Z-Giochi.comZ-Giochi.com Mobile

Recensione
TESTATO SU PC
30 novembre 2012, 8:47
Nicolas Eymerich: Inquisitore – La Peste
Nicolas Eymerich: Inquisitore – La Peste mobile

Nicolas Eymerich: Inquisitore – La Peste | Recensione

Con grande onore per il sottoscritto, ecco che, dopo un sorprendente Anna ad opera dei Drempainters, ho il piacere di mettere le mani su un’altra perla sbocciata in terra italica: un progetto che non solo è riuscito ad entrare a testa alta dentro un mercato intricato come lo è oggi quello videoludico, ma che anzi, grazie alle collaborazioni ottenute, promette di continuare ad evolversi in una serie di futuri prolungamenti.

Si tratta di Nicolas Eymerich: inquisitore – La Peste, il primo atto di un’avventura grafica vecchio stile concepita per essere edita in quattro“instalments”, ideata da Ivan Venturi e basata sui testi dello scrittore italiano Valerio Evangelisti, noto per la sua rivisitazione in chiave mistica del personaggio storico di Nicolas Eymerich, indiscusso protagonista di entrambi i media. Grazie alla collaborazione con Imaginomotion e Ticon Blu, la figura dell’inquisitore domenicano Eymerich torna a splendere di una nuova luce, più specificatamente quella di un punta e clicca apparentemente classico ma dalla molteplici sorprese.

L’antieroe della cristianità

L’avventura si colloca nel 1364, periodo nel quale Nicolas Eymerich, privo ormai di un potere inquisitorio in Aragona, viene convocato a Carcassonne dall’Abate Jean Vinet per compiere un’indagine sulla presunta sparizione del fratello Jacinto Corona da Valladolid, a Calcares, forse connessa all’infestazione eretica dei Catari. Tuttavia alcuni dubbi relativi alla purezza delle informazioni ricevute dall’Abate, costringono Eymerich ad un soggiorno prolungato presso l’Abbazia di Carcasonne, che di fatto costituisce l’ambientazione dell’intero primo episodio, alla ricerca di scomode verità che prenderanno una piega inaspettata, misteriosa ed esoterica. Grande nota di merito va alla profondità del bagaglio espressivo e comportamentale di Eymerich, fiero e severo difensore della cristianità eppure burbero e spietato inquisitore, capace di optare per le più infime e vesane soluzioni pur di acquisire almeno un dettaglio che lo aiuti a conseguire lo scopo. I suoi metodi sono decisamente opinabili, eppure impariamo a disprezzarlo e odiarlo come a rispettarlo e comprenderlo.

Affinate la vostra vista e la vostra pazienza

Come da classica tradizione punta e clicca, ci si muove per le tradizionali stanze, questa volta però inquadrate da una telecamera che compie dei leggeri movimenti al seguito di Eymerich, e che richiede quindi ulteriori spostamenti del personaggio affinche si scorga ogni angolo disponibile. Purtroppo non sempre è chiaro dove dover spostare il domenicano per avere un determinato punto di vista della stanza in cui ci si trova, ma questo appunto non inficia comunque l’esperienza di gioco che davvero molto raramente ne fa richiesta. La difficoltà degli enigmi presenti nel gioco si attesta sulla media, trattandosi specialmente di situazioni nelle quali dovremmo affidarci alla nostra capacità visiva e mnemonica piuttosto che a quella puramente logica, scandito dalla ben nota interfaccia dell’”esamina”e del “prendi”, con in più la saltuaria possibilità di esaminare manualmente nel dettaglio con uno zoom su un dato elemento. Un gioco di intuito, colpo d’occhio e ricerca, che richiederà almeno sette ore di applicazione prima di essere portato a termine.

Tuttavia alcuni marcati problemi di pixel hunting non sempre permettono ai nostri occhi di individuare gli elementi su schermo con cui interagire; il che rende alcune sequenze frustranti, nonostante magari le si abbia già virtualmente risolte. Per ovviare a tale problematica ecco che gli sviluppatori ci vengono incontro con il cosiddetto “aiuto divino”, attivabile con il tsato SHIFT, che svolgerà istantaneamente il numero di azioni necessarie per il proseguimento nell’avventura. Badate però, l’utilizzo di questa scorciatoia non vi permette di accumulare i punti relativi all’azione che avete eluso, e quindi non sarà possibile, infine, ottenere la totalità della percentuale. Ultima nota dolente è rappresentata dalla mappa di gioco, la quale si, permette di compiere viaggi veloci verso tutte le stanze dell’edificio, ma mai in maniera precisa. Se vi dovesse infatti capitare di aprire la cartina per poi subito richiuderla, quasi sicuramente verrete inspiegabilmente trasportati al corridoio principale, perchè quest’ultimo, disegnato sulla mappa, si trova proprio in prossimità del tasto “indietro”. Perfortuna si tratta solo di un piccolo problema, fautore al massimo, da parte del giocatore, di una o due bestemmie punibili da Eymerich, ma niente che danneggi gravemente l’esperienza di gioco.

I pregi occultano le sviste

L’Abbazia di Carcassonne, così come la stessa aria che vi si respira, appare fredda e taciturna, quasi ad invitare il giocatore alla scoperta di quell’ipotetico taboo che ne determina l’omertà, e riesce a ricreare in maniera discreta l’atmosfera di un luogo di culto, non esagerando mai con il contrasto tra i colori in scena. Le stanze registrate nella mappa di gioco sono quattordici, ma non mancano locations segrete che sarà possibile visitare solo eseguendo diverse azioni che non vi vengono mai richieste dal proseguimento della trama principale, ma che piuttosto bisognerebbe avere l’intraprendente spirito di sperimentare. Prova di ciò è appunto la paradossale presenza di oggetti atematici, quali un pollo di gomma, o apparentemente inutili, quali uno straccio, il cui giusto utilizzo andrà scovato con l’intuito. E se è normale trovare un pollo di gomma all’interno di un’Abbazia del XIV secolo, allora appare naturale anche che il gioco sia pieno zeppo di curiosi easter eggs che, in un certo senso, ne aumentano esponenzialmente la longevità.

Se tecnicamente il lavoro compiuto da Imaginomotion e TiconBlu risulta discreto, con sporadici errori di visualizzazione e textures per lo più molto semplici, stilisticamente il risultato appare ottimo, grazie ad un doppiaggio e ad un’ambientazione semplice ma convincente. I volti e le espressioni facciali degli NPG sono perlopiù realizzati tramite l’ausilio di fotocamere 3D, il che rende plausibili e meglio godibili alcuni rari ma concitati dialoghi tra Eymerich e le varie personalità dell’Abbazia, pur presentando di tanto in tanto un che di ridicolo.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Questo primo episodio di Nicolas Eymeric: Inquisitore, che porta il nome di "La Peste", si configura senza ombra di dubbio come un ottimo esperimento nel campo delle avventure grafiche, dimostrando il valore delle idee italiane ma anche perizia nella realizzazione tecnica, della quale le imprecisioni sono normali intoppi di un brand che supera l'attrito statico dell'amatoriale per iniziare ad incamminarsi tra le strade del folle mercato videoludico . Un prodotto ancora acerbo, ma che dimostra già le proprie potenzialità, sicuramente coltivabili nei capitoli a venire, dai quali ci aspettiamo una pulizia di tutte le banali imprecisioni, nuove situazioni di gameplay , un intrigo narrativo degno della storia di cui si fa carico, e dei personaggi capaci di lasciare il segno.
Pro-1
Protagonista carismatico
7.5
Contro-1
Imprecisione nei controlli
Pro-2
Varie e divertenti trovate sia in termini di gameplay che in termini narrativi
Contro-2
Frequenti errori nel menù degli obiettivi
Pro-3
Storia matura ed intrigante
Contro-3
Imprecisione nella mappa di gioco
Maturo si! Acerbo anche...
COMMENTI