Z-Giochi.comZ-Giochi.com Mobile

Recensione
TESTATO SU PS3
16 giugno 2012, 16:56
Virtua Fighter 5 Final Showdown
Virtua Fighter 5 Final Showdown mobile

Virtua Fighter 5 Final Showdown – Recensione

Hail to the king baby”! No non è la recensione ritardataria di Duke Nukem, è il ritorno del RE dei picchiaduro 3D, il non plus ultra del gameplay fatto beat’em up, il ritorno del capostipite, di quel gioco che fu il primo esponente del genere ad affrontare l’asse Z e ad ora il più tecnico ed appagante in assoluto: Virtua Fighter 5 Final Showdown. Purtroppo questa perla è stata relegata al Digital Delivery, tagliando fuori tutti coloro che non dispongono di connessione ad internet a banda larga, ma per chi invece ha le sue console perennemente collegate a Live o PSN è arrivato il momento di scaldare i pollici.

virtua-fighter-5-final-showdown-evidenza

VIRTUA FIGHTER 5 VS VF5 FINAL SHOWDOWN

Va detto fin da subito che non si tratta di un nuovo capitolo, ma di un profondo miglioramento della precedente versione uscita qualche anno fa per Playstation 3 prima ed Xbox 360 poi. E’ ormai tradizione per questo brand migliorarsi di volta in volta prima di passare definitamente al numero successivo, ed ogni passo in avanti vale sempre la spesa richiesta. Su Playstation 2 la versione Evolution aggiungeva una succulenta modalità di gioco e nuovi personaggi, in questo caso abbiamo sì due lottatori in più, Taka da Virtua Fighter 3 e l’inedito Jean, ma a causa della natura “da Live Arcade” sono stati fatti grossi tagli al comparto single player, limitandolo alle classiche modalità mordi e fuggi come l’Arcade o il Ranking, la Special Sparring di cui parleremo più avanti, al Dojo dove passerete la maggior parte del vostro tempo e al License Challenge, una modalità fatta di sfide da superare che appare più come una sorta di diversivo a quello che è il vero cuore pulsante della produzione: il Multiplayer.

Niente Quest dunque per la versione base del titolo, modalità che ha reso quasi eterna la precedente versione, ma tante tante mazzate virtuali condite da un Netcode davvero impeccabile. L’attenzione si concentra dunque sulle modalità competitive online, suddivise come sempre in partite del giocatore e partite classificate. Una volta selezionato l’Online Battle possiamo cercare avversari nella nostra stessa Area oppure Worldwide. A tal proposito va detto che, nonostante il titolo sia appena uscito e sia addirittura gratuito agli utenti plus del PSN, la scelta ricada spesso proprio sulla seconda opzione per trovare avversari con maggiore rapidità e semplicità, ma in tal caso conviene tener sott’occhio l’indicatore di linea che ci può risparmiare partite fortemente afflitte da Lag.

Se sul fronte contenuti è stato fatto un passo indietro non si può dire altrettanto per quanto riguarda le meccaniche di gioco. Alla base vi è sempre l’impostazione classica di Virtua Fighter 5, sopratutto quanto di buono visto nella versione per Xbox 360, ma l’elenco mosse è stato rivisto e ridimensionato in positivo. A partire dalle combo, alcune modificate nell’esecuzione ed altre definitivamente rimosse, sino ai tempi di reazione in caso di difesa o schivata, il gameplay di Final Showdown si presenta svecchiato e ancor più tecnico e bilanciato rispetto al passato. Si tratta di cambiamenti superficiali solo all’apparenza tanto che alcuni veterani del brand hanno urlato al “Virtua Fighter 6” viste le troppe migliorie apportate, ed altri hanno invece imprecato a causa delle ore spese sulla vecchia versione per padroneggiare quel personaggio che ora è da ristudiare quasi da zero, uno su tutti Akira, lottatore principale del sottoscritto nonché falso protagonista della serie.

VF5 FINAL SHOWDOWN VS ALL THE REST

Ovviamente chi segue questa saga fin dall’inizio sa bene che non le servono modalità lunghe e impegnative per sopravvivere, le basta il gameplay. Non c’è Tekken o Soul Calibur che reggano il confronto con i tecnicismi di Virtua Fighter, è così dall’inizio, probabilmente lo sarà sempre. In Virtua Fighter ogni incontro va attentamente ponderato, è una questione di tempistica e intelligenza. Ritardare una presa, una mossa, o una combo anche solo di una frazione di secondo può lasciare scoperto il giocatore ad ingenti danni da parte dell’avversario. Il paradosso di Virtua Fighter sta poi nella sua impostazione arcade dannatamente intuitiva e basata sull’uso di soli tre tasti, pugno, calcio, guardia; tre soli tasti che danno vita a combinazioni devastanti e uno spettacolo visivo senza eguali in caso di incontro ad alti livelli. Ogni combo infine si può legare liberamente alle altre oppure essere interrotta o variata proprio sul finire, rendendo lo scontro sempre imprevedibile e spettacolarmente appagante. Va da sé che per apprendere tutte le nozioni alla base delle meccaniche di questo capolavoro non basta allenarsi per qualche ora e poi gettarsi nella mischia; per padroneggiare al meglio anche un solo personaggio tra i venti disponibili ci vogliono settimane di pratica, mesi in alcuni casi.

Tutto sta poi alla nostra personale abilità senza plausibili giustificazioni in caso di sconfitta dato che ogni lottatore del roster è perfettamente bilanciato in base al peso di appartenenza, leggero, medio leggero, medio pesante, pesante. Scegliere il proprio personaggio è dunque una fase molto importante per approcciarsi al gioco nel giusto modo, il consiglio è quello di provarli tutti se si è alle prese con questo titolo per la prima volta, e poi decidere in base al feeling che si è venuto a creare. Si deduce che il gameplay di Virtua Fighter non sia propriamente adatto a chi muove i primi passi nel mondo dei picchiaduro ma si apre lo stesso a tutti quelli che hanno voglia di tuffarsi in un’esperienza davvero competitiva e sono pronti a dedicarle parecchio tempo. Ad ora casual gamers e amanti del “premi tasti a caso” se ne son sempre tenuti ben lontani ed il brand risulta semi sconosciuto alle nuove leve del mercato, in favore invece di altri prodotti forse più immediati o con la fortuna di esser nati su console più commerciali rispetto a quelle Sega. Fortunatamente Virtua Fighter si è ritagliato negli anni una grossa fetta di aficionados tra i ranghi di chi vuole di più dal genere e l’ha fatto non per una pubblicità massiva, non per colpi di fortuna, ma grazie alle immense soddisfazioni regalate da ogni singolo incontro… che si vinca o che si perda.

MA QUANTO MI COSTI?

Intrufolandosi nei mercati virtuali di xbox live e PSN possiamo trovare, oltre al gioco in sé, anche diversi pacchetti extra contenenti per lo più vestiti e gadget per personalizzare i nostri lottatori. L’idea non è malvagia dato che il nostro tempo lo spenderemo quasi tutto in combattimenti multiplayer, ed è gradita la possibilità di presentarci nei più stravaganti modi al nostro avversario, ma questo extra ha un costo di quasi cinque euro a pacchetto. Se i soli vestiti, per quanto succulenti, non rappresentano un reale motivo per sborsare i soldi extra, potrebbe farci cambiare idea la modalità Special Sparring.

Si tratta di una sorta di Quest in cui sfidare diversi lottatori customizzati, controllati dalla CPU e divisi per genere. In alternativa si può scegliere fin da subito di acquistare la versione completa di Virtua Fighter 5 Final Showdown al costo di circa venticinque euro, che comprende tutti i DLC disponibili ad oggi e questo Sparring in più. Una spesa totale che viene giustificata solo in base alle esigenze del singolo videogiocatore, ma noi ci sentiamo di consigliare la versione liscia al prezzo concorrenziale di soli tredici euro.

È LO STESSO ENGINE? Sì… MA CHISSENE!

Il motore grafico che muove il gioco è lo stesso di 6 anni fa ma ancora oggi fa la sua porca figura non tanto per shader, texture e amenità varie, lo fa invece per uno stile inconfondibile. I lottatori sono dettagliati e “pesanti”, così come i loro colpi. Mandare a segno una combo particolarmente potente è causa di brividi ripetuti lungo la schiena, è fonte di forti scariche di adrenalina che culminano spesso in esternazioni euforiche sopratutto in caso di vittoria. Rispetto al “vecchio” Virtua Fighter 5 assistiamo solo a cambiamenti stilistici dei vari scenari, diversa fascia oraria, diversi agenti atmosferici, ma alla base vi sono pur sempre le vecchie e amate arene stereotipate.

La vera differenza la fa il terreno calpestabile e gli ostacoli presenti o meni ai bordi del ring, tutti parametri che incidono direttamente sul gameplay e che non si presentano affatto come semplici orpelli estetici. La moltitudine di fluide animazioni ancorate a 60 frame al secondo chiude un quadro tecnico forse non al passo con i tempi ma ancora oggi in grado di sbalordire per stile ed attenzione al dettaglio, con un’effettistica di contorno che avvolge il giocatore in uno scontro senza eguali.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Virtua Fighter 5 Final Showdown è davvero un signor gioco, ad oggi il beat'em up più tecnico in circolazione che paga però lo scotto di una natura Digital Delivery che ne ha penalizzato i contenuti al punto di dover sborsare una cifra extra per godere di una modalità single player aggiuntiva, seppur nel totale inferiore ad un prodotto retail. A bilanciare questa mancanza ci pensano il prezzo di base e l'ottimo netcode, che rendono di fatto questo capolavoro un acquisto imprescindibile per tutti gli amanti dei picchiaduro 3D. La longevità è garantita dalle molte ore di pratica indispensabili per padroneggiare al meglio anche un solo personaggio, il gameplay regala soddisfazioni a non finire come da tradizione, graficamente sa ancora il fatto suo e i colpi mandati a segno rimbombano nell'home cinema, il tutto per soli tredici euro... Che volete di più?
Pro-1
Ottimo Netcode
9
Contro-1
Manca una modalità single player longeva ed impegnativa
Pro-2
Gameplay tecnico ed appagante
Contro-2
Il motore grafico ha i suoi anni
Pro-3
Praticamente eterno per ogni vero amante del genere
Contro-3
Pochi giocatori nella nostra area
COMMENTI