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Recensione
TESTATO SU PC
12 settembre 2013, 15:55
Sanctum 2
Sanctum 2 mobile

Sanctum 2 – Recensione

Voglio essere onesto. Più di tre anni or sono, quando lessi di sfuggita il titolo Sanctum pensai, senza troppo soffermarmi, che fosse l’ennesimo sparatutto in prima persona fantascientifico ambientato in un mondo esotico, come al solito minacciato dai classici alieni brutti, cattivi e anche un po’ bistrattati. Beh, questa fredda (e, lo riconosco, poco appassionata) analisi si è rivelata giusta… a metà. Coffee Stain Studios, un team indipendente di ragazzi svedesi, aveva infatti concepito un interessante ibrido; alla struttura tipica di un FPS, di cui si è fatto cenno poc’anzi, si aggiungeva una componente prettamente strategica, denominata “tower defense”. Esatto, avete letto bene; proprio quel genere che da qualche anno a questa parte riempie le memorie digitali dei nostri (non fate finta di niente) dispositivi portatili con produzioni copia-incolla più o meno riuscite.

Il risultato di quell’esperimento fu decisamente una sorpresa sopra le righe, sia per l’abilità dimostrata dal team di sviluppo di maneggiare la terza versione dell’Unreal Engine (si sta parlando pur sempre di un team indipendente, NdR), sia per la riuscita mescolanza di generi che tentava di portare una ventata di innovazione in due settori non solo distanti tra loro, ma anche riproposti in così tante salse da risultare ormai indigesti. Certo, questo successo non era esente da difetti e critiche, ma ciò non ha intimorito gli sviluppatori, anzi. Con il secondo progetto legato al brand Sanctum hanno tentato, anche seguendo i feedback della comunità, di rifinire quanto di buono era già stato fatto e di espandere un’esperienza di gioco che rimaneva ancora abbastanza limitata.

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TOH, UNA MINACCIA ALIENA… DI NUOVO!

Chi, almeno una volta nella vita, non ha sventato una pericolosa minaccia aliena? Dunque dovreste essere preparati ad affrontare anche questa, votata alla distruzione della colonia umana del mondo Loek-III. Certo, gli alieni non hanno tutti i torti, visto che è il loro mondo natio, ma tant’è. Il vostro compito è quello di proteggere a costo della vita alcuni nuclei di energia (detti Core), assolutamente fondamentali per il sostentamento e la sopravvivenza dell’intera colonia. Gli autoctoni infatti hanno scoperto dove colpire per far davvero male, visto che la funzione principale dei nuclei è quella di convertire i gas inerti del pianeta in ossigeno. Per impedire la distruzione della colonia, in qualità di Core Guardians dovrete usare ogni mezzo a disposizione del vostro reparto armato, dalle torri difensive alle armi individuali, per neutralizzare la minaccia. La trama purtroppo non è esattamente tra le più originali mai viste e neppure fondamentale per l’economia del gioco. Infatti si sostanzia semplicemente in fumetti statici in stile manga che fungono da mero collante tra una zona e l’altra, senza grandi colpi di scena e poco coinvolgente. Fortunatamente il titolo possiede ben altre frecce al proprio arco e la mancanza di una vera narrazione risulta essere un dettaglio tutto sommato trascurabile.

BRACCIO E MENTE

Alle lacune narrative sopperisce una realizzazione tecnica decisamente lodevole e sicuramente più ampia e profonda del primo capitolo. Agli sviluppatori va infatti il merito di aver apportato alcune novità rispetto al progetto precedente, mettendo in campo un gameplay molto solido, ma non ancora esente da alcune piccole sbavature che probabilmente si potevano evitare bilanciando meglio i vari elementi (ed evitando, magari, di strafare). Come si diceva, Sanctum 2 è una produzione ibrida in cui coesistono fondamentalmente tre anime distinte: FPS e tower defense in primis, a cui si aggiunge ora anche una (seppur piccola) componente tipicamente ruolistica. Procediamo con ordine. All’inizio di ogni mappa appare un menu che ci permette di selezionare il personaggio giocabile (tra quattro, dotati di proprie specificità), le armi, le torrette ed i perk (o abilità speciali). Nuovi slot, abilità, armi e torrette si renderanno disponibili mano a mano che si passa di livello. Conclusa la preparazione, si entra in azione. I livelli sono, in buona sostanza, scacchiere in cui si devono costruire torri ed altri muri di contenimento per incanalare ed allungare il percorso che le ondate di nemici (in numero prestabilito ad ogni livello) dovranno affrontare per arrivare ad attaccare il nucleo, in modo da avere più tempo per poterli sterminare, sia con le torrette, sia in prima persona con le armi scelte all’avvio della mappa. Alla fine di ogni ondata si apre dunque la tipica fase di costruzione in cui, con i crediti accumulati durante gli scontri, si procede all’aggiunta di bocche da fuoco sul terreno oppure potenziare quelle esistenti. A tal proposito, il sistema di upgrade costituisce una gradevole novità. Le caratteristiche di ogni torretta possono infatti essere potenziate a prescindere che essa salga di livello o meno; in questo modo viene sempre utilizzata ogni risorsa disponibile, senza sprechi.

L’IMPORTANZA DI AVERE COMPAGNIA

Nonostante l’impegno profuso per raggiungere il miglior bilanciamento tra le due anime principali del gioco, il tutto questa volta risulta sbilanciato più verso la parte FPS, perpetrando complessivamente un po’ di confusione generale. Più di una volta ci siamo ritrovati a dover guardare al volo la minimappa per capire dove intervenire; senza contare il fatto che i nemici possono essere “attirati” dalla presenza giocatore, deviando dal percorso con l’intento di attaccarlo e conseguentemente allontanandolo dall’azione che prosegue senza sosta verso il nucleo. Inoltre, anche se ci si fa l’abitudine dopo qualche partita (almeno per la versione PC, con mouse e tastiera) la visuale in soggettiva non aiuta molto nella fase di terra-formazione del terreno di gioco; nonostante vengano in aiuto alcuni “suggerimenti” come il fascio luminoso che svela il percorso dei nemici ed il virtuale raggio d’azione delle torrette, durante tale fase sarebbe stato più utile richiamare una sorta di mappa strategica per avere una visione d’insieme della scacchiera, così da allocare al meglio i pezzi d’artiglieria.

Questo anche per il fatto che Sanctum 2 si è rivelato essere un titolo assai difficile in solitaria, soprattutto nelle fasi avanzate di gioco, quando i punti d’accesso di moltiplicano, le risorse divengono troppo scarse per coprire tutte le ondate ed il giocatore solitario si vede costretto a correre di qua e di là per tentare di tappare i buchi. Per questo motivo è buona norma essere in compagnia di amici, o sconosciuti, dato che le partite sono aperte e chiunque può loggarsi. In cooperativa tutto cambia e diviene dannatamente divertente, ma soprattutto più abbordabile, rispetto al single-player. Sembra infatti che i livelli non rispecchino esattamente il percorso di crescita dei personaggi, risultando tarati improvvisamente su livelli superiori, costringendo il giocatore a qualche retry forzato solo per grindare esperienza e salire di livello per poter sbloccare i potenziamenti adeguati. Al giocatore viene infine lasciata la scelta di complicarsi ulteriormente la vita con i cosiddetti “feast of strenght”, ossia variabili opzionali che aumentano a dismisura la sfida – e le ricompense – da attivare per ogni livello (un po’ come i Teschi di Halo, per capirci) e che prevedono solitamente dei pesanti bonus per i nemici come, ad esempio, un aumento della resistenza e della velocità, oppure dei danni inferti e così via.

PER ESSERE UN TITOLO INDIE…

…la qualità complessiva è davvero sorprendente. Pochi studi indipendenti, nel corso degli anni, sono riusciti a sfruttare così a fondo la terza incarnazione del motore grafico forse più famoso: l’Unreal Engine. Certo, si fatica a raggiungere i 60 fps, ma nel complesso i frame si mantengono sempre elevati, dati anche i requisiti contenuti; l’azione quindi non subisce alcun rallentamento, nessun effetto blur causato dalla frenesia dei movimenti; la visuale rimane costantemente pulita e definita con un gran numero di dettagli, dall’ambiente (ben caratterizzati, ma un filo ridondanti) agli alieni, alle torrette. Alla qualità grafica si deve aggiungere anche una sostanziale rivisitazione dei menu, ora più accattivanti e funzionali. Il comparto audio si mantiene nella media, svolgendo comunque a dovere il proprio lavoro (soprattutto se si possiedono delle buone cuffie) senza però mai brillare di luce propria.

Immagine anteprima YouTube
IN CONCLUSIONE
Sanctum 2 migliora ed amplia decisamente la limitata offerta del precedente episodio, segno della raggiunta maturazione del team di sviluppo, il quale si è sempre profuso nel rilascio costante di miglioramenti e patch correttive. Ci si trova davvero dinanzi ad un titolo compiuto che non dimostra per nulla le sue origini indie, a partire dalla riuscita ottimizzazione dell'Unreal Engine 3. Permangono però ancora alcuni dubbi sul preteso bilanciamento delle due (ora tre) anime del gioco - al momento sbilanciate più sulla fase FPS - e sulla complessiva difficoltà dell'offerta; mal tarata (per il single-player) nelle fasi avanzate. Nel complesso comunque Sanctum 2 è un titolo che offre molto e si dimostra perfetto... a patto di essere in compagnia.
Pro-1
Offerta complessiva ampliata
8
Contro-1
Assenza di una trama degna di nota
Pro-2
Grande ottimizzazione dell'Unreal Engine 3
Contro-2
Difficile da soli
Pro-3
Perfetto in cooperativa
Contro-3
Ancora leggermente sbilanciato
Un gioco dalle molte anime
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