English Country Tune – Recensione
Realizzare un puzzle game non è compito semplice. Occorre un’idea fresca e originale, uno sviluppo completo e acc0rto, livelli corposi e complessi, ma senza che ciò comprometta la leggibilità dello schermo o la comprensione delle basi…se poi consideriamo che si tratta di un genere di nicchia è facile capire come, dopo il boom degli anni 80-90, sia quasi interamente sparito dalla faccia delle home console, trovando qualche sparuta loggia in handled e mobile. Ma il mondo degli indie games sembra stia offrendo nuova linfa alle produzioni snobbate dalle grandi case di sviluppo, e Steam è la piattaforma migliore per farsi conoscere.
Protagonista di oggi è English Country Tune, primo progetto commerciale dei ragazzi di Increpare Games, autori di già oltre centinaia di titoli gratuiti. Il nome bizzarro (che premetto non ha nulla a che vedere con il gioco) è la norma se si spulcia tra le pagine del loro sito, ma non è certo il suo unico vanto: avete presente le varie “feature” che secondo il sottoscritto un buon puzzle game dovrebbe possedere? Bene, ECT le possiede tutte, scopriamo il perchè.

Vi è mai capitato di provare un titolo con la bocca spalancata ripetendo in continuazione: “Wow, ‘sto gioco…è geniale…”? Con ECT succede spesso, molto spesso. E’ incredibile cosa siano riusciti a tirare fuori gli sviluppatori da un concetto estremamente semplice, banale quasi: un cursore di forma quadrata che si muove lungo ambientazioni cubiche, in grado di spostarsi liberamente tra le sue facce incurante delle leggi fisiche, ostacoli permettendo. Tutto qui. Eppure i diabolici livelli orditi da Increpare Games stupiscono tanto per difficoltà quanto per design e varietà. L’hub del menù principale ricorda quasi una coltura di batteri, formata da diversi globi collegati tra loro; ognuno di essi rappresenta una branca del gioco, uno stile diverso di approcciarsi al gameplay.
Si comincia con qualcosa di relativamente semplice, chiamato per l’appunto Larva, in cui saremo chiamati a trascinare delle sfere in determinate aree, passando al far uscire dallo schermo blocchi agendo sulle loro perpendicolari, colorare zone evidenziate senza mai passare due volte nello stesso punto, creare e contemporaneamente risolvere puzzle e altre chicche di cui preferisco non rovinarvi la sorpresa. Ogni variante, pur accomunata alle altre dalle stesse meccaniche di fondo, presenta caratteristiche uniche, e una volta completata darà accesso alla sua versione avanzata, introducendo il fattore tridimensionalità, che renderà i livelli ancora più complicati da gestire. Dati gli ampi spazi su cui poter agire ma allo stesso tempo una natura univoca di risoluzione, in genere poco intuitiva, i colli di bottiglia sono frequenti, e restare bloccati in un su un singolo livello equivale a non poter proseguire nel gioco.
Come se non bastasse non viene fornito alcun tipo di aiuto, pertanto o ci si arrovella sbattendo la testa sulla tastiera o si cercano terze vie, meno lusinghiere ma se non altro utili ad evitare l’esaurimento nervoso, e dopo più di mezz’ora passata a rigirarsi lo stesso schema l’impulso è forte. Difficile, senza dubbio, ma mai frustrante: ogni frangente di ECT è stato studiato alla perfezione, tutti i tasselli si incastrano tra loro senza falle logiche o dovute alla casualità, l’importante è figurare la soluzione e osservare il puzzle dalla giusta angolazione, aguzzare l’ingegno e manipolarlo nel giusto ordine. A tal proposito il sistema di reset fulmineo aiuta ad analizzare l’ambiente senza il timore di dover ricominciare tutto daccapo.
L’unico elemento “grezzo” della raccolta è la telecamera, fondamentale per giostrarsi con le composizioni più astratte, ma relegata a uno schema decisamente poco pratico. Normalmente impostata per seguire automaticamente gli spostamenti del giocatore (con risultati non esaltanti), premendo SHIFT si passerà alla modalità manuale, utilizzando le frecce direzionali o i tasti WASD. Dov’è il problema? Semplice: i tasti in questione sono adibiti anche al movimento del cursore, ergo o si agisce sul puzzle o sulla camera, e questo crea disagi qualora fosse necessario variare in continuazione l’angolazione. Un difetto facilmente evitabile se fosse stata attribuita la regia al mouse, paradossalmente inutilizzato se non negli editor, ma comunque poco influente sull’esperienza, tranne in rari casi in cui basta usare un minimo di accortezza.
Minimalista, sobria, pulita, la veste grafica di ECT è fedele all’essenza stessa del gioco. Non che da un puzzle ci si possa aspettare tripudi di effetti speciali, ma l’atmosfera (impalpabile, quasi a isolare un microuniverso dentro una bolla) è stata ricreata magistralmente, mentre l’ottimo accostamento cromatico e il design ricercato contribuiscono a rendere la resa visiva di ECT molto godibile, in perfetta sinestesia con la colonna sonora e gli effetti sonori, impercettibili, velati, ideale a dare il giusto tono senza deconcentrare i neuroni al lavoro.
Un capolavoro di level design |
8.0 | Telecamera fastidiosa |
Dannatamente difficile... | ... Forse troppo | |
Nessun aiuto | ||
| ALIENANTE | ||
