SHENMUE SAGA
Potrei scrivere questo articolo in mille modi diversi! Potrei parlare freddamente di shenmue, potrei cercare di narrarne in parte la trama, di spiegarne il gameplay, di elogiarne il motore grafico e le textures… potrei ,invece, raccontarvi la mia esperienza, l’esperienza di un quindicenne alle prese con un videogioco molto particolare, potrei limitarmi a ricordare quanto sia bello oppure raccogliere tutta la mia creatività per far scorrere su queste pagine virtuali fiumi di parole solo per rendere nuovamente celebre questa , in parte, dimenticata saga. In ogni caso, al di là delle mie scelte , il risultato sarà insoddisfacente, inutile e sotto certi aspetti incomprensibile. Mi chiedo quindi che fare… fuori diluvia , cercherò una goccia di ispirazione tra le tante che ritmicamente colpiscono il vetro della finestra. Non riesco a vedere che accade sotto il mio poggiolo, sono seduto al pc e il rumore della pioggia rende confuso il raro suono dei passi di qualche vicino che scende in paese incurante del maltempo. Posso immaginare però! Posso immaginare anziani con l’ombrello che si lamentano per il diluvio , gatti che cercano riparo in qualche cantina , gente che va a lavoro, altra che rientra, posso immaginare shenmue… credo di aver trovato la mia ispirazione, non era poi così lontana, è bastato immaginare un mondo vivo, tale sia sotto una triste pioggia , sia sotto la luce tiepida del sole autunnale.. ho immaginato la vita di un normale paesino ligure e il collegamento con shenmue è nato spontaneo, perchè questo è shenmue: un mondo vivo, sebbene artificiale, un mondo colorato in varie tinte , un mondo da vivere, da esplorare, nei panni di un ragazzo qualunque che si ritrova di botto a dover affrontare qualcosa di più grande di lui. Se bastasse questa frase per descrivere la poesia di shenmue, potrei smettere di scrivere e magari riaccendere per un po’ il mio Dreamcast, tanto è sempre lì… sempre collegato!! Ma è solo un piccolo insieme di parole che riescono solo a sminuire quel che fu l’opera del maestro Yu Suzuki, è quindi mio dovere ,e piacere, continuare l’articolo.. cercando di non fare troppi torti a questa mastodontica opera d’arte!!
F.R.E.E….
Oddio che dire, come cominciare seriamente? Parliamo un’ attimo della storia travagliata di shenmue inteso come prodotto. Il progetto nacque inizialmente dall’ idea di portare i personaggi di virtua fighter (picchiaduro 3D di sega) , all’ interno di un gioco di ruolo. Un’idea abbastanza banale che si sviluppò poi in ben altra direzione. Con il nome project Berkley , shenmue fu inizialmente concepito su sega saturn e solo successivamente dirottato sulla nuova console sega, il Dreamcast, sistema molto più potente , versatile e adatto all’ ambizione di questo progetto. A dirigere lo sviluppo abbiamo una figura chiave dell’ intera industria videoludica, il grande Yu Suzuki, padre di giochi come out run, space harrier e F355 , con al suo fianco il team AM2 , probabilmente il migliore dei reparti interni di SEGA. Passarono ben 5 anni prima che il gioco si rivelasse finalmente al mondo nella sua forma definitiva, 5 anni e 80 milioni di dollari! Un investimento di tempo e denaro davvero fuori parametro considerato il contesto storico, ma il risultato è certamente oltre ogni aspettativa. Descrivere shenmue in quanto videogioco non è facile, non lo è per me e credo non lo sia per nessuno. Si tratta di un titolo così complesso che lo stesso Yu Suzuki dovette coniare un nuovo termine per indicare il genere di gioco; shenmue fu definito un F.R.E.E, parola dal duplice significato: da una parte il termine free tradotto dall’inglese significa “libero”, e non a caso uno degli aspetti più incredibili di shenmue fu proprio la grande libertà di azione che permetteva; si potrebbe quasi affermare che da lui si siano poi sviluppati i free-roaming, genere oggi molto in voga. Ma shenmue era anche Gioco di ruolo, anche avventura , anche picchiaduro degno del miglior virtua fighter,insomma il primo esempio di un mix di meccaniche di generi diversi fuse assieme con una cura e una perfezione magistrali. L’ altro significato di F.R.E.E. è full reactive eyes entertaiment e in queste 4 parole è racchiuso lo spirito del gioco. Shenmue non vuole essere un semplice GDR, ne un semplice mix di generi come lo sono allo stato attuale i vari castlevania LoS, assassin’s creed ecc ecc, l’ obiettivo di Suzuki era quello di creare una vera e propria esperienza di vita virtuale, un mondo di pixels in cui il giocatore riuscisse a trovare non solo svago e divertimento ma anche emozioni e un’immersione totale.
Parlare di shenmue, è come tentare di descrivere un piccolo pezzo di mondo. Da questo nascono le mie perplessità sul lavoro che sto svolgendo, non so se riuscirò davvero a raccontare tutto, a spiegare tutto a far rivivere le emozioni che ho provato a chi leggerà queste righe. E’ come tornare da una vacanza stupenda durata una vita e cercare di raccontare ad un amico tutto quel che è accaduto e che ci ha profondamente toccato.. ma forse nemmeno questo rende l’idea.. Parlare di Shenmue è un po’ come raccontare un’emozione!!! Tenterò quindi di andare per gradi , sfruttando i classici schemi delle recensioni ai quali siamo abituati per concludere con il mio personale commento.
He Shall appear from a far eastern land…
La storia di shenmue è ambientata nel 1986, di preciso in un paesino del Giappone chiamato Yokosuka. Il protagonista , Ryo Hazuki, sta tornando verso casa quando la sua attenzione viene catturata da una lussuosa auto nera parcheggiata proprio dinanzi all’ingresso, poco distante, un’insegna di famiglia spezzata a terra lascia presagire il peggio. Una volta entrato scoprirà , suo malgrado, che nella palestra di famiglia 3 loschi figuri stanno minacciando il padre per una motivazione all’apparenza futile, ovvero la ricerca di un particolare specchio. Dopo un veloce ed enigmatico scambio di battute tra Iwao Hazuki , padre di Ryo, e il capo dei 3 , accadrà l’irreparabile. Uno scontro diretto tra i 2 avrà come conclusione la rovinosa caduta a terra di Iwao e la dimostrazione di forza da parte di Lan Di (questo il nome dell’ avversario, nonché nemesi del gioco). L’ inutile tentativo di attacco del giovane ed inesperto Ryo peggiorerà le cose, impotente dinanzi alle arti marziali micidiali di Lan Di , diventerà lui stesso oggetto di ricatto, “la vita di Ryo in cambio dello specchio”. Con le ultime forze rimaste Iwao consegnerà lo specchio lasciando che le 3 figure se ne vadano dalla palestra sfrecciando poi via su quella nera macchina. Da questo momento in poi inizia la vera avventura… Ryo stringerà il padre tra le braccia per l’ultima volta, prima che l’ultimo respiro arrivi inesorabile, le ultime parole del padre e il volto di Lan Di perseguiteranno nei sogni il giovane Ryo portandolo così ad una fatidica decisione: vendetta!
Da questo nasce shenmue, da un sentimento umano , dalla rabbia, che tutti noi bene o male abbiamo provato nella vita, a volte per cose stupide, altre volte per vere motivazioni, in ogni caso sappiamo bene tutti di che si tratta. E’ forse il sentimento più semplice da descrivere ma nel caso di Ryo è a livelli che si spera di non dover provare mai. E’ assurdo come rileggendo la trama di shenmue appaia così banale e scontata, ed è incredibile invece scoprire poi come si evolve. La rabbia è solo la punta dell’iceberg, shenmue è un minestrone di sentimenti, avremo modo di vivere al fianco di Ryo il senso dell’amicizia e dovremo salutare un caro amico proprio in quel momento di estrema difficoltà, metteremo da parte l’amore per raggiungere il nostro scopo, lasceremo alle nostre spalle la famiglia, il paese di infanzia, la nostra stessa storia per viverne una nuova, imprevedibile e pericolosa. Alla fine lasceremo anche il nostro amato Giappone per iniziare shenmue 2. Già, perchè esistono 2 giochi di shenmue, ma in realtà sono uno solo: Yu Suzuki ha suddiviso la trama di shenmue in ben 16 capitoli, il primo viene narrato appunto in shenmue the first chapter, mentre in shenmue 2 troveremo il capitolo 3,4,5 e 6. Gli altri? Beh il secondo è stato tagliato mentre dei conclusivi preferisco parlarne più avanti! Solo che questo aspetto rende shenmue davvero affascinante per ogni giocatore che si rispetti. E’ forse una delle trame più belle mai raccontate e riesce a mescolare cultura giapponese, cultura pop americana e un pizzico di magia e misticismo inseriti nel contesto sotto forma di antiche leggende oppure enigmi da risolvere: perchè Lan Di voleva ad ogni costo quello specchio? Che poteri derivano da esso? Scopriremo poi l’esistenza di un altro specchio, il quale ci apparirà in sogno accompagnato dal volo di un falco e al volto di una fanciulla sconosciuta. Chi era quella ragazza? Perchè ci è apparsa in sogno? E perché dopo averla sognata più volte nel primo capitolo avremo modo di conoscerla realmente solo alla fine di shenmue 2? Belle domande, alcune troveranno risposta (ma non sarò di certo io a spoilerarla) altre invece ,ad oggi, sono ancora misteri.
Shenmue 2…
Se nel primo capitolo avremo modo di vivere un determinato tipo di emozioni, caricando shenmue 2 tutto verrà stravolto. Nel paesino di Yokosuka tutti conoscono tutti, un po’ come accade in ogni paese del mondo, avremo amici disposti ad aiutarci, anche prestandoci la loro fida motocicletta trasformando per un attimo shenmue in un racing game, potremo chiedere informazioni ai vicini di casa, disturbarli bussando alle loro porte sul fare della sera, potremo tirare 2 calci ad un pallone con i bambini che giocano in cortile e torneremo a casa ogni notte dove la governante ci farà trovare i soldi necessari a vivere , un letto dove dormire e un sega saturn in salotto con cui giocare a space harrier e hang on. In shenmue 2 invece casa nostra sarà ben lontana, dopo un lungo viaggio in nave sbarcheremo finalmente ad Hong Kong in Cina e il senso di “spaesatezza” diverrà subito palpabile. Niente esitazioni, saremo giunti sino a lì per il nostro scopo, le nostre peripezie in patria ci avevano portato ad alcuni indizi che collocavano le attività criminali di Lan Di proprio tra la malavita cinese, ad aiutarci il solo nome di un maestro di arti marziali da trovare. Ci dovremo così guadagnare da vivere lavorando, pagare le notti passate in albergo e nel frattempo raccogliere più indizi possibile per trovare questa importante persona. Fortuna vuole che incontreremo alcuni amici nel nostro vagare, persone sconosciute ma che si riveleranno fondamentali per il nostro progredire. Emozioni diverse quindi, personaggi diversi, ambienti diversi ma stesso epico gioco.
Quick time events…
Ho già detto anche troppo della trama, e ne ho raccontato se va bene un centesimo della sua vastità, ma credo sia giusto stoppare il discorso e proseguire verso gli altri aspetti del titolo, uno su tutti il suo atipico gameplay.
Ho scritto in precedenza che per sua natura ,shenmue, non si può inserire correttamente in nessun genere di gioco esistente, sono le meccaniche stesse a rendere difficile questa operazione. Sebbene alla base vi sia un principio di freeroaming shenmue è pur sempre un gioco di ruolo, e si rende tale per via dell’evoluzione del personaggio che però non avviene per mezzo di punti esperienza o power up, il sistema studiato da Suzuki è molto più fine e geniale. Il giovane Ryo è molto immaturo nel primo capitolo, ha un’infarinatura di arti marziali grazie agli insegnamenti del padre, ma non è nemmeno vicino ai livelli di potenza e tecnica del suo nemico giurato , Lan Di. Nel suo cammino dovrà dunque migliorarsi il più possibile.
Grazie a shenmue faremo così anche un profondo e dettagliato viaggio nella cultura orientale e nelle arti marziali di vario tipo, avremo modo di imparare tecniche nuove e diversi stili di combattimento , l’ incontro con maestri sparsi per il Giappone e per la Cina sarà un perno portante del gameplay di gioco, sarà tramite loro che potremo conoscere la vera essenza delle arti marziali, che scaveremo nel nostro io tirando fuori il meglio di noi stessi superando i nostri limiti e preparandoci per quello scontro finale tanto atteso.
Durante il nostro pellegrinaggio avremo modo di affrontare molti combattimenti suddivisi in 3 tipologie distinte:
- Alcuni sembreranno uscire direttamente da un picchiaduro 3D con tanto di barra di energia.
- Altri saranno sulla falsariga di questi ma avverranno contro più avversari contemporaneamente in modo simile ai picchiaduro a scorrimento.
- Ciliegina sulla torta delle meccaniche di shenmue, ci saranno i quick time events.
Questo termine è stato coniato proprio da Suzuki per descrivere una situazione di gioco che a dire il vero esisteva già da prima di shenmue, ma che mai aveva raggiunto simili livelli di eccellenza. Tutto sta nel premere in tempo un tasto che lampeggierà sullo schermo. Da shenmue in poi questa tecnica ha spopolato ed esiste oggi in giochi del calibro di god of war, tomb raider, resident evil 5 e molti molti altri , ma ad essere sinceri fino in fondo , in nessuno di questi titoli ultrablasonati si ha la stessa complessità vista in shenmue. Nel gioco sega di fatti i quick time erano amalgamati perfettamente al contesto e non portavano necessariamente al game over in caso di errore del giocatore; le variabili erano molte e accompagnate da diverse animazioni. Per farla breve un combattimento ripetuto più volte portava ad esiti diversi presentando mosse di attacco e difesa diverse a seconda del nostro tempismo nel premere i tasti, una cosa ben al di sopra dei quick time visti nei titoli che ho citato in precedenza.
La componente freeroaming, sebbene limitata a confronto dei livelli raggiunti oggi, è stata uno degli aspetti più incredibili di shenmue al suo arrivo sul mercato ormai 11 anni fa. In shenmue non ci si limitava di fatti al solo muoversi in ogni dove, ma ci si imbatteva anche in negozi di vario tipo, si poteva parlare con i vari PG non giocanti, pregare il padre nel tempio di famiglia e persino giocare a classici arcade Sega recandosi con una manciata di gettoni in sala giochi. Si si avete letto bene, non sto delirando. Ammetto di essere rimasto a bocca aperta quando entrai la prima volta nella sala giochi “Game You” … per prima cosa selezionai una canzoncina carina dal juke box e poi mi fiondai subito a giocare a space harrier. Non contento decisi anche , vista l’assoluta somiglianza del cabinato virtuale con quello vero, di farmi una partita anche al vecchio titolo motociclistico “Hang On” ed in ultimo lanciai qualche freccetta nel tentativo di fare centro. Mi ricordai sul tardi che dovevo vendicare mio padre.. ma l’orologio segnava che era il momento di tornare a casa. Ironia a parte la vastità di shenmue non era data tanto dal terreno calpestabile, quanto da quel che vi si poteva trovare. Nel complesso il gameplay di shenmue non aveva eguali , anche se, ad essere profondamente pignoli e sopratutto rigiocando ora il gioco, un difetto lo si potrebbe trovare: alla luce dei progressi fatti dal genere dei freeroaming le meccaniche di shenmue potrebbero apparire un tantino lente e macchinose, sia allora , sia per chi decida di rigiocarsi tale titolo oggi. Un’ inezia, un granello di sabbia, un piccolo neo in un panorama di perfezione…
Poesia grafica in movimento…
Lo sappiamo bene tutti che la potenza di una console e quella di un motore grafico sono parametri fini a se stessi, sicuramente i meno importanti tra quelli in gioco quando analizziamo un titolo. Eppure shenmue sembra smentirci, perchè l’aspetto grafico è parte integrante dell’esperienza offerta. Girovagando per Yokosuka difficilmente si riusciva a trattenere la bavetta, una quantità di vertici tale nel 1999 non si era mai vista da nessuna parte, nemmeno nei filmati precalcolati che dovevano ingannare la massa sulle presunte capacità mirabolanti di ps2. Ma nonostante un numero di poligoni davvero spaventoso la cosa che colpiva di più erano indubbiamente le textures: la loro qualità era assoluta, mai una sbavatura, palette di colori altissima, filtri applicati magnificamente , only high resolution e sopratutto una quantità di queste da farmi chiedere dove le avessero stipate!! Ed è sulla quantità che mi devo soffermare, non tanto sulla qualità! Grazie alle capacità del Dreamcast il mondo attorno a Ryo era stupefacente sia per il motore in se , sia per la sensazione di vivo che trasmetteva. Non lo faceva per scelte cromatiche particolari ne per uno stile fotorealistico, ma muoversi incontrando persone tutte diverse tra loro era di per se un’emozione indescrivibile. Si parla di 500PG non giocanti tutti diversi l’uno dall’altro. Il mondo di shenmue era REALMENTE popolato e basti pensare ai manichini copia incollati che si vedono ancora in una miriade di titoli odierni (nonostante le capacità degli attuali sistemi di gioco) per rendersi conto di quanto la grafica abbia influito sul coinvolgimento offerto dal gioco di Suzuki. Shenmue è l’esempio di come si debba sfruttare la potenza di un sistema, non tanto per inserire fiumi di parallax mapping su un palo della luce inutile e fine a se stesso, si deve sfruttare la potenza per realizzare un motore che sappia coinvolgere , che sappia sbalordire al di là dei poligoni usati, perchè shenmue avrebbe potuto presentare i classici mille manichini tutti uguali, così facendo AM 2 sarebbe riuscita a relizzare , probabilmente, un motore ancora più assurdo visto lo spazio recuperato in RAM, e invece NO… hanno lavorato duramente per renderizzare un mondo Vivo, dove la V maiuscola è voluta e ci sono riusciti. Certo, il pensiero che riuscissero a migliorarsi con shenmue 2 era utopistico, ma si vede che la parola utopia è da rivedere nel suo significato, perchè l’anno successivo presentarono un motore ancora più devastante e non me ne vogliano i possessori di ps2 , ma tutte quelle textures, di quella qualità, con quei colori ed il filtro di AA sul monolite non si sono mai viste nemmeno alla fine del suo ciclo vitale durato 7 anni!!!
Ricordo bene il mio pellegrinare ad Honk kong, e ricordo tutte le volte che ho guardato il cielo… per poi restare imbambolato per almeno 5 minuti , ammaliato da nuvole volumetriche spinte dal vento, in un cambio di colori accompagnati dallo scorrere del tempo e dall’arrivo del lens-flare del tramonto… poesia… arte… quella sequenza di fotogrammi che scorrevano 30 dopo 30 ogni secondo sullo schermo , disegnavano immagini degne del miglior dipinto, non erano più pixels.. erano i colpi di pennello del maestro Suzuki e io lì inerme a vivere tutto ciò quasi incredulo! E quando credevi di aver già visto il meglio ti ritrovavi in una nuova ambientazione da infarto e poi in un’altra ancora sino al paradisiaco Guiling.
Leggende metropolinate affermano inoltre che il motore di shenmue 2 sia l’unico che sfrutti realmente la caratteristica del Dreamcast chiamata Tile Based rendering, se sia vero o meno non lo so… ma a giudicare dai livelli raggiunti dal punto di vista grafico tale affermazione assume un suo plausibile significato, perchè shenmue è quanto di meglio si potesse vedere sulla vecchia console Sega, superiore anni luce anche ad altre esclusive importanti come skies of arcadia e soul calibur, probabilmente si può tranquillamente affermare che con shenmue 2 assistiamo quasi al 100% delle potenzialità del Dreamcast.
Un’ ultimo accenno sull’ aspetto tecnico di shenmue va fatto ai riguardi del Magic Weather System: il termine è stato coniato nuovamente da Yu Suzuki e rappresenta un algoritmo che modifica le condizioni climatice in tempo reale e in modo casuale ma logicamente collegato al periodo temporale che si sta giocando , autunno, inverno e primavera.
Per quanto riguarda il sonoro invece basti sapere che l’ OST è stata curata e orchestrata da Yuzo Koshiro ed è stata acclamata come una delle più avvincenti nella storia dei videogiochi.
Se questa fosse una recensione e io dovessi valutare l’aspetto grafico di shenmue il mio voto sarebbe 12 su 10 ancora oggi a 11 anni dalla sua uscita,ovviamente valutando il mix tra potenza del motore e capacità artistiche del team AM2!! Anche in questo caso possiamo fare i pignoli e dire che di tanto in tanto la mole di oggetti visualizzati “inceppava” l’engine portando a dei vistosi cali di frame-rate… possiamo evidenziare alcuni modelli poligonali sottotono o lamentarci del sistema di LoD studiato dagli sviluppatori per alleggerire il motore ma direi che dinanzi al valore artistico del gioco , sarebbe come bestemmiare in chiesa.
…A young man who has yet to know his potential…
Trama, gameplay e aspetto tecnico, sono generalmente i 3 punti in cui si valuta un titolo, eppure non sono sufficenti per dare un giudizio a shenmue, ci vorrebbe una quarta voce chiamata “Coinvolgimento”!! Shenmue è in grado di proiettare il giocatore direttamente nella storia narrata, lo fa come abbiamo visto grazie ad un gameplay più unico che raro con colpi di genio come iquick time events dinamici che donano un tocco cinematografico allo storyline , e grazie ad un motore grafico che riesce a renderizzare un vero e proprio mondo virtuale vivo. Ma anche il protagonista stesso ci mette del suo: Ryo Hazuki è un ragazzo qualunque gentile ed educato, non è un supereroe ne un assassino, è come ognuno di noi,vive la sua vita nel suo paesino ,si dedica con il padre alle arti marziali e gioca ai videogames. Da tutto ciò sono maturate alcune critiche verso il gioco, in rari casi si poteva leggere di una scarsa caratterizzazione del personaggio, ma probabilmente chi muoveva questa critica non aveva ben chiaro lo scopo di Ryo Hazuki e non aveva compreso la volontà stessa di Suzuki nel realizzare un personaggio principale che non mettesse in ombra il vero protagonista della storia: Il giocatore. Ryo è solo una figura che fa da ponte o collegamento diretto per le emozioni che ,generate dal gioco, scorrono in essa fino ad arrivare a colui che sta vivendo quanto accade, ovvero chi sta giocando! A queste caratteristiche va ad aggiungersi la trama che basandosi su naturali sentimenti umani aumenta ancora di più il grado di coinvolgimento. La narrazione poi gioca molto sulle situazioni proposte, inizialmente sarà tutto semplice, rabbia e voglia di vendetta, indizi banali come appunto qualche parola e la macchina nera parcheggiata dinanzi a casa, solo successivamente e gradualmente verranno approfonditi gli aspetti mistici dello storyline e quelli che vanno leggermente al di là delle normali concezioni umane della realtà. Il giocatore viene via via trascinato in un turbine di emozioni e sentimenti che vanno ad accrescersi con il progredire del gioco stesso fino ai titoli di coda che potrebbero anche rubare qualche lacrima di commozione al bencapitato di turno. Essì… è sempre la fine la parte più bella di un gioco, e grazie a questa frase mi ricollego ai capitoli mancanti di shenmue dei quali vi avevo accennato.
And thus the saga begins…
Si inizia, ma non finisce! Dei 16 capitoli scritti da Suzuki ci è dato giocare solo i primi 6 escluso il secondo. I motivi sono da ricercare probabilmente nelle scarse vendite di shenmue che unite ai grandi investimenti affrontati hanno portato Sega a scegliere di accantonare una volta per tutte il progetto. A dire il vero Shenmue non ha venduto poco, se si fa il rapporto con le consoledreamcast piazzate si ottiene un numero di tutto rispetto, ma non sufficiente per coprire i costi di sviluppo. Possiamo però affermare una cosa di non irrilevante importanza: Shenmue affascina ed emoziona senza poter contare sulla componente migliore di ogni videogioco, il finale! E’ sempre il finale che ci emoziona realmente, è sempre quando tutti i nodi vengono al pettine, quando ci vengono date tutte le risposte che noi esclamiamo “wow” .. e a shenmue tutto ciò è stato negato; non ci è dato conoscere cosa accade dopo aver incontrato quella ragazza che canta di un destino segnato, non sapremo perchè l’albero dinanzi a casa sua ha quel nome così… meglio non dirlo, sarebbe uno spoiler troppo cattivo, eppure shenmue segna il videogiocatore come pochi altri titoli nell’ intera storia videoludica. Non riesco nemmeno ad immaginare cosa sarebbe potuto essere se si fosse mostrato completamente, dall’alto dei suoi 16 capitoli.
Commento finale:
Ci sarò riuscito? A descrivere e a raccontarvi shenmue intendo! Non lo so, ma ci ho provato. Sicuramente appena pubblicherò questo speciale mi torneranno in mente mille particolari che ho omesso, perchè è davvero difficile parlare di shenmue. Agli occhi di chi non l’ ha vissuto sembreranno le parole esagerate di un pazzo e probabilmente solo quei pochi che come me hanno avuto la fortuna di viverlo riusciranno realmente a comprendere cosa ho cercato di dire in questo articolo. Alla fine cosè shenmue?Shenmue è un evento, shenmue è un’ esperienza, shenmue è una fantastica poesia, shenmue è arte, shenmue è un’emozione… e come ogni emozione è anche soggettiva. Non tutti siamo sensibili allo stesso modo e sopratutto quando si tratta di videogiochi difficilmente si riesce a guardare oltre all’aspetto puramente ludico. A dirla tutta la quasi totalità dei videogiocatori “moderni” , le nuove leve del mercato per intenderci, forse vedono il videogioco in modo molto superficiale e non credo che riuscirebbero ad apprezzare la natura matura e profonda della trama di shenmue. Giocare shenmue , vuol dire anche cercare di lasciarsi andare , di fregarsene di quanto dice la gente di questa nostra passione e decidere di vivere realmente questa esperienza così unica. E’ innegabile che giocare oggi shenmue e giocarlo nel 1999 siano 2 cose profondamente diverse, nel 99 shenmue non era solo arteed emozioni, era anche rivoluzione concettuale per il genere dei gdr, era anche un mostro tecnico senza rivali, era anche libertà di azione fuori parametro , era anche “filmati cinematografici” diretti con assoluta maestria da Yu Suzuki; oggi per riuscire ad apprezzare ancora tutto ciò bisogna esser dotati di una grande passione per questo media, quella che ti permette di vedere al di là della grafica datata (sebbene ancora ora meritevole di rispetto) e di alcune meccaniche di gioco un po’ macchinose, così da vivere tutto il contorno che shenmue ha da offrire. Decidere di vivere shenmue si può fare, anche oggi, ma attenzione: non ricordo dove lessi quanto segue, ma la frase mi rimase impressa nella mente perchè pareva proprio un avvertimento e io ve lo voglio riproporre “shenmue è opera così vasta e coinvolgente che dopo aver provato la quale gli altri giochi vi sembreranno piccole e primitive creazioni” ; spero che chi scrisse questa frase non si ritenga offeso dal mio averla riportata qui, ma che anzi, veda la cosa come un complimento, perchè costui è riuscito a riassumere shenmue in ben poche parole, cosa che io non sono riuscito a fare nemmeno in un intero articolo. E ora che lo rileggo mi accorgo di quanti buchi, di quante dimenticanze, mi accorgo di come non riesca minimamente a rendere giustizia a quel che realmente è shenmue, ma mi rendo anche conto che è inutile scrivere quel che fu, l’unico modo per comprenderlo realmente è giocarlo e viverlo. Quindi cari lettori, fatevi un regalo appena avete modo, regalatevi un’ emozione firmata Yu Suzuki, regalatevi un’emozione chiamata Shenmue.
Video tributo:












