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Recensione
TESTATO SU PC
26 luglio 2013, 16:17
Rogue Legacy
Rogue Legacy mobile

Rogue Legacy – Recensione

Nostalgia è un termine chiave per numerosi progetti indie di recente memoria, un trend che tutto sommato non ci sentiamo di condannare. Visti i tempi che corrono, e le discutibili condotte di molte delle software house più blasonate, dimenticarsi ogni tanto delle mode, delle scelte commerciali facili dettate dalle masse, dei DLC a pagamento e scempiaggini varie, lasciar fluire i ricordi non può che giovare al giocatore navigato, specie se ci viene data la possibilità di provare titoli che rivaleggiano con produzioni dal budget milionario, rimarcando una realizzazione tecnica inferiore per ovvie ragioni ma dal concept originale ed una formula di gioco curata minuziosamente.

E’ il caso di Rogue Legacy, sviluppato dai ragazzi di Cellar Door Games e da poco su Steam, erede spirituale dei classici Metroidvania degli anni ’90, impreziosito da meccaniche roguelike che richiamano il flash gaming, un titolo che ci ha saputo intrattenere non poco in questi giorni, nonostante il livello di difficoltà infame. Com’è andata? Di seguito le nostre impressioni.

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BALDING

Un prode eroe, il miglior spadaccino del regno, più valente di tutti i suoi fratelli, intraprese una spedizione solitaria alla ricerca di una cura per il re, suo padre, gravemente malato. Il suo viaggio lo condusse alle porte di un sinistro maniero, ma una volta varcatane la soglia scomparve nel nulla. Il suo fallimento disonorò la sua famiglia, e il solo che può ora riconquistare lo status perduto è il suo stesso figlio, che diversi anni dopo sposa la sua causa, abbandona i suoi cari, e si mette in marcia verso lo stesso castello che inghiottì lo sventurato genitore. Nel caso dovesse a sua volta fallire, il testimone passerà a suo figlio, e poi al figlio di suo figlio, e al figlio del figlio di suo figlio, e al figlio del figlio del figlio…

La premessa narrativa di Rogue Legacy lascia ben intendere uno dei capisaldi che ne sostengono le fondamenta e che chiunque osi approcciarlo farà bene a tenere a mente: la morte. Questa è parte integrante del gameplay, anzi, si potrebbe quasi dire che ogni meccanica verta intorno alla dipartita prematura del giocatore, perché solo così la generazione può continuare, evolversi, mutare, come una sorta di selezione naturale che si ripete in loop ogni volta che un eroe finisce a concimare i campi e un nuovo erede prende il suo posto. Non c’è da stupirsi quindi se le prime sessioni durino una manciata di minuti al massimo, fa tutto parte del “grande piano”.

Per intenderci, il primo personaggio che avremo l’onore di utilizzare, sebbene i buoni propositi, non sarà altro che un disgraziato cavaliere di livello 1; l’abilità in Rogue Legacy è fondamentale, ma in condizioni del genere è impossibile anche solo pensare di avere qualche chance di sopravvivenza; la morte sopraggiungerà, rapida e dolorosa. Deceduta la nostra cavia, le lancette del tempo si sposteranno automaticamente di 30 anni in avanti, riportando la visuale sull’albero genealogico di famiglia e l’elenco dei 3 possibili candidati per la run successiva. Esistono essenzialmente due criteri per determinare quale eroe possa fare al caso nostro: la classe e i tratti genetici. La classe, come in qualunque GDR che si rispetti, determina le statistiche di base e le proprietà di una particolare unità; molte saranno bloccate inizialmente, inoltre sarà possibile acquistare per ognuna un upgrade che fornirà skill esclusive. Il paladino ad esempio è dotato di forza elevata e parametri bilanciati, e grazie al suo scudo respinge buona parte degli attacchi, il re barbaro vanta una montagna di HP ed è in grado di respingere orde e proiettili con l’aiuto del suo FAS RO DUH (Mmm, dove l’abbiamo già sentito?), il minatore rimarca la sua inettitudine con un moltiplicatore del bottino maggiorato, l’assassino può celarsi ai nemici e infliggere devastanti colpi critici, e così via, ce n’è per tutti i gusti. I tratti invece denotano le tare fisiche e le malattie ereditarie, e a giudicare dal loro numero ogni nucleo familiare sembra essersi dato alla pazza gioia, ma poco importa. Gigantismo, alzheimer, coprolalia, miopia, meteorismo, dislessia, daltonismo, follia, sordità, calvizia, se sfogliate un elenco di disturbi più o meno gravi e puntate un dito contro una voce a caso, state pur certi che questa sarà presente in Rogue Legacy. Non tutto il male vien per nuocere, non tutti rappresentano dei malus, anzi, ci sono aree che solo eroi con determinati tratti possono completare e altre in cui non avere circolazione agli arti inferiori o non riuscire a smuovere di un millimetro i nemici per via di muscoli rinsecchiti può tornare molto utile, inoltre aggiungono quel tocco di varietà e ironia che non guasta mai, sebbene abbiamo trovato alcune “qualità” abbastanza fastidiose, tanto da farci sprecare diverse generazioni a causa del pessimo roster. Ok, abituarsi all’idea di schiattare, ma non esageriamo…

REMINISCING

In apparenza un grande tributo a Castlevania e Ghost’n Goblins, la formula di gioco di Rogue Legacy presenta una personalità ben più marcata di quanto possa trasparire da una prima occhiata, ispirandosi comunque ai suoi illustri precedessori per quanto concerne level design, look e pattern dei mob. A dispetto della corposa armatura indossata da ogni eroe, nei meandri dell’infido castello ci troveremo innanzi a uno dei platform in salsa action più frenetici e ardui degli ultimi tempi, in cui basta una mossa non ponderata, una piccola distrazione, un erroneo calcolo dei tempi per perdere buona parte dei punti vita residui. I nemici sono tanti, infami, attaccano da lontano, attraversano le pareti, si fingono persino elementi dello scenario, e il loro livello cresce progressivamente; i rari scrigni del tesoro sono pesantemente sorvegliati, trappole e vicoli ciechi sono disseminati un po’ ovunque e gli strumenti di recupero si contano sulle dita di una mano. Si crepa parecchio, si crepa spesso, si crepa per le cause più disparate e imprevedibili, senza possibilità di reagire, talvolta senza nemmeno rendersene conto, una pratica frustrante e poco remunerativa. Rogue Legacy offre un’esperienza frugale, fatta di piccole cose da guadagnare lentamente, con costanza e impegno, perdere il ritmo equivale a impantanarsi, prenderla alla leggera la sconfitta dopo neanche 30 secondi dall’avvio; non c’è spazio per eroismi o azzuffate, ogni ricchezza deve essere spesa saggiamente e poi resa a quel dannato Caronte. Armi, armature e rune raccattate in giro devono poi essere riacquistate nei relativi negozi, i power-up costano più di quanto si riesca ad accumulare in una run, dopo ogni morte la mappa del castello viene rigenerata casualmente, vanificando tutti i progressi compiuti (l’architetto impedisce il processo, ma allo stesso tempo riduce gli introiti); non c’è spazio insomma per la dignità del giocatore, non c’è nessuno a guidarlo per mano, ci manca solo che crashi volontariamente quando ai boss resta uno sputo di vita, sul serio.

Perché dunque darsi tante pene? Che ci crediate o no, dopo circa 9 ore per buttare giù il boss finale e qualcosa come 173 eroi caduti, abbiamo concluso che essere seviziati da Rogue Legacy è stato divertente e inebriante; non sono stati un’IA fallata, script invasivi o mera fortuna a farci arrivare alla fine, ma la nostra abilità, cresciuta di pari passo con il contatore delle morti. Ogni insulto lanciato è stato ben speso e nonostante il New Game+ ci abbia messo definitivamente in ginocchio tuttora che continuiamo, nei nostri brevi ritagli di libertà, a dedicare quei 10-20 minuti per un paio di partite, dopotutto il titolo di Cellar Door Games si adatta sia alle lunghe sessioni che a quelle mordi e fuggi; abbracciando la sua cruda filosofia diventa quasi naturale tornare dentro ancora una volta per “chiudere in bellezza”, e ancora, e ancora, e ancora… E non temete, il gioco gira senza problemi su qualunque fascia di hardware, supporta magnificamente anche le risoluzioni più elevate senza sbavature, e il level design si mantiene sempre pulito e leggibile, non potrete quindi dare la colpa a una programmazione povera dopo la vostra ennesima visita al creatore. E non date mai le spalle a una torretta!

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IN CONCLUSIONE
Rogue Legacy si pone come un punto di riferimento per tutti gli indie che aspirano a ridisegnare i binari tracciati dai grandi classici dell'era 8-16 bit. Il mostruoso e antisportivo livello di difficoltà e le meccaniche trial and error lo rendono un prodotto di nicchia, frustrante e scomodo da approcciare, ma gli adepti che ne apprezzeranno gli innumerevoli spigoli potranno assaporare la classe di un Metroidvania in chiave moderna, assemblato miscelando nelle giuste quantità elementi già visti in passato con nuove meccaniche, per un'esperienza impegnativa e calamitante come poche e in grado di tirar fuori il meglio (e il peggio) di ogni videogiocatore, a patto di aver marchiato a fuoco nella propria anima 'Game Over' da una parte e 'Continue' dall'altra. In Rogue Legacy non si batte la fiacca, qui si "gioca" nel vero senso della parola. Come ai vecchi tempi...
Pro-1
Difficile
8.5
Contro-1
Può causare coprolalia acuta
Pro-2
Più difficile
Contro-2
Scarsa varietà di nemici
Pro-3
Troppo difficile
Contro-3
Prezzo superiore alla media
BLASPHEMING
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