sfondo e le ambientazioni sono ricreate in tre dimensioni, rendendo tutto molto realistico e ben curato. L’aspetto tetro non ha il compito di celare particolari imperfezioni grafiche, ma bensì, tramite l’ausilio di luci, polvere e altri numerosi effetti, di creare immersione all’interno del contesto, lasciando quella sensazione d’angoscia che ogni survival horror che si rispetti deve avere. Lo sfondo si rivela molto ampio, mostrando una grande quantità di dettagli come vecchie insegne, poster pubblicitari, murales e, nonostante la tinta tendente allo stile dark, questi ultimi sono sempre ben visibili e convincenti, grazie ad un ottimo utilizzo dei colori.
I movimenti del protagonista e delle altre figure sono ben strutturati e convincenti così come lo è l’intelligenza che muove i nostri cari zombie che avanzano lentamente, attirati dal rumore e dal nostro passaggio, facendoci compagnia per tutta la durata del gioco.
La colonna sonora che ci accompagna è molto bassa rispetto ad tutti gli altri effetti sonori ma, nelle situazioni più concitate, si innalza automaticamente, immergendoci nella frenesia del momento. Il doppiaggio di altissimo livello è in inglese sottotitolato in italiano e, come detto precedentemente, ci saranno dei filmati di intermezzo realizzati in stile fumetto (non sempre ben curati!).
Graficamente ispirato e dettagliato |
7.5 | Controlli che non sempre rispondono bene |
Buona miscela di stili di gioco | Un po' troppo breve! | |
Trama poco ispirata |
