Tiamat X – Veni, vidi, scaffale
Se si esclude Xbox 360 di Microsoft nei suoi primi anni di vita, e solo in Giappone, l’uscita di scena di SEGA dal mercato hardware ha privato gli shmup della loro unica nicchia ancora fiorente, dopo una lenta e inesorabile scomparsa dalle grazie delle maggiori software house. La recente espansione del modello indipendente ha fortunatamente permesso a uno dei generi pionieri dell’industria videoludica di tornare sotto i riflettori come gli è dovuto, sebbene il bacino d’utenza a cui si fa riferimento (composto essenzialmente da appassionati) è piuttosto minuto. Negli ultimi tempi abbiamo assistito a numerosi tentativi da parte di questa nuova generazione di sparatutto a scorrimento di proporre qualcosa di fresco, di allontanarsi dall’ombra dei suoi progenitori, ma i titoli ad essere riusciti nell’impresa si contano sulle dita di una mano. Tiamat X rema dunque controcorrente, proponendosi come un’esperienza prettamente tradizionale, forse troppo a dire il vero: navicelle spaziali, robot, alieni, asteroidi, mondi lontani, power-up centellinati e minacce a iosa. Un tuffo nei ricordi, un ritorno al passato, un tributo ai grandi classici: l’ostentata appartenenza a una scuola ormai morta e sepolta sarà mica l’unico vanto dell’indie di BBQGames, o ci è sfuggito qualcosa? Di seguito la recensione completa.
CON I POD LEGATI DIETRO LA SCHIENA… E INTORNO AL COLLOMentiremmo se affermassimo che Tiamat X non è riuscito a intrattenerci, almeno per un breve periodo, nonostante la presentazione oltremodo amatoriale infatti (i fondali in compenso non sono affatto male), il titolo di BBQGames esibisce un level design abbastanza convincente, poco raffinato invero, e afflitto da alcune disposizioni non particolarmente ponderate che lo rendono sovente “sleale” nei confronti del giocatore, ma complessivamente in grado di evocare atmosfere analoghe, o comunque molto vicine, ai vecchi Gradius o R-Type, feeling accentuato da un tasso di sfida moderatamente impegnativo, sebbene lungi dall’insidiare i capisaldi del genere. A gravare sul modesto shmup sono una carenza di rifiniture e personalità che rendono le sessioni… stancanti, e anche parecchio lineari. L’esperienza risulta sì accessibile ai più grazie a pattern prevedibili e power-up cumulativi, recuperabili tra l’altro in punti specifici nei livelli che ne semplifica la raccolta, tuttavia questa statiticità di fondo si fa progressivamente più pressante, complice un ritmo alquanto lento, delle boss fight ignobili e anticlimatiche, e un’inconciliabile colonna sonora elettronica, fiacca e incapace di dare il giusto tono all’azione.
Quanto al gameplay, ci troviamo innanzi ad uno sparatutto a scorrimento orizzontale piuttosto generico; funzionale, intuitivo, ma nulla di più. L’unico “twist” concesso alle inflazionate meccaniche è la distruttibilità dei potenziamenti, soluzione forse interessante sulla carta, eppure frustrante una volta in game, specie se applicata ad una formula di gioco che incentiva il giocatore a farsi strada ad armi spianate; tecnica e riflessi assumono infatti poca importanza quando spuntano minacce da ogni angolo dello schermo e senza il minimo preavviso, ragion per cui porre un freno al fuoco di prua, pena il rischio di perdere power-up fondamentali e insostitubili (siano armi o vite extra), non giova certo a favore di uno shmup che già tra le sue caratteristiche annovera una voluminosa hitbox da preservare, una conformazione del terreno facile a restringersi, ed esplosioni un pelo ingombranti. Ovvio, memoria e pratica minimizzano i danni e consentono di sopravvivere più agilmente lungo i sei stage che compongono la campagna, ma al tempo stesso evidenzia i limiti di un’IA povera a livello di programmazione, semplicissima da aggirare, salvo un paio di passaggio ostici. La rigiocabilità se non altro viene foraggiata da una manciata di achievement, che non guastano mai, e un’elementare leaderboard su scala (si suppone) globale, che verrà implementata in occasione del rilascio ufficiale su Steam.
SI percepisce quello stile anni '80-90... |
6 | ... Ma il bello è tutto lì alla fin fine |
Economico | Grezzo | |
Boss fight oscene | ||
| L'AUTOFIRE È PER GLI SCEMI! | ||

