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Retro
23 agosto 2012, 22:21
Resident Evil: Code Veronica
Resident Evil: Code Veronica mobile

Resident Evil: Code Veronica

Iniziamo subito con il dire che è con con questo capitolo che Capcom raggiunge l’apice di uno dei suoi più famosi IP, Resident Evil (o Biohazard per i puristi giapponofili).
È infatti grazie alle innovazioni grafiche, alla trama, ai protagonisti ma soprattutto agli antagonisti fortemente caratterizzati che va di diritto sul podio di un’immaginaria classifica pur non essendo un vero e proprio capitolo della saga.
Possiamo infatti inserirlo come linea temporale subito dopo Resident Evil 3: Nemesis, ma in verità sviluppato in contemporanea e rilasciato nel 2000, solo appunto ad un anno di distanza da Nemesis, sulla nostra beneamata scatola dei sogni, Dreamcast.
Solo un anno più tardi infatti venne rilasciato Resident Evil Code: Veronica X anche su Playstation 2 (molto più avanti su Gamecube), versione rivisitata con aggiunta di qualche cutscene e miglioria grafica.

Ma parliamo ora di una delle cose fondamentali di questo gioco ovvero, la storia!

“IN FONDO QUI… SIAMO TUTTI UN Pò PAZZI”

Il gioco inizia con Claire Redfield ( già protagonista di Resident Evil 2) imprigionata in un’isola vicino all’Antartico, non si sa bene come ne si sa bene il perché. Quel che si sa per certo però è che la ragazza in questione è piuttosto sfortunata e nell’isola si scatena un’epidemia che tramuta tutti in cari vecchi zombie marcescenti.
Claire scappa e si mette ad indagare sull’accaduto, avendo anche tempo di far colpo su di un ragazzotto di nome Steve, novello Leonardo di Caprio, che non si scollerà più da lei arrivando persino a sacrificare la propria vita dichiarando tutto il suo amore solo in punto di morte.

Molto più importante invece, verremo a scoprire che l’isola, i laboratori di ricerca in Antartide e buona parte della Umbrella Corporation sono di proprietà della “stravagante” famiglia Ashford i cui membri, uno più pazzo dell’altro, ci tormenteranno fino all’ultimo minuto scatenandoci contro non solo zombie ma mutazioni genetiche di ogni tipo.
Ma si sa, i geni sono tutti un pò pazzi e durante le nostre indagini verremo a scoprire che i gemelli Alfred e Alexia Ashford sono stati creati dal padre con i geni della capostipite della famiglia: Veronica. Dotati di incredibile intelligenza, in particolare Alexia, inventa in giovanissima età il virus T-Veronica in grado di darle, una volta stabilizzato, grande potere.
Mi fermerò qui nel parlare della famiglia Ashford per non annoiarvi e per non rovinare la sorpresa a chi malauguratamente non ci avesse ancora giocato, voglio solo soffermarmi nel dire che di antagonisti nella storia dei videogiochi caratterizzati come Alfred e Alexia ne ho visti ben pochi, ed ancora il filmato in cui i due bambini si divertono a torturare una povera libellula, dopo tutti questi anni, mi mette i brividi per la sua bellezza innaturale che va a nozze con la colonna sonora assolutamente brillante che accompagna tutto il gioco.

Comunque sia, in tutto ciò c’è un’altra famiglia di cui parlare. Mentre Claire ci accompagnerà per tutta la prima meta’ del gioco, nella seconda metà impersoneremo Chris Redfield (Resident Evil) arrivato anche lui nell’isola di Rockfort per salvare la sorella e che avrà il (dis)piacere di scontrarsi con una nostra vecchia conoscenza: l’ex capitano della squadra Alpha, Albert Wesker, creduto morto ma invece più in forma che mai anche lui arrivato per rubare il famigerato virus T-Veronica.

“SHOOT THEM IN THE HEAD”

Come avrete capito il plot narrativo ben strutturato e i personaggi di grande personalità sono punti forti del gioco ma non gli unici, va infatti detto che questo capitolo fa parte della “vecchia” schiera, quando ancora Resident Evil era di diritto considerato un survival horror di prima categoria, di quelli che ad ogni angolo non sapevi mai che abominio ti si sarebbe parato di fronte, di quelli che trovare proiettili o un erba medicinale era considerato un dono divino, di quelli che se sprecavi troppo inchiostro per salvare erano guai.

Per quanto riguarda il gameplay non ci sono molte variazioni rispetto ai capitoli precedenti, le due sezioni di gioco principali sono quella action in cui ci si destreggia tra zombie umani, zombie cani (compagni di molte notti passate insonni, grazie signor Shinji Mikami per aver traumatizzato la giovinezza mia e di altri migliaia di ragazzini) hunter lickers e chi più ne ha più ne metta; e la risoluzione di enigmi più o meno complicati ma sempre molto interessanti che ti portano ad esplorare l’intera area sia per andare avanti nella storia sia per avere nuovi armi per abbattere nemici sempre più duri a morire.

I comandi, come in tutti i Resident Evil dal 1996 ad oggi, si presentano abbastanza legnosi soprattutto nei movimenti del personaggio e in alcuni punti particolarmente concitati potrebbe inficiare lo scorrimento del gioco. La telecamera non segue ancora il personaggio (verrà implementata poi con Resident Evil 4) ma si distacca dalla solita telecamera fissa dando a tutte le inquadrature del gioco un’impostazione “cinematografica” che aiuta ad immergersi nell’atmosfera horror e a far rimanere alta la tensione del “chi cercherà di mangiarmi le cervella ora??”.

Altro punto a favore di questo titolo (come se ci fosse bisogno di aggiungerne altri), è l’elemento grafico. Code: Veronica sfrutta infatti per la prima volta su un Resident Evil, dei modelli poligonali anche nei backgrounds, permettendo a Capcom, grazie anche alla potenza del Dreamcast, di renderli ricchi di dettagli senza dare problemi di rallentamento.

Immagine anteprima YouTube

IN CONCLUSIONE

Capitolo che, come già detto prima, pur essendo uno spin-off è forse quello che racchiude meglio l’essenza di quello che dovrebbe essere un Resident Evil, grazie ai pazzi fratelli Ashford, al gameplay classico che tutti apprezziamo e ad una fantastica regia. È il capitolo che ha definitivamente votato la sottoscritta alla saga, quindi il mio consiglio è: attaccate il vostro Dreamcast, inserite il gioco, imbracciate il vostro fucile a pompa (se siete cosi fortunati da averne uno) e iniziate a sparare in testa a tutto quello che si muove!

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