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Rubrica
16 gennaio 2012, 16:22
What We Lost ? | Gundam vs Gundam NEXT PLUS
What We Lost ? | Gundam vs Gundam NEXT PLUS mobile

What We Lost ? | Gundam vs Gundam NEXT PLUS

Ed eccoci al secondo appuntamento con la rubrica What We Lost?. Se nel precedente articolo Chrono Trigger vi ha portato nel passato più remoto dell’era videoludica, io cercherò di farvi conoscere titoli più recenti, ma non per questo meno intriganti. Giochi mai approdati in Europa, e su cui possiamo mettere le mani solo importandoli, rovistando tra le bancarelle nelle fiere, o come altri tristemente fanno, modificando la propria console. Che siano titoli bizzarri, ispirati a franchising sconosciuti o appartenenti a generi poco apprezzati da noi occidentali, nello scaffale degli “Only Japan” c’è più di una sorpresa, e per ogni appassionato che si rispetti volgere lo sguardo altrove sarebbe un vero peccato, soprattutto sui sistemi handled, notoriamente quelli maggiormente affetti dalla “reclusione”. La perla che oggi voglio farvi conoscere è Gundam vs Gundam NEXT PLUS, in esclusiva per PSP.

UN’ERA DI MOBILE SUIT

Citando il buon nome di Gundam è praticamente impossibile che non sovvengano alla mente i robottoni umanoidi giganti che spopolavano negli anni 80-90, soprattutto a chi ha qualche anno in più sulle spalle e che rimembra con nostalgia(a cui affiancare UFO Robot, Mazinga e cugini vari). Nonostante le decine di cloni e surrogati nel corso degli anni, la saga dello storico RX-78 ha sempre avuto una marcia in più, e dal forte successo ottenuto in tutto il mondo ne è scaturito un vero e proprio business, che ha dato origine a seguiti, film, videogiochi, manga, musei, fino a folli esperimenti di creare un Gundam in “carne e ossa”. Come un’ondata di marea tuttavia il genere mecha iniziò a vacillare piuttosto in fretta. Con l’affacciarsi del nuovo millennio l’interesse delle masse mutò verso nuove direzioni, e senza un degno apporto finanziario la serie rientrò nei suoi confini limitati in Giappone, lasciando quella ristretta cerchia di fan oltreoceano a bocca asciutta. L’ultimo ricordo che noi italiani abbiamo di Gundam è quell’Endless Waltz, seconda metà della serie Wing, dopodichè l’oblio.

Enormi robot che si combattono nello spazio o sulla terraferma, ognuno con un proprio arsenale, personaggi pluriparticolareggiati, un background profondo e vicende emozionanti, ricolme di combattimenti, colpi di scena e pathos: avete la benchè minima idea di quanto siano colossali le potenzialità sviluppando un videogioco sulla saga di Gundam? Purtroppo a distanza di decenni il brand non è mai riuscito a decollare in questo settore, proponendo periodicamente numerosi titoli, che vanno da sparatutto tridimensionali a GDR tattici, a volte discreti, altre pessimi, ma mai eccelsi. Tie- in che non hanno mai saputo attrarre applausi al di fuori dell’elitaria cerchia di estimatori, e a cui gli sviluppatori si rivolgono esplicitamente. Non a caso sono ben pochi i giochi del genere ad essere arrivati qui in Europa. Tra i più recenti ricordiamo quel Super Robot Taisen per GBA, distribuito con il contagocce, Gundam Target in Sight, titolo al lancio della Playstation 3 e tutt’ora tra i peggiori software in circolazione per l’ammiraglia Sony, e la trilogia di Gundam Musou, meglio conosciuta come Samurai Warrior Gundam, che chiaramente ha ben più analogie con i guerrieri dell’era Sengoku che non con i metallici protagonisti.

E dopo ben 30 anni di onorata carriera, Namco Bandai ha ben pensato di festeggiare l’anniversario con un cross-over di tutte le saghe di Gundam, a partire dagli albori con RX-78, Z e ZZ, fino alle produzioni più recenti, come SEED, SEED Destiny, 00 e Unicorn, tutt’ora in corso, ovviamente limitando il gioco alle PSP giapponesi. Ma è qui che la caparbietà del vero giocatore entra in gioco, e frugando come un dannato tra i mucchi di giochi importati nei negozi appositi è possibile mettere le mani sull’UMD tanto agognato, anche in virtù del region free della console di origine, per una volta degno di essere sfruttato.

ORE GA GANDAMU DA!

Gundam vs Gundam è un picchiaduro/sparatutto tridimensionale di stampo puramente arcade. Ad essere più precisi si potrebbe definire il Budokai Tenkaichi in salsa Gundam: si seleziona il proprio mezzo tra una vasta gamma di Mobile Suit, pescati dalle varie saghe e posizionati nello stesso arco cronologico senza una causa apparente, si sceglie uno tra i percorsi predefiniti e si devasta il campo di battaglia per gonfiare il proprio punteggio o quantomeno sopravvivere fino alla fine. L’analogia precedente non è certo casuale, anche il combat system infatti riprende molto dal brand ispirato alle sfere del drago(anch’esso targato Namco Bandai): ai quattro tasti principali viene affidato l’utilizzo dei propulsori, fondamentali per spostarsi lungo la mappa e schivare i colpi anche se piuttosto effimeri, il puntamento automatico, l’attacco in mischia, in genere una spettacolare combo ispirata alle animazioni originali, e l’attacco a lungo raggio, mentre ai due dorsali l’utilizzo di tecniche secondarie e il Mobile Assist. Ogni laser, missile o dardo sparato avrà un limitato numero di munizioni, le quali una volta esaurite richiederanno tempo per ricaricarsi, elemento che invita ad utilizzare saggiamente il proprio arsenale, fatta eccezione per devastanti tecniche speciali monouso, come il Trans Am dell’Exia o il G-Falcon del Double X.

Wing Zero o Strike Freedom? Virtue o Mk II? Turn A o ZZ? Sicuramente i fan della serie non avranno difficoltà a scegliere il proprio beniamino nel folto roster di Mobil Suit selezionati dal team di sviluppo, in caso contrario si può fare affidamento sul “valore” di ogni mezzo, indicato in GP(Gundam Point), che determinerà quanti punti verranno detratti in caso di morte. Tranne rare occasioni infatti l’obiettivo di una battaglia non sarà limitarsi a distruggere il proprio avversario, ma azzerare la sua barra vita prima che lui faccia altrettanto con voi. Ogni qual volta il vostro Mobile Suit verrà eliminato il suo costo vi verrà detratto dal contatore per permettervi le riparazioni e scendere nuovamente in campo, tuttavia quando il punteggio del Gundam sarà superiore a quelli residui sarà game over non solo per il giocatore, ma per tutta la squadra, in quanto in genere si verrà accompagnati da un mezzo comandato dal CPU e la barra verrà condivisa. In poche parole se vi trovate alla guida di un bestione da 3000 punti potete schiacciare i vostri avversari grazie ad un temibile arsenale, ma essere sopraffatti anche solo una volta vi porta sull’orlo del baratro, mentre utilizzando un'”utilitaria” da 1000(produzioni di massa e personaggi secondari ovviamente) potete farvi trinciare quasi senza rimorsi visti i costi economici, perdendo al tempo stesso in volume di fuoco, spesso con deficienze motorie o gravi mancanze a livello di armamenti.

Il principale difetto di questo titolo è l’eccessivo dislivello tra i vari Gundam, anche nelle singole categorie di GP; per fare un rapido esempio, tra Exia e Virtue, entrambi appartenenti alla serie 00 ed entrambi Mobile Suit da 2000 punti, non c’è assolutamente confronto, con il primo che guizza da una parte all’altra del campo e il secondo lento come un macigno e perennemente a secco di munizioni(anche se una volta attivato il Trial System la situazione migliora). Inoltre la mancanza di schede tecniche o almeno tabelle comprendenti statistiche e combinazioni di tasti portano a ripetere e ripetere numerose volte uno stesso percorso prima di trovare un assetto ideale(e prima di chiederlo no, non è un problema dovuto alla lingua giapponese). Ma la questione del loop più o meno eterno non è dovuto solo a ciò, quanto piuttosto al livello di difficoltà d’altri tempi, che ci vede fronteggiare orde di avversari parecchio agguerriti e imponenti Mobile Armor che faranno tirar giù più di una volta il calendario dal muro per inventarsi nuovi accidenti da rivolgere contro un’IA dannatamente realistica.

Due scogli insormontabili? Tutto il contrario, l’alto tasso di sfida rende l’esperienza coinvolgente, ogni vittoria appagante e il reattivo sistema di controllo incornicia ogni istante di gioco. Al diavolo lo squilibrio tra i vari Gundam, per ogni fan che si rispetti è quasi d’obbligo padroneggiare al massimo ogni mezzo a disposizione, per quanto fiacco possa essere in confronto ai soliti mostri sacri; tanto ogni dubbio si dissolverà non appena si scenderà sul campo di battaglia. E come restare impassibili di fronte ad una tracklist che comprende le migliori opening di ogni serie, gli effetti sonori e il doppiaggio originali, che riportano fedelmente la magia di Gundam anche sullo schermo della PSP? Un pò spompata dalle piccole dimensioni delle casse invero, ma sempre maestosa. Una magia che purtroppo resta e resterà confinata in Giappone, ma questo non ci vieta di poterla scoprire per terze vie, no?

IN CONCLUSIONE

Parlare di Gundam è come rivolgersi ad un vecchio amico, partito anni fa e lasciatomi con piacevoli ricordi, che tutt’ora permangono nel mio cuore e mi spingono a seguirne le gesta dal Sol Levante, tra esultanze, sporadici lucciconi e rare delusioni. Inutile girarci intorno, dopo più di tre decenni il padre di tutti i mecha detta ancora legge nel suo campo, non c’è Armored Core o produzione di bassa lega che tenga(come testimonia il povero Voltron nella sua ultima, pessima apparizione), e quale titolo migliore per tornare alla testa dei robottoni se non NEXT PLUS e spegnere così le 30 meritate candeline della saga? Non temete qualche riga di testo in giapponese, il prodotto Namco Bandai è molto più intuitivo di quanto si possa pensare. Se solo questo genere fosse più apprezzato in Europa…Beh, shop online, mercatini dell’usato, fiere, c’è più di un modo per mettere le mani su questa perla per la console portatile Sony, e non è certo l’unica.

Al prossimo appuntamento con la rubrica What We Lost? 😉

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