Teleglitch: Die More Edition – Recensione
Teleglitch: Die More Edition è la versione migliorata ed ampliata di Teleglitch, titolo indie risalente all’anno scorso. Non è solo un gran bel prodotto, ma anche la dimostrazione di quanto Paradox sappia produrre giochi, ma non sappia affatto pubblicizzarli. Ora, è indubbio che l’indie game di sua natura rimane adatto ad un pubblico quasi d’élite, ma questo Teleglitch è transitato sugli scaffali virtuali delle piattaforme di digital delivery quasi in sordina. I contenuti però meritano tutt’altro tipo di trattamento: siamo di fronte ad un roguelike durissimo da affrontare e, proprio per questo, divertente, entusiasmante e coinvolgente.
Cliché Spaziali
La trama di gioco non rappresenta una grossa novità, soprattutto se siamo abituati agli ultimi survival horror et similia ambientati nello spazio. In un futuro prossimo il protagonista è forse l’unico sopravvissuto ad un catastrofico incidente che ha colpito una base di ricerca spaziale. La compagnia proprietaria dello stabilimento, nonostante abbia saputo del problema, si è completamente disinteressata, dopo essere arrivata alla conclusione che una missione di recupero sarebbe stata più costosa dei benefici ottenibili. L’eroe del gioco (rappresentato da tre pixel di numero), dopo aver passato un periodo di isolamento in un rifugio sicuro, decide di uscire fuori e raggiungere il teletrasporto che lo riporterà sulla Terra, visto e considerato che ormai le sue scorte di cibo scarseggiano. La stazione di ricerca che lo ospita è un luogo gigantesco, che si snoda lungo mappe generate casualmente, attraverso livelli di gioco via via più difficili. Ogni volta che entreremo in una nuova zona, caratterizzata dal passaggio di un teletrasporto o altri mezzi che interrompono la continuità della mappa, significherà aver superato il livello precedente. L’incidente che ha colpito il nefasto luogo ha trasformato le persone, le piante (nella struttura si attuavano parecchi tipi di esperimenti anche biologici) e le costruzioni stesse in possibili cause di morte violenta. Mutanti, piante assassine, buchi neri localizzati, barriere architettoniche: tutto sarà contro di noi. Il gioco è insomma un roguelike vecchia scuola, nel quale affrontare mappe casuali cercando di arrivare tutti interi all’ultimo livello. Inutile dire che morire comporterà il game over totale, costringendoci a ricominciare da capo. L’elevata difficoltà del titolo ha però spinto gli sviluppatori ad inserire dei checkpoint automatici, che si sbloccheranno raggiungendo determinati livelli e che ci permetteranno di ricominciare proprio da quel punto (sia chiaro: solo il numero del livello verrà mantenuto, per il resto mappa ed oggetti cambieranno sempre). Un consiglio: attenti alle stanze segrete che si trovano sparse per i livelli (gli esplosivi servono ad aprirle, oltre che a trucidare mutanti), non sempre contengono aiuti!
Il prodotto piacerà tantissimo ai veri hardcore gamers dato che Teleglitch: Die More Edition è una vera mattanza: il sottotitolo mantiene tutte le promesse. Moriremo in continuazione, senza risparmiarci anche qualche palpitazione. Nonostante la grafica a dir poco semplicistica ed un sistema di controllo basilare (‘WASD’ per muoversi, mouse per puntatore ed azioni), il gioco si presenta complesso ed emozionante. Anche se la trama è banalotta, viene descritta impeccabilmente, grazie alla presenza di scritti e diari di bordo molto interessanti. Allo stesso modo l’ambientazione, che varia da strutture futuristiche a zone a bioma sub-tropicale, aiuta ad immergersi nella situazione dello sfortunato protagonista. Molto intrigante anche l’idea di affidare il tutorial ad una simulazione di programmazione di un robot da combattimento, pur di non intaccare l’approccio “nature” e survival del gioco vero e proprio. Ma non è solo l’ambientazione a rendere questo roguelike denso e profondo. Innanzitutto, avremo a disposizione tantissimi oggetti, tutti combinabili nei modi più svariati. Armi, medikit, contenitori, esplosivi, corde, colle industriali: tutto sarà utilizzato per poter sopravvivere. Ovviamente non spetterà alla nostra fantasia combinare gli elementi, ma ci basterà richiamare il tasto ‘C’ per vedere cosa poter creare con i mezzi a disposizione in quel determinato momento. Nonostante l’elevato numero di potenziamenti e di armi, le munizioni scarseggiano sempre. Come ogni survival che si rispetti non riusciremo mai a passare una zona densa di nemici senza versare una lacrima per le pallottole sprecate. Questo, e il numero spropositato di nemici (divisi in classi e caratteristiche diverse), sono gli elementi che rendono questo titolo un osso davvero duro da rodere.
Pixel Ermeneutici
Ungaretti forse c’entra poco con i pixel, ma la grafica di Teleglitch: Die More Edition ci ha riportato proprio a quel filone poetico. In realtà, tutto il lavoro è molto ermeneutico: povero di grafica, di animazioni e di colori, ma denso di contenuti e dotato di grande profondità. Nonostante il gioco sia in pixel art, con visuale 2D a volo d’uccello, non c’è mai un momento di partita in cui ci si ritrovi col dubbio nell’identificazione di qualche oggetto scenico. Lo stesso personaggio, un cubetto di tre pixel, e le sue armi, sempre tutte uguali nonostante la differenza di potenza ed utilizzo, pur con la sua semplice rozzezza, basta ed avanza per far sì che il giocatore si immedesimi. I colori sono un po’ pastosi, forse per richiamare i vecchi roguelike di una volta, e non si sposano benissimo con l’ambientazione. Avremmo preferito qualcosa di più “Tron”, in quello stile fluo e psichedelico che va tanto di moda. Anche questa però è una scelta che va a favore della grande originalità di Teleglitch. La telecamera inoltre non è fissa, ma seguirà il personaggio e la mappa, ruotando spesso ed allargandosi o restringendosi, andando così a creare un effetto inseguimento che, nelle fasi più concitate del gioco (cioè quando orde di mutanti tenteranno di ucciderci), farà venire la pelle d’oca. Incredibile pensare che una manciata di cubi color pastello riescano a creare così tanta suspence. Anche le musiche aiutano molto: il comparto audio è ben realizzato, i suoni sono realistici e coinvolgenti, i rumori ambientali sempre molto azzeccati, atti a creare momenti di vero e proprio terrore, nell’attesa che si palesino migliaia di nemici, o magari solo uno. Le musiche non sono banali, ma la soundtrack non è vastissima, quindi non ci si devono aspettare le meraviglie dell’Aquaria di turno.
Nel complesso, Teleglitch: Die More Edition parrebbe una rosa senza spine. Ovviamente non è così, sebbene in questo caso i difetti, più che strutturali, siano di genere. Chi cerca un titolo poco frustrante o rilassante deve evitarlo come la peste. In questo gioco si muore come mosche e si ricomincia sempre da capo. Anche il comparto grafico è molto di nicchia, perché una pixel art così ruvida e grezza, anche se bella, non è da tutti. La trama poi, sebbene sia adatta, non farà certo saltare dalla sedia per la complessità: rimane quindi un titolo semplice, nella sua grande difficoltà.

![]() Rude, ma efficace |
8.5 | ![]() Sicuramente ostico per molti |
![]() Gameplay eccezionale | ![]() Trama di certo non complessa | |
![]() | ![]() Può essere frustrante | |
MORIRETE DI TUTTO, MA NON DI NOIA! |