Gungage
Gungage è un particolare shooter in terza persona, ben fatto e con molti elementi interessanti.
Ricordo ancora quando ero piccolo dove dedicavo ore ed ore al titolo Konami (sviluppato da KCET)e devo dire che, nonostante averlo rispolverato dopo molti anni, la magia è sempre la stessa, anche se adesso sono riuscito a notare alcune cose che all’epoca non facevo caso, tra queste il sistema di controllo.
Ma prima di parlare di controlli, gameplay e mostri, c’è da ricordare che il titolo in questione è uscito in Giappone e in Europa, ma non in America, nel 1999. Fatto sta che mi pareva anche che fosse uscito solo in Giappone, percui già avevo in mente di scrivere l’articolo per la nostra Rubrica What We Lost? dove ci occupiamo di parlarvi dei titoli mai arrivati in Europa o censurati, nonché di quei giochi che non hanno poi più visto la luce.
La trama non si discosta tanto dalle solite: il risveglio di alcune creature mostruose minaccia il nostro pianeta e quattro super soldati saranno lì per affrontarli e distruggerli per garantire la salvezza della Terra.
Prenderemo il controllo dei seguenti personaggi: Wakle Skade, Kard Berdish, Steyr Harquebus e Dee Van Feng anche se, all’inizio, possiamo solamente scegliere Wakle Skade, gli altri verranno sbloccati man mano che terminerete l’avventura con ogni singolo personaggio.
Ovviamente tutti e quattro avranno un arsenale proprio, con loro particolarità e potenza e storie diverse, nonostante che li utilizzerete negli stessi livelli però questi suddivisi in ordine diverso nonché in orari e luoghi differenti.
POTERE ALLA MUSICA!
Il titolo Konami ha notevoli musiche che ci accompagneranno per tutta l’avventura. Esse poi sono davvero azzeccate in ogni livello, inoltre si distinguono in generi differenti, quindi niente di monotono.
Percui tanta lode al compositore Sota Fujimori che ha svolto davvero un ottimo lavoro e per chi, come me, pensa che le musiche siano fondamentali nei videogames, non può pensarla diversamente.
Arrivando invece alla componente grafica non si può dire proprio lo stesso. Non che graficamente il titolo sia malvagio, ma non rasenta nemmeno la massima effiacia, infatti Konami optò per una grafica progressiva che nel complesso infastidisce e a me, parere personale, non è mai piaciuta; il fatto che mentre cammini appaiono i paesaggi e gli elementi rovina solamente l’esperienza di gioco. Tutto sommato le locazioni sono comunque ben strutturate e le textures sono apprezzabili, nonché i modelli dei personaggi e dei boss dove molto probabilmente i designer sono riusciti a fare meglio.
Percui il lavoro, nel complesso, è discreto e giocando non baderete tanto ad alcuni problemi tecnici, inoltre gli effetti sonori sono davvero realizzati bene, dal semplice rumore dei passi a quello che emettono le armi da fuoco, nonché le tante esplosioni.
Un comparto tecnico che purtroppo perde solamente in alcune magagne grafice, ma molto apprezzabile e, tanto per ricordarvelo, con musiche davvero avvincenti che solo nell’ascoltarle vi faranno dimenticare tutti i minimi problemi dandovi carica ed adrenalina durante le sparatorie…questo è il potere della musica!
PECCATI DI CONTROLLER
Gungage è davvero un buon sparatutto. Vanta di alcuni elementi di buona fattura, ma purtroppo paga per alcune scelte dovute al sistema di controllo, ossia la non implementazione dell’analogico che, a malincuore, fa perdere molto a questo grande titolo. Infatti il controllo del personaggio diventa molto macchinoso con la croce direzionale, ma soprattutto prendere la mira in modo manuale. Tralasciando il fatto che vi è anche il puntamento automatico sui mostri, quello manuale risulta comunque importante per molte situazioni di gioco e purtroppo non vi è nemmeno un tasto che permette di girarsi velocemente tipo come in Resident Evil. Anche i movimenti non solo il massimo d’altronde.
Se si riesce a sorpassare comunque a questi problemi, lo shooter in questione risulta veramente godibile e grazie alla particolarità dei 4 personaggi riesce a garantire sane ore di divertimento (ma anche frustrazione).
Ognuno di essi si differisce in tanti fattori, quali: la resistenza, la velocità, la precisione ed, ovviamente, le armi e gli attacchi speciali.
Wakle Skade ha un fucile con un unico attacco che spara proiettili di energia blu. I suoi attacchi speciali si basano tutti sulla difensiva, infatti uno crea proprio uno scudo che serve per parare i colpi dei nemici, mentre l’altro è un colpo che congela il nemico per qualche secondo facendolo quindi immobilizzare. Il ragazzo biondo è probabilmente il personaggio più equilibrato per le caratteristiche fisiche e per la precisione.
Kard Berdish dispone di un fucile multifunzione che permette di eseguire attacchi con laser, missili launcher, lanciaffiame e lanciagranate. I suoi due attacchi speciali si basano sulla potenza e risultano davvero devastanti.
E’ sicuramente il personaggio più resistente, però paga nei movimenti risultando meno veloce.
Steyr Harquebus ha un enorme long-barreled minigun che è grande quanto lei. La sua arma dispone di un solo attacco primario ma di ben 4 attacchi speciali.
Molto più veloce nei movimenti rispetto agli altri, anche se la resistenza non è eccelsa.
Dee Van Feng è un ragazzo cyborg che porta una coppia di Uzi come arma. Stranamente non ha un vero e proprio attacco speciale, ma soltanto una sorta di attacco laser che si carica in base ai colpi sparati.
Il più preciso del gruppo senza alcun dubbio.
Come vi dicevo prima i quattro personaggi avranno storie diverse ma verranno utilizzati negli stessi livelli solo in un ordine diverso, nonché in posti diversi che magari all’inizio credete irraggiungibili con il personaggio di non appartenenza. Per arricchire la longevità ci sarà anche da trovare dei Flowers (fiori) per un totale di 100, nascosti in tutti i livelli. Questi permettono poi di avere alcuni benefici selezionabili nel menù opzioni. Peccato che bisognerà raccoglierne davvero parecchi per la selezione delle Stage.
I livelli risultano abbastanza lineari, ma nonostante tutto vi sono alcune sezioni nascoste dove vi sono questi fiori. Se non fosse per la legnosità dei comandi sarebbe un titolo a dir poco fantastico, ma nonostante ciò dispone di tante cose da fare e di certo non è poco finire il gioco con 4 personaggi differenti. Se poi volete anche raccogliere tutti i fiori siete proprio a cavallo.
Inoltre Gungage vanta di una difficoltà non indifferente che aumenta man mano che si avanza nell’avventura. Nelle fasi inziali non sembra poi così difficile ma poi vi renderete conto di quanto sia infame il titolo Konami, tanto da farvi bestemmiare di tanto in tanto.
IN CONCLUSIONE
Gungage è senz’ombra di dubbio un buon Shooter in terza persona che purtroppo paga per alcune scelte, quali la grafica progressiva e, soprattutto, la non implementazione dell’analogico, nonché di sviluppare i personaggi con movimenti troppo rigidi e macchinosi indipendentemente dall’assenza dello stick analogico.
Tuttavia tanta lode all’audio e alle musiche che risultano davvero di spessore.
Per quanto concerne, invece, la struttura di gioco sicuramente è stato fatto il meglio; la struttura dei livelli e dei quattro personaggi con arsenale e storie diverse garantisce molte ore in più senza contare la ricerca dei 100 flowers.
Il Team KCET è quindi riuscito a sviluppare un glorioso titolo che forse non ha avuto tanta fortuna nel panorama Sony PlayStation. D’altronde, nonostante qualche piccolo difetto, non posso esimermi dal consigliarvelo.
Termina qui anche quest’altro appuntamento consueto del Lunedì con RETRO. Non mi resta quindi che consigliarvi Gungage e di continuare a seguirci perché non mancheranno le sorprese.
Saluti dal vostro CT !!



