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Retro
9 gennaio 2012, 20:35
Space Channel 5
Space Channel 5 mobile

Space Channel 5

Anno 1999, la massa non si era ancora dimenticata dei prodigi del Dreamcast essendo la bianca “Fabbrica dei sogni” di Sega uscita sul mercato da solo un anno, e tanti capolavori ancora ci avrebbe regalato in futuro prima della sua troppo prematura dipartita commerciale di pochi anni dopo. Uno di questi è appunto questo Space Channel 5, opera visionaria di uno dei più stravaganti e geniali ( e amati da chi scrive ) game designer in circolazione: Tetsuya Mizuguchi e della sua United Game Artists.

“FUNKASCIENZA” KITSCH

Mizuguchi nella creazione di tale gioco ebbe la folle e geniale idea di attingere a piene mani dalla fantascienza “kitsch” degli anni 60, gli anni del boom economico e del futurismo più eccentrico dove lustrini, paillettes e consumismo spensierato vanno ad unirsi a navi spaziali, pistole a raggi et similia che definire eccentrici e gustosamente ridicoli è dir poco.

Difficilmente chi ha qualche annetto sulle spalle, o è appassionato di tale periodo storico, non riconoscerà in Space Channel 5 l’inconografia sci-fi kitch della primissima serie di Star Trek o degli improbabili film a tema dell’epoca. In Space Channel 5 insomma tutto è eccessivo, dai fantastici abbigliamenti dei protagonisti, con stivaloni a “zeppa” e completini paillettosi e sgargianti, alle improbabili tecnologie al limite del ridicolo fino ad arrivare al fulcro del gioco: il ballo…si perchè il buon Mizuguchi ebbe la folle e geniale idea di creare un rythm n’ game spaziale dove tutto è dannatamente retrò, folle e dannatamente funk n’ dance!

Siamo all’alba del venticinquesimo secolo e l’espansione umana nell’universo oramai non ha quasi limiti e, di pari passo con questa espansione geografica, si è “universalmente” espansa anche una delle creazioni che più avevano influenzato il genere umano nei secoli precedenti: la televisione. Le stazioni televisive oramai non hanno più confini e trasmettono in tutto l’universo il loro segnale e tale vertiginosa espansione attira le attenzioni di una razza aliena bizzarra e alquanto ostile: i Morolian.

Tali alieni, vengono talmente affascinati dalle emittenti televisive terrestri che decidono, guarda un po’, di conquistare il nostro pianeta…per mezzo di balletti!

Di certo chi pensa a un attacco alieno fantascientifico si aspetta armate aliene che devastano il mondo con raggi laser e armi futuristiche e invece, come dicevamo, siccome il buon Mizuguchi è designer folle e genialoide decide che l’attacco di tali alieni debba compiersi a suon di balletti tamarri con gli invasori che tramite i loro poteri psichici riescono a far prigionieri molti terrestri intrappolandoli in una sorta di ipnosi musicale che li costringerà a ballare fino allo sfinimento. Il destino della Terra è quindi segnato? Manco per niente! Visto che come nel più classico dei film di genere c’è sempre l’eroe senza macchia che salverà il modo e in questo caso, anche questi è totalmente eccessivo e fuori di testa: l’eroina di turno è Ulala, sexy reporter di uno dei più famosi canali terrestri (Space Channel 5 appunto) che sarà chiamata a salvare il pianeta con l’unica arma in grado di combattere gli stravaganti invasori: la dance!

UP! DOWN! LEFT! RIGHT! CHU! CHU!

Con un plot narrativo del genere vien da se che il gameplay è quanto di più fuori di testa si possa immaginare: nella nostra avventura “funkascientifica” la bella Ulala si troverà a confrontarsi con numerose schiere di alieni danzerecci e boss di fine livello e tentando di replicare i loro passi di danza dovrà salvare i propri simili imprigionati.

I comandi, riconducibili alle quattro direzioni e i due tasti di sparo vanno premuti col giusto tempismo per riprodurre i passi di danza proposti in sfide musicali che via via si faranno sempre più complesse e appaganti e sarà altresì necessario far nostra al più presto la meccanica d’uso della pistola, vero punto focale del gameplay, che con A permette di disintegrare i nemici e con B permette di “recuperare” i nostri simili tenuti prigionieri. Detto così il tutto sembra molto semplicistico, e in parte forse lo è, ma una volta assuefatti dal gameplay diventa praticamente impossibile non continuare a giocarvi tale è il carisma che questo titolo riesce a proporre: dietro tale apparente semplicità si nasconde un gameplay dal carisma debordante e assuefacente, man mano che andremo avanti con l’avventura le sfide ( e di conseguenza i passi di danza) si faranno più complessi e non potremo trattenere un moto di profonda soddisfazione nel vedere eseguita correttamente una complessa sequenza di passi in questo folle musical che ci troveremo ad attuare sul terreno di battaglia (o pista da ballo che dir si voglia), e tutto a merito anche di una regia di altissimo livello come andremo più in basso a vedere.

Come dicevamo però, dietro tale apparente semplicità vi è molto di più, si perchè ogni volta che libereremo dei terrestri dalla loro trance musicale questi si uniranno a noi nel folle proseguio del balletto seguendo le mosse e gli stati d’animo della nostra sexy e danzereccia reporter, si perchè in tutto questo non-sense una delle cose che colpiscono di più è il “realismo” delle conseguenze delle nostre battaglie: se una o più sequenze non andranno come previsto Ulala e i suoi compagni di danza continueranno il balletto con con ampi cenni di disapprovazione e scoramento, mentre in caso opposto manifesteranno tutta la loro gioia con fare euforico e incitamenti di gruppo in stile “Saturday Night Fever”.

Nel pieno di tutto questo marasma fanta-danzereccio dovremo confrontarci anche a singolar tenzone con i reporter degli altri network televisivi che vorranno dimostrare di esserci superiori e infine dovremo sempre tenere un occhio allo share televisivo (gli ascolti insomma) che decreteranno il proseguio o la chiusura della nostra “trasmissione”.

LUSTRINI, PAILLETTES E COLORI VISTOSI

Esteticamente Space Channel 5 è assolutamente strabiliante: per i fondali si è optato per dei FMV per mantenere un elevato livello di dettaglio e i personaggi a schermo invece sono ovviamente poligonali ricoperti da textures coloratissime e di livello (come in quasi tutte le produzioni Dreamcast) eccellente, l’impatto visivo è francamente fantastico e tutto questo mondo dai colori vistosi e dalla eccentrica caratterizzazione è un vero spettacolo per gli occhi, grazie anche a una magistrale regia che con inquadrature sempre perfette riesce a rendere al meglio la follia danzatoria di questo strampalato musical videoludico. Le movenze dei personaggi sono rese in maniera eccelsa da un certosino lavoro di motion capture e da animazioni assolutamente convincenti che si autocelebrano in pose folli da trasferimento immediato alla neurodeliri.

Space Channel 5 come detto all’inizio guarda al futuro ispirandosi al passato ed è quindi nonostante la palese ambientazione futuristica è un trionfo di vestiario strampalato proprio degli spettacoli di quegli anni dipanandosi tra tutine ipercolorate e stivali a zattera caratterizzando i protagonisti a schermo in maniera fantastica e, a naturale complemento di ciò, vi è una colonna sonora assolutamente eccellente: i musicisti Sega confezionarono un accompagnamento sonoro di livello elevatissimo racchiudendo nel corso di tutta l’avventura praticamente un enorme e riuscitissimo tributo a un intero decennio danzereccio.

Da segnalarsi infine una conversione, attuata tre anni dopo per piattaforma PS2, che pur mantenendo inalterato il concept si segnala per si un maggior numero di poligoni per singolo personaggio ma altresì anche per una vistosa scrematura cromatica delle textures (come quasi sempre quando si tratta di conversione da piattaforma Dreamcast a PS2) che ci porta assolutamente a consigliare qualora ve ne fosse la possibilità, di procurarsi il gioco nella sua incarnazione originaria che ne garantisce tutt’ora la migliore fruizione possibile.

Immagine anteprima YouTube

IN CONCLUSIONE

Tetsuya Mizuguchi in poche parole, anticipando di svariati anni molti cineasti odierni, attinge a piene mani al mito kitsch dei sixties a base di festini, spensieratezza ed eccesso estetico, gli anni subito a ridosso del boom economico dove tutto era possibile, si “tutto era possibile” quindi il nostro strampalato game designer deve essersi chiesto nella sua mente da genietto impasticcomane: “ Allora era possibile salvare il mondo a colpi di passi di danza e musica funk? Beh proviamoci…” il resto è davanti ai nostri occhi ed è storia e noi siamo qui dodici anni dopo a lodarne ancora la genialità del concept e la lungimiranza strutturale che lo rendono tutt’ora freschissimo e praticamente immortale.

Space Channel 5, allo stesso modo del periodo storico-musicale-sociologico che rappresenta, è e sempre sarà un “evergreen” rendendosi di fatto immune al tempo e allo scorrere delle effimere mode.
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