Virtua Fighter 4
Per parlare degnamente di qualunque capitolo di virtua fighter si deve innanzitutto ripercorrerne la storia in un processo lungo e minuzioso al punto da rendere quasi indispensabile un’intera rubrica solo ed esclusivamente per questa saga di picchiaduro. Va da se che un lavoro del genere sia troppo grande per essere incluso in questo articolo e di rimando dovrò limitarmi a riassumere brevemente cosa sia stato questo videogioco per l’intera industria, ma con la promessa di riprendere il discorso più avanti nella rubrica, quando verrà il momento di citare titoli più vecchi compresi i primi capitoli di questo capolavoro.
La nascita del mito…
Il riassunto inizia dal primo episodio, apparso in sala giochi ormai nel lontano 1993: sfruttando le caratteristiche dell’allora scheda arcade sega, Yu Suzuki e il suo team AM2 realizzarono il primo picchiaduro poligonale della storia! Un picchiaduro diverso non solo per il motore vettoriale al posto degli sprites in 2 dimensioni, ma anche per il concept stesso basato su un approccio più realistico degli incontri nonostante la natura prettamente arcade. Niente fireballs quindi, niente super mosse, ma arti marziali nella loro forma più pura animate magistralmente sui modelli poligonali dei lottatori. In Giappone ebbe un successo immediato e il prodotto stesso assunse un significato ben più profondo: ancora oggi il cabinato del primo virtua fighter è custodito nel National Museum History of America come simbolo di intrattenimento videoludico.
La consacrazione…
Passarono 2 anni e sega se ne uscì con il seguito diretto: quel virtua fighter 2 che fu il primo picchiaduro ad incontri 3D a 60 frames per secondo (un particolare non da poco vista l’importanza del frame-rate in questo genere di gioco). Se il primo titolo fu convertito su sega saturn malamente (sega rimediò successivamente commercializzando una versione migliorata dal punto di vista grafico denominata VF Remix), altrettanto non si può dire del secondo che sfoggiava i 60frames rock solid anche nella controparte casalinga e una risoluzione nativa di 640*480 , del resto il saturn , per quanto sottovalutato, era una console molto potente se sfruttata nel modo giusto. Con il secondo capitolo il gameplay fu affinato al punto da porre VF2 come il picchiaduro più tecnico in assoluto in grado di appagare totalmente tutti i fans di questo genere. Sorvolando invece sulla nota negativa che porta il nome di virtua fighter 3 arriviamo all’apice qualitativo della saga: Virtua fighter 4 evolution. E solo ora possiamo iniziare realmente questo articolo.
Un travagliato viaggio verso un monolite tutto nero…
Ci sono alcune leggende dietro al progetto virtua fighter 4. Non riguardano il gioco di per se , quello uscito in sala giochi su cabinato, bensì la conversione su console. In quel periodo la console ammiraglia di sega era il Dreamcast il quale fu progettato con l’hardware di una scheda arcade chiamata Naomi (per maggiori informazioni sull’ultima ed indimenticabile console sega vi rimando al nostro speciale:Link ). La Naomi fu dichiaratamente una scheda espandibile e la Naomi 2 , erede appunto del primo modello, era la dimostrazione che questa possibilità di “upgraddare” le prestazioni offerte dal sistema esisteva realmente. Di rimando anche il Dreamcast poteva espandersi sulla falsariga del nintendo 64 e la sua ram aggiuntiva. Per questi motivi i vari fans di virtua fighter e della console stessa attendevano qualche annuncio bomba riguardante una conversione su DC di questo capolavoro abbinato ad una qualche sorta di espansione ma ad uccidere i sogni di gloria di tutte queste persone fu l’annuncio ,da parte di sega stessa, di chiudere la produzione hardware del Dreamcast! Incurante dell’accaduto Suzuki San (a capo del progetto) se ne uscì non molto tempo dopo con frasi che riaccesero la fiamma di speranza nei cuori di tutti: “Virtua fighter 4 su Dreamcast è possibile” , “abbiamo raggiunto un livello di conoscenza dell’hardware tale da poterlo convertire perfino in breve tempo” e non contento di queste parole inserì nella versione “jappo” di shenmue 2 un disco bonus intitolato “Virtua Fighter History: Virtua Fighter 4”. Manco farlo apposta non tardò ad arrivare l’annuncio sega di una conversione del titolo su Playstation 2!
Una conversione non proprio coi fiocchi…
L’amaro in bocca resta ancora oggi ma non per questioni “fanboystiche” solo che la curiosità di vedere girare virtua fighter 4 su Dreamcast era davvero molta. A confermare il tentativo di conversione su DC arrivò tempo dopo un comunicato stampa di sega contenente tutti i titoli previsti e poi cancellati, tra questi spiccava un nome su tutti: Virtua fighter 4! Una triste storia finita poi però decisamente bene se non per un piccolo particolare: la conversione su playstation2 tecnicamente fu uno scempio! La console sony della scorsa gen aveva molti punti a favore nella sua architettura rispetto al Dreamcast, ma la resa visiva generale soffriva di difetti poi mai eliminati, difetti causati da colli di bottiglia del sistema stesso e per tanto quasi impossibili da sormontare. Uno su tutti la mancanza di anti-aliasing e virtua fighter 4 ne soffrì parecchio. Vederlo girare splendido nel cabinato e poi osservare la “sagra della scalettatura” su ps2 era una pugnalata al cuore e ad aggiungere acido sulla scottatura il textures mapping, totalmente rivisto nella versione “monolitica” con textures spesso in Low Res e una palette cromatica più che discutibile. I classici problemi della playstation 2 insomma ma per fortuna ne frame-rate ne gameplay furono intaccati. Il tarlo che però pervade ancora la mente dei molti fans è che probabilmente su Dreamcast il titolo avrebbe perso molto meno a livello visivo.
Evolution….
Virtua fighter 4 debutta su ps2 poco prima del suo diretto concorrente tekken 4 e , senza se e senza ma, lo eclissa dal punto di vista del gameplay. In un colpo solo il quarto capitolo del “lottatore virtuale” si aggiudica il podio più alto in assoluto nella classifica dei migliori picchiaduro 3D surclassando i suoi predecessori e superando persino quel grandissimo capolavoro di Soul calibur. Nonostante questo VF4 non riuscì mai a vantarsi del titolo di successo commerciale (come spesso e volentieri accade nella storia di questo media). Ma incurante del freddo mercato sega ci riprova con una nuova versione , sempre per playstation 2, chiamata “Evolution” la quale consacra definitivamente il titolo nell’olimpo dei picchiaduro. Le migliorie apportate riguardavano ogni parametro di gioco, dalla grafica, ripulita e ritoccata in positivo (ma non ancora ai livelli della controparte arcade) , al gameplay sino alla introduzione della modalità “Quest” cuore pulsante dell’evoluzione del brand. In questa modalità scegliendo il proprio personaggio lo si poteva personalizzare per poi lanciarlo in un torneo fatto di centinaia di partecipanti e un solo ed unico vincitore. Grazie alla quest mode l’ “evolution” si rivelò così non solo il picchiaduro più tecnico ed appagante disponibile sul mercato ma anche uno dei più longevi. Inoltre alla lista dei personaggi utilizzabili si andarono ad aggiungere 2 nuovi elementi curati al pari dei capisaldi della serie per quanto riguarda stile di combattimento e mosse varie.
Arti marziali.. combo..e strategia…
Non posso entrare nel merito di una dettagliata descrizione del gameplay di virtua fighter, la sua semplicità di fondo, basata sul concetto della morra cinese, va a complicarsi drasticamente durante il tentativo di padroneggiare al meglio i vari personaggi presenti. Ma non posso nemmeno evitare di elogiare alcune caratteristiche che da sempre contraddistinguono la serie: in primis, l’assoluto equilibrio che corre tra i PG selezionabili (dove non esiste un lottatore avvantaggiato rispetto ad un altro e tutto si riduce solo ed esclusivamente alla bravura del giocatore di turno) ed in secondo luogo la mancanza di vere e proprie combo. A scanso di equivoci le combo in VF ci sono, ma quando si parla di queste le prime che ci balzano alla mente sono quelle da studiare a memoria di tekken o dead or alive. Virtua Fighter è ben diverso: una volta imparate le varie mosse disponibili il giocatore può concatenarle più o meno a piacimento così da renderle a conti fatti delle combo ma sempre diverse e costruite sul momento da chi sta giocando. Per quanto riguarda questo parametro credo che il video che vado a mostrarvi saprà essere molto più eloquente di quanto non lo sia io:
E’ facile notare la precisione degli attacchi , la velocità dell’azione e l’importanza della strategia. Virtua fighter 4 è per molti ma non per tutti, la sua profondità di gioco necessita di molte ore per essere appresa correttamente. Un livello tecnico che può scoraggiare tutti i neofiti del genere e della saga stessa ma che sa regalare ,a chi è cresciuto a pane e picchiaduro, ore ed ore di appagante divertimento.
Il futuro è adesso…
Virtua fighter 4 evolution non ha avuto il successo sperato, proprio come la versione precedente. Un vero peccato vista l’assoluta qualità del prodotto, ma per fortuna anche in questa attuale generazione sega ci ha regalato un nuovo virtua fighter, giunto ormai alla sua quinta incarnazione, ancora più tecnico e rifinito. Virtua fighter 5 è uscito inizialmente su playstation 3 per poi approdare solo più tardi sulla console Microsoft. L’attesa fu ripagata da migliorie grafiche non da poco ,da ritocchi al gameplay e dalla inedita modalità di gioco su xbox live sancendo l’ingresso della saga stessa nel mondo degli scontri on line. Come per il 4 il successo sperato mai arrivò e ad ora i fans sparsi nel mondo attendono con ansia la versione “virtua fighter 5 final showdown” che probabilmente , questa volta, mai arriverà nel mondo delle home consoles.
Commento finale:
Amo la saga sin dal primo capitolo che giocai sul mio Saturn ma iniziai a comprenderne realmente la grandezza solo grazie al secondo, troppo bello a vedersi, troppo bello a giocarsi. A dire il vero i picchiaduro ad incontri 3D sono da sempre uno dei miei generi di gioco preferiti e anche i vari tekken (dal primo sino all’ultimo uscito) mi hanno regalato molte ore di svago. Se però mi trovassi obbligato ad incoronare un solo titolo come il migliore non avrei dubbi: Virtua Fighter 4 evolution non si batte. Lo trovo sotto molti aspetti superiore anche al quinto capitolo uscito in questa generazione. E’ un assoluto must-have non solo per gli amanti del genere come me, ma anche per ogni possessore di playstation 2 esistente. Se mi concedete un’affermazione un po’ “fanboystica”: è il momento di mettere da parte tekken e iniziare a picchiarsi per davvero!!! Virtua Fighter 4 non ha tempo e lo consiglio oggi come fosse ieri, provatelo, compratelo, giocateci ne vale davvero la pena.
Trailer (Jap):





