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Recensione
TESTATO SU PC
19 giugno 2012, 18:00
Resonance
Resonance mobile

Resonance – Recensione

Quante volte ci siamo sentiti dire che le avventure grafiche sono morte insieme ai Lucas Studios e alla Sierra? Questa affermazione in parte è sicuramente vera, i grandi investitori preferiscono rivolgersi a generi meno di nicchia e i progetti ad alto budget degli ultimi anni si contano sulle dita di una mano. Fortunatamente soldi non è un sinonimo di qualità, Resonance si butta sul mercato dopo un finanziamento tramite Kickstarter ai limiti del ridicolo (150$) pronto a dimostrare che le avventure grafiche sono tutt’altro che morte e che si possono fare grandissime cose anche con un budget minimo.

Vediamo per bene cosa ci offre l’ultima fatica costata ben cinque anni di lavoro e la collaborazione dei XII Games con i Wadjet Eyes Games già famosi per l’ottimo Gemini Rue.

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L’ORIGINE DI TUTTO

Un misterioso attacco terroristico in vari punti della terra, una telefonata alla prime luci del mattino, il gioco si apre nell’appartamento di Ed, un matematico geniale, svegliato dal suo capo che ha fatto la scoperta del secolo. Dalla telefonata si capisce che c’è qualcosa che non va per il verso giusto, il capo al posto di festeggiare è terrorizzato, i risultati da lui ottenuti sono talmente incredibili da diventare pericolosi. La telefonata è confusa ma capiamo che la sua scoperta potrebbe avere risvolti devastanti nel caso finisse nelle mani sbagliate e che è sua ferma intenzione distruggerla prima di causare troppi danni. Ed allarmato si precipita ai laboratori sperando che il suo superiore non faccia qualche pazzia e noi con lui lo seguiamo alla scoperta di questo intricata avventura corale.

Fin dai primi minuti capiamo che Resonance vuole essere un’avventura vecchio stile con grafica ultra pixellosa e risoluzioni che pensavamo non esistessero più. Come è già capitato in altri giochi non ci sarà un solo protagonista, oltre a Ed la storia cresce intorno a tre personaggi diversi con storie apparentemente scollegate che si ritroveranno a dover lavorare insieme legati da un sottile filo comune. Dopo il prologo potremo scegliere con chi muoverci tra: la dottoressa Anna Castellanos, una bellissima ragazza tormentata dai traumi legati a un’infanzia problematica e da continui incubi particolarmente sanguinosi. Il detective Bennet, un duro con svariati anni di servizio alle spalle che non si fa troppi problemi a infrangere regole e protocollo. Raymond un giornalista investigativo che si improvvisa hacker per necessità, ha i contatti giusti per trovare le informazioni più riservate. Tolstoy “Ed” Edding un secchione che si trova molto più a suo agio tra i numeri che tra le persone.

COPIARE NON BASTA

Portare novità nelle avventure grafiche è sempre difficile, negli anni sono state provate un po’ tutte le combinazioni e a volte per uscire dagli schemi sono stati creati titoli troppo semplici molto più simili a film interattivi che veri e propri giochi. Resonance non ha interessi a creare un nuovo modo di vedere le avventure, lo schema di gioco è quello classico a cui tutti ci siamo abituati, la diversità sta nel proporre  una maniera differente di compiere le solite azioni. Analizzando l’interfaccia notiamo come il menù con gli oggetti si posiziona nella parte superiore dello schermo per scomparire in maniere simile a quanto succedeva nei primi Broken Sword quando non richiesto. La vera novità è il sistema di memoria a lungo e breve termine, quando troviamo un oggetto interessante questo non sarà disponibile in automatico nelle scelte delle future discussioni, dovremo trascinarlo in un apposito menù a tendina che potremo richiamare mentre parliamo. Questa scelta rende tutto il gioco molto più difficile, starà quindi a noi capire se quel cestino dei rifiuti è importante o meno e occupare uno dei limitati spazi della memoria a breve termine. Tutte le discussioni e i momenti importanti verranno posizionati in automatico nello spazio della memoria a lungo termine, questi potremo richiamarli in ogni momento per rivederli alla ricerca di indizi o nel caso non sapessimo più cosa fare.

Vi ricordate Day of the Tentacle? Nel famosissimo gioco Lucas Arts movevamo tre personaggi in diverse linee temporali per sconfiggere il malvagio tentacolo viola. Resonance prende spunto da questa idea per creare qualcosa di diverso, i nostri quattro protagonisti agiscono negli stessi luoghi ma dovranno usare le loro abilità individuali per portare a termine l’avventura. Il Detective Bennet è l’uomo gusto quando dovremo usare la forza, allo stesso tempo è corpulento quindi Ed si rivelerà la scelta migliore nel caso dovessimo infilarci negli spazi ristretti, a volte sarà necessario un po’ di sano lavoro di squadra dove dovremo chiedere l’aiuto a un personaggio o coordinare i movimenti di più personaggi per azioni altrimenti impossibili da svolgere da soli. I compiti di ognuno però sono diversi e ben definiti, seguendo questo esempio potremo passare da un personaggi all’altro per risolvere le loro storie e capire qualcosa di più su cosa sta minacciando la città.

IL PROFESSOR LAYTON CI FA UN BAFFO

Vediamo ora la parte più importante, gli enigmi. Qui gli sviluppatori hanno dato il meglio di se cercando di offrire una sfida varia e di un buon livello di difficoltà, visto l’ottimo risultato possiamo dire che ci sono riusciti. Tutti i problemi si possono risolvere in maniera logica, quindi non preoccupatevi a meno che non siate disperati non vi capiterà mai di tentare di unire tutti gli oggetti a disposizione tra di loro sperando di ottenere un qualunque effetto. Oltre al lavoro che faremo con la manipolazione degli oggetti i Wadjet Eye e XII hanno inserito un po’ di varietà nell’azione classica, per risolvere qualche situazione dovremo correggere la testimonianza dei npc in un sistema che strizza l’occhio alle avventure di Phoenix Wright. Resonance vuole esser in tutto un’avventura vecchio stile e come tale non è presente il sistema di aiuti che illumina gli oggetti con cui potremo interagire che tanto è andato di moda negli ultimi anni, fortunatamente gli ambienti non sono molto estesi quindi abbiate cura di passare il mouse su tutto quello che compare sullo schermo alla ricerca di qualcosa che abbiamo dimenticato. Nel caso rimaniate bloccati potete far parlare i personaggi tra di loro, spesso i nostri compagni hanno interessanti indizi da darci.

Per rendere le cose un po’ più movimentate è bene segnalare che in Resonance è possibile morire, fortunatamente nel caso uno dei nostri personaggi finisse accoppato torneremo automaticamente indietro fino a un momento sicuro senza nessuna ripercussione. Dal  punto di vista della longevità il gioco si pone su livelli più che buoni, il tempo che impiegherete a portare a termine l’avventura naturalmente varia a seconda della vostra esperienza e genialità però anche per gli avventurieri più navigati saranno necessarie almeno una decina di ore per portare a termine l’intricata storia.

BENVENUTI NEI MITICI ANNI ’90

Tecnicamente il gioco è assolutamente old school, ogni elemento ci ricorda a quando giocavamo a Monkey Island su Amiga o al primo Gabriel Knight, naturalmente  non è tutto così vecchio e Resonance non sarebbe stato possibile farlo girare sui nostri vecchi pc a meno di fare un pesante downgrade grafico. L’avventura è stata creata per funzionare con una risoluzione di 640×480, sono presenti filtri anti-aliasing i cui risultati però non sono sempre ottimali, per questo motivo mi sento di consigliare a tutti di giocare con le bande nere ai lati. Le basi dello script e il motore grafico sono affidati al famoso software free Adventure Game Studio e di questo non possiamo che esserne contenti, Resonance funziona alla perfezione su qualunque pc. I modelli dei personaggi sono ben realizzati così come le animazioni, queste sono sono discretamente varie per quanto non presenti in un numero molto elevato, l’unica cosa che non ci ha convinto troppo è la camminata, un paio di sprites in più l’avrebbero resa molto più fluida.

Da punto di vista musicale non sono presenti brani particolarmente accattivanti, le canzoni svolgono il loro lavoro di intrattenimento senza particolari picchi qualitativi, bisogna segnalare un doppiaggio veramente ben fatto soprattutto vista la natura Indie e il budget basso.

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IN CONCLUSIONE
Resonance si prospettava un gran bel titolo e ha finito con il dimostrarsi anche un gradino migliore, se siete nuovi di questo genere il basso prezzo è un ottimo motivo per prenderlo e per avvicinarsi alle avvenuture grafiche, se invece siete un po’ più vecchietti con qualche mania di collezionismo merita valutare l’acquistare della versione fisica con tanto di scatola grande, in ogni caso prendetelo. Resonance è un’avventura grandiosa in grado di tenervi legati agli schermi come pochi titoli hanno saputo fare negli ultimi anni.
Pro-1
Un'avventura old school
8.0
Contro-1
Qualcuno potrebbe trovarlo troppo difficile
Pro-2
Grafica Pixelosa
Contro-2
Manca un filtro per le risoluzioni più alte
Pro-3
Buon livello di difficoltà
Contro-3
Qualche animazione in più sarebbe stata gradita
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