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Recensione
TESTATO SU PS3
7 luglio 2013, 16:29
Time and Eternity
Time and Eternity mobile

Time and Eternity – Recensione

Tempo ed eternità, due concetti che esprimono sostanzialmente la stessa cosa, ma in netto contrasto l’uno con l’altro, il primo un qualcosa di finito, destinato ad una lenta ed inesorabile decadenza; il secondo, astratto, senza un inizio, né una fine, imperscrutabile. Un binomio paradossale quindi, la cui unione atterrisce coloro che provano a trovarvi una chiave di lettura, creando una sorta di limbo privo di forma e consistenza, dal cui baratro è emerso, per l’appunto, Time and Eternity, o Toki to Towa, GDR dalla forte impronta orientale, sviluppato da Imageepoch, che ricordiamo per il recente Black Rock Shooter, sotto l’egida di Namco Bandai, e pubblicato in occidente da Nippon Ichi Software.

Il titolo si pone come un punto di svolta per il genere, abbandonando cel-shading e altre tecniche utilizzate per avvicinare la resa visiva a quella di un anime in favore di veri e propri frame animati che non sfigurerebbero in una delle numerose stagioni trasmesse settimanalmente nel Sol Levante. Un progetto ambizioso, condito dall’ironia e “gli stimoli” che caratterizzano le love comedy nipponiche, ma i buoni propositi non sempre rispecchiano una qualità intrinseca, e Time and Eternity si inabissa come la contraddizione annessa nel proprio nome, andando a sondare nuove frontiere della bassezza videoludica contemporanea.

Time and Eternity Evidenza

QUESTO MATRIMONIO NON S’HA DA FARE

Nel regno di Kamza tutti attendono trepidanti il matrimonio della loro principessa, Toki, con il protagonista del gioco (pure lui principe, ma di cosa non si sa). Il giorno della cerimonia i due sposini si ritrovano a pronunciare le fatidiche parole sull’altare, quando un gruppo di assassini sfonda il portone d’ingresso (Che cavolo stava facendo la guardia reale? NdR) uccidendo il nostro disgraziato eroe proprio sul più bello, frapponendosi tra la spada nemica e la sua dama. Toki allora ricorre ad un’antica magia, tramandata dalla sua stirpe, per saltare sei mesi indietro nel tempo, periodo in cui ricevette una profezia di morte da una chiromante, nella speranza di cambiare il fato del suo amante, reincarnato nel corso del viaggio a ritroso nel suo drago da compagnia, Drake, e quindi ora privo di un corpo, una voce, e anche un futuro.

Sebbene un incipit abbastanza nei canoni classici del filone fantasy, il comparto narrativo di Time and Eternity ha più di un motivo per farsi ricordare e purtroppo nella maggior parte dei casi in negativo. Tacendo sulla mancanza di un background che possa in qualche contestualizzare gli aneddoti anteriori alla vicenda, principalmente legati alla figura di Toki, e Towa, la seconda anima che alberga nel suo corpo, lo sviluppo della trama è confuso e illogico, dilatato artificiosamente e senza reali spunti d’interesse per lo spettatore; tutto potrebbe finire in un istante, eppure gli sviluppatori hanno continuato a strattonare quelle poche idee nel disperato tentativo di accumulare ore di gioco, e ci sono riusciti, ma a che prezzo… Non ci è ancora chiaro se i personaggi prendano sul serio o meno ciò che gli stia accadendo (speriamo vivamente di no), ma il tentativo della regia di alternare in loop scenette pseudo-romantiche a gag quasi demenziali fallisce miseramente ogni singola volta, in primis perché le reazioni umane, sballate oltre la soglia critica di sopportazione e gli scambi di battute privi di un qualunque senso, rendono lo scorrere dei dialoghi lento e noioso (nonostante si cerchi sempre di prenderla sullo scherzo); in secondo luogo perché, se proprio dobbiamo spegnere il cervello… non fa ridere. Time and Eternity è una commedia che non riesce ad intrattenere in alcun modo il giocatore, trasformando anche la conversazione più banale in un supplizio che si spera termini il più presto possibile, tanto non c’è ragione di appassionarsi nel loro ascolto, visto che nel 90% si sparano scemenze.

È tutto prevedibile, patetico e forzato: una barzelletta, merito del continuo riciclo delle gag, tutt’altro che ispirate o divertenti tra l’altro, e l’utilizzo di ogni stereotipo esistente nell’ideologia nipponica evidenzia ulteriormente una caratterizzazione dei personaggi a dir poco oscena. Basti prendere in esame il trio di amiche di Toki, che oltre a non avere nulla da fare nella vita se non scroccare tè a casa dei protagonisti (in cui passeremo una buona porzione del gioco senza fare nulla, ovvio), esibiscono delle personalità profonde e invidiabili: la loli con la fissa del principe azzurro, la snob simpatica quanto una bacchetta di vetro nel deretano e la sbadata con gli occhiali (sono palloncini quelli che ha sulla schiena? NdR). Zero carisma. Zero spessore. Zero. E questo ovviamente vale per tutto il cast; non si salvano neanche i due protagonisti, fortunatamente un po’ più profondi della media, ma in sunto è palese la loro conformità ad un modello comportamentale che sa di già visto. Probabilmente in terra natia la portata insipida di Imageepoch potrebbe incontrare i gusti dell’utenza meno smaliziata, che può chiudere entrambi gli occhi e le orecchie di fronte a una sorta di “anime mainstream interattivo”, ma da giocatori occidentali (con una discreta cultura in materia ci sovviene da aggiungere) fatichiamo ad immedesimarci in una storia intrisa di fanservice spicciolo (talmente fuori luogo da risultare volgare) e cliché, immedesimazione e coinvolgimento non esistono nel vocabolario di Time and Eternity. Gusti? Sono pessimi gusti in questo caso, lasciatecelo dire. E per ultimo: perché prima di parlare, chiunque deve per forza di cose mettersi in posa dopo un’animazione tanto lunga quanto inutile (e ripetuta più volte)? Non aggiunge nulla al contesto, non è spontanea, spezza fastidiosamente il dialogo e ridicolizza quel raro accenno di serietà che aleggia: perché tutto ciò? Mistero…

DI FLAT QUI NON CI SONO SOLO I PERSONAGGI…

Bruciato ogni neurone superstite, assicurandosi di aver insabbiato per bene ogni stilla di memoria relativa agli amabili dialoghi e lasciando fare al gioco il suo corso, il gameplay di Time and Eternity riesce a regalare qualche fugace soddisfazione. Anche in questo caso l’impostazione richiama i giochi di ruolo old-school, con lunghe scarpinate nei meandri di praterie, valli e foreste verso la prossima meta, interrotte bruscamente dagli incontri casuali con mostri e amenità assortite; la navigazione nella mappa globale avviene invece tramite cursore, con il quale selezionare le location sbloccate, contrassegnate in base alla tipologia di missione che vi avremo intrapreso. I pregi si fermano tuttavia alla presentazione, poiché la pratica lascia piuttosto a desiderare: le ambientazioni sono sì vaste, ma la loro estensione è direttamente proporzionale al vuoto che avvolgono. Mancano scorci suggestivi, segreti che possano invogliare l’esplorazione, anzi, i (pochi) punti in cui è possibile interagire con qualcosa sono sfacciatamente segnati sulla mappa, tutti, lasciando intere sezioni a marcire; mappa tra l’altro inchiostrata con colori che rendono indistinguibili i vari simboli, soprattutto i tesori. Non so voi, ma noi preferiamo di gran lunga andare a zonzo in cerca di misteri, piuttosto che fissare lo schermo nel tentativo di capire se quello sia uno scrigno o un sasso. Il level design non aiuta, con vicoli ciechi non segnalati, piccoli dislivelli invalicabili, muri e spigoli invisibili. Viaggiare risulta piacevole solo per i primi 5-10 minuti che si è messo piede nell’area, una volta capita l’antifona il desiderio di giungere al termine diventa man mano più pressante, senza mai fare dietro front, in quanto Toki non pare essere in grado di voltarsi in meno di 15 secondi, manco avesse l’artrosi…

Il battle system ricorda quello moderatamente apprezzato in Black Rock Shooter, in tempo reale e con una particolare enfasi sul binomio attacca-schiva, solo più lento, lineare e limitato. Più che di battaglie si parla di duelli, visto che i nemici vanno affrontati obbligatoriamente uno alla volta, con un improponibile rotazione della camera per inquadrare il nuovo bersaglio dopo ogni eliminazione. A dispetto del lignaggio, Toki e la sua controparte Towa sono agili come un puma ed esperte nell’uso del coltello, mentre per le lunghe distanze ricorrono a quello che sembra un moschetto, ma che spara un colpo al secondo; Towa è più portata per la prima categoria, Toki per la seconda, ma non potremo scegliere quale delle due impersonare, dato che si alterneranno solo salendo di livello o utilizzando un certo oggetto (soluzione non esattamente brillante…). Attivando i rami delle skill, o Gifts, sarà inoltre possibile apprendere magie elementali, curative, di buff e debuff, tecniche avanzate, abilità passive e la possibilità di impartire ordini a Drake, che ci supporterà dalle retrovie. Il teatro dello scontro è sostanzialmente suddiviso in due settori, il “territorio” del giocatore e quello del nemico. Fintanto che ognuno resterà nella propria area, la nostra eroina potrà far fuoco incessantemente con la sua arma, passando automaticamente al corpo a corpo nel momento in cui le distanze si accorceranno; ogni colpo andato a segno accumulerà SP, che potranno essere investiti nell’utilizzo delle skill assegnate. Gli attacchi nemici potranno invece essere parati per una riduzione del danno, o schivati, muovendosi lateralmente nel momento in cui comparirà un punto esclamativo sulla testa di Toki. Intuitivo, semplice da assimilare, questo gli va concesso, ma allo stesso tempo facile e ripetitivo come pochi. Esistono appena una decina di mostri, riciclati ad oltranza, tra skin modificate e punti vita maggiorati, tutti con gli stessi, identici pattern, e la tattica universale per farli fuori, boss inclusi, consiste semplicemente nell’attendere il momento adatto per lanciare una magia, scansando quei rari tentativi della CPU di contrattaccare, per poi ripetere il processo fino alla sconfitta del nemico. E questo contro ogni mostro, in ogni battaglia, in ogni livello, per tutto il gioco. Morire è praticamente impossibile, data la mole di oggetti che ci verranno elargiti, l’equipaggiamento migliore si trova nei negozi per pochi spiccioli, livellare risulta superfluo, il resto è noia allo stato puro. Manca purtroppo un qualunque senso di sfida, uno stimolo che possa stuzzicare il giocatore a proseguire o a dedicarsi alla nobile arte del grinding, qualche orpello che renda i combattimenti più di un semplice button mashing senza arte né parte, ma niente, anche piccoli accorgimenti come le combo o le chemistry passano in secondo piano a causa della loro presenza non necessaria ai fini di un titolo che si inizia e completa da solo. Triste…

ARE THOSE… PANTSU?

Tratto distintivo di Time and Eternity, che ha attirato la nostra curiosità sin dal suo annuncio, è sicuramente la veste grafica, che come da premessa adotta per la caratterizzazione dei personaggi veri e propri frame animati che lo accomunano più ad un anime che ad un videogioco sul profilo stilistico. Da questo punto di vista, il character design è curato, senza scostarsi troppo dal filone moe, e l’impatto visivo complessivo è gradevole; tuttavia, ad uno sguardo più attento appaiono evidenti numerose lacune di natura tecnica. Il cel-shading utilizzato per armonizzare gli ambienti con i personaggi funziona e maschera dignitosamente la loro bidimensionalità, ma il motore di gioco è estremamente spoglio e povero di dettagli, tanto che sembra essere stato sviluppato nelle primissime fasi di questa generazione, il che è inaccettabile al termine del ciclo vitale della console. Non solo, abbiamo trovato alquanto irritante la penuria di location, o meglio, il tentativo di nascondere ciò riciclando texture, fondali ed elementi architettonici, per poi spalmarci un bel filtro colorato, non a caso dopo la quarta isola e la terza foresta infestata ci siamo un po’ stancati. Le animazioni e gli effetti speciali associati sono discreti, scenografici quanto basta (panty shot random inclusi), peccato che i frame si contino sulle dita di una mano e la loro successione non sia fluida, soprattutto i mostri, che scattano vistosamente tra una movenza e l’altra, difetto accentuato dal frame rate instabile. Da segnalare inoltre tempi di caricamento frequenti, lunghi e abbastanza invasivi.

Ottimo il doppiaggio in Inglese, limpido, ben scandito e dalla buona interpretazione (la forma purtroppo differisce dal contenuto), salvo alcuni passi non al top dell’espressività, ma ancora meglio quello originale, ricco di firme di spicco nel settore. Peccato che, a meno che non si disponga di una TV di dimensioni ragguardevoli, i sottotitoli sono illeggibili, tra caratteri minuscoli, trascritti con un font poco leggibile e facili da confondere con lo sfondo; una finestra di dialogo avrebbe risolto facilmente il problema. Pacata e ristretta la colonna sonora, con appena una manciata di brani che accompagnano piuttosto bene l’azione, senza però lasciare il segno o quantomeno entusiasmare sul momento; si limita a fare il suo lavoretto, insomma.

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IN CONCLUSIONE
Più di un'occasione mancata, più di un prodotto scadente, Time and Eternity è un vero e proprio fiasco, un GDR insipido, con una trama pretestuosa e prevedibile, personaggi insopportabili, un umorismo trito e ritrito, rimaneggiato sorprendentemente in modo da non strappare un sorriso neanche volendolo e una formula di gioco piatta, piena di ricicli e priva di qualunque sfida o soddisfazione che non sia coperta da sbadigli e minacce di morte verso lo schermo. Il titolo Imageepoch non brilla nemmeno dal punto di vista stilistico, teoricamente il suo cavallo battaglia, ancor meno da quello tecnico, e non basta certo un doppiaggio di buon livello a risollevare le sorti di un polpettone senz'anima né carisma. Il voto assegnatogli non è una fredda media matematica, ma obiettivamente neanche il sunto di un'analisi dei suoi pregi e difetti se presi singolarmente, quanto la rappresentazione più vicina al tedio e al tormento psicologico che ci hanno assalito nelle circa 20 ore di gioco necessarie per portare a termine questo anticristo dei JRPG. Forse gli sviluppatori volevano far colpo con un gioco volutamente fatto male, un trash, un "so bad it's so good", ma anche con questa filosofia in mente Time and Eternity non riesce comunque a vedere uno spiraglio di luce, anche agli occhi di un neofita. Cercate un GDR veloce? C'è di meglio in giro. Cercate uno pseudo galge con qualche artwork provocante, gonne svolazzanti e dialoghi tra il melense e l'equivoco? C'è di meglio in giro. Cercate un esempio della comicità nipponica trasposta negli anime romance/ecchi soft? C'è di meglio in giro. Volete morire, lentamente? Time and Eternity fa al caso vostro. Buona fortuna...
Pro-1
Un paio di idee interessanti...
4.5
Contro-1
... Buttate al macero da una realizzazione mediocre e svogliata
Pro-2
Alcuni siparietti sono tutto sommato godibili...
Contro-2
... Il resto si può tranquillamente estirpare con un lanciafiamme a canne rotanti
Contro-3
Anche come anime farebbe accapponare la pelle
STILL BETTER THAN TWILIGHT
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