Music of the Spheres – Speciale
Negli anni matematica e gameplay non sono mai andati troppo d’accordo. Gli sviluppatori ci hanno provato in tutti i modi, ma con i pallosissimi giochi didattici che usavamo per imparare le tabelline abbiamo capito che un gioco per esser divertente deve essere il più lontano possibile da tutto quello che è istruttivo. Situazione diversa è quando la geometria è mascherata da qualcosa di più creativo. Per questa ragione esistono i puzzle game, per farci prendere la medicina amara mentre il cervello lavora a piena velocità. Proprio in soccorso dei nostri cervelli in vacanza arriva Music of the Spheres, intricatissimo gioco che rientra a pieno titolo nel “genere brucia neuroni”. Vediamo insieme di cosa si tratta.
QUALCOSA DI INNOVATIVO
Sviluppato da Hamish Todd, un giornalista videludico diventato discretamente famoso oltre manica per alcune analisi interessanti su giochi come Castlevania o lo scontro con i cirripedi in Half-Life, Music of the Spheres è la sua prima produzione e gli è costata tre anni di lavoro; vedendo i risultati non si è certo voluto risparmiare in quanto ad originalità.
Lanciato il file esecutivo ci troviamo senza tanti preamboli direttamente nel primo livello del gioco dove una serie di icone ci indicano cosa dovremo fare e come farlo. All’interno di un caleidoscopico campanile useremo le frecce direzionali per spostare il nostro personaggio mentre con la rosa di otto tasti disposti in cerchio intorno alla lettera “S” potremo scagliare dei colpi in varie direzioni, ad ogni tasto corrisponde un angolo di tiro. Lo scopo del gioco a prima vista può sembrare un po’ straniante, dovremo lanciare due sfere e farle rimbalzare in modo tale che colpiscano degli angeli nascosti in particolari sezioni dello stage. Music of the Spheres basa quindi il suo gameplay sull’uso delle traiettorie, il nostro protagonista passerà tutto il tempo ad oscillare le sfere, pronto a lanciarle al nostro segnale. Una volta scagliata la sfera, essa inizierà a rimbalzare per tutto il livello ripetendo sempre l’angolo originale e senza mai perdere energia. Ad ogni rimbalzo la sfera produrrà un suono che all’interno dei i vari percorsi creerà curiose melodie che allieteranno la nostra esperienza di gioco. Il level design decisamente elaborato: i pattern di gioco, alcuni veramente geniali, rivelano una grande cura nella creazione dei percorsi per le sfere, che si fanno via via sempre più complicati. Procedendo con gli schemi dovremo far compiere rimbalzi sempre più precisi e coordinati, ad incasinare il nostro lavoro inoltre ci penserà il fattore tempo. Gli angeli non resteranno immobili mentre cerchiamo di colpirli, ma cercheranno di spostarsi per evitare il proiettile ed è qui che voi dovrete riuscire a trovare il giusto tempismo per spostare il protagonista e lanciare le sfere nel momento più opportuno. Coordinare i movimenti del protagonista e l’istante giusto del tiro sarà un lavoro tutt’altro che facile, visto che fin dai primi stage sarà richiesto di cimentarsi nell’impresa di far arrivare le due sfere contemporaneamente sul bersaglio, nonostante seguano percorsi differenti; fortunatamente, tramite un apposito tasto potremo resettare lo stage e ricominciare da capo.
All’interno di 46 livelli di difficoltà sempre crescente dovremo aguzzare l’ingegno e capire ogni volta qual è il sistema migliore per far arrivare i nostri proiettili sul bersaglio. Il grande studio di pattern sempre più complicati non coincide sempre con un aumento del divertimento, dato che la grande precisione richiesta potrebbe diventare, più che uno stimolo, un fattore di frustrazione per molti. Insomma, un gioco che richiede molta calma. Non bisogna pensare ad uno di quei giochi indie impossibili, che solo il creatore può pensare di portare a termine, anche perché la curva di difficoltà è abbastanza bilanciata, in modo tale da rendere piacevole il gioco anche a chi non è tanto pratico di rompicapo. Questo titolo è totalmente distante dai ritmi frenetici della concorrenza, la strategia migliore per colpire gli angeli è inspirare profondamente e partire alla ricerca della perfezione. L’idea di ricercare il momento opportuno per effettuare i due tiri, attraverso il percorso migliore, sta alla base di questo particolare titolo che necessita di essere osservato in maniera differente dai giochi del mercato moderno. Allo stesso tempo, siamo consci che ripetere lo stesso stage decine di volte, pur sapendo come risolverlo ma sbagliando sempre il tempismo per una frazione di secondo, per molti potrebbe essere molto più tediante che divertente.
Infine, qualcuno potrebbe chiedersi “Perché dobbiamo lapidare degli angeli?”. Sfortunatamente non lo sappiamo, ma è lo stesso Hamish Todd a dichiarare di non apprezzare la violenza, avendo lavorato duramente per dare una sensazione di rispetto, anche se strana, tra noi ed i nostri compagni di gioco! Il titolo al momento non dispone di nessun tipo di trama, persino Bubble Bobble aveva due righe di storia, di conseguenza speriamo di vedere un minimo di introduzione quando il gioco arriverà su Steam, dato che per ora è disponibile su Desura ed è entrato nel programma Steam Greenlight. Non è che chiediamo chissà quale storia, vorremo giusto sapere perché siamo all’interno di un campanile e per quale motivo dobbiamo lapidare i cherubini. A parte questo, gli sfondi di Music from Spheres sono ispirati alle piastrelle Girih, una serie di cinque tessere di forme diverse utilizzate in sequenza per la decorazione degli edifici di architettura islamica. Questa tecnica è utilizzata da quasi mille anni e ha avuto una forte espansione nel 1400, per tutti i meno interessati alla storia dell’arte; i fondali sono piacevolmente animati ed aiutano nel creare la giusta atmosfera ed un pizzico di follia, ricordando molto le figure astratte create dal caleidoscopio.
IN CONCLUSIONE
Music of the Spheres è un puzzle game estremamente particolare che andrebbe provato più come esperimento videoludico che come gioco in sé. Grazie allo studio e al tempo dello sviluppatore è innegabile che il titolo possa vantare di un level design estremamente elaborato, sfortunatamente impegno e divertimento non vanno sempre d’accordo sopratutto per chi non avrà la pazienza per entrare nell’ottica richiesta per apprezzare appieno questo lavoro. Al momento Music of the Spheres ha bisogno di qualche limatura per poter essere apprezzato dal grande pubblico, nonostante questo siamo sicuri che potrà intrigare sia i giocatori più rodati e sia gli amanti degli indie game più particolari.
