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Recensione
TESTATO SU PC
7 ottobre 2012, 6:48
Torchlight II
Torchlight II mobile

Torchlight II – Recensione

Qualche tempo fa scrissi un pezzo sul perché i capoccioni delle Blizzard avrebbero dovuto guardare con preoccupazione l’uscita, allora non imminente, di Torchlight II. Finalmente dopo tanti rimandi siamo riusciti a mettere le mani su questo titolo e gustarcelo fino in fondo e possiamo finalmente dire che il trono del miglior Hack & Slash è più in bilico che mai.

Torchlight 2

 DOVE CI ERAVAMO LASCIATI?

“Il fatto che gli uomini non imparino molto dalla storia è la lezione più importante che la storia ci insegna”

Forse non tutti sanno che il Torchlight II avesse una trama, io ero tra quelli. Il primo capitolo di questa neonata serie oltre a distribuire mazzate a profusione possedeva una flebile linea narrativa che ci spingeva sempre più verso le profondità dei dungeon. Torchlight II riprende  da dove si era concluso il primo capitolo, qualche anno dopo l’uccisione di Ordrak, l’alchemista dopo essersi fatto una bella scorpacciata di Ember si è montato la testa è si è trasformato nel cattivo di turno. Toccherà a noi prendere le vesti di quattro eroi nuovi di zecca e insegnare un po’ di educazione alla vecchia maniera. Per la felicità dei giocatori più attenti rincontreremo anche gli altri due protagonisti del primo gioco sotto le vesti di npc. Vi siete persi la trama del primo Torchlight? Nessun problema, perché anche in questo capitolo la trama è un aspetto marginale inserito quasi più come obbligo che per creare un reale filo conduttore degli eventi. Lo stesso discorso è valido per l’aspetto narrativo, anche questo è praticamente inutile e a mano non abbiate un desiderio ossessivo di sapere cosa sta succedendo è probabile che salterete tutti i dialoghi che potrete.

COMPAGNI DI BATTAGLIA

“Gli uomini che ragionano sempre non fanno la storia”

Passati elementi obbligatori e inutili, come la storia, ci addentriamo nel cuore di Torchlight II. Il gioco ci pone la scelta tra quattro classi differenti: l’outlander, l’engeneer, il berserker e ultimo l’embermage.  I quattro personaggi propongono uno stile totalmente differente all’avventura ad incominciare dall Outlander, ideale per chi preferisce tenere i nemici a debita distanza con attacchi ranged. L’engeneer, che quanto ad abilità si è rivelato il personaggio più innovativo e fresco da provare, mischia attacchi corpo a corpo con torrette meccaniche ed altre macchine votate alla distruzione di massa. Il berserker è il classico personaggio melee,  violento ideale per tutti quelli che vogliono buttarsi nella mischia senza troppi problemi e distruggere tutto quello che gli passa a tiro. Per ultimo abbiamo l’embermage un potente mago votato agli attacchi a base di mana ma totalmente sconsigliato per uno scontro a breve distanza. Seguendo la strada intrapresa dal primo capitolo e da Fate, vero capostipite della serie, oltre al’eroe dovrete scegliere anche un fido compagno che ci seguirà lungo tutta l’avventura. Oltre a un classico cane potremo farci accompagnare da un corvo o da un paio di altre creature strane, i nostri fedeli potranno darci supporto in battagli sia in maniera offensiva sia come guaritori inoltre cosa molto più importante potremo mandarli al mercato a vendere le cianfrusaglie e comprare oggetti di piccole dimensioni come pozioni per la salute o il mana. La scelta si è rivelata efficace, riducendo drasticamente il backtracking, in modo d’avere molto più tempo per esplorare ogni angolo buio del dungeon senza dovervi preoccupare di portare avanti e indietro gli oggetti.

Una volta selezionato l’eroe e compagnia bella, tramite un pratico editor potremo personalizzare il nostro avatar e finalmente buttarci a capofitto nel’azione.

DOV’E’ IL MIO SANGUE? 

“Una singola morte è una tragedia, un milione di morti è una statistica”

Il gameplay proposto è il classico del genere votato al click del mouse continuato e selvaggio. Adottando un sistema semplice e compressibile da tutti fin dai primi istanti “clikkerete” su gruppi di mostri per ucciderli, sulle abilità per usarle, sui forzieri e su tutto quello che si muove. Manco a dirlo a meno che non proviate un odio viscerale verso il genere tutto questo è incredibilmente frenetico e divertente. Come grande novità potremo ammirare cicli di giorno/notte che cambiano l’attitudine dei nemici incontrati. Passeggiando di notte per il mondo potremo trovare delle guardie addormentate, starà a noi decidere se ingaggiare uno scontro per recuperare oggetti ed esperienza o proseguire lasciandoli incolumi. I nemici, per nostra fortuna, una volta partiti al’attacco non si limiteranno solo a correrci incontro con un’affilata ascia bipenne, gli sviluppatori hanno fornito i nostri antagonisti di un buon set di abilità che spazia da magia su area al teletrasporto. Tale impegno è stato riversato anche nella realizzazione dei nemici più grossi, I Runic conoscono bene l’importanza delle Boss fight e la loro coscienza e  la si constata al termine dei dungeon dove ingaggeremo scontri contro enormi demoni e decine di tirapiedi. I boss utilizzano skill speciali e simili sono i loro aiutanti equipaggiati di abilità particolari, questi furiosi scontri potranno durare anche svariati minuti in cui oltre ai muscoli sarà necessario affiancare il cervello per riconoscere le tattiche del nemico e trovare la strategia giusta per buttarlo giù. Tutta questa morte, molto poco violenta, verrà premiata da un drop rate veramente generoso. Ogni nemico ucciso ci lascerà una piccola ricompensa che può variare dalle due denari ad un arma magica. Fin dalla prima run è possibile trovare un equipaggiamento leggendario e formare l’armatura dei sogni.

Per eseguire la nostra mattanza avremo a disposizione una serie di skill da sviluppare tramite il classico albero delle abilità diviso in tre rami, ogni ramo si suddivide a sua volta in sette abilità attive e tre passive. Tale interfaccia, che ricorda abbastanza Diablo II dona ai giocatori la possibilità di creare e personalizzare l’eroe nella maniera più affine al proprio stile. Riprendendo una caratteristica che sembra arrivare dal passato Torchlight II non permette di tornare indietro sui propri passi e resettare i punti assegnati per sperimentare nuove build. Gli sviluppatori danno la possibilità di cambiare solamente gli ultimi tre punti, scelta che può essere utile per correggere un errore di distrazione ma non sufficiente se vogliamo reinventare il nostro campione. Se verso metà gioco vorremo che il nostro tank passi dal’essere pura distruzione ad avere abilità rigenerative l’unica scelta sarà quella di ricominciare da capo il gioco, anche se in realtà esiste anche un’altra possibilità, tramite  uno speciale mod potrete resettare tutti gli skill point in qualunque momento, ma di questo ne parleremo a breve. Il livello di difficoltà abbastanza morbido per tutti quelli che hanno confidenza con il genere aiuta a non frustrare troppo il giocatore anche in caso di una build sbagliata. Nel caso però amiate le vera sfida non dovete preoccuparvi, a differenza di altri titoli potete selezionare fin da subito la difficoltà massima, inoltre è presente l’opzione Hardcore (se morite una volta perdete il personaggio)  consigliata come al solito solo a chi regge bene la tensione e conosce veramente bene gli schemi di gioco.

E UNA VOLTA FINITO? 

“La luce che arde col doppio di splendore brucia per metà tempo”

Quanto a contenuti End Game i Runic hanno fatto veramente un bel lavoro, la campagna principale dura circa 12 ore ma non c’è da preoccuparsi per la longevità, una volta terminata potrete ricominciare con lo stesso personaggio un New Game Plus, dove tutto è più resistente e i nemici vi faranno sudare molto di più. Ricordando che ogni mappa è generata casualmente da un algoritmo veramente funzionale i fiumi di sangue scorreranno a lungo e le similitudini saranno solo di motivo estetico.

Come ampiamente sponsorizzato potremo giocare tutta la campagna in compagnia di fino a cinque amici via Lan o Adsl, per quanto il netcode regga bene e non si siano riscontrati fenomeni di fastidioso lag, tutto il sistema è più grezzo rispetto a quanto proposto dalla concorrenza e vi ritroverete a dover scegliere tra le vecchie lobby. Se tutto questo ancora non vi basta potrete accedere al MapWork, un astrolabio dove potrete generare mappe casuali inserendo particolari bonus o malus al vostro personaggio. Un’altra mossa vincente degli sviluppatori è l’idea di tenere aperto il gioco ai Mod, oltre a rendere di fatto inutile ogni tentativo di cheat, visto il successo del gioco le comunità di modder si stanno sbizzarrendo per creare nuove classi e nuove campagne da rendere poi disponibili a tutti.

Tecnicamente ci troviamo di fronte ad un lavoro fatto con tutta la cura necessaria, la grafica Toon è estremamente colorata, gli scenari sono ricchi di particolari generalmente ben realizzati  e lo stesso si può dire dei personaggi e delle armi che vantano una realizzazione più che piacevole. Se proprio vogliamo trovare un pelo nel’uovo notiamo come manchi una linea conduttrice che leghi tutti gli elementi e i mostri della storia, ma sinceramente questo è un difetto minimo. Per quanto riguarda l’aspetto sonoro le musiche sembrano un po’ sottotono rispetto alla qualità complessiva del titolo. Non è che le canzoni siano brutte però pur vantando un buon numero di tracce, non esaltano allo scontro quanto dovrebbero.

SCONTRO TRA TITANI

“Talvolta amico è parola priva di senso, nemico mai.”

Passiamo ora ad un aspetto fondamentale che si sono chiesti tutti, Torchlight II è meglio di Diablo III? Pur avendo una mia opinione personale trovo che i due giochi propongono uno stile ed un approccio agli Hack & Slash sostanzialmente diverso. Diablo III è indubbiamente migliore sulla spettacolarità e sulla violenza negli scontri, l’ondata di rane, il barbaro e tutti gli altri danno una vera sensazione di distruzione e potere durante gli scontri. L’idea della Blizzard di rendere il gioco il più longevo possibile porta i giocatori a dover finire la storia più volte prima di poter gustare appieno il gioco alla difficoltà per cui è nato, la massima. Inoltre per ottenere l’equipaggiamento migliore è necessario ripete più e più volte la stessa sezione nella speranza che il drop rate decisamente misero ci premi con il pezzo che stiamo cercando.

Torchlight II non ha queste pretese da mmorpg, e si dimostra una lunga corsa in impennata sparata al massimo fin dai primi minuti. Il drop rate esegeratamente buono non cambia a seconda della difficoltà scelta, giocare ad ultra facile ci farà ottenere le stesse armi che troveremo a Veterano. Il gioco Runic, prende molto da Diablo II, in particolare l’immediatezza e il piacere di giocare una partita solo per divertirsi. Forse è quello che manca a Diablo III.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Torchlight II è un gioco che costa poco e diverte molto, gli sviluppatori hanno fatto un lavoro incredibile e che rallegrerà le giornate di tutti gli amanti del genere e di chi vuole fare una carneficina insieme agli amici. Se servisse ancora ribadirlo abbiamo qui davanti un titolo curato in ogni suo aspetto e potenzialmente infinito. A sto punto comprarlo è un obbligo.
Pro-1
Costa poco
9
Contro-1
Trama banalotta
Pro-2
Grande gamaplay
Contro-2
Potreste non amare il genere
Pro-3
Potenzialmente infinito
DA AVERE!
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