Croixleur Sigma – Recensione
Scampato alla bocciatura su queste pagine con una sufficienza stiracchiata, Croixleur non ci convinse molto: l’hack’n slash in chiave moe di Souvenir Circ. poteva vantare meccaniche immediate e una formula di gioco altrettanto intuitiva, che si riflettevano su un battle system snello e dinamico; il prezzo budget impreziosiva il tutto, ma nessuno di questi fattori era in grado di controbilanciare una mole di contenuti imbarazzante e un’esperienza essenzialmente piatta, monocorde ed estremamente semplice, che permetteva grossomodo a chiunque di completare la modalità principale in un quarto d’ora scarso ed annoiarsi nel processo, senza neanche la possibilità di mostrare a tutti la propria impresa, dato che le classifiche erano locali…
A ben pensarci, forse siamo stati fin troppo indulgenti, ma sbagliando s’impara, ed ora, a poco più di un anno di distanza, ecco tornare il piccolo team nipponico su Steam con Croixleur Sigma, in omaggio alla saga di Ryu Hayabusa, un reboot, o meglio ancora un’espansione della loro prima opera, identico nella forma, ampliato in ogni comparto, o almeno così sembra. Obiettivo raggiunto? Non ci resta che scoprirlo.
KUROARURU… SHIGUMA!
Tagliamo subito la testa al toro: l’unico elemento che avremmo voluto davvero essere rivisto, o quantomeno migliorato, è stato ironicamente uno dei pochi ad non aver subito ritocchi. La trama, con il suo futile background fanta-politico e gli insopportabili dialoghi delle due anonime protagoniste, Lucrezia Visconti-tan e Francesca Storaro-dere (itarianish, impossibile farne a meno, NdR), continuano a rappresentare solo una pretestuosa e inutile perdita di tempo, del tutto irrilevante ai fini del gioco e apparentemente buttata lì per cercare di dare un senso alle nostre scorribande in questa lunga serie di deathmatch in arene circolari traboccanti di mostri (il “good ending” aggiunge un paio di dettagli quantomeno interessanti, ma nulla di ché). Detto questo, al diavolo l’immotivata e stereotipata relazione a senso unico, l’Adjuvant Trial nella sua essenza è l’unica “storia” di cui abbiamo bisogno, botte da orbi e high-score, un beat’em up dei tempi d’oro praticamente.
Analizzando il puro gameplay, Croixleur Sigma riesce dunque a prendere le distanze da Croxleur? Ahinoi no, o non del tutto perlomeno, in quanto infrastruttura, level design, sistema di controllo e quant’altro sono i medesimi dello scorso anno, e la nostra opinione in merito non è certo cambiata; le principali (e uniche) novità rispetto all’originale sono da ricercare infatti nei contenuti extra e nelle feature introdotte, che pur non aggiungendo varietà all’azione garantiscono quella rigiocabilità tanto cara a un titolo come Croixleur. La possibilità di sbloccare Storara come personaggio giocabile ad esempio raddoppia la fugace longevità della modalità principale, e se di suo la perennemente stizzita ragazzina non aggiunge molto dal punto di vista ludico (skill e moveset sono la copia sputata di quelli di Luc), la presenza di due eroine consente di affrontare gran parte delle prove in cooperativa locale, un’aggiunta non da poco; le sfide, brevi combattimenti a tempo contro orde di mostri, aggiungono quel pizzico di difficoltà in più (a costo di riciclare a oltranza lo stesso pattern purtroppo), così come gli achievement, supportati assieme alle classifiche da Steam, invogliano a grindare qualche ora in più del previsto, o almeno così parrebbe, dato che la scheda del gioco dal nostro profilo non sembra tener conto dei progressi in-game (patch incoming?). Il resto lo sapete già: azione frenetica, meccaniche minimali, quel tanto da non sfociare nel button mashing, arsenale povero di mordente, nemici ancora peggio, un solo stage dei colori dell’iride e 60 frame al secondo, al modico prezzo di… 8€? AH!?
Un po' più di carne al fuoco... |
6 | ... Ma sempre poca è |
Storara. Period | Se cinque euro ci sembrava un prezzo onesto, otto euro non lo è | |
| UN'ULTIMA STORARA? | ||
