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Retro
2 aprile 2012, 15:59
Ikaruga
Ikaruga mobile

Ikaruga

“io ne ho viste di cose, che voi umani non potreste immaginarvi, navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Orione, e ho visto i raggi B balenare nel buio vicino alle porte di Tannhauser. E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo come lacrime nella pioggia. E’ tempo di morire.”

(Roy Batty-Blade Runner)

Natale 2002, in piena febbre “Pleistesciondue” la massa si era oramai dimenticata delle mirabilie della “Fabbrica dei sogni” di Sega, ricordo che entrai in questo negozio di videogiochi e mentre un manipolo di persone erano davanti a un megatelevisore con su attaccata una Playstation 2 che faceva girare l’edizione 2003 di Fifa con l’irritante telecronaca di Longhi e Galli di sottofondo, l’occhio mi cadde su un miserando catodico da 15 pollici al lato della stanza dove questa scatoletta bianca (versione Jap) snobbata dai più stava partorendo uno spettacolo futurista: una supernova di accecante e deflagrante bellezza, quello era il videogioco che giocheremo su Marte nel 2400 con in testa il caschetto respiratore di plexiglass e con un alieno che ci busserà alla porta sbalordito per chiederci da dove provenga tale prodigiosa tecnologia videoludica che fa apparire antidiluviano il cannone al plasma montato sulla sua astronave…

Volevo quel gioco nel mio Dreamcast, ma quel giorno venni a scoprire che Treasure lo aveva rilasciato solo in giappolandia, “non avrebbe numeri di vendita adeguati qui da noi” mi si dice…Fifa 2003 nel frattempo continua a girare sul megatelevisore li vicino per la gioia dell’improvvisato pubblico che nel frattempo era aumentato di numero e un ventennio di indottrinamento mediatico delle masse di proporzioni tali da relegare le stesse allo stato di paresi mentale più o meno totale mi si para davanti agli occhi beffardo…

Con mia somma gioia l’anno dopo Treasure decise di convertire tale meraviglia per Nintendo Gamecube (conversione piuttosto fedele questa e ai livelli di quella per DC anche se c’è da segnalare purtroppo nella versione PAL qualche sporadico glitch grafico giocando in coop nelle situazioni di estremo affollamento dello schermo) e di rilasciarlo anche nel vecchio continente quindi riuscii a coronare il mio sogno, seppur con un anno di ritardo.

Prima Rosso…

LA SUPREMAZIA TECNO-ARTISTICA DI SEGA E TREASURE

Ikaruga è creato per danzare sullo schermo…

Treasure usa lo strapotere tecnologico dell’hardware Sega per creare un nuovo parametro tecnico-estetico nello shoot ’em up come fece nel 1998 con Radiant Silvergun su Saturn quando “chi ne sapeva” aveva oramai decretato che la piccola meraviglia di casa Sega non poteva competere con PSX nella creazione di corpi poligonali texturizzati in movimento.

Tecnicamente Ikaruga è monumentale, i circuiti del Dreamcast (e di Naomi da cui è conversione diretta) sono sfruttati all’inverosimile in favore di una tridimensionalità allucinante inserita di forza in un’iconografia radicalmente bidimensionale, il gioco Treasure è un trionfo di effetti luce e esplosioni, zoom e rotazioni altamente scenografiche e nemici in sovranumero su schermo che ci mostra uno spazio-tempo radicalmente mecha artisticamente allucinato e tecnicamente fluidissimo il tutto abbinato a una grande colonna sonora pulsante e ad effetti audio di livello superiore…perchè i programmatori Treasure non sono secondi a nessuno quando si tratta di shoot ’em up e perchè Sega non voleva fare una console su cui vedere i film, controllare i propri contatti nei social network o tenere a bada il proprio peso forma ergendosi su una bilancia wireless in pose yoga arrangiate mentre si recita un visionario mantra di Sai Baba…no Sega ambiva semplicemente a creare la più grandiosa macchina da gioco della sua generazione e vi riuscì, seppur parve, purtroppo non accorgersene quasi nessuno.

..poi Blu…

FOLLEMENTE INGIOCABILE O GIOCABILITA’ FOLLE?

Ikaruga danza, si diceva sopra…

Treasure: impostori, geni, paraculi, fottuti geni!

Avete fatto credere al mondo che questo Ikaruga sia “solo” uno dei più monumentali sparatutto mai apparsi su console e invece, Treasure osa…osa e si inventa anche una nuovo parametro di gameplay.

Pur ricalcando l’iconografia classica dello sparatutto dagli occhi a mandorla il gioco Treasure si avvale di una formula di gioco diversa, piu’ profonda..o folle fate voi: Il gioco è tutto incentrato sulla “dualità” della vostra nave, l’Ikaruga, essa ha la capacità tramite la pressione del secondo pulsante di fuoco di mutare colore, da bianco a nero e non sarà, come andremo a vedere, un mero mutamento stilistico.

A cosa serve dunque questo artifizio creato dai diabolici programmatori Treasure? Beh è presto detto, a far impazzire il giocatore occasionale e cacciarlo via a pedate nel didietro dicendogli “Ok ciao, ci siamo visti, ripassa fra trent’anni…”, a rendere la vita difficilissima anche allo sparacchiatore più navigato ma abituato a un concetto ludico più lineare seppur barbaramente complesso e, infine, a sparare una botta di adrenalina direttamente in vena di qualche pazzo scatenato in cerca di eccessi ludici.

Questo sistema, si basa come sopra accennato sulla dualità dell’Ikaruga: sul fronte difensivo, se la vostra nave sarà nera, sarà immune ai proiettili di quel colore e li assorbirà caricando un’apposita barra che riempiendosi metterà a disposizione un mega colpo capace di devastare tutto ciò che di ostile popola il display, se sarà bianca viceversa. Sul fronte dell’attacco invece, se colpirete una nave dello stesso colore della vostra la distruggerete più lentamente

ma, inizierete un complesso sistema di concatenazione di combo che alzerà i punteggi a livelli stratosferici!Se invece colpirete una nave di colore diverso dal vostro selezionato la momento, la distruggerete si più in fretta, ma manderete a farsi friggere tutto l’articolato sistema di concatenazione di combo…follia allo stato brado.

Questo è letteralmente un gioco fuori di testa, bastardo all’eccesso e fruibile a dovere solo da folli in cerca di sfide ancor più folli. Sembra esser stato concepito da una mente sadica e geniale al solo scopo di deridere la nouvelle vaugue videoludica moderna (che all’epoca cominciava timidamente ma inesorabilmente a prender piede) crogiolata dalla convinzione che saltellare da un muro a un altro manovrando una archeologa dal seno troppo prosperoso fosse sfida difficoltosa e intenta a sparacchiare a tutto e a nulla nell’ennesimo sparatutto moderno forte dell’altrettanto errata convinzione di star facendo…qualcosa.

Ikaruga per farla breve è un acquisto che tutti dovrebbero fare, anche solo per dire di averlo, ma solo pochi riusciranno veramente a domare la sua vena squisitamente bastarda e hardcore riuscendo a venirne fuori, ma quei pochi, quegli eletti beh, loro potranno vantarsi “di averne viste di cose che voi umani non potreste immaginarvi”.

…e infine il caos….

IN CONCLUSIONE

Ikaruga è senza dubbio alcuno il più impressionante shoot ’em up a 128 bit mai creato e serio candidato al trono di migliore di sempre (se non fosse che prima di lui la stessa Treasure ha annichilito il mondo con Sua Maestà Radiant Silvergun su Saturn) e anche se si annovera come un gioco di una difficoltà a tratti immonda qualsiasi videogiocatore che si rispetti dovrebbe averne una copia in casa: se si ha un Dreamcast, Ikaruga in pratica si compra da solo, se non lo avete, è un ottimo motivo (fra i milioni di altri) per comprarvene uno e se proprio non aspirate a possedere una delle macchine più geniali e ingiustamente sottovalutate della storia del videoludo, beh c’è sempre l’ottima versione per Gamecube.

Come? Non avete nemmeno un Gamecube?! Beh allora oltre che consigliarvi di cambiare rubrica, posso dirvi che avete un’ultima chance, percchè se è vero che oramai Sega non produce più hardware casalingo, è quasi morta ludicamente e fatica a mantenere uno standard qualitativo decente addirittura ai suoi brand storici ora migrati su hardware di altre compagnie, a noi viene concessa una ulteriore possibilità di redenzione ludica: all’alba di Playstation 40, Xbox 7200 e Wii A-E-I-O-U Treasure ci porta questo Ikaruga, per l’occasione impreziosito dall’alta definizione, sul live arcade di Xbox360 e ci da la possibilità di redimerci, come Paolo sulla via di Damasco, per quel nefasto 2002 e di salvare la nostra anima ludica…la redenzione ludica a 800 miseri Microsoft Points…un prezzo equo da pagare non credete?

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