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Retro
1 gennaio 2013, 20:38
Secret of Mana
Secret of Mana mobile

Secret of Mana

Siamo abituati a considerare Nintendo come l’unica software house in grado di sfruttare appieno le proprie piattaforme proponendo titoli magistrali e dal sicuro successo commerciale. Ma non è sempre stato così, ai tempi del leggendario Super Nintendo altri due produttori insidiavano la posizione dominante della grande N, Rare e Squaresoft, oggi nota come Square Enix. E tra i videogame pubblicati da Square per la console a 16-bit uno in particolare, che non fosse Final Fantasy, riuscì a catalizzare le attenzioni della critica e del pubblico tanto da contendere a The Legend of Zelda: A Link to the Past lo scettro di migliore gioco di avventura: Secret of Mana.

THE RUSTY SWORD

Secret of Mana, conosciuto in Giappone come Seiken Densetsu 2 (il primo Seiken Densetsu fu pubblicato per il bicromatico Game Boy e rilasciato in Europa sotto il nome di Final Fantasy Adventure), è uno dei più grandi titoli mai prodotti da Squaresoft, che dopo l’ottimo Final Fantasy IV si accingeva ad immaginare i capitoli V e VI della Fantasia e, in un impeto di creatività illimitata il grandissimo studio di cui faceva parte Koichi Ishii, ideatore di Secret of Mana, pubblicò del ’93 questa perla dei giochi di ruolo su console. Quello che rende memorabile Secret of Mana è la quantità di richiami fantastici amalgamanti in un universo possibile che varia dal fantasy tradizionale allo steam punk, supportati da un continuum narrativo d’autore. Il giovane Randi infatti, tanto per richiamare alla mente l’inizio della storia, trova una spada leggendaria in grado di cambiare le sorti del mondo che libera la forza che domina la materia e la magia, cioè il Mana, che tiene in equilibrio il Bene e il Male, diventando così la causa scatenante di un susseguirsi di eventi drammatici ai quali, insieme ai suoi compagni Primm e il folletto Popoi, dovrà porre rimedio cercando di contendere il controllo degli Spiriti del Mana ad un crudele Impero.

Come per A Link to the Past, Secret of Mana è ambientato in un mondo aperto, oggi si direbbe free roaming, dove è possibile esplorare ogni anfratto e ogni foresta scura senza soluzioni di discontinuità, ovvero girovagando liberamente dove si vuole e non solo a terra, dopo qualche ora di avventura i nostri voleranno in groppa ad una sorta di Fantadrago, Flammie, che permetterà al ai personaggi di solcare i cieli e i mari siano alle isole più segrete. E come se non bastasse la vastità della mappa di gioco, alla quale forse i giocatori non sono più abituati, nel mondo di Mana ogni pixel è un opera d’arte, ogni esterno immediatamente riconoscibile e caratterizzato da avvenimenti e personaggi unici, da una vera miriade di segreti e nemici dei più vari che, più o meno, ricalcano lo Spirito del Mana al quale sono associati. I castelli pieni di spettri e cavalieri, le navi volanti a vapore, i boschi frondosi, i deserti gerbidi, i mari  e i ruscelli, gli oscuri sotterranei, furono tutti realizzati con un’attenzione per i dettagli incredibile che segnò tutti i successivi lavori di Squaresoft. A fare la parte del leone il chip integrato dentro il Super Nintendo, il Mode 7, che permetteva, nelle sezioni in volo, alcune rotazioni dinamiche della mappa mai viste.

Una serie di innovazioni erano date, inoltre, dal sistema di gestione dei personaggi, sempre presenti su schermo e intercambiabili tra di loro, ognuno caratterizzato dai propri punti di forza e debolezze, ai quali era possibile assegnare il comportamento determinato da tenersi in battaglia, se essere più aggressivi o se privilegiare l’aspetto difensivo o se ancora “castare” evocazioni e incantesimi. Oltre questa gradita e profonda possibilità, va ricordato il numero elevatissimo di armi personalizzabili e le combinazioni delle stesse con alcuni orb. Davvero geniali erano infine i menu a scomparsa circolari, richiamabili grazie alla pressione dei dorsali, che permettevano di navigare nelle impostazioni senza interrompere più di tanto il ritmo di gioco e delle battaglie, soprattutto quelle difficilissime con i mastodontici boss.

Immagine anteprima YouTube IN CONCLUSIONE

Pur riconoscendo come il nostro sia un settore dell’intrattenimento poco più che frivolo, è compito del retro-redattore conservare e tramandare alla memoria i grandi titoli e farli conoscere alle nuove generazioni. Secret of Mana è un grande anzi grandissimo gioco. Ironicamente quella di Mana è la serie che più rispecchia la parabola discendente di Squaresoft che dopo Final Fantasy VII non ha più azzeccata una. Sarebbe facile, se fossimo maligni, ricordare come Squaresoft e Rare lavorassero al fianco delle migliori menti di Nintendo per sviluppare i propri titoli. Ma non lo siamo. Dopo un seguito per SNES, che meriterebbe uno spazio tutto suo nella nostra rubrica What We Lost poiché mai uscito dal Sol Levante, ma che è possibile giocare su emulatore anche tradotto in italiano grazie all’opera degli appassionati, il prestigio della serie di Mana è evaporato a causa di un catalogo più o meno nutrito di titoli inguardabili quali: Legend of Mana per PlayStation, che non aveva davvero senso, le aberrazioni per Nintendo DS , la grande delusione di Seiken Densetsu 4 per PlayStation 2. Tra questi si salva la riedizione del primo capitolo per Game Boy Advance, Sowrd of Mana. Eppure data la bontà del primo e del seguito consigliamo a tutti di recuperare questa pietra miliare oggi disponibile su Virtual Console  e iOS e godervi l’Epica senza tempo del mondo incantato di Mana.

 

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