Grim Fandango
Parlare di un’avventura della Lucas è sempre complicato, ad andare a reinstallare questi titoli si risvegliano emozioni dimenticate e si corre il rischio di tessere eccessive lodi nostalgiche per un prodotto di altri tempi e di non descrivere oggettivamente quanto valga realmente. Tra tutte le avventure che ci hanno accompagnato in questi anni Grim Fandango è ancora un mondo a parte da molti è stato definito come l’esperimento più coraggioso della Lucas e probabilmente hanno avuto ragione perché Grim Fandango è un esperienza assolutamente singolare che con la sua carica innovativa è stato capostipite di un nuovo modo di interpretare le avventure.
“Ti riposerai da morta” diceva Clint Eastwood in un suo celebre film, bhè Clint dovrà ricredersi perché nella terra dei morti di lavoro da fare ce n’è e anche tanto, a saperlo bene è il povero Manuel “Manny” Calavera che ogni giorno deve sgobbare duramente per espiare le sue colpe andando a prelevare le anime migliori dal mondo dei vivi e vendergli il miglior viaggio possibile per il paradiso. Grim Fandango è un titolo folle fin dalla presentazione quante volte nella nostra vita abbiamo letto di un Noir su un emissario della morte-piazzista ambientato in un mondo ispirato al folclore messicano e alle Calaveras, bambole e dolcetti a forma di teschio fatti in Messico. La nostra avventura inizia nel giorno dei morti, Manny stanco di trattare con morti di poco conto decide di fare un salto di qualità, dopo aver rubato un cliente al suo rivale scoprirà che la sua ultima defunta Mercedes Colomar, pur avendo condotto una vita impeccabile non può prendere un biglietto per il viaggio extra lusso, il treno Numero 9, che le spetterebbe di diritto. In un evolversi di vicende che non ho intenzione di raccontarvi Manuel verrà licenziato per non aver portato a termine la vendita e partirà alla ricerca di Mercedes scomparsa in una situazione alquanto sospetta. Come in ogni avventura che si rispetti Manny per procedere nel suo pellegrinare avrà bisogno dell’aiuto di una spettacolare serie di aiutanti, dal suo autista demone Glottis a Salvador Limones, leader della sotterranea Alleanza delle Anime Perdute, Manuel lascerà la città di El Midollo per iniziare un lungo viaggio che lo porterà a scoprire un’articolata rete di corruzione che coinvolge tutta la Terra dei Morti.
CORAGGIO PRIMA DI TUTTO
Quasi a voler predire il futuro la decisione di ambientare il gioco nel mondo dei morti fu una scelta particolarmente azzeccata, Grim Fandango rappresenta il canto del cigno della Lucas e allo stesso tempo pone un interruzione decisa con tutte le precedenti produzioni rinnovando il genere in ogni suo punto. Tim Schafer personaggio leggendario nel mondo videludico inizialmente diventato famoso come scrittore dei testi dei primi due Monkey Island e direttore di Day of The Tentacle nel 1999 dichiarò: “Mario 64 e Tomb Raider hanno cambiato tutto, qualunque sviluppatore di avventure voglia minimizzare il loro impatto andrà incontro al fallimento”. In quegli anni le avventure della Lucas Arts vendevano come il pane, Tim avrebbero potuto tranquillamente sviluppare un gioco 2d andando incontro alle richieste di un affamato pubblico ed avere un facile successo, sta di fatto che Schafer non sia il tipo che segue le strade battute da altri e deciso più che mai ad esplorare un nuovo mondo prese una direzione completamente diversa confezionando quella che sarà ricordata come la prima avventura grafica in 3d di sempre.
La prima novità evidente è come il sistema puntamento mouse sia totalmente assente, Manny si muove attraverso le frecce o collegando un joystick, una scelta estremamente coraggiosa votata al tentativo di portare una maggiore immersione verso il mondo di gioco. Visto che passare al 3d e togliere il mouse non era abbastanza, nel gioco manca totalmente un interfaccia grafica, come si legge sul manuale Manny è l’interfaccia; avvicinandosi agli oggetti Manuel girerà la testa verso tutto quello con cui può interagire creando così un tipo di azione più continuata. Anche l’inventario è totalmente assente, tutti gli oggetti raccolti andranno a finire nel nostro giaccone e per usarli dovremo farli scorrere uno per volta. Se sulla carta questo sistema funziona nella realizzazione pratica il team Lucas andò incontro a qualche problema di troppo, capita infatti che Manny non prenda la strada che vogliamo noi, che si trovi a girare su se stesso o a compiere altri movimenti senza senso, inoltre durante l’esplorazione si sente l’assenza di hotspot verso gli oggetti con cui possiamo interagire, più di una volta non capiremo cosa sta si sta puntando e dovremo procedere a caso con il rischio di perdere qualche elemento importante. Complessivamente il sistema non è comodo e a lungo andare è evidente come per quanto innovativo avesse bisogno di essere perfezionato ( cosa che sarà fatta anni dopo dalla Talletale per Sam & Max season 1 ) Altra scelta sicuramente coraggiosa è l’assenza di una mappa, correre per le varie locazioni aiuta enormemente ad addentrataci nell’eccentriche locazioni che fanno da sfondo a un mondo “vivo” pieno ti tocchi di classe, sfortunatamente nei momenti più avanzati ci ritroveremo a gironzolare per ore a per spostarci da un punto all’altro all’interno di scenari abbastanza grandi.
Nonostante i personaggi abbiano uno stampo decisamente umoristico, grazie a una sapiente sceneggiatura non corrono mai il rischio di scadere nel demenziale, Manny e i suoi amici hanno abbandonato la vita, ma si sono portati dietro i lori pregi e difetti e nel corso dell’avventura vivranno sentimenti estremamente umani. La trama per quanto geniale e ben riuscita non parte subito con il piede giusto e il primo capitolo ha effettivamente qualche buco, un po’ tutti si sono chiesti: se i biglietti sono decisi in base alla condotta delle anime che necessità c’è di venderli? Fortunatamente una volta immersi nell’azione si dimentica in fretta di questo incipit traballante per andare a vivere situazioni veramente al limite dell’assurdo. Il gioco è diviso in quattro capitoli che si svolgono nel giorno dei morti a un anno di distanza uno dall’altro, in tutti i capitoli ritroveremo alcuni dei personaggi principali ogni volta implicati in ruoli diversi, rivedere i vecchi amici in situazioni nuove aumenta l’atmosfera epica che permea ogni situazione e permette un po’ alla volta di creare un legame per una storia che resterà a lungo con noi una volta spento il pc.

Un escursione nel mondo dei vivi
QUESTIONI DI DESIGN
Per la prima volta dopo quasi un decennio, viene abbandonato il sistema SCUMM in favore di un motore grafico totalmente nuovo basato su Star Wars Jedi Knight. Tecnicamente Grim Fandango svolge egregiamente il suo ruolo, il gioco gira con una risoluzione di 640×480 decisamente sotto gli standard odierni nonostante questo c’è una cosa che la tecnologia da sola non può fare ed è lo stile, Grim Fandango ha un design unico e ancora oggi si possono ammirare tutto lo splendore dei fondali magnificamente realizzati. I modelli dei personaggi visti con l’occhio moderno sono decisamente grezzi, mediamente formati da 500 poligoni con animazioni a volte un po’ approssimative, nonostante questo nel contesto generale sono più che adeguati in quanto riesco a rappresentare benissimo le bamboline messicane da cui prendono ispirazione. Con un po’ di nostalgia ricordo come il gioco era abbastanza pesante per i pc dell’epoca, visto che l’istallazione completa occupava oltre un 1Gb e non tutti potevano permettersi uno spazio così grande in molti hanno assistito ai lunghissimi caricamenti da cd.
La colonna sonora, lasciata alla direzione di Peter McConnel è un opera a se e vive con due anime diverse, da una parte abbiamo le percussioni e sonorità prese dalla tradizione messicana dall’altra c’è uno spirito Jazz e Swing tipici dei prodotti Hard Boiled degli anni ’40. Le musiche fecero guadagnare un enorme success al creatore tanto che fu prodotto un cd con tutte le musiche suonate da McConnel e da un orchestra professionista. Alla Lucas non piaceva lasciare le cose a metà e la dimostrazione è l’ottimo doppiaggio che può vantare il gioco, nella versione originale Manny è doppiato da Tony Plana, diventato famoso nella serie Ugly Betty dove interpretava il padre della protagonista, lui e tutti gli altri personaggi hanno un marcato accento ispanico che nella versione italiana è scomparso. Fortunatamente non abbiamo di che lamentarci poiché la localizzazione è di ottima fattura, per la voce del protagonista è stato scelto l’ottimo Renato Cecchetto che avrete sicuramente sentito in Shrek mentre per il fidato Glottis si è prestato il compianto Cesare Zollo.

Pochi giochi possono vantare musiche di tale qualità
QUANTO PAGA L’INNOVAZIONE?
In piena tradizione Schafferiana il gioco fu tanto apprezzato dalla critica quanto poco ottenne in termini di vendite; nel 1999 il titolo vinse svariati titoli come migliore avventura per pc, miglior colonna sonora e complessivamente è stato inserito nella lista de i migliori giochi di sempre da le più importanti riviste del settore, sfortunatamente nel primo anno vendette solo 180’000 copie e a fronte di un investimento di 3 milioni di dollari potete immaginare come un così tiepido risultato non incoraggiò a proseguire su questa strada i manager della Lucas. Il tempo però ha dato ragione all’avventura di Manny tanto che la stessa Lucas ha dichiarato come il titolo abbia ampiamente recuperato l’investimento. Facendo finta che non esista Monkey Island 4,Grim Fandago rappresenta una conclusione perfetta per una software house leggendaria che chiuse i battenti da li a poco, con la sua grande carica innovativa è il manifesto ideale delle Lucas Arts degli anni ’90 una casa che nonostante non sia riuscita a trovare un posto nel mercato del nuovo millennio ha creato storie incredibili che hanno lasciato un segno indelebile in tutti quelli che hanno avuto la fortuna di viverle.

