Nano Assault Neo – Recensione
Shin’en Multimedia è una software house terze parti di Nintendo sin dal lontano 1999. Conosciuta per i buoni standard delle loro produzioni, si è distinta in particolar modo nel campo degli sparatutto a scorrimento, genere da sempre carente sulle piattaforme della casa di Kyoto, da Iridion per GBA a Nanostray su DS, fino a Nano Assault, uscito qualche tempo fa su 3DS e mai arrivato in Europa. Agli albori della next-gen, il team ha rispolverato il brand per l’occasione del lancio di Wii U, rilasciando Nano Assault Neo il 3o novembre assieme alla neonata console sull’e-Shop ad un prezzo vantaggioso. Farà la sua figura in un catalogo digitale già da ora molto allettante?

Nano Assault Neo è un twin stick shooter, quelli in cui con un analogico si direziona il mezzo e con l’altro i proiettili per intenderci, ambientato in un universo microscopico, composto da miriadi di cellule infette. Il nostro compito sarà purificarle dalle orde di batteri e insettacci vari, distruggendone in gran quantità in modo da incrementare il gauge al lato dello schermo; raggiunta una soglia pari o superiore al 90% avremo quindi 30 secondi per raggiungere il punto di estrazione e intascare i bonus, terminando la sezione. Il gameplay presenta una forte impronta arcade, ma a differenza della media del genere, il ritmo e i tempi di gioco sono più distesi, l’approccio ragionato, e anziché mischie da bullet hell vengono incentivate l’analisi della conformazione del terreno e tattiche basate principalmente sul mordi e fuggi, non a caso tra i moltiplicatori del punteggio troviamo la precisione. Un po’ come un Super Mario Galaxy in salsa sparacchina, la struttura dei livelli è quella di piccoli planetoidi, percorribili, barriere architettoniche permettendo, in ogni loro dimensione e direzione, in barba a Newton; la telecamera ballerina, attenta a seguire gli spostamenti del giocatore, e il passo fluido ma piuttosto lento della navicella contribuiscono a dare l’idea di “sospensione”, di essere effettivamente incollati ad un corpo senza subire l’influsso della gravità, protesi verso un orizzonte indefinito, a differenza di altri titoli in cui lo stesso concetto ricorda più un artificio prospettico. Difatti il primo impatto è abbastanza nauseante, in senso buono s’intende.
Meno appariscente l’arsenale della nostra navetta-sonda-supposta, molto sui generis. I power-up sono elargiti dai nemici eliminati o acquistati nel negozio tra uno stage e l’altro con i crediti raccattati in giro, ed includono pod in stile Gradius, magneti, scudi e armi secondarie limitate a poche cartucce, nulla di innovativo ma sempre ben accetto, mentre sul touch screen del GamePad potremo visualizzare una pratica e accurata minimappa e impostare la formazione dei satelliti per adattarli all’ambiente di gioco. Viene supportata inoltre la funzione off-screen, che permette di giocare comodamente dove si preferisce (o fin dove arriva il segnale ndr) a discapito delle prestazioni, ma di questo ne riparleremo in seguito.
L’idea di base funziona, la caratterizzazione degli ambienti e in generale lo stile “grottesco” hanno un certo fascino, pur non lasciando il segno, e il livello di difficoltà è sufficientemente elevato da intrattenere anche i puristi del genere. Nemici e laser arrivano da ogni dove e senza un attimo di tregua, aumentando gradualmente d’intensità, rendendo la seconda metà dei livelli una vera sofferenza, specie se non si ha l’abitudine di voltare le spalle ai bersagli (ne so qualcosa…) per darsela a gambe, poiché essere circondati equivale a beccarsi un siluro in faccia. Ciononostante completare la modalità principale, composta da quattro percorsi per un totale di sedici stage, è questione di un paio d’ore al massimo, impresa che chiunque può portare a termine senza troppi sforzi se si considerano il cospicuo numero di vite extra messe a disposizione, pattern facilmente assimilabili e boss fight piuttosto blande, ma c’è sufficiente stimolo a rigiocarla più e più volte, merito delle classifiche online, onnipresenti al termine di ogni sessione ma mai invasive (grazie a tempi di upload praticamente inesistenti), e al sistema di achievement, che offre sfide abbastanza impegnative da meritare quei pomeriggi extra passati a imprecare per portarli a casa, per quanto manchi quella soddisfazione nel poterli sfoggiare sul proprio profilo come sulle altre console, ma sorvoliamo.
PANACEA PER GLI OCCHISarà anche un titolo in DD, ma NAN tecnicamente è un gioiello, un tripudio di effetti speciali e colori sgargianti, esaltati dai 1080p e un frame rate saldo sui 60, un’ottima vetrina delle potenzialità grafiche del Wii U, e in soli 80mb di download. I modelli poligonali, strutturalmente semplici ma ricchi di dettagli, e l’eccellente utilizzo di giochi di luce denotano una radiosità accecante, che ben si legano con la vivacissima palette cromatica e la martellante pletora di laser ed esplosioni. Meritevole anche il level design, che esibisce location evocative e di grande atmosfera, peccato per lo stile che caratterizza i mostri, troppo scontato, banale, in linea con il contesto forse, ma sicuramente poco accattivante, boss in primis, facilissimi da buttare giù tra l’altro. Sottotono gli effetti sonori, decisamente inadatti a cellule pulsanti e insetti che esplodono, mentre la colonna sonora techno, seppur in un primo momento potrebbe risultare fuori luogo con il contesto sci-fi, si lascia ascoltare, riuscendo a sottolineare le situazioni più caotiche o affollate, mancando tuttavia di coinvolgere, di emozionare, di rapire lo spettatore, un compitino svolto e buttato lì, senza metterci niente di proprio. Una volta sul GamePad, devo constatare che, nonostante la comodità di potersi stendere mentre si devasta il mondo (alla faccia di chi ne lamenta la scomodità ndr), la resa sullo schermo tattile non rende giustizia alle potenzialità del titolo, con immagini spente a causa della bassa risoluzione e suoni compressi (senza un paio di cuffie almeno), di pregevole fattura comunque, non fraintendete, ma lungi dall’avere termini di paragone con un 30 pollici in alta definizione; a meno che la tv non sia sotto assedio è sempre bene preferirla al GamePad insomma, c’è solo da guadagnarci. Ad ogni modo ludicamente l’esperienza non ne risente affatto.
Ad aumentare la longevità complessiva ci pensano la modalità Sopravvivenza e Arcade, ottime “esche” per i maniaci dei punteggi nonché ulteriore sfida per migliorare il proprio posto nella graduatoria mondiale, e il multiplayer in split-screen per 2 giocatori, per passare interi pomeriggi all’insegna dell’invettiva contro l’ente supremo di turno in allegria (si fa per dire ndr). Il ritmo è un po’ scostante, così come la progressione, rendendo alcuni passaggi insopportabili, ma il gioco vale tutti i 10€ spesi, poco ma sicuro.
Tecnicamente superlativo |
8 | Si brucia troppo in fretta |
Level design intrigante | Boss fight pessime | |
Sa essere frustrante | ||
| TALENTO INESPRESSO | ||
