Jet set radio
Devo ammetterlo, gestire una rubrica sul retrogaming è fantastico!!! Ci sono così tante perle nella storia di questo media che ad ogni nuovo articolo mi trovo quasi in difficoltà… è dura scegliere un gioco tra i troppi, però a sto giro quando mi è saltato in mente lui non ho avuto il minimo dubbio!! Ebbene si perché oggi vado a narrarvi di un titolo che ha lasciato un solco così profondo nell’industria da porsi di diritto nell’olimpo dei capolavori immortali! E come un Dio che guarda i suoi figli dall’alto del cielo, JET SET RADIO guarda tutti i giochi recenti dall’alto della sua immensa qualità , dall’alto del suo unico ed inimitabile stile, dall’alto della sua rivoluzione artistico-ludica!! Poi penso alle nuove leve, ai giovanotti che si affacciano a questo mondo così vario e vasto e credo che sia giusto far presente anche a loro che jet set radio è esistito, giusto ricordare quel che sia stato per noi che magari qualche anno di più sulle spalle lo abbiamo (con tutti i pro ed i contro del caso he he he)!!
Ma cos’è jet set radio o jet grind radio con il suo nome americano?
Jet set radio è un connubio perfetto tra stile e gameplay entrambi portati a livelli raggiunti poi solo dal suo seguito: jet set radio future. Certo non si può definire jet set un successone, commercialmente parlando la massa lo ha snobbato.. ma… era prevedibile! Jet set spacca di netto i canoni a cui siamo abituati, ci porta in un mondo così bello a vedersi e così “adrenalinico” a giocarsi che può perfino intimidire il giocatore meno smaliziato di rimando quei pochi che sanno pretendere di più da un videogioco e che hanno avuto modo di provare l’ebrezza di un simile titolo sanno bene di che sto parlando, dell’infarto che mi è preso quando l’ ho visto la prima volta in movimento e dell’adrenalina che mi scorre nelle vene ancora adesso al solo pensiero di quelle piroette su quei pattini che mi lasciavano volare alto a marchiare i muri e i camion con un graffito indelebile a monito del mio passaggio e della mia libertà!!
Cambia stazione… metti subito su jet set radioooooooo…..
Chi siamo noi? Noi siamo un gruppo o una gang che dir si voglia, siamo una banda di “graffitari” che scorrazza per la città impregnando i muri dello spray colorato delle nostre bombolette, ed è buffo leggere l’avviso prima del caricamento dove sega si scarica di dosso le sue responsabilità affermando che si tratta di un reato. Certo sega ha ragione, se si tratta della vita vera… ma qui siamo in un mondo virtuale quindi… pitturiamo tutto il pitturabile perchè non siamo criminali ma artisti virtuali.
Vestiremo inizialmente i panni di un nuovo arrivato nel gruppo chiamato Beat, dopo un lungo ma divertente tutorial che ci illustrerà le varie meccaniche di gioco saremo liberi di scorrazzare per i 3 quartieri principali di Tokyo-To , ovvero la rappresentazione videoludica di una futuristica Tokyo. A guidarci nel nostro vagare sarà la voce del professor K, un personaggio strano ma caratterizzato in modo così magistrale che solo osservandolo e lasciandosi ammaliare dal suo carisma se ne comprende la sua reale natura, una versione comica e moderna della voce guida de “i guerrieri della notte”! Sarà proprio il professor K a dirci dove andare e cosa fare attraverso la sua radio pirata chiamata appunto “jet set radio” e il nostro unico obiettivo sarà quello di disegnare capolavori sui muri della città scatenando però l’ira delle forze dell’ordine e delle bande rivali e scappando o lottando con le nostre 2 uniche armi a disposizione: le bombolette spray raccolte lungo strada e i nostri fidati roller blade con i quali grindare al di sopra di ogni oggetto, al di sopra di ogni cosa.
Meccaniche dello stile….
Il gameplay di jet set radio è sublime. E quanto è bello questo aggettivo quando si riesce a trovare un contesto in cui suona così bene. Scivolare sulle ringhiere delle strade con i pattini non è mai stato così divertente. Il lungo tutorial iniziale mostra una buona serie di mosse eseguibili ma ciò che è davvero sconcertante è l’estrema facilità con cui ci si muoverà nei panni di Beat o degli altri membri della banda. Dopo già pochi minuti pad alla mano , giocatore e personaggio virtuale vivranno in perfetta sintonia ed eseguiranno acrobazie degne di un circo ; solo i graffiti spezzeranno leggermente l’azione e richiederanno un minimo di impegno. Se per i graffiti più piccoli basterà la pressione del grilletto destro , per quelli invece più complessi interverrà un sistema simile ai quick time events , durante il quale il giocatore dovrà riprodurre velocemente le rotazioni della leva analogica proposte a schermo. Inutile negare che azzeccare alla prima i graffiti più grandi per poi scappare via volando sui pattini sia appagante e divertente come non mai. Il Gameplay di jet set rappresenta quel che il videogioco stesso dovrebbe essere: Divertimento allo stato dell’arte.
Se da una parte abbiamo dei controlli intuitivi , veloci e mai macchinosi dall’ altra , a rendere la vita difficile al giocatore, ci saranno le missioni da affrontare. Alcune ovviamente, sopratutto all’inizio, non presenteranno una difficoltà elevata, ma questa andrà a salire e a complicare le cose arriverà un altro personaggio disegnato magnificamente, l’ ispettore Onishima. E come Zenigata fu la nemesi di Lupìn , Onishima sarà la nostra. Il caro ispettore tenterà in ogni modo di fermare la nostra arte e lo farà con ogni mezzo a disposizione esercito compreso. Ecco quindi che in missioni all’apparenza semplici , un’ inaspettata irruzione delle forze dell’ordine potrebbe cambiare le carte in tavola obbligando il giocatore a ponderare una nuova strategia per portare a termine il compito. Nulla di impossibile ovviamente e anzi , si può affermare che più si farà alta la difficoltà di gioco e più divertente sarà giocare anche perchè scrollarsi di dosso i malcapitati poliziotti saltellando sui pattini non ha prezzo.
Toh.. Il Cell Shading!!
Ed eccoci al dunque. Se vi siete letti il mio articolo sull’ ultima console Sega , il Dreamcast, già sapete del come e dove è nata la tecnica grafica chiamata cell shading. Per chi invece non ne fosse a conoscenza , si tratta di un tecnica molto particolare che “giocando” con i contrasti tra i colori e evidenziando con linee nere i contorni dei vertici dona al motore grafico di gioco un aspetto “cartoonesco”. Detto così è quanto di più freddo si possa leggere. Ma ricordo bene cosa fu per me la prima volta che mi si parò dinanzi. Prima di jet set radio altri giochi ricordavano vagamente i cartoni animati, uno su tutti Rayman, ma mai come in questa avventura firmata Sega. Non si era mai vista prima una cosa simile, quei colori, quei contorni, quell’aspetto fantastico ed ipnotico… il motore grafico ti prendeva per mano e ti trascinava in questo mondo futuristico e sembrava sussurrarti “stai abbracciando il futuro ragazzo mio”. Sono certo che senza la creatività della grande S e senza questa tecnica grafica , disegnare graffiti non avrebbe trasmesso le stesse emozioni. Ma Sega era davvero avanti a tutti. Jet set è stile, dimostra al mondo che i poligoni e le textures sono solo un ammasso di freddi bit se senza un cuore appassionato a disegnarli a donar loro quel qualcosa in più. E giusto Sega poteva riuscirci, giusto questa grande ex-hardware house che per la sua ultima console ha dato tutto. Va sottolineato comunque che nonostante questo stile spaccamascella anche il motore di per se era un miracolo: disegnava a 30 frames al secondo una miriade di oggetti a schermo e le animazioni dei personaggi erano “perfezione in movimento”. Un connubio tra potenza e fascino che non potrebbe lasciare di pietra nessuno mai. E di fatti da jet set in poi una vagonata di titoli per rinnovarsi o solo per distinguersi escogitarono la stessa tattica, l’uso del cell shading per guadagnare stile sugli altri, ma per quanto buoni siano stati i loro tentativi a seguire, solo e soltanto Jet set radio poteva scuotere l’animo di un gamer in modo così burrascoso. Giocare oggi ad un titolo in cell shading è sicuramente bello , sopratutto se il gioco è fatto bene, ma prendere in mano quel pad bianco e muoversi per la prima volta all’interno di quel vortice di colori ,quando gli altri nemmeno ne conoscevano l’esistenza, va da se che sia un’emozione impagabile. A fare da contorno a questo spettacolo per gli occhi ecco una colonna sonora da brivido, in grado di catapultare il giocatore dritto al cuore della cultura hip hop. Jet set radio è sì… anche cultura.
Commento finale:
Jet set radio ha lasciato il segno. Lo ha fatto principalmente per il cell shading che ormai è una tecnica di uso comune ma che volenti o no si è vista per la prima volta con lui ed è nata dalle menti di Sega. Quel che però spesso accade è il sottovalutare jet set sotto gli altri punti di vista. La sua natura di “innovazione grafica” rischia di mettere in secondo piano il suo gameplay così ricco , atipico e intuitivo e anche la sua forza culturale. In questo caso non abbiamo tra le mani un opera d’arte come shenmue oppure ICO, abbiamo un videogioco fatto dannatamente bene. Ci vorrebbero mille giochi all’ anno curati quanto jet set da tutti i punti di vista. All’apparenza l’unico neo potrebbe essere proprio il contesto culturale in cui viene posto il giocatore, la cultura hip hop è per molti ma non per tutti, e perfino il sottoscritto che sta scrivendo è uno di quelli che l’ hip hop proprio non lo riesce ad ascoltare. Si tratta di gusti non prendetela a male. Ma jet set è un videogioco e io amo i videogiochi, è un videogioco fatto così bene che ti diverte in ogni caso… quindi non ha importanza che musica si ascolta o come ci si veste, la nostra passione è quella di videogiocare e con jet set radio lo possiamo fare a dei livelli di inaudita eccellenza. Se un giorno una certa malinconia del passato verrà a farvi visita la notte, se il desiderio di retrogiocare sarà troppo forte, ricordatevi di questa perla videoludica… non sarà lo stesso impatto del suo esordio sul mercato accompagnato appunto da quello del cell shading… ma saprà sicuramente regalare ore ed ore di sano e spensierato divertimento.. come ogni buon videogioco che si rispetti dovrebbe fare! E ora prima di chiudere questa pagina web vi invito cordialmente a visionare il video subito sotto, è l’unico vero modo per dare un senso a quanto ho scritto sino ad ora:

